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sundance76

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messaggi inviate da sundance76

  1. In questo momento, Nemo981 ha scritto:

    Questo per chi effettivamente farà tutta la stagione con i 4 motori concessi. Qualcuno per necessità o per scelta potrebbe usare 1 o due motori in più, ed in teoria anche questi potrebbero essere "evoluti"

    Giusto, non ci avevo pensato.

    Abbiamo da qualche parte la versione in italiano del regolamento tecnico 2017?

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  2. 8 minuti fa, V6DINO ha scritto:

    @sundance76,   cosa vuol dire distrutta? un incidente o proprio demolita, in ogni caso un sacrilegio....

    Fu proprio distrutta per esplicito ordine del Senatore Agnelli, passata sotto la pressa.

    Non so invece che fine abbiano fatto i tre motori costruiti.

  3. Per abbassare il baricentro, piazzarono il motore e il cambio tra i due longheroni del telaio. 

    Ne guadagnò anche la ridotta sezione frontale e la minore altezza dal suolo.

    Il motore era un portento di potenza: la cilindrata per regolamento era stata ridotta a soli 1500 cc, e il 12 cilindri della Fiat 806, con una potenza max di 187 cavalli, poteva vantare una potenza specifica di oltre 126 cavalli per litro di cilindrata (mille cc).

    Era ancora poco affidabile, e quindi partecipò solo alla gara di contorno (GP Milano), articolata su due batterie di 50 km e una finale da 50 km. Il GP d'Italia (500 km) era troppo lungo per una vettura ancora in fase di sviluppo.

    Peccato che, dopo quell'unica gara vittoriosa, la macchina fu distrutta.

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  4. C'è qualcuno, tra quelli che riuscivano a essere competitivi sullo Spa-Francorchamps originale, che può illustrare come affrontava la "chicane" di Masta?

    ("Chicane" è improprio, visto che moltiplicava per venti i rischi).

    Qui c'è un tizio, con la vecchissima grafica originaria, che lo fa a tavoletta!!

     

  5. Consiglio a tutti lo speciale di AutoSprint per i 70 anni della Ferrari. Più vado avanti nella lettura e più mi piace.

    Per soli 5 euro, un fascicolo di grande formato di ben 130 pagine (senza NESSUNA pubblicità), molti aneddoti inediti, testimonianze significative, belle foto di grande formati, e addirittura tutti gli articoli scritti da Enzo Ferrari per AS nel 1966 sulla rubrica "Il Tunnel".

    Non ve ne pentirete.

    2aadp2h.jpg

     

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  6. http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2017/03/13/news/mille_miglia_ad_un_passo_dal_traguardo_diventare_spa_per_esportare_il_brand-160502669/

    ECONOMIA ITALIANA

    Mille Miglia ad un passo dal traguardo diventare Spa per esportare il brand

    LA SOCIETÀ CHE GESTISCE LA STORICA CORSA, CONTROLLATA DALL’ACI DI BRESCIA E DAL MINISTERO DEI TRASPORTI, NEGLI ULTIMI 4 ANNI HA DISTRIBUITO 6 MILIONI DI DIVIDENDI E HA OFFERTE PER ORGANIZZARE EVENTI SIMILI IN RUSSIA E NEGLI EMIRATI. MA PER FARLO HA BISOGNO DI UNA GOVERNANCE PIÙ SNELLA

    Giorgio Lonardi

    [IL CASO] Milano E’ un mito, la Mille Miglia. Una corsa che presto celebrerà il suo doppio compleanno. Nata nel 1927, esattamente 90 anni, la gara festeggerà in maggio la sua trentacinquesima edizione rievocativa a cui parteciperanno 440 vetture d’epoca di inestimabile valore prodotte fra il 1927 e il 1957. Ma la “Mille Miglia srl”, ovvero la società che oggi gestisce quella che rimane la più famosa gara di regolarità del mondo è anche un bel business. Lo conferma un fatturato di 8 milioni di euro e un ebit del 28%. E lo certificano i circa 6 milioni di euro di dividendi distribuiti nel corso degli ultimi quattro anni al suo azionista e cioè all’Aci di Brescia che, seppure in via indiretta, fa capo al ministero dei Trasporti. Da un paio di mesi la società Mille Miglia ha un nuovo consiglio di amministrazione presieduto da Aldo Bonomi, ex vicepresidente di Confindustria, titolare delle Rubinetterie Bresciane, mentre Ugo Gussalli Beretta, a capo della Fabbrica d’armi Beretta è il vicepresidente e Alberto Piantoni, l’amministratore delegato. Ed è proprio Piantoni, un passato alla guida della Bialetti ad aver maturato la convinzione che Mille Miglia srl potrebbe fare di più in termini di ricavi e di utili diventando una delle bandiere del made in Italy sui mercati internazionali. «Intendiamoci - spiega - la gestione precedente ha ottenuto ottimi risultati come dimostrano gli ultimi bilanci. Ma adesso dobbiamo prendere coscienza che il brand
    Mille Miglia può crescere e affermarsi a livello globale». Il ragionamento di Piantoni è semplice. Oggi il modello di business della società si basa sulla corsa di regolarità che si snoda annualmente per 1.700 chilometri (mille miglia) da Brescia a Roma e viceversa attraverso un itinerario che cambia di anno in anno. I proventi, infatti, sono legati sostanzialmente alle iscrizioni dei partecipanti e agli sponsor. «Non dobbiamo dimenticare - afferma Piantoni - che Mille Miglia rimane la manifestazione più prestigiosa del settore a livello internazionale. Chi vuole ammirare le più belle auto d’epoca del mondo intero, riunite assieme in una cornice straordinaria, deve partecipare oppure assistere alla Mille Miglia. Tuttavia non dobbiamo sottovalutare che in paesi come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna si stanno muovendo altre manifestazioni». E allora? Secondo l’ad di Mille Miglia srl la risposta è l’internazionalizzazione. «Abbiamo ricevuto richieste dai Paesi del Golfo e dalla Russia per portare la nostra manifestazione in quei Paesi. Si tratta di proposte che vanno soppesate e valutate con attenzione. Anche perchè sbarcando all’estero potremmo aprire la strada ad altre imprese italiane creando lavoro e sviluppo. Così come dobbiamo lavorare sul marchio a livello di merchandising riposizionandolo nella fascia del lusso, perché il nostro brand è forte ma va consolidato ». In questa cornice Piantoni è convinto che la società ha le carte in regola per svilupparsi all’estero ma ad alcune condizioni. «La prima è quella di trovare il modo di svincolarci, almeno in parte - precisa l’ammionistratore delegatio - dai lacci imposti ad una società pubblica». Il motivo è semplice: le regole e i tempi del pubblico sono d’intralcio per chi deve competere sul mercato, prendere decisioni in tempi brevi, cogliere opportunità che altrimenti andrebbero perse. «In questo quadro - precisa Pianton - il passaggio da srl a spa potrebbe essere un primo passo». Poi conclude: «Inoltre avere la possibilità di attingere alle nostre risorse per finanziare lo sviluppo potrebbe risultare vantaggioso anche per l’azionista unico che in futuro potrebbe contare su dividendi maggiori di quelli attuali». 1 2 Aldo Bonomi (1) ex vice presidente di Confindustria, presidente di Mille Miglia Srl L’ad Alberto Piantoni (2) ex ad della Bialetti Nelle foto, due momenti di edizioni passate della Mille Miglia
    (13 marzo 2017)

  7. Eppure, a volte, certe fonti riportano ben 14 titoli mondiali per la Ferrari.

    Pur volendo considerare anche il Trofeo Prototipi '65 (quando il titolo assoluto lo vinse la Shelby con le GT), i titoli sarebbero comunque 13.

    E allora, come si arriva a 14?

    Il motivo è che, nonostante il Mondiale Marche (cioè Sport, Prototipi, GT, Endurance ecc. ecc. ecc. ecc.) fosse stato istituito nel 1953, in molti documenti ufficiali del Cavallino la Ferrari viene indicata come vincitrice del Mondiale Sport 1952, cioè un anno prima della creazione del Campionato!

    Come si spiega?

    Enzo Ferrari ha sempre preteso quel titolo, litigando con addetti ai lavori e giornalisti, e per anni nel suo studio campeggiava un diploma rilasciato dalla Fia alla fine del 1952, con cui l'autorità sportiva lo proclamava "Champion du Monde" per le vittorie delle sue macchine Sport nella stagione 1952.

    "Ufficializzato o no, quel riconoscimento è mio ed è legittimo, e voglio proprio vedere chi dice il contrario", sosteneva il Drake.

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  8. Una curiosità sugli assurdi regolamenti dell'epoca riguarda il 1964.

    Anche in quell'anno il Titolo Assoluto era assegnato tramite la Divisione 3 delle GT, e la Ferrari vinse battendo la Shelby.

    Ma nel "Trofeo Prototipi", la vittoria fu assegnata alla Porsche con 34,8 punti davanti all'Alpine con 9,6 mentre la Ferrari, con ben 46,8 punti non venne classificata perché il regolamento stabiliva che un Costruttore dovesse partecipare a tutte le quattro corse in calendario. La Ferrari non partecipò alla Targa Florio, e questo le costò la vittoria del Trofeo.

    (continua)

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  9. Molti sapranno che il Campionato Mondiale per le biposto a ruote coperte, che oggi viene chiamato Endurance, ha cambiato denominazione diverse volte durante la sua prima "vita", dal 1953 al 1992.

    C'è una piccola curiosità che riguarda le tante vittorie ottenute dalla Ferrari in questo Campionato, che in alcuni periodi era seguito come e più dei Gran Premi.

    In molte statistiche si dice che la Rossa ha vinto 12 titoli, in altre invece si contano 13 mondiali. Il discrimine sta nelle stupidissime regole imposte dalla Federazione Internazionale, a partire dai primi anni '60.

    Nel 1965  fu deciso che il Titolo assoluto sarebbe stato assegnato al Costruttore col maggior punteggio della Divisione 3 (motori oltre 2000 cc) della categoria Gran Turismo (GT) e in quel caso la Shelby American battè la Ferrari con 90 punti  a 71,3 (non domandatemi il perché dei numeri decimali).

    Tuttavia in quel 1965 la Federazione istituì una classifica a parte chiamata "Trofeo Prototipi", e lì la Ferrari fu prima con 58,5 punti, davanti alla Porsche con 30 punti.

    Ecco, talvolta alcune statistiche assumono il "Trofeo Prototipi" '65 come un titolo da assommare agli altri, ma come visto il titolo assoluto quell'anno veniva assegnato alle più piccole GT.

    Bene, in questo caso si spiegherebbe la discrasia tra 12 o 13 titoli mondiali della Ferrari.

    (continua)

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  10. Jones e Laffite, commentatori della gara, dissero che quella di Jean Alesi a Suzuka '95 fu "una delle migliori guide mai viste sul bagnato".

    Provo ancora dolore quando penso a quelle sdentate, mischiate a ricordi di vita privata, al punto che non riesco più a distinguere la natura delle fitte di nostalgia, cioè se è rimpianto per un passato che non torna più, oppure frenetica voglia di dimenticare certe tristezze... Bah, basta, non voglio più pensarci.

  11. 2 ore fa, sundance76 ha scritto:

    Stefano Modena, nel 1994 dopo la doppia tragedia di Ratzenberger e Senna, era forse un po' troppo ottimista sulla "competenza" del pubblico: "Scusate, ma se le macchine vanno più piano, la gente se ne accorge? No, perché il pubblico non guarda la velocità. Ho sentito molte sciocchezze in questi giorni contro le corse, quasi un attacco filosofico. L' automobilismo non è velocità, è il dominio che io pilota so realizzare sul mezzo, l' automobilismo è la curva nella quale brilla la mia capacità di dominare il sistema macchina-strada, di guadagnare tempo. Conta la tecnica di guida. La gente lo sa, il nostro pubblico è competente". (Da "Repubblica" del 9 maggio '94)

    E  su Autosprint di questa settimana, Riccardo Patrese dichiara:

    "Diciamo la verità: le monoposto oggi hanno impianti frenanti così evoluti e potenti che permettono staccate in spazi brevissimi, con il risultato di rendere i sorpassi praticamente impossibili. Una volta a 300 km all'ora ti fermavi in 200 metri e in quello spazio il sorpasso ci stava. Adesso tutto è ridotto a qualche decina di metri e tentare di superare è vicino allo zero. Per lo spettatore il sorpasso è il gesto che vale il biglietto d'ingresso pagato. Fateci caso: negli ultimi tempi i sorpassi, la gran parte, sono avvenuti in rettilineo perché l'ala mobile dava il vantaggio, ed è successo anche che il pilota rimandasse il tentativo alla "finestra" che si apriva nei pit-stop. Per chi guarda questo non è un vero sorpasso. E' solo un cambio di posizione".

    [Per completezza metto anche i tipici punti di vista contrari: "Che noia 'sto Patrese; vorrei vederlo in macchina; inutile criticare; la F1 è la categoria regina; l'importante è la velocità; se un missile aeronautico è più veloce allora quella è la F1 che vogliamo; se non gli piace perché guarda le gare; se vuole vedere automobili guardasse le gare-turismo; è sempre stato così; la F1 dove guidava lui era noiosa"].

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