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[Calcio] Stagione 2022/2023


Nameless Hero

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Il rigore concesso stasera al Verona è una delle cose più scandalose che si siano mai viste su un campo di calcio. 

Fallaccio di Kalinic (per me anche da rosso diretto) che entra netto col piede a martello sullo stinco di Romagnoli e poi si butta pure a terra rantolando come se gli avessero sparato: rigore per il Verona :rotfl2:...

Alla fine il Milan l'ha comunque ribaltata, ma l'errore dell'arbitro e del VAR su quel "rigore" è una roba allucinante... 

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Io vorrei dire giusto due cose. Mi fa piacere per il Milan e per Pioli in particolare. Questo è stato il suo scudetto e di Maldini che l'ha sempre appoggiato. L'Inter e Inzaghi sono riusciti nell'impresa di perdere un campionato che più apparecchiato di questo si moriva. Hanno fatto di tutto per farli vincere tra ladrate clamorose ai danni del Milan e favori imbarazzanti con la complicità del VAR a favore dell'Inter.

Inzaghi si conferma un allenatore sopravvalutato, con quella squadra Conte avrebbe vinto due mesi fa. Per me il Milan come organico è inferiore, ecco perchè dico che la differenza l'hanno fatta gli allenatori e la capacità di fare guppo.

In ultimo, Inzaghi ha vinto due trofei con uno squadrone attrezzato per vincere il campionato; l'anno scorso Pirlo con una squadra mediocre ha vinto gli stessi trofei e comunque si è qualificato per la Champions... ma lui è stato cacciato.

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Per come era iniziata la stagione, in termini di partenze eccellenti e di confusione generale dal punto di vista finanziario, quello che ha fatto l'Inter è grasso che cola, ma davvero in misura abbondante. Per fortuna, che c'è Marotta a tenere le redini, altrimenti l'Inter sarebbe arrivata decima su per giù, memore di alcune annate morattiane in cui regnava il caos completo.Sono arrivate, addirittura, due coppe, e contro la Juventus, e con arbitraggi regolari. In campionato, l'Inter ha offerto un gioco piacevole da vedere e siamo stati in lizza fino alla fine: sino a dicembre si vedeva l'impronta lasciata da Conte, e l'Inter creava molte occasioni da gol. Poi, si sono accentuate tattiche differenti da quelle viste con l'allenatore precedente, alcune hanno dato frutti, utilizzando altre non è stato possibile coglierli, o meglio, tali strategie di gioco sono state impiegate in determinate fasi del campionato in cui, magari, si sarebbe potuto evitare di fare sperimentazioni ardite. Mi riferisco a cose del tipo il far salire in modo accentuato e i due centrali di destra e di sinistra e coinvolgerli stabilmente nel gioco sulla trequarti, cosa che Conte faceva solo con Bastoni e per un periodo di tempo limitato, a sprazzi. In televisione, li chiamano "i braccetti": ecco con una difesa a tre, in cui giochi alto sulla linea di centrocampo e sei costretto ad arretrare Brozovic e Barella, spesso il rischio di rimanere in nettissima minoranza è altissimo, soprattutto quando sbagli un calcio d'angolo o un passaggio in attacco; oppure coinvolgere nella creazione del gioco sempre e solo la zona sinistra di Calhanoglu, mentre fino alla scorsa stagione si privilegiava la costruzione con Barella; o anche spostare Barella a sinistra o fargli fare per più partite il regista al posto di Brozovic o schierare Di Marco come terzo centrale di sinistra: lui è molto bravo in fase offensiva, ma per la fase difensiva ci vuole ben altro e io ho ballato a vederlo difendere. Alcune situazioni non mi hanno convinto, come sostituire sistematicamente Bastoni per far giocare Di Marco e Perisic sulla sinistra (accadeva nei primi mesi), o schierare contemporaneamente due mezzali sinistre, o due seconde punte. Fino a fine gennaio, ero fermamente convinto che il campionato se lo giocassero l'Inter, l'Atalanta e la Juventus. Di certo, sono rimasto sorpreso di vedere l'Inter lottare per il campionato, sono sincero. In particolare, recuperare tutti quei punti a novembre-dicembre. Non mi aspettavo il ritmo del Napoli, mi ha molto sorpreso la regolarità ineccepibile del Milan. Pensavo che le prestazioni offerte dai milanisti lo scorso anno fossero state un fuoco di paglia, anche perché viziate da un numero eccessivo di rigori concessi a favore. Ero sicuro che il Milan si inceppasse con qualche squadra di medio-basso livello e andasse successivamente in tilt. A quanto pare mi sbagliavo.

L'Inter è stata costruita, se così si può dire, manchevole di uomini in zone nevralgiche. Se l'anno scorso avevamo il centrocampo più forte della Serie A, quest'anno dietro ai tre titolari c'erano giocatori che hanno dato pochissimo alla causa, anche per via della mancanza di motivazioni che, evidentemente, l'allenatore non ha potuto o voluto trasmettere loro. Gagliardini è praticamente scomparso dalle rotazioni, e secondo me sarebbe stato utile in alcuni frangenti, nonostante sia normalmente un bersaglio delle critiche. Vecino, praticamente, non ha giocato per due anni e Vidal, con l'avanzare dell'età, è andato incontro, per il tipo di giocatore che si è trovato a essere in carriera, a un calo netto, ma questo era lampante fin dallo scorso anno.

L'anno scorso mi lamentavo dell'assenza di un vice-Lukaku, quest'anno abbiamo dovuto giocare quattro competizioni con un classe 1986 titolare, senza avere un vero ricambio di ruolo. Non parliamo dell'apporto di Caicedo: due minuti in un recupero contro il Genoa, penso, e una ventina di minuti in una partita inutile oggi. Satriano neanche lo considero. Quanto alle seconde punte, chi avrà visto giocare Correa, saprà che il suo apporto è stato praticamente nullo, addirittura in termini di contrasti o giocate. Prima di oggi, aveva segnato quattro gol, tra l'altro, concentrati in due partite. I gol di Lautaro, poi, si concentrano in determinate partite: è capace di fare doppiette per alcune gare consecutive, per rimanere a secco per molte giornate. Le segnature sono venute sì da un gioco collettivo e offensivo (che anche Conte faceva, nonostante in tv e sui giornali dicano il contrario) ma anche dal centrocampo, in misura maggiore rispetto al recente passato.

La rosa non era minimamente attrezzata per tre competizioni, e, a mio parere, qui potrebbe risiedere l'errore di valutazione fatto in società. Di sicuro, il passaggio ai quarti dava la sicurezza di avere un premio consistente, ma in società avrebbero dovuto ben tenere in mente da dove si era partiti ad agosto, e lì è stato fatto un grosso errore di tracotanza. Lo so che magari riceverò critiche, ma io avrei preferito concentrare le forze sul campionato e non sulla Champions League, viste le limitatezze e le precarietà che ci siamo portati come fardello in questa stagione. Inzaghi, o chi per lui, ha volutamente sbagliato il tipo di preparazione, perché fra febbraio e marzo, ha voluto privilegiare un ipotetico passaggio del turno in Coppa Campioni. Il risultato è stato che, dopo un gennaio positivo che ha tolto numerose forze, l'Inter è crollata fisicamente, prima ancora che mentalmente. Mi riferisco al calendario del campionato molto impegnativo (tant'è che, dopo l'inizio di febbraio, ci restavano soltanto la Juventus, la Roma e la Fiorentina, tra le grandi da affrontare) e ai supplementari di coppa con Empoli e Juventus, non preventivati. Da lì in poi, i giocatori avevano gamba solo nelle partite contro gli inglesi, ma in campionato, fra febbraio e marzo, sembravano moribondi: arrivavano con forte ritardo in tutti i contrasti, leggevano male gli anticipi, si palesava un'assenza totale delle letture di gioco senza palla e abbondavano gli errori marchiani con il pallone fra le gambe. L'unica cosa che rimprovero a Inzaghi è il modo di gestire i cambi: toglie sempre i giocatori ammoniti, qualunque egli possa essere, senza badare al fatto alla qualità della prestazione offerta, e lo ha fatto (e continua a farlo) in partite-chiave. Ad esempio, è capitato nel famoso derby di ritorno, e in quel frangente, distruggendo un centrocampo che stava amministrando agevolmente e con molta calma la partita, ha mandato in confusione l'intero reparto e anche la difesa. Oppure, non ho mai capito perché, invece di togliare un attaccante alla volta ne tolga, spesso, due in un colpo solo. Da non sottovalutare l'apporto di Pintus con Conte: con il nuovo staff sanitario l'Inter ha avuto un numero molto più elevato di infortuni, e, quindi, di assenze in una rosa di per sé contratta qualitativamente.

Non mi trovo d'accordo con Osrevinu quando scrive che il VAR ci ha favoriti e neanche quando scrive che il campionato era "apparecchiato" per l'Inter: quasi ogni gol dell'Inter viene puntualmente controllato prima di essere convalidato, e a dire la verità, non mi ricordo particolari episodi a nostro favore quest'anno, perlomeno nelle partite che ho visto (ne ho perse molte fra novembre e dicembre). L'anno scorso qualche volta abbiamo ricevuto vantaggi: mi ricordo una partita in Coppa Italia contro la Fiorentina con un rigore molto dubbio a nostro favore. Anzi, di decisioni al Var contro i nostri interessi ne abbiamo subite, forse, un paio: Dumfries contro la Juventus all'andata, quando ancora quel tipo di fallo non aveva fatto giurisprudenza, e comunque, un rigore simile fu negato, in seguito, alla Roma mi pare proprio contro il Milan e, possiamo metterci pure, ma qui ho riserve, il gol di Giroud del pareggio nel derby, viziato da un fallo su Sanchez, il quale, a dire la verità, fu abbastanza ingenuo nel perdere la palla. Sanchez ha spesso questo vizio di tenerla troppo, perché deve dare sfoggio di essere "un campione", come lui stesso si è definito dopo la Supercoppa.

Quanto all'apparecchiato, mi sembra che il campionato sia stato ben guidato dal calcioscommesse e dalle esigenze delle televisioni. Mi ci gioco la mano: altrimenti, non avremmo assistito alla 'favola' della Salernitana, o alle lotte serratissime per l'Europa League (e la Conference League e il campionato), gli esiti delle quali si sono, guardacaso, prodotti tutti quanti all'ultima giornata. In particolar modo, apparecchiato per l'Inter non direi proprio: tutte quante le squadre giocano sempre con il coltello fra i denti contro di noi, in misura che, delle volte, dà adito a pensieri strani. Non ha attinenza con questo campionato ma faccio esempi lontani: Siena, Parma, Siena, o, avvicinandoci all'anno scorso, le varie Verona, Cagliari e altre prima della matematica certezza dello scudetto.

I complimenti al Milan vanno fatti, comunque. Non tanto a Pioli, di cui non mi garba il fatto che esprima concetti che, puntualmente, si rimangia quando gli viene comodo, quanto ai tifosi (conosco bene le sensazioni dei milanisti provate in questi ultimi anni, perché sono le stesse nostre della fine dell'era Pellegrini e del periodo successivo al 2010) e alla società che è andata pescare alcuni buoni giocatori, alcuni interessanti come Leao e Hernandez. L'Inter quello che doveva fare lo ha fatto, un tifoso non può pretendere che tutte le partite vengano vinte. Dal pareggio contro la Fiorentina, l'Inter le ha vinte tutte, comprese quelle di coppa Italia, che di certo non ti danno più freschezza (quando, poi, nelle stesse devi pure affrontare le rivali storiche), semmai te la fanno perdere. Di più non poteva fare, poiché almeno una sconfitta, la devi mettere nel conto. È capitato a Bologna, ma poteva capitare contro qualunque altra squadra. E per fortuna che non è occorsa quando, ormai, si credeva che tutto fosse andato perduto (la partita di ritorno contro la Juventus) o quando si era in rampa di lancio psicologicamente parlando (Verona o Roma) o quando si doveva tenere la scia (tutte le restanti altre). Insomma, una dimostrazione di tenuta mentale c'è stata, sono stati bravi i giocatori del Milan a fare di più (sulla correttezza dei loro avversari nelle ultime giornate mi astengo dall'esprimermi, perché ho visto solo gli episodi-chiave senza potere giudicare nel complesso, e non mi piace valutare sulla base del sentito dire). Ci avevo, sinceramente sperato, fino all'ultimo atto. Dopo gennaio, ritenevo che vincere questo campionato  2021/2022 fosse divenuta una formalità, ma pure io sono dovuto tornare con i piedi per terra e, in queste settimane, mi sono ricordato di quanto fossi rabbuiato nel mio ultimo messaggio calcistico sul campionato, quello che risale all'estate scorsa quando non avevamo ancora perso Hakimi. Pensate quale amareggiamento avessi dopo le vicende di Eriksen e, soprattutto, quella, a sorpresa, di Lukaku. Questa stagione dell'Inter è stata molto positiva, nonostante le funeree premesse, in bacheca ci sono due trofei in più, e di valore, anche per la caratura degli avversari affrontati per vincerle. Un conto è fare il percorso con le formazioni B, quasi sempre contro squadre di seconda fascia e dovere affrontare in finale sempre e solo la Roma come ci capitava ai tempi di Mancini e Mourinho, un conto è vincerle con un percorso Empoli-Roma-Milan-Juventus.

Resta il dispiacere di avere distrutto la possibilità di iniziare un ciclo, a cagione di logiche di forza maggiore, con cessioni eccellenti che hanno costretto a spendere dei soldi per dei titolari, quando, al contrario, questi stesso denaro era, ragionevolmente, in procinto di essere destinato al garantire all'Inter una panchina decente. Anzi, quando vedo che determinati giocatori che dovrebbero, per l'età, capire di dovere fare un passo indietro, e invece di abbassarselo l'ingaggio, pretendono quel milione e mezzo in più che potrebbe essere ben utilizzato in altro modo per blindare un altro giocatore molto utile alla causa dell'Inter, allora penso che, poi, tanto di forza maggiore queste cause non sono e che l'Inter se le vada a cercare ...

Tra Leclerc, l'Inter e il Cagliari è stata una giornataccia... è proprio vero, almeno sportivamente, le disgrazie non vengono mai sole.

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11 ore fa, Elio11 ha scritto:

Per come era iniziata la stagione, in termini di partenze eccellenti e di confusione generale dal punto di vista finanziario, quello che ha fatto l'Inter è grasso che cola, ma davvero in misura abbondante. Per fortuna, che c'è Marotta a tenere le redini, altrimenti l'Inter sarebbe arrivata decima su per giù, memore di alcune annate morattiane in cui regnava il caos completo.Sono arrivate, addirittura, due coppe, e contro la Juventus, e con arbitraggi regolari. In campionato, l'Inter ha offerto un gioco piacevole da vedere e siamo stati in lizza fino alla fine: sino a dicembre si vedeva l'impronta lasciata da Conte, e l'Inter creava molte occasioni da gol. Poi, si sono accentuate tattiche differenti da quelle viste con l'allenatore precedente, alcune hanno dato frutti, utilizzando altre non è stato possibile coglierli, o meglio, tali strategie di gioco sono state impiegate in determinate fasi del campionato in cui, magari, si sarebbe potuto evitare di fare sperimentazioni ardite. Mi riferisco a cose del tipo il far salire in modo accentuato e i due centrali di destra e di sinistra e coinvolgerli stabilmente nel gioco sulla trequarti, cosa che Conte faceva solo con Bastoni e per un periodo di tempo limitato, a sprazzi. In televisione, li chiamano "i braccetti": ecco con una difesa a tre, in cui giochi alto sulla linea di centrocampo e sei costretto ad arretrare Brozovic e Barella, spesso il rischio di rimanere in nettissima minoranza è altissimo, soprattutto quando sbagli un calcio d'angolo o un passaggio in attacco; oppure coinvolgere nella creazione del gioco sempre e solo la zona sinistra di Calhanoglu, mentre fino alla scorsa stagione si privilegiava la costruzione con Barella; o anche spostare Barella a sinistra o fargli fare per più partite il regista al posto di Brozovic o schierare Di Marco come terzo centrale di sinistra: lui è molto bravo in fase offensiva, ma per la fase difensiva ci vuole ben altro e io ho ballato a vederlo difendere. Alcune situazioni non mi hanno convinto, come sostituire sistematicamente Bastoni per far giocare Di Marco e Perisic sulla sinistra (accadeva nei primi mesi), o schierare contemporaneamente due mezzali sinistre, o due seconde punte. Fino a fine gennaio, ero fermamente convinto che il campionato se lo giocassero l'Inter, l'Atalanta e la Juventus. Di certo, sono rimasto sorpreso di vedere l'Inter lottare per il campionato, sono sincero. In particolare, recuperare tutti quei punti a novembre-dicembre. Non mi aspettavo il ritmo del Napoli, mi ha molto sorpreso la regolarità ineccepibile del Milan. Pensavo che le prestazioni offerte dai milanisti lo scorso anno fossero state un fuoco di paglia, anche perché viziate da un numero eccessivo di rigori concessi a favore. Ero sicuro che il Milan si inceppasse con qualche squadra di medio-basso livello e andasse successivamente in tilt. A quanto pare mi sbagliavo.

L'Inter è stata costruita, se così si può dire, manchevole di uomini in zone nevralgiche. Se l'anno scorso avevamo il centrocampo più forte della Serie A, quest'anno dietro ai tre titolari c'erano giocatori che hanno dato pochissimo alla causa, anche per via della mancanza di motivazioni che, evidentemente, l'allenatore non ha potuto o voluto trasmettere loro. Gagliardini è praticamente scomparso dalle rotazioni, e secondo me sarebbe stato utile in alcuni frangenti, nonostante sia normalmente un bersaglio delle critiche. Vecino, praticamente, non ha giocato per due anni e Vidal, con l'avanzare dell'età, è andato incontro, per il tipo di giocatore che si è trovato a essere in carriera, a un calo netto, ma questo era lampante fin dallo scorso anno.

L'anno scorso mi lamentavo dell'assenza di un vice-Lukaku, quest'anno abbiamo dovuto giocare quattro competizioni con un classe 1986 titolare, senza avere un vero ricambio di ruolo. Non parliamo dell'apporto di Caicedo: due minuti in un recupero contro il Genoa, penso, e una ventina di minuti in una partita inutile oggi. Satriano neanche lo considero. Quanto alle seconde punte, chi avrà visto giocare Correa, saprà che il suo apporto è stato praticamente nullo, addirittura in termini di contrasti o giocate. Prima di oggi, aveva segnato quattro gol, tra l'altro, concentrati in due partite. I gol di Lautaro, poi, si concentrano in determinate partite: è capace di fare doppiette per alcune gare consecutive, per rimanere a secco per molte giornate. Le segnature sono venute sì da un gioco collettivo e offensivo (che anche Conte faceva, nonostante in tv e sui giornali dicano il contrario) ma anche dal centrocampo, in misura maggiore rispetto al recente passato.

La rosa non era minimamente attrezzata per tre competizioni, e, a mio parere, qui potrebbe risiedere l'errore di valutazione fatto in società. Di sicuro, il passaggio ai quarti dava la sicurezza di avere un premio consistente, ma in società avrebbero dovuto ben tenere in mente da dove si era partiti ad agosto, e lì è stato fatto un grosso errore di tracotanza. Lo so che magari riceverò critiche, ma io avrei preferito concentrare le forze sul campionato e non sulla Champions League, viste le limitatezze e le precarietà che ci siamo portati come fardello in questa stagione. Inzaghi, o chi per lui, ha volutamente sbagliato il tipo di preparazione, perché fra febbraio e marzo, ha voluto privilegiare un ipotetico passaggio del turno in Coppa Campioni. Il risultato è stato che, dopo un gennaio positivo che ha tolto numerose forze, l'Inter è crollata fisicamente, prima ancora che mentalmente. Mi riferisco al calendario del campionato molto impegnativo (tant'è che, dopo l'inizio di febbraio, ci restavano soltanto la Juventus, la Roma e la Fiorentina, tra le grandi da affrontare) e ai supplementari di coppa con Empoli e Juventus, non preventivati. Da lì in poi, i giocatori avevano gamba solo nelle partite contro gli inglesi, ma in campionato, fra febbraio e marzo, sembravano moribondi: arrivavano con forte ritardo in tutti i contrasti, leggevano male gli anticipi, si palesava un'assenza totale delle letture di gioco senza palla e abbondavano gli errori marchiani con il pallone fra le gambe. L'unica cosa che rimprovero a Inzaghi è il modo di gestire i cambi: toglie sempre i giocatori ammoniti, qualunque egli possa essere, senza badare al fatto alla qualità della prestazione offerta, e lo ha fatto (e continua a farlo) in partite-chiave. Ad esempio, è capitato nel famoso derby di ritorno, e in quel frangente, distruggendo un centrocampo che stava amministrando agevolmente e con molta calma la partita, ha mandato in confusione l'intero reparto e anche la difesa. Oppure, non ho mai capito perché, invece di togliare un attaccante alla volta ne tolga, spesso, due in un colpo solo. Da non sottovalutare l'apporto di Pintus con Conte: con il nuovo staff sanitario l'Inter ha avuto un numero molto più elevato di infortuni, e, quindi, di assenze in una rosa di per sé contratta qualitativamente.

Non mi trovo d'accordo con Osrevinu quando scrive che il VAR ci ha favoriti e neanche quando scrive che il campionato era "apparecchiato" per l'Inter: quasi ogni gol dell'Inter viene puntualmente controllato prima di essere convalidato, e a dire la verità, non mi ricordo particolari episodi a nostro favore quest'anno, perlomeno nelle partite che ho visto (ne ho perse molte fra novembre e dicembre). L'anno scorso qualche volta abbiamo ricevuto vantaggi: mi ricordo una partita in Coppa Italia contro la Fiorentina con un rigore molto dubbio a nostro favore. Anzi, di decisioni al Var contro i nostri interessi ne abbiamo subite, forse, un paio: Dumfries contro la Juventus all'andata, quando ancora quel tipo di fallo non aveva fatto giurisprudenza, e comunque, un rigore simile fu negato, in seguito, alla Roma mi pare proprio contro il Milan e, possiamo metterci pure, ma qui ho riserve, il gol di Giroud del pareggio nel derby, viziato da un fallo su Sanchez, il quale, a dire la verità, fu abbastanza ingenuo nel perdere la palla. Sanchez ha spesso questo vizio di tenerla troppo, perché deve dare sfoggio di essere "un campione", come lui stesso si è definito dopo la Supercoppa.

Quanto all'apparecchiato, mi sembra che il campionato sia stato ben guidato dal calcioscommesse e dalle esigenze delle televisioni. Mi ci gioco la mano: altrimenti, non avremmo assistito alla 'favola' della Salernitana, o alle lotte serratissime per l'Europa League (e la Conference League e il campionato), gli esiti delle quali si sono, guardacaso, prodotti tutti quanti all'ultima giornata. In particolar modo, apparecchiato per l'Inter non direi proprio: tutte quante le squadre giocano sempre con il coltello fra i denti contro di noi, in misura che, delle volte, dà adito a pensieri strani. Non ha attinenza con questo campionato ma faccio esempi lontani: Siena, Parma, Siena, o, avvicinandoci all'anno scorso, le varie Verona, Cagliari e altre prima della matematica certezza dello scudetto.

I complimenti al Milan vanno fatti, comunque. Non tanto a Pioli, di cui non mi garba il fatto che esprima concetti che, puntualmente, si rimangia quando gli viene comodo, quanto ai tifosi (conosco bene le sensazioni dei milanisti provate in questi ultimi anni, perché sono le stesse nostre della fine dell'era Pellegrini e del periodo successivo al 2010) e alla società che è andata pescare alcuni buoni giocatori, alcuni interessanti come Leao e Hernandez. L'Inter quello che doveva fare lo ha fatto, un tifoso non può pretendere che tutte le partite vengano vinte. Dal pareggio contro la Fiorentina, l'Inter le ha vinte tutte, comprese quelle di coppa Italia, che di certo non ti danno più freschezza (quando, poi, nelle stesse devi pure affrontare le rivali storiche), semmai te la fanno perdere. Di più non poteva fare, poiché almeno una sconfitta, la devi mettere nel conto. È capitato a Bologna, ma poteva capitare contro qualunque altra squadra. E per fortuna che non è occorsa quando, ormai, si credeva che tutto fosse andato perduto (la partita di ritorno contro la Juventus) o quando si era in rampa di lancio psicologicamente parlando (Verona o Roma) o quando si doveva tenere la scia (tutte le restanti altre). Insomma, una dimostrazione di tenuta mentale c'è stata, sono stati bravi i giocatori del Milan a fare di più (sulla correttezza dei loro avversari nelle ultime giornate mi astengo dall'esprimermi, perché ho visto solo gli episodi-chiave senza potere giudicare nel complesso, e non mi piace valutare sulla base del sentito dire). Ci avevo, sinceramente sperato, fino all'ultimo atto. Dopo gennaio, ritenevo che vincere questo campionato  2021/2022 fosse divenuta una formalità, ma pure io sono dovuto tornare con i piedi per terra e, in queste settimane, mi sono ricordato di quanto fossi rabbuiato nel mio ultimo messaggio calcistico sul campionato, quello che risale all'estate scorsa quando non avevamo ancora perso Hakimi. Pensate quale amareggiamento avessi dopo le vicende di Eriksen e, soprattutto, quella, a sorpresa, di Lukaku. Questa stagione dell'Inter è stata molto positiva, nonostante le funeree premesse, in bacheca ci sono due trofei in più, e di valore, anche per la caratura degli avversari affrontati per vincerle. Un conto è fare il percorso con le formazioni B, quasi sempre contro squadre di seconda fascia e dovere affrontare in finale sempre e solo la Roma come ci capitava ai tempi di Mancini e Mourinho, un conto è vincerle con un percorso Empoli-Roma-Milan-Juventus.

Resta il dispiacere di avere distrutto la possibilità di iniziare un ciclo, a cagione di logiche di forza maggiore, con cessioni eccellenti che hanno costretto a spendere dei soldi per dei titolari, quando, al contrario, questi stesso denaro era, ragionevolmente, in procinto di essere destinato al garantire all'Inter una panchina decente. Anzi, quando vedo che determinati giocatori che dovrebbero, per l'età, capire di dovere fare un passo indietro, e invece di abbassarselo l'ingaggio, pretendono quel milione e mezzo in più che potrebbe essere ben utilizzato in altro modo per blindare un altro giocatore molto utile alla causa dell'Inter, allora penso che, poi, tanto di forza maggiore queste cause non sono e che l'Inter se le vada a cercare ...

Tra Leclerc, l'Inter e il Cagliari è stata una giornataccia... è proprio vero, almeno sportivamente, le disgrazie non vengono mai sole.

Da interista sono pienamente d'accordo con te, sperimentazioni apparte (anche se in mancanza di giocatori ci sta provare) Inzaghi ha fatto un mezzo miracolo e se non avesse perso a Bologna (errore di Radu ma che non voglio assolutamente criticare e anzi...) lo scudetto era nostro ma vabbè, personalmente va bene cosi ma non so che aspettarmi dal mercato estivo visto che si parla di Bastoni sacrificabile (fosse per me lo farei diventare il punto fisso della difesa, della squadra e della società come futuro capitano) e dell'arrivo di Dybala che da palermitano e interista ne sarei doppiamente felice anche se col ? sulla tenuta fisica ma che se recuperato è un top player (tutto ciò personalmente però)

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5 minuti fa, Gioele Castagnetta ha scritto:

Da interista sono pienamente d'accordo con te, sperimentazioni apparte (anche se in mancanza di giocatori ci sta provare) Inzaghi ha fatto un mezzo miracolo e se non avesse perso a Bologna (errore di Radu ma che non voglio assolutamente criticare e anzi...) lo scudetto era nostro ma vabbè, personalmente va bene cosi ma non so che aspettarmi dal mercato estivo visto che si parla di Bastoni sacrificabile (fosse per me lo farei diventare il punto fisso della difesa, della squadra e della società come futuro capitano) e dell'arrivo di Dybala che da palermitano e interista ne sarei doppiamente felice anche se col ? sulla tenuta fisica ma che se recuperato è un top player (tutto ciò personalmente però)

Ma quale miracolo? Con quella squadra Conte vinceva il campionato due mesi fa. C'è stato un periodo che non ha vinto una partita per oltre un mese. E questo al netto dei ladrocini a danno del Milan che con arbitraggi onesti avrebbe vinto lo scudetto a metà Aprile.

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1 ora fa, Osrevinu ha scritto:

Ma quale miracolo? Con quella squadra Conte vinceva il campionato due mesi fa. C'è stato un periodo che non ha vinto una partita per oltre un mese. E questo al netto dei ladrocini a danno del Milan che con arbitraggi onesti avrebbe vinto lo scudetto a metà Aprile.

Si ma l'Inter ha perso Lukaku e Hakimi ed Eriksen (e io ci metto Sensi che personalmente poteva lui il perfetto Vice Brozovic al netto degli infortuni) e Dzeko non è assolutamente Lukaku nonostante aiutava la squadra e Dumfries aveva bisogno di un periodo di adattamento tanto che poi nella seconda metà della stagione è diventato anche lui forte, Calhanoglu poi non ho mai capito il suo vero ruolo, al Milan nello stesso ruolo che sta avendo all'Inter era il peggiore in campo. Punti di vista ma con pochi ricambi per me Inzaghi ha fatto il massimo, certo se Lautaro non faceva periodi no la vincevamo di sicuro

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A livello di organico non c'era partita non solo contro l'Inter, ma anche nei confronti cdella Juventus. Nell'Inter usciva Dzeko ed entrava Sanchez, usciva Brozovic ed entrava Perisic, usciva Lautaro ed entrava Correa. Nel Milan, oltre ai due vecchioni in attacco, le riserve erano Messias, Saelemaekers, Krunic, Bakayoko e Daniel Maldini. E quando mancava Theo giocava Ballo-Tourè... E praticamente ha giocato oltre metà campionato con una difesa inventata di sana pianta e senza mai avere un bomber vero, uno da doppia cifra fissa... Diciamo che il capolavoro lo ha fatto Pioli, ecco... 

La verità, soprattutto, è che il Milan ha vinto perché è stato enormemente più squadra. I punti li hanno buttati tutti, i periodi no ce li hanno avuti tutti. Il Milan è composto da alcuni validi giocatori (Tonali, i due centrali di difesa, Bennacer, Rebic), altri onesti (Calabria e Florenzi, Gabbia), due vecchie glorie (uno, Giroud, con alcora qualche cartuccia da sparare. E l'altro, Ibra, che l'apporto lo ha dato soprattutto fuori dal campo), qualcuno forte forte ma con ancora grosse lacune in quanto a continuità (Leao, Theo) e un vero e unico fuoriclasse, che è Maignan e che per quanto mi riguarda, tra i giocatori, è l'artefice principale dello Scudetto perché ha tenuto a galla il Milan nei momenti più difficili (1° tempo del derby di ritorno, partita col Torino e con la Fiorentina, oltre ad una serie assurda di altri interventi prodigiosi...). 

Più che altro, mi vien da ridere quando sui giornali e sui blog leggo che lo scudetto è stato regalato dalle altre e che l'ha buttato l'Inter... Lo Scudetto l'ha vinto il Milan punto e basta, e l'ha fatto meritatamente. Anzi, senza il periodo di appannamento e senza alcune decisioni arbitrali più che discutibili. (e durante tutto l'arco dell'anno, eh... Ricordiamo ancora il grottesco calcio di rigore assegnato al Verona per fallo - tra l'altro da espulsione - di Kalinic su Romagnoli :rotfl2:, così come le assurde partite con lo Spezia e con l'Udinese), il Campionato sarebbe finito 3 o 4 giornate fa a favore dei rossoneri... 

 

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  • 4 weeks later...
  • leopnd changed the title to [Calcio] Stagione 2022/2023
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  • 2 weeks later...

È stato un bel derby, complimenti al Milan. Non vedevo i rossoneri così pronti mentalmente ad affrontarci da molte stagioni a questa parte. Le vittorie accumulate nei recenti anni mi erano parse dovute perlopiù a demeriti dell'Inter. Io sono piuttosto amareggiato per via dell'involuzione della fase difensiva dei nostri (mancanza di filtro del centrocampo, marcature perse inspiegabilmente, anticipi mancati, leggerezze nei passaggi non calibrati etc ...). Si era palesata già dalla fase di pre-campionato — l'unica partita tranquilla era stata quella contro gli spezzini —, però non saprei dire se sia cagionata dalle tappe  (o dai metodi) della preparazione atletica o dalle situazioni esterne di natura societaria che si stanno ripercuotendo sulla concentrazione in campo. Sicuramente si stanno acculumando un po' troppi svarioni, e non solo oggi, alcuni conclusi con segnature a nostro sfavore, altri fortunatamente no. Mi è piaciuta la lettura della partita in corso da parte di Inzaghi, i cambi hanno funzionato a dovere. Molti, laziali e interisti, si sono sempre lamentati di questo aspetto del tecnico. Altre cose positive di oggi sono state le mancate sostituzioni dovute alle previe ammonizioni, le belle azioni che, comunque, abbiamo creato e la volontà di rivalsa. È vero, quest'ultima si è vista a sprazzi, soprattutto all'inizio, però il fatto che si sia volatilizzata dopo il pareggio, per ricomparire dopo il 3-1, mi fa pensare che questo tipo di spinta mentale non sia stato supportato appieno da altro che non saprei individuare con esattezza. Forse la partenza del supervisionatore Pintus e del suo gruppo di lavoro, capaci di far vincere la Champions a un Real Madrid godente di poco credito, inizia a farsi sentire. In tutto questo questo, ovviamente, non dimentico i giocatori schierabili essere pressoché gli stessi degli anni scorsi — con in più ottime rotazioni nei ruoli in cui eravamo latenti —, quindi va pure detto “grazie” alla bistrattata proprietà. Speriamo sia solo una piccola crisi di assestamento, anche se non si sa mai.

Non per volere alzare un polverone, però sono rimasto perplesso sulle decisioni arbitrali riguardanti i presunti falli di Theo Hernandez. Mi riferisco non al siparietto con Dumfries che ha portato all'ammonizione di entrambi, bensì ai due episodi del secondo tempo.

PS: l'Elio11 in versione Europeo 2020 (2021) mi ha chiesto di gentilmente di fare una capatina, si immagina che il Bayern troverà una bella preda da azzannare e da conciare per le feste vista la situazione tesa.

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  • 2 weeks later...

È un avvio di campionato anomalo per noi. Stavolta, a differenza della scorsa stagione, sulla carta avevamo la squadra più completa dell'intero campionato, ormai temprata caratterialmente, inutile nascondersi. Su Inzaghi, un po' mi pronuncio a caldo, anche perché è prematuro capire i veri motivi dietro alle ennesime prestazioni incolori dei giocatori quanto a grinta e voglia di affermarsi. Quando il nostro ago della bilancia, Brozović, sembra essere tornato quello svogliato e anarchico del pre-Spalletti, la situazione diventa molto preoccupante. È quasi sicuramente una questione di preparazione, l'apatia affligge tutti, e i plurimi infortuni in un arco temporale molto ristretto stanno a marcare la cosa, ma forse c'è dell'altro. La svogliatezza, la mancanza di fame è qualcosa che deriva dall'appagamento e dalla mancanza di abnegazione o da certi condizionamenti dovuti alla vicende del calciomercato appena terminato (es. Skriniar su tutti, perché in due anni, sono quasi riusciti a cederlo per la terza volta) o dall'assillo del pareggio di bilancio, aggravato dall'insolvenza di Digitalbits, o dallo stordimento per come è sfumato l'ultimo scudetto, però si ha l'impressione che qualcosa di grosso all'interno dello spogliatoio, a livello di gestione, sia avvenuto. L'idea che uno spettatore  si fa dall'esterno è che l'allenatore abbia perso carisma e non venga assecondato dal gruppo, quanto semmai, per certi versi, temuto. Questo fatto della spada di Damocle delle sostituzioni sta diventando una barzelletta, e i giocatori con questa paura sono assillati dalla paura di mettere la gamba durante il gioco, venendo mortificati al momento del cambio, una sentenza quando si è ammoniti. L'episodio di ieri è stato grottesco, al di là del fatto che Bastoni e Mkhitaryan stessero giocando con molta imprecisione. Da un certo punto di vista, alcune scelte in corsa, in teoria, non sarebbero state nemmeno malvagie (Dimarco "creatore" di gioco alla Perišić, Gagliardini a contenere, sperando in un calo fisico dell'Udinese, De Vrij a fare rifiatare Acerbi, questi a corto di preparazione estiva con la Lazio, Correa dentro perché Dzeko e Lautaro hanno dato l'ennesima prova di non avere molto affiatamento assieme), ma non hanno funzionato nemmeno lontanamente, anche perché tatticamente ci sono stati — e questo è avvenuto pure nelle partite precedenti, — troppi esperimenti tattici: per dire, in novanta minuti, la difesa è stata cambiata quattro volte, con in più ben tre sostituzioni su cinque a diversificare gli uomini del comparto difensivo. Una frenesia che ho compreso in parte visto che alla quinta sostituzione eravamo ancora sull'1-1! Anzi, il non avere più l'attaccante "lottatore" a centrocampo ha lasciato una squadra che correva il doppio di noi ancora più libera, e il centrale olandese ci ha affossati con giocate dubbie in occasione della seconda e della terza marcatura.

Questa è la prima vera stagione in cui tutto avrebbe dovuto essere farina del sacco di Inzaghi; al contrario, dopo il primo mese di calcio giocato, i commenti non possono essere benevoli. L'anno scorso, Inzaghi mi aveva sorpreso in positivo per come aveva affrontato una situazione ben più critica dando prova di essere un buon motivatore, quest'anno non iniziamo per niente bene, anche perché reitera quegli errori commessi in passato, dando l'impressione di non avere fiducia nei giocatori e nelle sue stesse idee. Ripeto, le partite sono tante e ravvicinate, ma le sostituzioni devono avvenire con criterio, contestualizzandole, tenendo in considerazione alcuni indici: le criticità della partita in corso, i momenti, l'apporto del giocatore da sostituire nell'economia della partita (la prestazione offerta e quello che presumibilmente avrà da offrire fino al termine), il ruolo svolto, la considerazione che ci siano giocatori portati sistematicamente a commettere il fallo per via del loro ruolo e altri che non corrono tale pericolo, e la tenuta mentale del giocatore. Sono semplici regole che tutti gli allenatori seguono, e sono talmente ovvie che non ci sarebbe nemmeno bisogno di specificarle perché le capiamo anche noi da casa, però Inzaghi sembra non curarsene. Per dire, Barella, appena preso dal Cagliari, il primo anno, fece un fallo netto nei primissimi minuti di una partita e venne ammonito: io pensai, ecco, probabilmente sarà il primo sostituto (magari, appena dopo l'intervallo, magari oltre, non avrei potuto dirlo), invece Conte lo tenne per tutti i novanta minuti e il giocatore non giocò eccessivamente accorto ma neanche in modo scriteriato per farsi ammonire una seconda volta. Così, si inculca la mentalità del vincente in un giocatore, concedendogli quella fiducia cui ho accennato, per "tenerlo sul pezzo". Invece, in questo momento, siamo molli, senza fiato, e con i reparti separati quando il livello dell'avversario sale un pochino.


La Juventus, credo, paghi molto di più l'avere fatto una campagna acquisti scellerata, nonostante la stampa sia stata miope durante quest'estate, trascinando i lettori a credere il contrario. L'anno scorso aveva un centrocampo debole ed è riuscito a peggiorarlo qualitativamente. Hanno ristrutturato ottimamente la fase offensiva, sia in ottica futura (Chiesa, Vlahovic) che pensando all'immediato presente (Di Maria), discretamente la difesa (le preferenze di Bremer sono nel senso della difesa a tre e, infatti, deve ancora adattarsi a certi movimenti), ma non hanno nomi che diano sicurezza in mezzo al campo. Schierare ragazzi di belle speranze e senza una previa esperienza nel palcoscenico della Serie A o in altri campionati di primo livello in qualità di scelte obbligate in altre zone mi ha lasciato di stucco. Credevo che il loro obiettivo, realmente, fosse qualificarsi alla Champions, ma, di certo, non mi aspettavo un avvio così a rilento anche per loro. L'allenatore avrà le sue colpe, ma equamente ripartite con la dirigenza. A differenza delle altre squadre, i soldi da spendere li hanno avuti, ma lo hanno fatto male.

A proposito di squadre in lizza per i primi posti, a inizio campionato davo per spacciate l'Atalanta e il Napoli, reputandole prive di motivazioni e in alto mare. Non so se gli orobici possano definitivamente rialzare la testa, hanno però dalla loro la mancanza di impegni europei e questo potrà giocare a loro vantaggio. Volevo, invece, sottolineare, per quello che si è visto finora, quanto gli osservatori del Napoli abbiano fatto un vero capolavoro nel sostituire i loro vecchi idoli con giovani rampanti sconosciuti. Hanno ricreato dal nulla delle ottime basi su cui lavorare. Assieme al Milan sono stati i migliori a operare sotto il profilo dello scouting. Ieri sera ho visto la partita: il Napoli ha sì vinto, ma dall'altra parte ho visto una squadra che si muoveva all'unisono, come una fisarmonica, quando salivano alti e quando rimpiegavano in difesa, e che dava l'impressione di una superiorità atletica netta, insomma quello che l'Inter è stata fino a dicembre dello scorso anno.

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  • 1 month later...
  • 2 weeks later...

Sono cominciati questi surreali Mondiali invernali in Qatar.

Poco l'interesse, vuoi per la mancanza dell'Italia, vuoi (soprattutto) per tutto il marcio che si insinua nell'organizzazione dell'evento.

Cercando di restare all'aspetto sportivo, le mie simpatie andranno ad Argentina, Olanda, Serbia e Uruguay.

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