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Il topic della cronaca


Ragastas

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http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/commenti-e-idee/2015-11-19/la-saudi-connection-che-frena-lotta-all-isis-073642.shtml?uuid=ACDLcDdB&refresh_ce=1

In questi giorni appare folgorante una frase riportata dal Financial Times del defunto principe Saud Feisal al segretario di Stato Usa John Kerry: «Daesh è la nostra risposta sunnita al vostro appoggio in Iraq agli sciiti dopo la caduta di Saddam». Ecco in cosa consiste la Saudi Connection: una politica estera intossicata dalle involuzioni di Riad con i jihadisti mentre la sua campagna militare in Yemen, denominata “Decisive Storm”, è diventata un Vietnam del Golfo.

La Saudi Connection è soprattutto il rapporto ombelicale che da 70 anni lega Washington a Riad. L’Arabia Saudita, il più oscurantista degli Stati islamici, è la roccaforte del sunnismo ma anche la nazione musulmana con il più antico patto con gli Stati Uniti, firmato tra Ibn Saud e Roosevelt nel 1945, pochi giorni dopo Yalta.

I sauditi dopo l’accordo sul nucleare iraniano si sono sentiti traditi da Washington, perché considerano Teheran la minaccia numero uno. Ma le cose non stanno del tutto così. In termini pratici significa che mentre Obama e Re Salman si stringevano la mano al G-20 di Antalya veniva firmato l’ennesimo contratto militare: 1,2 miliardi di dollari per 10mila sofisticate bombe Usa da scaricare i Yemen sulla testa dei ribelli sciiti Houti.

Negli ultimi cinque anni i sauditi hanno acquistato sistemi d’arma da Washington per 100 miliardi di dollari, di cui 12 negli ultimi mesi, nonostante il Congresso abbia sottolineato la persistente violazione dei diritti umani e i crimini di guerra in Yemen. Alla luce di queste cifre si spiega l’atteggiamento americano nei confronti del Califfato e dei jihadisti siriani sponsorizzati dalle monarchie del Golfo. E si comprende perché Washington esiti a mandare truppe a terra. Da una parte c’è l’ovvia considerazione che dopo l’Afghanistan, l’Iraq e la Libia, gli Usa hanno mostrato segnali evidenti di disimpegno dal Medio Oriente. Ma dall’altra c’è questa connessione implacabile con i sauditi, che oltre ad essere leader dell’Opec, hanno finanziato i mujhaeddin afghani contro l’Urss negli Anni 80 e foraggiato Saddam nel conflitto contro l’Iran.

I sauditi pagano e gli americani guidano coalizioni internazionali che ai loro occhi non devono abbattere il Califfato ma prima di tutto contenere l’Iran e un giorno magari liquidare Assad in Siria. La Saudi Connection condiziona la politica estera americana quanto l’alleanza con Israele. Ora questo patto leonino tra Riad e Washington, dopo la strage di Parigi, è entrato in collisione con la nuova “santa alleanza” tra la Russia di Putin e la Francia di Hollande. Il problema è capire quali obiettivi si pongono i belligeranti. Se assestare una punizione esemplare al Califfato oppure demolire l’Isis. Nel secondo caso la Francia si scontra con Riad. Se si limita a una spedizione punitiva Parigi conserva le lucrose relazioni con la monarchia saudita, principale cliente degli armamenti francesi che quest’anno, con l’acquisto di reattori nucleari per 12 miliardi di dollari, ha salvato l’Areva dal fallimento.

Ecco cosa significa la Saudi Connection, una delle molteplici ragioni perché la guerra al Califfato finora è stata frenata da un mix di affari militari, petrolio e investimenti esteri di uno Stato dove si applica la sharia più duramente di qualunque altro posto al mondo, tranne naturalmente il Califfato di Al Baghdadi.

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A Gramellini direi che l'inerzia e il voltare le spalle di fronte a un'ingiustizia, significa diventarne  complici.

Il fatto di essere più colpiti da qualcosa che avviene in un ambiente affine, vicino, non significa voltare le spalle o essere indifferenti a ciò che avviene altrove.

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Il fatto di essere più colpiti da qualcosa che avviene in un ambiente affine, vicino, non significa voltare le spalle o essere indifferenti a ciò che avviene altrove.

Per quelli che ritengono questo topic uno spasso, evidentemente si.

E non mi meraviglia per niente.

Modificato da gio66
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Chiamate un'ambulanza

 

Queela è la scusa, poi, come in tutte le Religioni, c'è chi si applica al 100% e chi no.

 

 

 

 

Se pensi che anche in Italia c'è stata una ragazza, poi arrestata, che ha aderito alla Jihad

 

 

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Chiamate unìambulanza

Modificato da Carlomm73
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Una visione come quella offerta da ISIS è forte, violenta, rivoluzionaria. Offre un obiettivo cui tendere, un gruppo compatto e unito cui appartenere, solletica il bisogno di sentirsi eroi e protagonisti della storia.

"Vieni e crea un nuovo STATO con noi, vieni a portare giustizia, vieni a diffondere e rafforzare le parole dell'unico dio".

Certo, il prezzo è vivere ben poco a lungo... ma meglio ardere al massimo per qualche tempo che spegnersi dopo un lungo crepuscolo.

In uno dei filmati di propaganda made in ISIS che facevano vedere l'altro giorno su Sky c'era un ragazzo canadese. Bidello, 2000 dollari al mese, lavoro comodo e tranquillo, casa, fidanzata, famiglia serena. Evidentemente alcune persone soffrono anche con una vita agiata ma senza stimoli, senza avventura, senza adrenalina.

E' morto correndo in un campo a zig-zag per attrarre il fuoco dei soldati siriani. Era solo questione di tempo essere colpito, martirio volontario.

Che je vuoi di' a uno così?

Ma il fatto preoccupante - e per certi versi inspiegabile - è che questo tipo di mentalità non viene abbracciata solo da folli, matti, invasati, ma anzi è discretamente diffusa. E fa pensare: quanti di quelli che ci sono in tutta Europa sarebbero pronti a imbracciare armi e mitra e scatenare l'inferno anche nelle nostre città? Basti pensare che gran parte dell'esercito ISIS che combatte in medio oriente è composto da nativi europei. E, follia delle follie, secondo mi sembra il Corriere, un quinto di questi foreign fighters sono donne! Cioè, queste vanno a combattere e/o a morire per un qualcosa che di principio le disprezza. Boh. 

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troppo difficile da far capire a qualcuno. 

Anche perché le stragi tunisine di questa primavera e l'aereo abbattuto a Sharm erano, come logica e effetto, del tutto simili a quelle parigine: occidentali vigliaccamente uccisi mentre erano nel pieno del loro tempo libero, chi si godeva le vacanze in spiaggia, chi si guardava un museo, ecc. Eppure, non hanno avuto lo stesso eco mediatico. Quindi gli occidentali sono ipocriti anche nei confronti dei loro stessi compatrioti occidentali? O forse davvero quando una cosa così grande succede nel cuore di quel che pensavi il "tuo" mondo, fa un effetto inevitabilmente diverso? 

 

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Quindi sono i media che decretano cosa interessa e cosa no?

Ecco il punto. Però sembra "troppo difficile da far capire a qualcuno".

Se avessero dedicato una settimana di diretta-tv agli attentati di Beirut e Baghdad, intervistando i superstiti, quelli che hanno tentato di salvare altre persone, il bidello che a trenta chilometri ha sentito il boato, e contemporaneamente avessero dedicato solo trenta secondi di notizia su Parigi, senza immagini, CON CHI E COSA AVREMMO EMPATIZZATO E CHI AVREMMO SENTITO VICINI?

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Quindi sono i media che decretano cosa interessa e cosa no?

No. Niente giramenti di frittata per favore. 

Qui si parlava della differenza dello scalpore destato da una strage piuttosto che da un'altra. Imputando il tutto (nei messaggi iniziali soprattutto) alla tendenza degli occidentali (e dei relativi media) di scandalizzarsi solo quando le vittime di tali stragi sono occidentali. In sostanza quindi dando dell'ipocrita a chiunque fosse "colpito" dall'evento parigino. 

Io ho portato l'esempio degli attentati in Nord Africa. Dove le vittime erano in gran parte occidentali (tedeschi, francesi, italiani) totalmente inermi e totalmente ignari del pericolo, esattamente come le vittime di Parigi di venerdì sera. Eppure, quei fatti hanno destato uno scalpore indubitabilmente minore rispetto a quello generato dai fatti di Parigi. Sia a livello mediatico che non. Quindi, ripeto la domanda, rivolta a tutti quelli che da venerdì la menano con l'ipocrisia dell'Occidente a riguardo: non è che forse, semplicemente, quando qualcosa avviene nel tuo "giardino di casa", ti fa un effetto diverso? A prescindere da chi ci finisce dentro? 

Modificato da alby27
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No. Niente giramenti di frittata per favore. 

Nessun giramento, sono parole tue.

Ti chiedo: se tu avessi avuto solo la notizia, scevra di speciali, edizioni straordinarie, falsi allarmi e altre cazzate completamente superflue, avresti avuto la stessa reazione? Io sono tranquillo come lo ero giovedì scorso. Per me, qui o la, sempre morti sono.

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Nessun giramento, sono parole tue.

Ti chiedo: se tu avessi avuto solo la notizia, scevra di speciali, edizioni straordinarie, falsi allarmi e altre cazzate completamente superflue, avresti avuto la stessa reazione? Io sono tranquillo come lo ero giovedì scorso. Per me, qui o la, sempre morti sono.

Mah, in realtà, parole mie si..ma parecchio estrapolate dal contesto. Parlavo di eco mediatico per intendere il sentimento generale di scalpore dell'opinione pubblica, di quanto se ne parla anche fra gente comune, non necessariamente intendendo lo spazio riservato alla vicenda sui media. Come ho spiegato chiaramente nel messaggio successivo. 

Sono d'accordo. Sempre morti sono. Ma aspettarsi che un evento del genere, in una città come Parigi, che bene o male tutti conosciamo, nella quale tutti possono trovare qualcosa o qualcuno di personale e conosciuto, non susciti reazioni particolari, beh...è sbagliato. E ipocrita. 

In piccolo, prova a chiedere a un bresciano qualsiasi se lo lasciò più sgomento Piazza della Loggia o Piazza Fontana, Bologna, ecc. Attentati simili, anzi, a Brescia ci furono poche vittime rispetto all'ecatombe di altri attentati. Eppure, quando vedi che quel che finora sentivi come un eco lontano, ti esplode dietro casa (letteralmente nel caso della Loggia, figurativamente per quanto riguarda Parigi), è logico che ci rimani molto peggio. E non vuol dire dare un peso diverso alle vittime, assolutamente, è un puro e semplice istinto. 

Sì, io avrei avuto la stessa reazione, anche perché personalmente di speciali, approfondimenti e altre cazzate televisive, non ne ho visto mezzo. 

Modificato da alby27
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Mah, in realtà, parole mie si..ma parecchio estrapolate dal contesto. Parlavo di eco mediatico per intendere il sentimento generale di scalpore dell'opinione pubblica, di quanto se ne parla anche fra gente comune, non necessariamente intendendo lo spazio riservato alla vicenda sui media. Come ho spiegato chiaramente nel messaggio successivo. 

Sono d'accordo. Sempre morti sono. Ma aspettarsi che un evento del genere, in una città come Parigi, che bene o male tutti conosciamo, nella quale tutti possono trovare qualcosa o qualcuno di personale e conosciuto, non susciti reazioni particolari, beh...è sbagliato. E ipocrita. 

In piccolo, prova a chiedere a un bresciano qualsiasi se lo lasciò più sgomento Piazza della Loggia o Piazza Fontana, Bologna, ecc. Attentati simili, anzi, a Brescia ci furono poche vittime rispetto all'ecatombe di altri attentati. Eppure, quando vedi che quel che finora sentivi come un eco lontano, ti esplode dietro casa (letteralmente nel caso della Loggia, figurativamente per quanto riguarda Parigi), è logico che ci rimani molto peggio. E non vuol dire dare un peso diverso alle vittime, assolutamente, è un puro e semplice istinto. 

Sì, io avrei avuto la stessa reazione, anche perché personalmente di speciali, approfondimenti e altre cazzate televisive, non ne ho visto mezzo. 

Sorvolo sul discorso delle parole estrapolate (ormai è una scusa che si usa ogni volta che qualcuno la fa fuori dal vasino) e mi limito a ripetere che le parole sono importanti anche in un semplice forum come questo.

Quanto alla vicinanza, abbiamo da anni migliaia di morti nel nostro mare di cui si parla esclusivamente in funzione di polemica politica. Sono pochissimi quelli a cui interessa il lato umano, eppure accade in un luogo ancora più vicino di Parigi. Ormai si hanno più notizie del cane Diesel che delle migliaia di africani annegati.

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Ho trovato in rete questo. E' tutto da verificare, però alcune circostanze mi sembrano tremendamente verosimili.

 

LA FRANCIA IN OSTAGGIO

THIERRY MEYSSAN 

 

 

E' lo stesso Thierry Meyssan di L'Effroyable Imposture? 

Quello che il Pentagono fu colpito da un missile e non un aereo? Se sì, mi fermerei a leggere dove ho tagliato io.

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E' lo stesso Thierry Meyssan di L'Effroyable Imposture? 

Quello che il Pentagono fu colpito da un missile e non un aereo? Se sì, mi fermerei a leggere dove ho tagliato io.

Ebbene sì.

"L'enorme impostura" è opera sua.

Riporto dal sito antibufala di Attivissimo:

La teoria di Meyssan è che il governo americano abbia perpetrato quest'orrore verso i propri concittadini (per quali scopi è meglio non chiedere), accusando poi i terroristi stranieri.

Stando al programma di Channel Four (in onda il 3 settembre 2002 "The Meyssan Conspiracy", un breve ma intenso documentario a proposito), ha fruttato l'equivalente di quasi due miliardi di vecchie lire tramite la vendita dei suoi libri.

Viene dunque il dubbio che si tratti di una squallida mossa pubblicitaria, nata per lucrare sulle tragedie altrui.

Possono anche esserci dei fini politici. Secondo il giornale francese Le Monde, Thierry Meyssan è un noto radicale di sinistra, estremamente attivo in Rete tramite siti come Reseau Voltaire oltre che autore del libro sopra citato. Suo figlio, Raphaël Meyssan, è "webmaster" di Reseau Voltaire e anche di Asile.org.

http://www.attivissimo.net/antibufala/meyssan/pentagono_boeing_fantasma04.htm

A proposito degli attentati di Charlie Hebdo scriveva:

... piuttosto che vedere nell’attentato sanguinario la rivincita islamista sul giornale che ha pubblicato le vignette su Maometto e moltiplicare "i fogli" anti-musulmani, sarebbe più logico considerarlo il primo episodio del processo per avviare una guerra civile.

Non sappiamo chi sia il mandante dell’operazione professionale contro Charlie Hebdo, ma non facciamo ingannare. Dovremmo considerare tutte le ipotesi ed ammettere che in questa fase, lo scopo più probabile è dividerci; ed i suoi mandanti molto probabilmente sono a Washington.

http://www.voltairenet.org/article186431.html

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ma guarda quante certezze sul Pentagono, divertente come lo scrittore di libri Attivissimo contesta uno perchè vuole farci soldi, i suoi libri a 16€ sono diversi evidentemente... End OT

Parzialmente d'accordo; c'è a mio parere una differenza: vendere teorie balzane e/o cospirazioniste è un pò diverso che vendere informazioni verificate..ma mi accorgo ora che dicendo questo potrei urtare la suscettibilità di tutte le religioni esistenti[emoji26] (e di lettori di noti giornali)..quindi mi ritiro in buon ordine, non voglio scoperchiare il vaso di Pandora, che ognuno la pensi come vuole su terra piatta, ufo, scie chimiche e quant'altro!!

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