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12. Gran Premio d'Italia - Monza [Presentazione]


Osrevinu

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Nel '38 il GP d'Italia torna a Monza: il tracciato usato è sostanzialmente quello del '36, solo che vengono eliminate le 3 chicane poste sul circuito stradale e restano solo le due inserite nel tratto dell'ovale. Sono previsti 60 giri di gara per un totale di 420 km.

 

Preparazione nei box Mercedes in un dipinto del pittore ucraino Yuri Shevchuk. Si vedono, da davanti a dietro, le vetture di Caracciola, Von Brauchitsch, Lang e Seaman

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VIA!!! Tre Mercedes in prima fila (da sinistra Lang, Von Brauchitsch e Caracciola) con l'Auto Union di Muller al loro fianco.

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Nuvolari esce da una delle due chicane presenti nell'anello della sopraelevata

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Ancora Nuvolari, sempre nella zona della sopraelevata, mentre vola verso una vittoria perentoria

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Domanda: queste due foto sembrano scattate tutte all'entrata del Raccordo Florio, solo che dove c'è Nuvolari (la prima) è presente un albero all'interno della curva, mentre nella seconda (dove c'è Biondetti con la Alfa) no. Qualcuno sa il motivo di questa "incongruenza"?

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Domanda: queste due foto sembrano scattate tutte all'entrata del Raccordo Florio, solo che dove c'è Nuvolari (la prima) è presente un albero all'interno della curva, mentre nella seconda (dove c'è Biondetti con la Alfa) no. Qualcuno sa il motivo di questa "incongruenza"?

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La seconda sembrerebbe proprio l'uscita della variante al Vialone (attuale Ascari per intenderci) e non l'ingresso del raccordo Florio.

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Una F1 sempre più distante dal pubblico, e un pubblico sempre più disinnamorato, di anno in anno, sia per quelli che vanno all'autodromo che devono pagare un salatissimo biglietto senza ormai manco avere la possibilità  di vedere con i propri occhi i box, le monoposto e i piloti, sia per quello che guarda da casa che deve pagare la pay tv se vuole tutti i gp in diretta, ma ormai non è una novità , il tutto si è ridotto in un mega baraccone trash per un elite di ricconi cocainomani che appunto come si diceva, di motorsport capiscono un cazzo. Si potrebbe anche capire che alcune scelte negli ultimi anni sono state optate in funzione di salvaguardare i team e il baraccone stesso, ma se le conseguenze sono queste, ma le cose cambieranno in futuro, almeno spero, si toccherà  il fondo prima o poi...

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Dopo 9 anni di pausa, nel 1947 torna in scena il GP d'Italia, questa volta in un circuito di 3.5 km costruito presso la Fiera Campionaria di Milano

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La griglia di partenza del Gran Premio: dopo l'uscita di scena delle tedesche, sono di nuovo le case italiane a monopolizzare la scena; per trovare una vettura non italiana nella griglia bisogna scendere fino al tredicesimo posto, dove si trova la Delahaye di Eugene Chaboud. Qui si vedono in prima fila le Alfa Romeo di Consalvo Sanesi (n°24) e Carlo Felice Trossi (n°30)

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Prime fasi di gara: Achille Varzi (Alfa n°16) precede Louis Chiron (Maserati n°18) e Carlo Felice Trossi (Alfa n°30)

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L'Alfa Romeo di Alessandro Gaboardi

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La Maserati di Alberto Ascari

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Achille Varzi, secondo classificato nel GP...

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...battuto in volata da Trossi che vince il primo GP d'Italia del dopoguerra con un solo decimo di vantaggio sul pilota di Galliate

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Nel 1948 il GP d'Italia si sposta a Torino, presso il Parco del Valentino. Circuito di 4.8 km da percorrere per 75 volte (360 km di gara totali). E' il primo GP d'Italia cui prende parte una Ferrari

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Pronti, via sotto il diluvio!!! Scatta benissimo dalla prima fila Raymond Sommer (Ferrari n°28) seguito dal poleman Jean-Pierre Wimille (Alfa Romeo n°52); partono meno bene Carlo Felice Trossi (Alfa n°46) e Luigi Villoresi (Maserati n°40)

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Prime fasi di gara con Sommer che precede Wimille

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Dopo essere stato passato da Wimille, Sommer si trova ora davanti a Villoresi...

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...che presto però lo sorpasserà 

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La Ferrari del principe Bira, abbandonata sotto la pioggia dopo la rottura del cambio a una manciata di giri dalla fine

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Ed è Jean-Pierre Wimille a vincere il Gran Premio d'Italia (qui davanti alla Alfa di Trossi/Sanesi) davanti a Villoresi e Sommer.

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Per Wimille sono gli ultimi scampoli di gloria: un mese dopo vincerà  a Monza il GP dell'Autodromo. Il 28 gennaio 1949 il francese troverà  la morte in un incidente durante le prove del GP di Buenos Aires, al volante della sua Simca-Gordini

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Nel 1949 il GP d'Italia torna sulla classicissima pista di Monza, dove resterà  per trent'anni consecutivi. Verrà  utilizzata in gara il solo tratto dello stradale, mentre l'ovale verrà  (momentaneamente) abbandonato. Sono state apportate leggere modifiche alla prima di Lesmo e alla lunga curva a 180° di raggio costante che porta verso il rettilineo dei box, sostituita dalla doppia curva verso destra di Vedano.

 

Alla partenza della gara le primissime posizioni non cambiano, con le Ferrari di Ascari e Villoresi che scattano davanti a tutti

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Raymond Sommer (Ferrari) precede Felice Bonetto (Ferrari) e il principe Bira (Maserati)

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Felice Bonetto è costretto al ritiro dopo 14 giri da problemi meccanici

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Stesso destino un paio di giri dopo per Nino Farina, costretto al ritiro a causa della rottura del motore della sua Maserati.

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Luigi Villoresi (Ferrari n°34) tallona Louis Rosier (Talbot-Lago n°10). Entrambi saranno costretti al ritiro da problemi tecnici

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