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Nigel Mansell


Ayrton4ever

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Nigel Mansell - Il Leone d'Inghilterra - Ottava parte

 

Scusandomi con i miei venticinque lettori (cit.) per il ritardo, continuiamo il racconto.

 

Il campionato 1992 viene preceduto, come di consueto dai test invernali che prendono il via a Barcelona sul nuovo circuito di Montmelò. Mansell affronterà  la nuova stagione con la Williams FW14B a motore Renault 3.5 V10 con Riccardo Patrese come confermato compagno di squadra. Occorre menzionare, oltre a telaio, motore e piloti, anche la presenza del fornitore di benzina Elf, vista la crescente importanza in Formula 1 dei carburanti la cui evoluzione porterà  la Federazione ad intervenire a stagione in corso per evitare pericolose estremizzazioni. Il pacchetto per la Williams sembra già  molto buono e vede un telaio evoluto con sospensioni attive perfezionate, un’ottima aerodinamica e un motore Renault potenziato in attesa del primo agognato successo iridato. Tutti si impegnano al massimo per tornare al successo e allo sforzo degli ingegneri e dei meccanici, si aggiunge l’impegno di Nigel nella preparazione fisica e quello di Renault che propone la specifica RS3C per la gara e il più potente RS4 da qualifica. Elf porta l’RS77 che dalla qualifica del Brasile diventerà  benzina da gara a Barcelona mentre a Silverstone arriverà  l’RS89. I due piloti sono molto esperti con una età  complessiva di 77 anni: 39 Nigel, 38 per Riccardo. Il 10 dicembre però il vecchietto Mansell comincia a chiarire i suoi propositi e sul circuito catalano è il più veloce con un 1’21”18 che stacca su quasi due secondi Alesi e il suo 1’23”10, in più Nigel si affina e comincia a frenare anche col piede sinistro pur preferendo continuare a usare il tradizionale piede destro.

 

Il campionato è dunque alle porte, il campione Senna e il vice Mansell sono confermati come i loro compagni Berger e Patrese; manca dopo undici anni consecutivi Alain Prost. Il tre volte campione del mondo francese, licenziato dalla Ferrari, non si è accordato con Ligier e per un anno sarà  telecronista dell’emittente TF1, in attesa di tornare nel 1993.

Il 1 marzo sul circuito di Kyalami comincia ufficialmente la stagione e Nigel ottiene subito la pole position, staccando il campione in carica Senna di sette decimi; terzo è Berger a un secondo e quarto Patrese a un secondo e mezzo. Nigel riesce a percorrere alla velocità  ottimale il lungo curvone a destra intorno ai box e loda il bilanciamento della macchina mentre le due McLaren non hanno ancora la nuova macchina e corrono con l’evoluzione della vecchia MP4/6B. Patrese, quarto, invece ha problemi di instabilità  e sovrasterzo e inizia un anno strano: trionfale per la Williams, avaro di soddisfazioni per lui che, pur classificandosi alla piazza d’onore, lo vedrà  vincere solo alla penultima gara, anche per la decisione del team di concentrarsi molto su Mansell. In gara Nigel non ha rivali e vince, staccando Patrese di oltre 25 secondi, Senna con la sua vettura del 1991 è terzo a oltre mezzo minuto. Nigel è concentratissimo anche perché sa che potrebbe essere l’ultima occasione per vincere il sospirato titolo e realizza a due giri dalla fine il giro più veloce.

 

Tre settimane dopo, il 22 marzo, sul circuito “Hermanos Rodriguez” di Città  del Messico si disputa la seconda gara del mondiale. Mansell arriva carico e deciso a mettere le cose in chiaro da subito. Il venerdì realizza un sontuoso 1’16”346 che stacca Patrese, comunque ottimo secondo, di un secondo e sei. Il sabato la situazione si riequilibra e Patrese arriva a soli 16 millesimi perché Nigel non migliora ma la supremazia delle gialloblu Williams è netta, con le McLaren ancora con le vetture ’91 in quinta e sesta posizione a due secondi (con Senna che ha un incidente il venerdì) e le Benetton in seconda fila con Schumacher sotto il secondo di distacco. In gara Nigel rimane in testa dall’inizio alla fine con Patrese ancora secondo per un’altra trionfale doppietta Williams e Schumacher per la prima volta sul podio.

 

Il 5 aprile Gran Premio del Brasile a Interlagos. Nigel il venerdì stacca tutti di un secondo e otto, il sabato non si migliora e il vantaggio scende a un secondo e uno su Patrese ma nessuno gli porta via la pole position, le McLaren con la nuova macchina sono in seconda fila a oltre due secondi. La gara è un dominio incontrastato per la Williams con Mansell che rileva la prima posizione poco prima di metà  corsa per non mollarla più fino alla bandiera a scacchi. Patrese è ancora secondo a circa mezzo minuto, mentre tutti gli altri avversari sono doppiati ad almeno un giro. Terza doppietta per la Williams e vantaggio di dodici punti di Nigel su Riccardo. La vittoria è significativa anche da un punto di vista psicologico perché la rivale McLaren, oltre a non avere la macchina veloce e vincente che si aspettava, deve risolvere i classici problemi di affidabilità  delle vetture innovative quale la MP4/7, vettura molto tecnologica con gestione elettronica dell’acceleratore e cambio semiautomatico al volante (arriverà  poi la trazione elettronica in Ungheria).

 

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Nigel nel giro di rientro a Interlagos

 

Il 1 maggio si va a Barcelona per il Gran Premio di Spagna per le prove ufficiali del venerdì. Nigel è ancora in pole position con un secondo di vantaggio su Schumacher e Senna mentre Patrese è al quarto posto. Il sabato piove e, non potendo migliorare i tempi del giorno precedente, i piloti si dedicano ad affinare il setup per un’eventuale gara sotto l’acqua. Domenica 3 maggio il maltempo continua ma Mansell riesce a tenere il comando della gara davanti a Patrese in rimonta. Al 19° giro Riccardo perde il controllo della macchina e si gira lasciando a Schumacher il compito di inseguire il Leone. Il vantaggio di Mansell cala fino a quattro secondi e il box Williams è costretto a richiamare il pilota per mettere al sicuro la vittoria che arriva dopo quasi due ore di gara. Quattro vittorie su quattro gare e dieci punti fondamentali che portano a +22 punti il vantaggio su Patrese.

Il 17 maggio è la volta del Gran Premio di Imola: il copione non sembra cambiare con Nigel in pole, Patrese secondo quindi le due McLaren e le due Benetton. La gara segue lo stesso copione con Mansell in testa dal semaforo verde alla bandiera a scacchi, Patrese secondo e Senna, che sarà  vittima di un malore a fine gara, terzo. Quinta vittoria su cinque per un en plein notevole e un vantaggio di 26 punti che sembra già  incolmabile.

 

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Nigel saluta i tifosi dopo la quinta vittoria consecutiva

 

Il 31 maggio la Formula 1 si mette il vestito buono per il Gran Premio di Monaco sul circuito di Montecarlo. Nigel è consapevole di avere la migliore macchina e vorrebbe vincere quella gara prestigiosa che gli è sempre sfuggita. Le qualifiche sono ottime per Nigel e la Williams: l’inglese è in pole col nuovo record della pista di Monaco, Patrese è secondo a otto decimi, Senna terzo.

Al via Mansell parte bene e rimane in testa mentre alle sue spalle Senna riesce a superare Patrese.

Nigel si invola mentre Patrese prova ad attaccare Senna senza riuscire a superarlo finchè comincia ad avere qualche problema al cambio della sua macchina. La gara procede più o meno tranquilla, se così possiamo definire una competizione di Formula 1 che si snoda tra guard rail e muretti, fino al 71° giro. Mentre tutti i piloti vedono avvicinarsi la bandiera a scacchi. Nigel Mansell, in testa dall’inizio con ampio margine, rientra improvvisamente ai box per cambiare le gomme. Arrivando al tunnel Nigel quasi perde la macchina, capisce che ha una probabile foratura e deve tornare ai box perdendo quasi 15 secondi per una macchina che sente quasi su tre ruote. Forse un detrito o forse un pneumatico non bilanciato correttamente (Nigel dirà  di aver pensato ad una foratura ma Goodyear negherà ) forse un dado del cerchio allentato, costringe Mansell ai box; Nigel rientra in pista ma dietro a Senna. Il recupero è fenomenale e il Leone viaggia su tempi da qualifica prendendo Ayrton in qualche giro. La battaglia entra nella leggenda della Formula 1 con Senna con gomme usurate che chiude alla disperata su Mansell con macchina migliore e gomme nuove. A Montecarlo però se il pilota davanti non “collabora” o ha problemi è quasi impossibile sorpassare e Senna non sbaglia, andando a vincere per la quinta volta nel Principato ed eguagliando Graham Hill. Nigel è secondo ma non ha davvero nulla da rimproverarsi essendo arrivato ad appena due decimi dal Brasiliano, Patrese è terzo per una classifica generale che vede Mansell in testa con il doppio dei punti del padovano. Delusione in casa Renault visto che i motoristi francesi tenevano particolarmente a vincere sul territorio francese.

 

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La dolce follia di Montecarlo

 

Il 14 giugno si vola oltreoceano per il Gran Premio del Canada, Mansell parte deciso a cogliere l’ennesima vittoria ma in prova si vede battuto non solo da Patrese ma anche da Senna che coglie la pole su un circuito che insieme al suo ingegnere Ascanelli aveva selezionato come uno dei più favorevoli alla McLaren. Nigel non parte in pole ma riesce a sopravanzare Patrese e mettersi sulle tracce di Senna. Al 15° giro però perde la macchina alla chicane e va in testacoda abbandonando la corsa. Senna ha probabilmente anticipato la frenata per indurre in errore Mansell che per non colpirlo è volato fuori e il gestaccio che rivolge a Ron Dennis tornando ai box è eloquente. La gara prosegue e a metà  corsa si ritira anche Senna, lo segue poi Patrese mentre il superstite Berger vince il Gran Premio con la seconda McLaren. In ottica iridata non è un gran danno perché le distanze sono immutate e c’è una gara in meno ma Mansell è ugualmente molto nervoso arrivando ad affermare che il motore Renault non era all’altezza del V12 Honda (che si ritirerà  a fine anno). Inoltre c’è una strana voce nel paddock secondo la quale Prost, sfruttando l’appoggio dei francesi della Renault e della Elf, sarebbe in trattativa con Williams per la stagione 1993.

Il 5 luglio tutti a Magny Cours per il Gran Premio di Francia dove le gerarchie sembrano ristabilite con Nigel davanti a Patrese e le McLaren a seguire a quasi un secondo e mezzo. La gara scatta con l’asfalto umido e Mansell si fa sorprendere mentre Schumacher tampona Senna. Dopo il ritiro anche di Berger e quello di Schumacher, la gara viene interrotta con bandiera rossa per l’aumentare della pioggia e verrà  assegnata per somma di tempi. Si riparte e Nigel riesce ad aver ragione di Patrese, che gentilmente agevola il sorpasso; il Leone ottiene il giro veloce e andando a vincere la sua sesta gara con Brundle a completare il podio.

 

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Vittoria in terra francese

 

Neanche sette giorni e per Nigel arriva la gara più attesa, quella casalinga di Silverstone.

Le qualifiche sono una prova di coraggio, classe, istinto e cuore. Da sempre è così ma Mansell ne dà  una dimostrazione tangibile per tutti. La folla riempie gli spazi dell’autodromo, tutti lì per vedere trionfare Nigel: Patrese ha fatto segnare 1:20.884, Senna 1:21.706 mentre Nigel 1:19.3. Head e David Brown via radio consigliano di non insistere perché la pole è al sicuro con oltre un secondo e mezzo su Riccardo e addirittura due secondi e quattro su Ayrton; Mansell però via radio chiede un nuovo set di pneumatici perché “la macchina può dare di più”. La squadra soddisfa il furore agonistico di Nigel che ripaga con uno dei migliori giri in qualifica di sempre, stupendo i tecnici e Chevrier, ingegnere della Renault, con un fantasmagorico 1:18.965, ottenuto grazie ad una velocità  di percorrenza della curva Copse superiore di 29 Km/h rispetto a Patrese e 40 Km/h rispetto a Senna. Nigel scende dalla macchina con lo sguardo spiritato e Patrese scherzosamente strizza gli attributi del compagno per controllare…. che siano due e non tre!

La gara, il 12 luglio, è uno show di Mansell che dopo aver perfezionato l’assetto anteriore della macchina, si difende da Patrese e dà  il via ad una marcia trionfale, completata dal giro veloce della corsa. La vittoria, davanti a Patrese e Brundle, è la 28^ del pilota che con questo successo stacca il grande Jackie Stewart come pilota britannico di maggior successo. L’unica preoccupazione arriva nel giro di rientro quando investe uno dei tifosi che ha invaso la pista per festeggiare.

 

La classifica lo vede saldamente in testa con 76 punti, Patrese è fermo a 40. 36 punti di vantaggio con 7 gare da disputare, la situazione in campionato è idilliaca. Fuori dalla pista invece, le cose stanno diventando invece incredibilmente amare: al giovedì precedente il gran premio di Silverstone, è arrivata la proposta di rinnovo contrattuale per il 1993 da parte della Williams e c’è una sgradita novità : Mansell non avrà  più il muletto in esclusiva. Strano per un pilota che sta dominando il mondiale, pericoloso perché significa, molto probabilmente, che potrebbe esserci qualche grosso nome in arrivo in squadra. Forse Prost spinto da Renault e Elf, forse Senna da sempre pallino di Frank Williams. Dopo il trionfo, il 15 luglio, Nigel tuona (riferendosi a Prost): “Non so se rimango a correre con un pilota che si impegna sempre molto a muovere i fili da dietro le quinte” e aggiunge: “La Williams ha ottenuto dei risultati con un gran lavoro di squadra, sarebbe un peccato rompere l’armonia di una scuderia vincente” chiudendo con “Ho dei dubbi per l’anno prossimo”.

Il 26 luglio c’è il Gran Premio di Germania che vedrà  ancora una volta Mansell scattare dalla pole position, essendo stato di mezzo secondo più veloce di Patrese; seguono le due McLaren, Alesi e Schumacher. Dopo una partenza che vede i piloti girare a coppie con le due Williams, le due McLaren, le due Benetton, le due Ferrari, le due Ligier e le due Lotus, ci sono i cambi gomme e Mansell sopravanza Senna andando ancora a vincere davanti al brasiliano e Schumacher che ha approfittato di un tentativo di sorpasso di Patrese su Ayrton terminato nella sabbia per il padovano. Il Red Five conquista altri dieci punti preziosi, portando a 46 punti il vantaggio sul compagno di squadra a sei gare dal termine, un trionfo se si considera che Nigel ha guidato in testa per 524 giri su 602 complessivi.

Alla vigilia di Ferragosto si svolgono le prime prove ufficiali del Gran Premio di Ungheria. Le prove vanno bene per il team Williams ma sorprendentemente, per il 1992, è Patrese a realizzare la pole position davanti a Mansell. In seconda fila Senna è davanti a Schumacher, in terza Berger è davanti a Brundle. Il 16 agosto, al via, Patrese mantiene la prima posizione mentre le due McLaren riescono a passare Mansell. Nigel riesce in qualche giro a passare Berger ma rimane bloccato dietro a Senna anche a causa del tortuoso circuito dell’Hungaroring. Al 31° giro un ennesimo tentativo va a vuoto e Mansell perde una posizione per un’escursione fuori pista. Berger viene sorpassato per la seconda volta ma la svolta avviene poco dopo quando Patrese è costretto a fermarsi definitivamente per la rottura del motore; a questo punto a Mansell sono sufficienti cinque punti, quindi il secondo posto, per vincere il primo sospirato titolo mondiale. Nigel in realtà  non è tipo da calcoli e vorrebbe chiudere con una vittoria ma a sei giri dalla fine è costretto ad una sosta supplementare per una foratura che lo fa precipitare al sesto posto prima della rimonta al secondo posto finale dietro a Senna. Sono comunque sei punti sufficienti per ottenere il titolo e sul podio c’è il passaggio di consegne tra il precedente campione Senna e Mansell. Ayrton si complimenta a modo suo:” Bel lavoro Nigel! Bella sensazione vero? Ora capisci perché in pista sono così figlio di buona donna? Non voglio che nessun altro provi questa sensazione”. Nigel ottiene così il titolo che gli è sfuggito almeno altre due volte e probabilmente per colpe non sue; il ruolino di marcia fino alla gara ungherese vede 8 vittorie, due secondi posti, 9 pole position e sei giri veloci in undici gare.

 

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Nigel ce l'ha fatta!

 

Raggiunto l’obbiettivo della sua stagione, Nigel può cominciare a guardarsi intorno per pianificare il 1993 e il 19 agosto, mentre Patrick Faure della Renault definisce “plausibili” le voci su un possibile arrivo di Alain Prost alla Williams, dichiara: “Ho 39 anni e adesso sono campione del mondo: non mi va di andare a cominciare da zero in un’altra squadra. Per questo o rimango alla Williams o lascerò la Formula 1”.

In questo clima di crescente incertezza per il mercato in prospettiva 1993, cui si aggiunge la provocazione di Senna pronto a guidare gratis la Williams, il 28 agosto si giunge a Spa per il Gran Premio del Belgio. In realtà , le attenzioni dei media continuano ad essere rivolte al mercato piloti, con i grandi nomi impegnati in trattative e dichiarazioni come quelle di Senna che dice che Prost non lo vuole sulla Williams perché sa che a parità  di macchina perderebbe e Mansell sul cui futuro cominciano a circolare voci di un suo possibile futuro oltreoceano. Mansell ottiene il venerdì il miglior tempo con due secondi di vantaggio su Senna, due e mezzo su Schumacher e tre su Patrese. La sessione vede anche il grave incidente di Eric Comas che salterà  il Gran Premio e viene soccorso da Senna. Il sabato piove e per questo i tempi rimangono immutati con Nigel che conquista definitivamente la pole position.

In gara Senna riesce a sfruttare meglio la pioggia che è caduta qualche minuto prima della partenza e scatta davanti a Nigel, con Patrese in terza posizione; gli alfieri della Williams recuperano sul brasiliano quando, come da tradizione di Spa, comincia a piovere. Molti piloti rientrano ma Senna decide di proseguire con le slick pensando che la pioggia non durerà ; avrà  ragione ma sbaglierà  i tempi e quando rientrerà , tornerà  in pista in dodicesima posizione. La pista comincia via via ad asciugarsi e se Schumacher torna alle slick, alla Williams il cambio non è tempestivo e, quando avviene, Nigel, che ha anche rotto un cerchio ad Alesi, rientra alle spalle della Benetton. Con la proverbiale grinta, Mansell inizia la rimonta ma è rallentato da un guasto allo scarico; riuscirà  a terminare la gara ma solo al secondo posto dietro al tedesco della Benetton alla prima vittoria in carriera, con Patrese terzo, Brundle quarto e Senna, che ha sorpassato all’esterno Hakkinen in extremis, quinto. Con i dieci punti conquistati la Williams si laurea Campione del mondo tra i Costruttori.

 

Il 10 settembre è il giovedì che precede il Gran Premio d’Italia a Monza ma tutti pensano al mercato: Mansell ha ricevuto una grossa offerta per correre in Indycar per il 1993 e, aldilà  dell’ingaggio, avrebbe avuto pochi impegni con gli sponsor e un motorhome personale. Non sono comunque i soldi che lo spingono a preparare un messaggio di addio alla Williams e alla Formula 1 quanto il tradimento da parte di Frank Williams. Nigel è venuto a sapere di Prost a Spa ma Frank lo ha tranquillizzato, anche in virtù di un accordo verbale raggiunto a Budapest. Adesso i giochi sembrano invece fatti e Nigel è colpito da frustrazione e demotivazione.

Prende il via il weekend ufficiale e Nigel riesce ad ottenere la pole ma con un vantaggio esiguo, visti i distacchi stagionali, di appena sei decimi su Senna mentre Alesi, terzo, precede Patrese.

Dopo il warm-up arriva la decisione: Nigel Mansell si ritira dalla Formula 1. Dichiarerà : “Avevo firmato con la Williams un contratto biennale con opzione per il terzo anno. In Ungheria, davanti a mia moglie Rosanne e altri testimoni, si era raggiunto un accordo. Nei giorni successivi è cambiato tutto. Solo in Belgio ho saputo che la squadra aveva ingaggiato Prost, Frank Williams non me ne aveva mai parlato così come della possibilità  di ingaggiare Ayrton Senna. Improvvisamente mi ha detto che non c’era più posto per me in squadra. Questo perché, siccome Senna si era offerto gratuitamente, io, tre giorni dopo Budapest, avrei dovuto ridurmi l’ingaggio. Io sono qui in attesa di un’offerta e ho preso contatti con altri. La squadra sta preparando una nuova vettura con accorgimenti tali da permettere di guadagnare un altro secondo al giro. Ormai sono i computer, i sistemi elettronici che decidono le gare. La Williams sta mettendo a punto una specie di ABS per ottimizzare la frenata che porterà  ulteriori vantaggi, considerando che le vetture più strette avranno minor tenuta di strada, saranno più veloci e dovranno essere rallentate meglio. Io ho detto al team di andare avanti nelle trattative con Senna, non per denaro ma perché ho sempre dato importanza ai rapporti umani ed ero rimasto scosso dalla fine del rapporto tra me e i capi della Williams. Per me è stato decisivo. Mi sono trovato di fronte ad una carenza di informazioni e improvvisi cambi di opinione. Non ho più trovato nella Williams, almeno nella parte dirigenziale, riscontro ai miei entusiasmi e ai miei sacrifici. Le cose sono cambiate e lascio un mondo con cui non sono più in sintonia. Ringrazio la Williams per ciò che ha fatto per me, io ho dato il massimo. Non sono pronto a lasciare del tutto le corse, amo troppo la competizione, penso di provare, se mi vogliono, nella formula Indy”. Patrese dopo il Gran Premio rincara la dose con parole di fuoco verso la Williams: “Sono furioso per la storia di Nigel, il clima che si è venuto a creare in una squadra che ha vinto tutto. Mi sembra chiaro a questo punto che ci sono difficoltà  di gestione”.

In mezzo a queste dichiarazioni, si svolge anche il Gran Premio d’Italia che Nigel vorrebbe regalare al compagno di squadra Patrese che non ha ancora vinto una gara. Il Gran Premio prende il via con Mansell che conserva la testa e Patrese rinviene su Alesi e Senna, portandosi al secondo posto.

Dopo aver guadagnato un buon margine, Nigel lascia passare Riccardo, finchè al 41° giro il neo campione del mondo inglese è costretto a ritirarsi definitivamente per un problema idraulico dopo che in un giro ha perso dodici secondi per un altro problema al cambio. La gara termina con la vittoria di Senna che ha approfittato del rallentamento di Patrese che, nonostante un problema idraulico identico a quello di Nigel, è riuscito a chiudere al quinto posto finale.

 

Martedì 15 settembre la Williams risponde con un comunicato stampa: “Nei nostri programmi Mansell era inserito come il pilota di punta della scuderia per il prossimo campionato. Gli abbiamo fatto numerose offerte che lui ha sempre rifiutato, spingendosi, domenica scorsa a Monza, ad annunciare il suo ritiro. Mi dispiace per i suoi tifosi ma noi siamo una grande squadra inglese che però non è riuscita a trovare degli sponsor inglesi per sostenere il programma tecnico e finanziario che nel 1993 sarà  molto impegnativo. Abbiamo la responsabilità  di pensare al futuro della squadra e delle 200 persone che vi lavorano. Fin dall’inizio dell’anno, Nigel mi aveva detto di volersi ritirare nel caso avesse vinto il titolo. Non ci credevo e invece ha fatto esattamente così. Evidentemente le sue motivazioni erano ben determinate. Lo ringrazio ed auguro a lui e alla sua famiglia il meglio per il suo futuro”.

Il 19 settembre arriva l’annuncio ufficiale: Nigel Mansell si trasferisce negli Stati Uniti e correrà  il campionato 1993 con la scuderia Newman Haas Racing.

 

Quindici giorni dopo il weekend monzese, si torna a correre all’Estoril per il Gran Premio del Portogallo e Nigel ottiene ancora la pole position davanti a Patrese e le due McLaren. Alla fine delle prove, Alain Prost ufficializza il suo ritorno, precisando che Senna non sarà  il suo compagno ma non è stato lui a non volerlo. La domenica, dopo una partenza regolare con le due Williams davanti alle McLaren, la prima emozione arriva con un pit stop lento di Patrese che lo proietta in quarta posizione. Successivamente, in uno degli incidenti più spettacolari e incruenti della storia della F1, Patrese sorpassa Berger nel momento in cui questi decide di rallentare per entrare ai box per il cambio gomme. La Williams si impenna finendo quasi in corsia box: tutti incolumi ma molti detriti in pista per i quali si verificheranno numerose forature (Senna due volte). Nigel prosegue fino alla vittoria finale, la nona dell’anno. Nella conferenza stampa, dedicata ai protagonisti del podio, Senna accusa Prost di antisportività  e di non aver voluto in Williams né lui né Mansell e Mansell, perfettamente d’accordo, ringrazia il Brasiliano.

Il 23 ottobre comincia il weekend di gara a Suzuka, Nigel vorrebbe regalare la vittoria al compagno di squadra Patrese. Nigel e Riccardo cominciano bene e il venerdì si piazzano in prima fila provvisoria con il padovano a otto decimi dall’inglese e le McLaren dietro. Il sabato la pioggia lascia immutata la classifica e la domenica le Williams riescono a scappare complice anche il ritiro di Senna per la rottura del motore. Nigel prima guadagna poi perde terreno e lascia a Patrese la prima posizione, per ritirarsi al 44° giro col motore rotto, l’unica rottura dell’anno del V10 Renault. Riccardo può finalmente vincere la sua prima corsa dell’anno e Nigel lo attende per complimentarsi.

 

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La partenza di Suzuka

 

L’8 novembre 1992 si chiude il mondiale in Australia. Nigel ci tiene non solo per incrementare il suo bottino monstre di 108 punti ma anche perché non ha mai vinto in Oceania e questa potrebbe essere l’ultima gara della sua carriera. Ottiene la sua trentunesima pole in carriera, quattordicesima dell’anno su sedici gare, una percentuale altissima dell’88%. Nigel precede Senna di mezzo secondo, Patrese e Berger. Nigel riesce a tener testa a Senna in un bel duello che vede i piloti migliorare i tempi sul giro continuativamente. Poi, al 18° giro, Senna tampona Mansell, spedendo sé stesso e il rivale fuoripista. I due tornano ai box ignorandosi e questa, purtroppo, sarà  anche l’ultima occasione in cui i due si vedranno. Nigel racconterà  poi: “Il weekend stava andando bene. Fino al 18° giro, stavo facendo il possibile senza strafare. Poi Ayrton in una curva mi è venuto addosso, eliminando anche me. Era un peccato perché non avevo ancora vinto in Australia e poteva essere una buona occasione per farlo. Potevo lasciare la Formula 1 nella maniera migliore in quella che credevo essere la mia ultima gara. Ma Ayrton aveva la fissa che se non era lui a vincere, allora non avrebbe dovuto farlo nessun altro. I limiti sui quali spingeva in quello occasioni erano semplicemente illogici e quella era una di quelle occasioni. I commissari non sembravano interessati alle proteste che facevo verso di lui, e allora per non creare casini, preferii andarmene subito dal circuito, calando definitivamente il sipario sulla F1. Ayrton e io non ci parlammo minimamente dopo l’episodio e quella fu anche l’ultima volta che lo vidi.”

Il campionato termina con un incidente ma ha portato nove vittorie, quattordici pole position, otto giri veloci, quattro hat tricks, numeri riconducibili al 1952-1953 di Ascari e la sua Ferrari 500 F2.

L’anno si chiude l’8 dicembre 1992 con la consegna dei caschi d’oro e Nigel, che si è operato per rimuovere una scheggia ossea dal piede dopo l’infortunio di Adelaide 1991, zoppo ma combattivo  si fa sentire: “I piloti sono come degli impiegati, è stato deciso che si poteva fare a meno di me e di Senna, ma evidentemente non si può fare a meno di Prost! Questo è stato licenziato dalla Ferrari ma ha eliminato noi in un colpo solo! E per dargli una mano sono scesi in campo un fornitore di motori, uno di benzina e un governo intero! Ho sentito tante bugie l’anno scorso ma io sono un pilota, non un politico! Voglio rispetto perché sono un pilota professionista e perché ho sempre detto la verità . Non mi interessa comunque, io sono un pilota della Formula Cart e non ho rimpianti, anche se qualcuno ha contattato il manager Haas. Anzi invito anche Ayrton Senna a seguirmi, potremmo divertirci molto.”    

 

Riassunto di vari momenti del 1992:

http://www.youtube.com/watch?v=TAYcJhBTyew&playnext=1&list=PLD30F676DA20570E0&feature=results_main

 

 

Fine Ottava Parte - Grazie a Gio per il contributo fotografico

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Nigel Mansell - Il Leone d'Inghilterra - Nona parte

 

Scusandomi ancora con i miei venticinque lettori (cit.) per il ritardo, continuiamo.

 

Il 1993 in pista per Nigel comincia presto. Il 16 gennaio ci sono i primi test a Phoenix per la Formula Cart. Si dice che la Ferrari, dopo il Gran Premio del Giappone 1992, abbia tentato un’offerta dell’ultimo minuto da 16 milioni di dollari ma Mansell ha già  compiuto la sua scelta e rifiuta. Il pilota deve prendere confidenza con la nuova macchina, la nuova formula e alla fine dichiara di non aver scelto per i soldi ma per gli stimoli della nuova sfida. Si dice anche sorpreso dalla gentilezza di tutti nei suoi confronti e si prepara per sostituire al meglio Michael Andretti che è passato alla McLaren.

Il 20 marzo si fa sul serio, Nigel e la sua Lola T93 a motore Ford Cosworth XB con lo storico Red Five sul musetto sono a Surfer’s Paradise per le qualifiche e il Leone ruggisce subito: 1:38.555 pole con tre decimi di vantaggio su Emerson Fittipaldi, Mario Andretti, suo compagno di squadra, è sesto con la sua Lola a oltre sei decimi. Per seguirlo arrivano giornalisti da tutto il mondo e, nel weekend, vengono distribuiti 800 pass stampa, un numero inferiore soltanto a quelli per Indianapolis. Alla stampa si dichiarerà  soddisfatto ed emozionato per una nuova avventura che comincia nello stesso paese, l’Australia, dove era terminata la carriera in Formula 1. Il giorno dopo l’emozione sparisce perchè Mansell, nonostante qualche difficoltà  dovuta ai crampi, stabilisce un incredibile hat trick, vincendo in rimonta su Fittipaldi e Robby Gordon, emozionando così anche i suoi tifosi italiani che lo seguono sugli schermi grazie all’emittente Telemontecarlo. In 84 anni di storia della serie, mai un rookie aveva debuttato così e, dai tempi di Graham Hill, nessuno aveva più vinto al debutto.

 

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Il 3 aprile però, sull’ovale di Phoenix le cose vanno male: Nigel ha un incidente in prova, rimane per dieci minuti intrappolato tra le lamiere, e viene ricoverato in ospedale dove emerge una commozione cerebrale. Ovviamente non prende parte alla gara, vinta da Mario Andretti.

 

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Gran botta a Phoenix

 

Dopo due settimane può tornare in macchina e si presenta a Long Beach, dove ottiene la pole position, senza riuscire però a vincere: il trionfatore sarà  Paul Tracy e il campione del mondo in carica della Formula 1 sarà  terzo.

Il 30 maggio è l’appuntamento più atteso, la settantasettesima edizione della 500 miglia di Indianapolis. Mansell ci arriva da rookie ma è intenzionato a dar battaglia anche perché un nutrito battaglione di giornalisti si è presentato appositamente per lui. Nigel tra l’altro ha ulteriori difficoltà  perché, avendo saltato la gara di Phoenix, non ha di fatto mai corso su un ovale (Surfer’s Paradise è infatti un circuito stradale). Inoltre, il 28 aprile si è dovuto sottoporre a un intervento chirurgico alla schiena per i postumi dell’incidente di Phoenix e non ha potuto prender parte ai test di orientamento per i debuttanti. Nonostante questo, a causa della lunga esperienza, l’USAC gli permetterà  di saltare le normali procedure. Altri cambiamenti hanno però riguardato tutti: a seguito dei tanti incidenti dell’edizione precedente, si è cercato di rallentare le macchine per proteggere maggiormente i piloti e modificare gli angoli d’impatto. Sono state così imposte ali posteriori più piccole, cambi al musetto e rifacimenti alle linee che delimitano la pista per scoraggiare tagli.

Dall’8 aprile cominciano le prove e il Red Five comincia il suo programma di avvicinamento, migliorandosi costantemente e impressionando: mercoledì 12 gira alla media di 218,579 mph, il giorno dopo è sesto assoluto con una media di 224,372 mph, venerdì 14 è addirittura secondo ritoccando il suo tempo in 224,949 mph. Sabato 15 maggio è il Pole day e Mansell, dopo un giro in 221,811 mph ha un’esitazione in uscita dalla curva 4, alza il piede, abbassando inevitabilmente la media, e chiude dopo il terzo giro con una media di 220,255 mph che gli valgono l’ottava posizione, secondo tra i rookie dopo Johansson ma davanti allo storico rivale Piquet, che dopo il terrificante botto del 1992 è tredicesimo.

La seconda settimana di prove ha in venerdì 21 il picco quando Nigel è il più veloce con la ragguardevole media di 225,468 mph, mentre sarà  secondo nel Carburetion Day giovedì 27.

La gara, finalmente, parte, Nigel è nel gruppo dei migliori e nella prima metà  dimostra buon adattamento a questa corsa, è quarto ma dal quarantasettesimo giro inizia ad attaccare e passa Fittipaldi per la terza posizione, dopo un bel duello supera anche Andretti per la seconda e al giro 56 passa Luyendyk ma entrando al pit in quello stesso giro “formalmente” non ha ancora guidato la corsa. Dopo la serie di pit stop, Nigel è in testa. Al giro 89 esce una bandiera gialla, i piloti si fermano ma Mansell perde quaranta secondi perché arriva un po’ lungo e oltrepassa la sua piazzola. L’inglese riesce a rientrare nel gruppo e condurre la gara che si decide, come sempre, nelle ultime battute. Al giro 182 Lyn St. James provoca una bandiera gialla, due giri dopo alla ripartenza, Nigel commette un errore dovuto alla sua inesperienza con gli ovali: esce troppo lentamente dalla curva 4, permettendo a Fittipaldi e Luyendyk di passarlo dopo il rettilineo successivo, nonostante il suo tentativo di bloccarli, una volta realizzato l’errore commesso. Dopo un contatto con le barriere al giro 192 dove riporta un lieve danno ad una sospensione, il baffuto pilota non può più vincere e chiude terzo davanti al rimontante (e furioso) Raul Boesel. L’esperienza ha giocato Mansell e premiato Fittipaldi ma la prestazione è comunque buona, visto che è il primo rookie in 23 anni a completare la storica 500 miglia, ha guidato in testa per 34 giri e vinto il premio come miglior rookie. Nelle interviste si dirà  soddisfatto per il risultato anche se dirà  di aver ritardato nell’accelerare per essere sicuro di non infrangere alcuna regola e si dirà  sorpreso del modo in cui Luyendyk e Fittipaldi lo hanno passato ma non presenterà  reclamo e formerà  un podio per la prima volta composto tutto da piloti non americani.

 

Highlights da Indianapolis:

 

http://www.youtube.com/watch?v=4_p1UB8N7iI

 

Il 6 giugno a Milwaukee, Nigel mette tutti in fila e centra la seconda vittoria della serie davanti a Boutsen e Emerson Fittipaldi. Il 13 giugno, a Detroit, ottiene la pole e il giro veloce ma è costretto al ritiro e vince Danny Sullivan.

Dopo due settimane, a Portland nell’Oregon, Nigel è secondo dietro a Fittipaldi, dopo aver ottenuto la pole ma essere stato costretto a un giro su tre ruote.

Il mese di luglio vede in programma le gare di Cleveland e Toronto che portano a un terzo posto e ad un ritiro in terra canadese dove è vittima di tre incidenti in due giorni.

Il Primo Agosto Mansell torna a vincere a Brooklyn nel Michigan in una 500 miglia considerata difficile come la storica gara di Indianapolis.

Una grande soddisfazione arriva a Loudon, New Hampshire sette giorni dopo: l’otto agosto Nigel compie quarant’anni e il Leone festeggia con un meraviglioso hat trick che gli permette di guidare la classifica con 25 punti di vantaggio su Fittipaldi. Molti fan lo omaggiano e il pilota ricorderà  nella sua autobiografia questa vittoria come uno dei dieci migliori momenti della sua carriera.

A Road America, a Elkhart Lake nel Wisconsin, ottiene un preziosissimo secondo posto dietro a Paul Tracy che lo avvicina al titolo.

 

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Il 29 agosto, sullo stradale di Vancouver, ottiene “solo” un sesto posto nella tredicesima gara del campionato mentre a Mid Ohio, dopo un’illusoria pole position, è classificato addirittura dodicesimo.

Il Leone mette di fatto il sigillo sul campionato alla penultima gara, il 19 settembre a Nazareth vincendo la corsa. Il 3 ottobre il campionato si chiude a Monterey, California e Nigel è ancora Campione, un risultato straordinario per un debuttante e la curiosa coincidenza di poter essere campione della Formula Cart e campione del mondo di Formula 1 contemporaneamente, non essendo ancora assegnato il titolo 1993 nel Vecchio Continente.

Chiude il suo anno trionfale con 5 vittorie in 15 corse, 7 pole position, 9 podi, 4 giri veloci e 191 punti.

 

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Mansell è richiestissimo e, dopo una presunta richiesta affinchè guidasse la Ferrari nei Gran Premi finali di Giappone e Australia, a fine ottobre partecipa al TOCA Shootout del British Touring Car Championship a Donington Park. Con la sua Ford Mondeo, a sei giri dalla fine, avrà  un pauroso incidente ad oltre 200 Kmh all’uscita dell’Old Hairpin, dopo un contatto con la Nissan di Needell che lo farà  girare e impattare contro il muro delle gomme sotto al ponte. Occorreranno oltre venti minuti per estrarlo dalla vettura, anche se per fortuna il pilota non riporterà  gravi conseguenze.

 

http://www.youtube.com/watch?v=aVvebZwmLKU

 

Dopo questo spavento finale Mansell può andare in vacanza e prepararsi al 1994, quando dovrà  fronteggiare la crescente rivalità  col compagno di squadra Mario Andretti e difendere il suo titolo.

 

Fine Nona Parte - Grazie a Gio per il contributo fotografico

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  • leopnd changed the title to Nigel Mansell

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