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Gilles Villeneuve


leopnd

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Il mio più grande desiderio da appassionato di corse sarebbe stato quello di poter vivere dal vivo la febbre Villeneuve.

Purtroppo sono nato un anno dopo la sua morte. Le sue imprese ho potuto vederle in seguito, ma dal vivo so che sarebbe stata tutta un'altra cosa.

 

Salut Gilles!

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Sento parlare da oltre dieci anni della Fièvre Villeneuve, provo a capire cosa fosse davvero all'epoca per gli appassionati, ma vivo nella consapevolezza che non ne sarò mai contagiato, perchè per esserlo bisogna aver vissuto in prima persona quegli anni. Rivedere le imprese di Gilles a trenta e più anni di distanza è sempre emozionante, per carità , ma non sarà  mai come averle viste in diretta

 

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Merci Gilles,

 

Salut

 

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Essendo nato nel '76 e avendo come primo nebbioso ricordo il GP di Monaco '82 (quindi proprio la prima gara dopo la scomparsa di Gilles), anche io non ho potuto vivere in diretta la sua carriera.

 

Eppure, dopo anni in cui conoscevo solo notizie frammentarie su di lui (non c'era Internet e per un ragazzetto i libri specializzati costavano molto, e al massimo qualche libro me lo regalava mio padre), nell'adolescenza fui colpito da una potentissima "malattia" che mi faceva esaltare per tutto ciò che riguardava Gilles.

L'esplosione definitiva avvenne in concomitanza del decennale della morte di Gilles (1992, avevo quasi 16 anni), celebrata tra l'altro anche da una trasmissione su Italia 1, dal titolo "Gilles Villeneuve: campione o mito" (che oggi è possibile visionare tranquillamente su youtube) dove la canzone dell'appena scomparso Freddy Mercury "The show must go on" si mescolava alle derapate di Gilles, e poi proprio la settimana dopo andai per la prima volta in vita mia a vedere un GP dal vivo, a Imola, ed ebbi un'accelerazione cardiaca a vedere il nastro di asfalto pensando che Lauda, Villeneuve e Pironi lo avevano calcato dieci e più anni prima.

Da quel momento, comprai libri (come "Gilles vivo" che quasi consumai a forza di leggerlo), fascicoli, videocassette, ogni cosa che trovavo su Gilles. E proprio in quel periodo, alcune gare di Alesi (Spagna e Francia '92) venivano commentate sulla stampa paragonandole alla lontana con alcune imprese di Gilles, quindi per me Villeneuve divenne un dio e Alesi era il suo epigono.

 

Mi batteva il cuore di entusiasmo se la TV accennava a Gilles con pochi pochissimi secondi di filmati di repertorio coi colori tremolanti di fine anni '70 e inizi '80, oppure quando AS dedicava una foto e un trafiletto a qualche sua gara. 

 

Non so se questa "malattia" fosse provocata dallo stesso virus che provocò la "febbre" di dieci anni prima, ma vi assicuro che era fortissima e che a tutt'oggi non sono mai guarito del tutto.

 

Quando sono stato per la prima volta a Monaco nel 2011 pensavo con emozione che proprio lì Gilles aveva vinto 30 anni prima. Poi nel 2012 quando, sempre a Monaco, Gio mi ha regalato una copia del libro di Enzo Russo "La cometa Gilles" (che non riuscivo a trovare nelle edicole di Ischia) e la sera sul "barchino" ci siamo trovati a parlare con Mammamia, Osre e Ale delle differenze tra gli anni di Villeneuve e l'epoca attuale, per l'ennesima volta ho capito che per fortuna non guarirò mai da questa "malattia".

 

Questa malattia è proprio quella "febbre Villeneuve" che colpì quelli che lo videro in diretta? O è una cosa differente? Non lo so, ma non ha molta importanza.

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Di quel maledetto 8 maggio ricordo poco e nulla perché stavo passando un periodo non facile che comprendeva un ingresso traumatico nel mondo del lavoro.

Ricordo solo il senso di vuoto che provai nel sentire quelle notizie al tg del primo sull'incidente mortale.Un altro campione,idolo di una generazione e anche più a quanto leggo qui nei post dei ragazzi più giovani e questo non può che innalzare ancora più il mito di questo piccolo grande uomo.Nel garage della casa dei miei ci sono ancora i segni della Fievre tramutati in adesivi e poster.Là  dentro il tempo si è come fermato e giuro quella febbre non mi è mai passata e non ci sarà  mai nessuna medicina per curarla.

E' stato un mito, anzi MITO in pista ma lo è stato ancora di più dopo perché il suo ricordo per chi lo amava e ha gridato di gioia per le sue vittorie e fatto cazzate in macchina per emularlo (in fondo tutti da ragazzi le abbiamo fatte con un volante tra le mani) e niente e nessuno potrà  togliermelo.Nonostante tutto e nonostante tutti quelli che ci hanno provato.

 

Salut Gilles #27!!

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Va be' visto che non la mette nessuno, la metto io, lasciando però (visto che io ho appreso da lui) a Gio il racconto delle circostanze che portarono a tale scatto.

 

Purtroppo nemmeno io ho fatto in tempo ad avere la febbre, ho visto però quanto abbia contagiato mio padre che segue la f1 ma non col nostro "fanatismo"; per fortuna ho visto Ayrton....

 

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Va be' visto che non la mette nessuno, la metto io, lasciando però (visto che io ho appreso da lui) a Gio il racconto delle circostanze che portarono a tale scatto.

 

Purtroppo nemmeno io ho fatto in tempo ad avere la febbre, ho visto però quanto abbia contagiato mio padre che segue la f1 ma non col nostro "fanatismo"; per fortuna ho visto Ayrton....

 

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A me questa foto evoca solo profonda tristezza per usare un eufemismo e non scadere nel linguaggio visti i comportamenti di uno dei due presenti nella foto.

E' una ferita troppo grande da rimarginare quella.

Così come non si può guarire dalla fievre non è possibile ricucire quello strappo con quella scuderia, sopratutto per quelli facente parte delle sfere alte.

Modificato da Ayrton4ever
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Da VENTISETTE ROSSO

 

8 maggio 1982

Testimonianza di un tifoso inglese rilasciata ai giornalisti Nigel Roebuck e Peter Windsor.

 

"Un amico ed io eravamo soliti andare al Gran Premio di Zolder di Formula 1. Era abituale appostarci sul terrapieno presso la curva Terlamen, al centro del circuito, proprio tra la veloce curva a sinistra e la successiva stretta a destra. Essendo un grande tifoso di Gilles, cronometravo tutti i suoi giri ed ovviamente stavo cronometrando anche quello fatale. Da ciò che ho potuto rilevare dal mio cronometro Gilles stava “tirandoâ€. La mia opinione va contro quella dei tecnici Ferrari rilasciata alla stampa, perché sul mio cronometro Gilles stava segnando un tempo che lo avrebbe piazzato almeno terzo sulla griglia... battendo alla grande il tempo del suo compagno di squadra. Comunque poiché stavamo seguendo attentamente il giro di Gilles, l'intera tragedia si è svolta davanti ai nostri occhi.

Dal mio punto di vista Jochen Mass non è da assolvere completamente, in quanto stava andando troppo lentamente nel rientrare ai box. Mentre i nostri occhi erano ancora puntati su Mass, alle sue spalle è comparsa come un lampo la Ferrari di Gilles, che, credetemi, stava facendo un giro veloce, un giro da qualifica. Stava volando, mentre Mass stava andando veramente troppo piano. Gilles, comparendo dal dosso e venendo verso il terrapieno dove eravamo appostati, ha chiaramente mantenuto la traiettoria sulla parte destra della pista (alla sua destra, per intenderci, l'esterno). Ha leggermente puntato il muso verso l'interno, lasciando scivolare la sua Ferrari verso l'esterno mantenendo così la traiettoria a destra. Così aveva fatto tutti i giri precedenti, era velocissimo in quel punto e le minigonne della sua Ferrari sembravano incollarlo all'asfalto! Anche Mass era su quella traiettoria. La differenza tra le due velocità  è stata cruciale: era troppa ed a mio avviso Gilles non aveva una seconda scelta se non quella di attaccarsi ai freni e sperare di non centrarlo.

La seconda scelta di Gilles, quella di optare per la linea di sinistra, quasi certamente non avrebbe fatto differenza in quanto a quella velocità , a mio parere, Gilles non sarebbe mai riuscito a chiudere la curva e sarebbe volato fuori pista. La Ferrari ha urtato la gomma posteriore destra di Mass con l'anteriore sinistra. La sospensione si è subito rotta e quando sembrava stesse riatterrando, la gomma posteriore sinistra di Gilles ha urtato la posteriore destra di Mass. A questo punto la Ferrari è stata catapultata in aria come un missile puntando a destra, verso il terrapieno dove eravamo insieme ad altri spettatori. Ha fatto un looping e mezzo al contrario e la gomma posteriore sinistra ha urtato il guard-rail che separa la pista dal terrapieno. Rimbalzando su di esso la traiettoria ed il senso del looping della Ferrari si sono invertiti ed il muso è tornato a puntare verso il cielo facendo un looping in avanti. A questo punto la vettura ricade planando in verticale, schiantandosi sul friabile terreno a bordo pista. Dopodiché fa un’ultima rotazione in avanti a circa 20 metri dall'asfalto che proietta Gilles fuori dalla sua Ferrari. La cosa che ancora oggi, oltre ad un chiaro ricordo della dinamica dell'incidente, mi da ancora i brividi, è il rumore del motore ancora acceso durante il volo ed il fragore dell'auto che si distrugge negli impatti. E' la cosa che a tutt'oggi mi agghiaccia di più di quell'avvenimento.

Dopo abbiamo provato a raggiungere la zona dell'incidente per vedere come stava Gilles, ma camminando tra i detriti siamo stati subito fermati dai commissari di pista. I medici sono arrivati poco dopo in mezzo alle altre monoposto che stavano ancora girando! Abbiamo visto il massaggio cardiaco a Gilles. A quel punto siamo andati via senza dirci una parola... in cuor nostro sapevamo che era impossibile sopravvivere ad un incidente simile. Una volta rientrati in Inghilterra mi sono messo in contatto con i giornalisti Nigel Roebuck e Peter Windsor per lasciare la mia testimonianza".

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Pur conoscendo da anni la dinamica, leggere testimonianze come questa lascia sempre impietriti.

 

In ogni caso Furia,che penso ne sappia di piu' dei tifosi inglesi appostati alla Terlamen Bocht,ha sempre sostenuto che Gilles fosse nel giro di rientro a gomme finite.

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  • leopnd changed the title to Gilles Villeneuve

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