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sundance76

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messaggi inviate da sundance76

  1. A sette mesi di distanza dal fratello Bobby, anche Al Unser Sr ci ha lasciato.

    Aveva 82 anni e ha lottato con la malattia per 17 anni.

    Unser Sr. è stato uno dei più grandi piloti americani, vincitore ben 4 volte della 500 miglia di Indianapolis (record con Foyt, Mears e Castroneves), e di tre campionati nazionali Indycar (1970, 1983 e 1985, in quest'ultimo caso battendo all'ultima gara per un solo punto il figlio Al Junior).

    Nato il 29 maggio 1939, era il più giovane di quattro fratelli. Anche suo padre Jerry Unser e due zii, Louis e Joe, erano piloti. 

    Joe Unser fu il primo membro della famiglia Unser a perdere la vita a causa di questo sport, ucciso durante una prova di guida di una FWD Coleman Special sull'autostrada di Denver nel 1929.

    Il fratello maggiore di Al, Jerry, divenne il primo Unser a correre a Indianapolis qualificandosi 23° e finendo 31° nella Indy 500 del 1958. Tuttavia, la tragedia arrivò l'anno successivo quando Jerry rimase ucciso per le ferite riportate in un incidente durante una sessione di prove.

    L'altro fratello, Bobby, corse la  sua prima Indianapolis 500 nel 1963, diventando nel 1968 il primo membro della famiglia a vincere la classicissima dell'Indiana. Nel 1983 il figlio, Al Unser Jr., a sua volta debuttò a Indy.

    Al Sr. iniziò a correre a 18 anni, nel 1957. Debuttò nella 500 miglia di Indianapolis nel 1965, e la vinse nel 1970, nel 1971, nel 1978 e poi nel 1987.

    In questa ultima edizione, a quasi 48 anni, divenne il più anziano vincitore della Indy 500, e contro ogni pronostico: il team Penske non riusciva a mettere a punto la nuova macchina, e fu costretto a riesumare le vecchie March. Uno dei tre piloti titolari, Ongais, rimase ferito durante le prove, e Penske richiamò all'ultimo momento Unser, che era rimasto senza un ingaggio. Dalla ventesima posizione, Al riuscì a rimontare e a vincere, anche grazie al ritiro di Mario Andretti a pochi giri dalla fine.

    Negli anni successivi limitò le sue partecipazioni alle 500 miglia (Indy, Michigan e Pocono). Nel '91 non trovò un volante competitivo e per la prima volta dopo oltre vent'anni non partecipò a Indianapolis. L'anno successivo fu chiamato all'ultimo momento dal team Menard a sostituire Nelson Piquet rimasto gravemente ferito alle gambe in prova. Al non deluse e alla bella età di 53 anni arrivò addirittura terzo. Durante l'anno, fu richiamato da Penske per sostituire l'infortunato Mears a Nazareth, arrivando 12°.

    Nel '93 partecipò per l'ultima volta a Indianapolis, finendo ancora 12°. L'anno successivo ci provò ancora, ma ebbe un incidente in prova, che lo indusse il 17 maggio '94 a dichiarare il ritiro dalle competizioni, mentre 12 giorni dopo il figlio Al jr vinse la sua seconda Indy nel giorno del 55° compleanno del padre.

    Nel 1978 Al senior fu il primo pilota a vincere tutte le tre 500 miglia in calendario, Indy, Pocono e Ontario. E' anzi il pilota col maggior numero di vittorie in gare di 500 miglia (otto). E' il pilota che ha condotto in testa il maggior numero di giri nella Indy 500.

     

     

     

     

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  2. 15 minuti fa, Paolo93 ha scritto:

    Ma la gara sprint non doveva perdere la valenza di qualifica?

    E se la gara-sprint perderà la valenza di qualifica, che minchia di valenza acquista? GP-1 del Bahrain 2022 e il giorno dopo GP-2 del Bahrain 2022?

    Maledetti.

  3. Alla fine del Mondiale 1984, perso per mezzo punto contro Lauda pur vincendo 7 gare contro 5 e battendolo 15 volte su 16 in qualifica, su Autosprint n.46/1984 viene imbastito un "processo" a Prost, con tanto di "sentenza".

     

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  4. Ora il mondiale si decide su uno dei circuiti più caratteristici e rappresentativi delle tendenze dell'ultimo ventennio, con vie di fuga oceaniche, fatte di asfalto perfettamente carrabile, orario e illuminazione notturna, senza un vero punto di sorpasso, cosa che nella "mitica" edizione 2010 sanzionò il successivo avvento del DRS, che ha definitivamente cancellato ogni valenza tecnico-agonistica della manovra di sorpasso.

    Che bello, l'anno prossimo con il pieno ritorno dell'effetto-Venturi senza problemi in scia sarà definitivamente impossibile capire quale sarà la residua componente dell'apporto del pilotaggio nel "cambiamento di posizione" (sorpasso è una parola troppo grossa, oltre che... "superata").

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  5. 5 minuti fa, Osrevinu ha scritto:

    Ma a quel punto l'autore di una simile porcheria va squalificato, esatamente come fecero con Schumacher nel 97.

    Facile a dirsi, anche perché in quella occasione Villeneuve riuscì ad arrivare al traguardo in posizione tale da vincere il titolo. 

    Ma come si fa se il leader del Mondiale provoca una collisione?

    Gli si tolgono a tavolino punti già acquisiti in altre gare, e si assegna il mondiale all'altro?

    Uhm... lo vedo complicato.

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  6. "Normalmente abbiamo tre meccanici e tre vetture, più il capomeccanico e un meccanico di riserva che lavora su quella che ne ha più bisogno. Ma questa volta abbiamo due vetture soltanto. La terza non è ancora pronta. Ciononostante ho portato tutta la squadra, cioè cinque meccanici, e c'è un gran da fare. Le macchine sono nuove. Le stiamo ancora studiando"

    (Colin Chapman, venerdì 16 giugno 1967, Spa-Francorchamps)

    Questa parola "studiando" appare molto spesso. E' quasi come se avessero costruito qualcosa e ora cercassero di scoprire ciò che precisamente hanno costruito. Questo non è molto lontano dalla verità. Sanno quello che sta dentro e hanno una idea abbastanza precisa di ciò che si può fare. Ma non è possibile valutare la resistenza di ogni particolare, visto che anche le sollecitazioni sono sempre diverse. L'unica risposta a ogni nuova soluzione può giungere soltanto dall'esperienza di gara.

    (Richard Garrett, "Veloci e furiosi - retroscena dei Gran Premi", versione italiana di "Fast and furious - The story of the world championship of drivers")

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  7. "Normalmente abbiamo tre meccanici e tre vetture, più il capomeccanico e un meccanico di riserva che lavora su quella che ne ha più bisogno. Ma questa volta abbiamo due vetture soltanto. La terza non è ancora pronta. Ciononostante ho portato tutta la squadra, cioè cinque meccanici, e c'è un gran da fare. Le macchine sono nuove. Le stiamo ancora studiando"

    (Colin Chapman, venerdì 16 giugno 1967, Spa-Francorchamps)

    Questa parola "studiando" appare molto spesso. E' quasi come se avessero costruito qualcosa e ora cercassero di scoprire ciò che precisamente hanno costruito. Questo non è molto lontano dalla verità. Sanno quello che sta dentro e hanno una idea abbastanza precisa di ciò che si può fare. Ma non è possibile valutare la resistenza di ogni particolare, visto che anche le sollecitazioni sono sempre diverse. L'unica risposta a ogni nuova soluzione può giungere soltanto dall'esperienza di gara.

    (Richard Garrett, "Veloci e furiosi - retroscena dei Gran Premi", versione italiana di "Fast and furious - The story of the world championship of drivers")

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