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3. Gran Premio di Cina - Shanghai [Commenti]


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A me pare una gran ca**ata sinceramente. Negli anni '80 le macchine erano progettate per resistere più o meno fino al giro di rientro dopo il traguardo, quindi se un pilota tirava sempre al massimo, da inizio a fine gara, al 99% non sarebbe mai arrivato in fondo. Non parliamo poi della questione gomme, anche una volta era necessario saperle amministrare per arrivare in fondo senza cambi gomme, tirando al massimo dall'inizio alla fine sarebbero stati necessari più cambi gomme.

Quel che mi fa imbestialire della situazione attuale è che è creata a tavolino, artificialmente solo per lo spettacolo. Una volta tutte queste situazioni si verificavano perchè il costruttore piuttosto che il gommista, disponendo di strumenti di sviluppo infinitamente più rudimentali di quelli attuali, creava un prodotto necessariamente imperfetto

 

Nient'altro da aggiungere.

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A me pare una gran ca**ata sinceramente. Negli anni '80 le macchine erano progettate per resistere più o meno fino al giro di rientro dopo il traguardo, quindi se un pilota tirava sempre al massimo, da inizio a fine gara, al 99% non sarebbe mai arrivato in fondo. Non parliamo poi della questione gomme, anche una volta era necessario saperle amministrare per arrivare in fondo senza cambi gomme, tirando al massimo dall'inizio alla fine sarebbero stati necessari più cambi gomme.

Quel che mi fa imbestialire della situazione attuale è che è creata a tavolino, artificialmente solo per lo spettacolo. Una volta tutte queste situazioni si verificavano perchè il costruttore piuttosto che il gommista, disponendo di strumenti di sviluppo infinitamente più rudimentali di quelli attuali, creava un prodotto necessariamente imperfetto

Sono perfettamente d'accordo.

Inviato dal mio Samsung Galaxy S5 utilizzando Tapatalk.

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A me pare una gran ca**ata sinceramente. Negli anni '80 le macchine erano progettate per resistere più o meno fino al giro di rientro dopo il traguardo, quindi se un pilota tirava sempre al massimo, da inizio a fine gara, al 99% non sarebbe mai arrivato in fondo. Non parliamo poi della questione gomme, anche una volta era necessario saperle amministrare per arrivare in fondo senza cambi gomme, tirando al massimo dall'inizio alla fine sarebbero stati necessari più cambi gomme.

Quel che mi fa imbestialire della situazione attuale è che è creata a tavolino, artificialmente solo per lo spettacolo. Una volta tutte queste situazioni si verificavano perchè il costruttore piuttosto che il gommista, disponendo di strumenti di sviluppo infinitamente più rudimentali di quelli attuali, creava un prodotto necessariamente imperfetto

 

Hai centrato il punto.

 

Sul resto rimango dell'idea che negli '80 si gestiva in maniera differente.

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La mongolfiera è un aeromobile che utilizza aria calda, un gas più leggero dell'aria circostante, per ottenere la forza o spinta verso l'alto necessaria per sollevarsi da terra secondo il ben noto principio di Archimede. Fa parte della categoria degli aerostati, veicoli aerei che utilizzano gas per sollevarsi ed è il tipo più comune di pallone aerostatico.

In realtà  il gas interno più leggero non si tratta a rigore di aria, ma dei gas della combustione del propano. Solo inizialmente il pallone mediante un ventilatore viene riempito di aria che poi viene sostituita dai prodotti della combustione. Quando in volo vengono trasportati dal vento e dalle correnti e non possiedono strumenti direzionali propri. Questo li differenzia dai dirigibili che, pur essendo mantenuti in volo da principi simili, possiedono invece motori ed eliche in grado di influenzare il percorso del mezzo.

Tra le manifestazioni più importanti in Italia per le mongolfiere vi è il Ferrara Balloons Festival di Ferrara, gigantesco evento turistico alle porte della città  estense in grado di portare al Parco Urbano circa 400.000 persone nel 2009, ed il raduno dell'Epifania di Mondovì (CN).

 

I palloni ad aria calda (senza equipaggio) sono comuni nella storia cinese. Zhuge Liang del Regno di Shu Han (220-280 d.C.) usava mongolfiera di carta per segnalazioni militari. Queste erano conosciute come lanterne Kongming (孔明灯).

Il primo volo documentato di un pallone ad aria calda in Europa venne condotto dal presbitero portoghese Bartolomeu de Gusmà£o l'8 agosto del 1709 a Lisbona, in Portogallo. Egli riuscì a far decollare un piccolo pallone fatto di carta piena d'aria calda a circa 4 metri dal suolo davanti alla corte del re Giovanni V.

 

Il primo volo accertato di un pallone capace di portare persone avvenne il 19 ottobre 1783 a Parigi, in Francia. Il pallone usava aria calda per galleggiare nell'aria e venne creato ad Annonay da Joseph-Michel e Jacques-à‰tienne Montgolfier (da cui il nome mongolfiera). In quell'occasione il pallone era "vincolato" a terra e portava a bordo lo scienziato Jean-Franà§ois Pilà¢tre de Rozier, Jean-Baptiste Réveillon e Giroud de Villette. Il primo volo "libero" avvenne circa un mese dopo, il 21 novembre 1783.

 

Pioniere del volo aerostatico in Italia fu il conte Paolo Andreani, discendente della nobile famiglia milanese Sormani-Andreani. Impressionato dall'impresa dei fratelli Montgolfier, il conte decise di replicarla nel giardino della sua villa di campagna a Moncucco di Brugherio, commissionando agli architetti Gerli la costruzione di una mongolfiera. Il 13 marzo 1784 Paolo Andreani, in compagnia di Giuseppe Rossi e Gaetano Barzago, due operai che avevano partecipato alla realizzazione del pallone, volò per quasi mezz'ora coprendo 6 miglia e raggiungendo un'altezza di circa 1500 metri prima di atterrare nei pressi di Caponago.

Dopo Andreani, Francesco Zambeccari e Pasquale Andreoli, tra il 1803 ed il 1809, compirono numerose ascensioni, con partenze da Bologna e da Forlì.

Fra le donne, va ricordata Antonietta Cimolini, che compì numerosi ascensioni spettacolari in Italia ed all'estero, spesso col marito Giuseppe Silimbani. Purtroppo, Antonietta morì nel 1904, a seguito di un incidente provocato dal maltempo, nei pressi di Buenos Aires, in Argentina. Nel 1954, una targa commemorativa venne scoperta in suo onore, all'incirca nel luogo dell'incidente: Antonietta vi era definita "Aviatrice italiana, precursora dell'aeronautica argentina"[1].

 

Le mongolfiere moderne con la sorgente d'aria calda a bordo vennero create da Ed Yost durante gli anni cinquanta. Il primo volo avvenne il 22 ottobre del 1960.

 

Una mongolfiera è costituita da un ampio pallone realizzato in tessuto monostrato (nylon). Il pallone ha un foro in basso, chiamato gola. Al pallone è vincolato un cesto, detto anche gondola, nel quale trovano posto il pilota ed i passeggeri. Montato sul cesto subito sotto la gola si trova il bruciatore, cui è lasciato il compito di riscaldare l'aria e di spingerla nel pallone stesso. L'aria riscaldata che si raccoglie nel pallone lo rende più leggero dell'aria circostante e determina la spinta ascensionale del pallone e del cesto ad esso vincolato. Le mongolfiere sono in grado di raggiungere quote altissime (in alcuni casi, palloni ad aria calda per uso scientifico sono giunti oltre i 20.000 m di quota, ben al di sopra dei normali aeroplani).

Le mongolfiere moderne sono costruite utilizzando tessuti sintetici (come il nylon incrociato), dotati di leggerezza ed estrema resistenza meccanica. Durante la costruzione il tessuto viene tagliato in lunghi spicchi che vengono cuciti assieme a formare il pallone vero e proprio. Le cuciture sono quindi ricoperte da nastri ad alto carico, cui vengono fissate le funi che reggono la gondola. Il bruciatore, che ricorda da vicino un lanciafiamme, impiega il propano, un gas conservato allo stato liquido in apposite bombole.

La spinta ascensionale fornita da una mongolfiera dipende principalmente dalla differenza tra la temperatura esterna e quella dell'aria contenuta nel pallone. Questo significa che, a parità  delle altre condizioni, in una giornata afosa la mongolfiera avrà  meno spinta ascensionale rispetto ad una giornata fresca o fredda: per tale ragione i decolli delle mongolfiere avvengono solitamente durante le ore fredde (prima dell'alba o al sorgere del sole). In tal modo vengono anche evitati i movimenti termici, frequenti durante il giorno, che rendono la mongolfiera particolarmente difficile da governare.

Per la maggior parte delle mongolfiere le temperature operative possono raggiungere i 120 °C circa. Si noti che la temperatura di fusione del nylon è decisamente superiore (circa 230 Â°C), ma si utilizzano temperature ben inferiori dal momento che il tessuto, se esposto a temperature molto elevate, si degrada molto rapidamente riducendo la vita operativa della mongolfiera stessa. Utilizzando le temperature massime consigliate una mongolfiera moderna può volare per 400-500 ore prima della sostituzione del pallone. Naturalmente quando le prestazioni sono molto importanti un pilota può utilizzare temperature più elevate, ma sempre inferiori a 200 Â°C accettando un precoce invecchiamento della tela.

Nelle tipiche condizioni di utilizzo il pallone di una mongolfiera ha bisogno di circa 3 m³ di volume per ogni chilogrammo da sollevare. La esatta quantità  di spinta ascensionale dipende comunque dalla differenza di temperatura dell'aria tra l'interno e l'esterno del pallone, dell'altitudine sul livello del mare e dal grado di umidità  dell'aria circostante. In genere la spinta ascensionale decresce del 3% circa per ogni 1.000 metri di quota (che corrisponde a circa l'1% ogni 1.000 piedi).

Le dimensioni delle mongolfiere attuali variano molto a seconda del disegno e del modello: si parte dalle mongolfiere monoposto, dette anche Hoppers, che hanno un volume del pallone di poco inferiore ai 1.000 metri cubi fino ad arrivare ai giganti utilizzati per escursioni commerciali in grado di sollevare una dozzina di persone, il cui pallone può raggiungere gli 8.000 metri cubi. La maggior parte delle mongolfiere possiede un pallone di circa 2.500 m³ ed è in grado di trasportare 3 o 4 persone.

Da un punto di vista direzionale il volo della mongolfiera è totalmente passivo, non potendo il pilota fare altro che variare la quota di volo. Tuttavia un attento studio dei venti in quota e delle loro direzioni, può consentire una certa navigabilità : il pilota può variare la quota fino a giungere all'interno di una corrente che ha la direzione da lui desiderata.

La fabbrica di mongolfiere più grande al mondo è la Cameron Balloons di Bristol, in Inghilterra.

 

Un tipico volo in mongolfiera inizia togliendo il pallone dal suo contenitore. Un motore a combustione interna viene poi utilizzato per il primo gonfiaggio effettuato con aria non riscaldata. Tale gonfiaggio iniziale dà  la forma di base al pallone e consente al bruciatore di proseguire il gonfiaggio con l'aria calda. Durante la fase di gonfiaggio un membro dello staff regge una fune agganciata sulla sommità  del pallone ed agisce come un semplice "peso". In tal modo il gonfiaggio risulta rallentato ed il pallone può raggiungere le sue dimensioni massime prima di innalzarsi da solo. Una volta che il pallone ha raggiunto la verticale della gondola, pilota e passeggeri salgono a bordo. A questo punto il pilota, agendo sul bruciatore, incrementa la quantità  di aria calda prodotta e la mongolfiera tende lentamente ad alzarsi in cielo.

Una volta che il volo si è concluso l'equipaggio sgonfia il pallone, distacca il bruciatore e la gondola e ripone il tutto in un apposito contenitore idoneo al trasporto.

Durante le competizioni i piloti debbono riuscire ad individuare la direzione del vento alle diverse quote. I piloti più esperti sono in grado di decollare, viaggiare per un po' in una direzione e poi, soltanto variando la quota, tornare verso il punto di partenza per l'atterraggio. A volte riescono ad atterrare nello stesso luogo da cui erano decollati.

Durante l'anno, i piloti si radunano nell'ambito di manifestazioni aeree in modo da potersi scambiare le esperienze maturate e mostrare al grande pubblico le spettacolari possibilità  di questo sport.

Tra i rischi di questa attività  vi sono:

  • velocità  eccessive (in senso verticale od orizzontale) durante l'atterraggio;
  • linee elettriche e piloni;
  • collisione con oggetti che possono collassare (in tutto od in parte) il pallone;
  • condizioni meteorologiche pericolose (degenerazioni temporalesche, forti venti, etc.).
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E quando Kimi sarebbe arrivato a tiro di Vette???

Con le dure, tra l' altro più fresche di 4 giri, Raikkonen aveva un ritmo leggermente migliore di quello di Vettel, infatti il loro distacco era diminuito dall' ultimo pit fino...

Se non ricordo male era arrivati a circa 2 secondi dal tedesco...correggetemi se sbaglio

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kimi prima del pit stop di vettel era a 1.626 sec. dal tedesco dopo il pit stop effettuato due giri dopo si è trovato a 5.573 sec. da lì ha iniziato lentamente a rosicchiare lo svantaggio e prima della sc si è portato a 1.367 sec. senza quel giro in più nel primo stint secondo me poteva giocarsela con vettel per il podio.

Modificato da salva202
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kimi prima del pit stop di vettel era a 1.626 sec. dal tedesco dopo il pit stop effettuato due giri dopo si è trovato a 5.573 sec. da lì ha iniziato lentamente a rosicchiare lo svantaggio e prima della sc si è portato a 1.367 sec. senza quel giro in più nel primo stint secondo me poteva giocarsela con vettel per il podio.

 

OK,ma che potesse recuperare e sorpassare Vettel negli ultimi 2 giri la vedo dura

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Posso dire la mia???

come è possibile che la FIA stia a normare pure la grafica dei caschi e non abbia mai pensato di imporre punti di sollevamento uguali per tutti?

La TR la vrebbero tolta in 30 secondi... sollevata, carrellino sotto, dentro. e via due giri liberi per la gara.

Ridicoli...

 

Mi sa che l'unico punto di sollevamento previsto uguale per tutto è quello per la gru. Ottima osservazione comunque...

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Mi sa che l'unico punto di sollevamento previsto uguale per tutto è quello per la gru. Ottima osservazione comunque...

in Indycar tutte le postazioni dei commissari hanno anche la chiave per togliere il muso e l'avviatore.

Va bene che lì sono tutte le macchine uguali, ma dire che i punti di sollevamento devono stare in un certo punto, non mi sembra difficile. tra l'altro l'ala davanti è già  piatta centralmente...

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in Indycar tutte le postazioni dei commissari hanno anche la chiave per togliere il muso e l'avviatore.

Va bene che lì sono tutte le macchine uguali, ma dire che i punti di sollevamento devono stare in un certo punto, non mi sembra difficile. tra l'altro l'ala davanti è già  piatta centralmente...

 

Vero.

Forse le scuderie di F1 vogliono che i commissari mettano il meno possibile le mani sulla vettura? In quanto spesso i pezzi sono unici o quasi? (àˆ una mia personalissima ipotesi)

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Vero.

Forse le scuderie di F1 vogliono che i commissari mettano il meno possibile le mani sulla vettura? In quanto spesso i pezzi sono unici o quasi? (àˆ una mia personalissima ipotesi)

può essere ma è la FIA che lo deve imporre... immagino in TR abbiano goduto quando gli hanno continuato ad incastrare la macchina nel muretto.... neanche una nonnina novantenne avrebbe continuato a strusciarla!

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Per me è un Gran Premio che non ha più senso. Ezpeleta l'ha capito più velocemente.

Il punto è che il Gran Premio della Cina ha un senso enorme per i costruttori impegnati nel mondiale.

 

Certo, ad un certo punto sarà  anche necessario chiedersi quale sia il reale impatto del Gran Premio sul popolo cinese, e io, francamente, su questo fatto nutro moltissimi dubbi

 

Quel che è certo è che fino al 2017 si continuerà  a correre in Cina

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Sembra che ci sia stato un calo di spettatori per questo Gran Premio della Cina, e il Marketing Manager del GP comincia a nutrire dubbi sulla permanenza nel calendario 

Pare che la pacchia sia finita anche in Cina, perlomeno rispetto alla crescita a doppia cifra a cui avevano abituato il mondo. Iniziano a dover pensare a qualcosa di più importante della F1, direi.

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