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    Nigel Mansell

    Oggi vi voglio parlare di un altro Cavaliere del rischio, uno dei più amati (ma anche criticati) dalle folle, uno dei “Fab Four”, uno che ha corso contro i piloti più forti della storia, uno che nasce come “Mansueto” ma che tira fuori in qualche anno tutta la sua grinta e il suo temperamento con sorpassi e corse da leggenda fin a diventare il “Leone d’Inghilterra”, oggi parlo di Nigel Mansell. Nigel nel 1980 Nigel Ernest James Mansell nasce l’8 Agosto 1953 ad Upton upon Severn nel Worcestershire, vicino a Birmingham, da Eric e Joyce Mansell. E’ il terzo di quattro figli di una famiglia che, a causa del lavoro del padre, è costretta a frequenti spostamenti e trasferimenti; questo aiuta Nigel a maturare precocemente e fa sì che impari a sbrigarsela presto da solo, fin da ragazzino. Nigel eredita dai suoi genitori la passione per la velocità : il padre lo porta a vedere le corse che si disputano nei dintorni e assiste nel 1962 alla vittoria di Jim Clark a Silverstone, diventando un tifoso dell’indimenticabile Scozzese. Le sue prime esperienze in macchina risalgono a quando ha appena sette anni, quando “collauda” la macchina del padre in un campo vicino a casa. Ma Nigel si diverte e così il padre acquista per 25 Sterline il suo primo Kart, un ibrido, “un aggeggio spinto da un motore per falciatrici” come ricordò il baffuto pilota anni dopo. Nigel comincia a usarlo come mezzo di locomozione e gira per le campagne inglesi, lanciandosi a tutta velocità nelle strade che collegano i vari appezzamenti. Finchè all’età di 10 anni, un anno prima di quello che sarebbe il limite minimo consentito, ottiene la prima licenza e inizia a correre. Ottiene la sua prima vittoria a 14 anni anche perché corre con la filosofia che la vittoria è tutto e la sconfitta non deve esistere. Nigel contemporaneamente studia, è un buon alunno seppur non eccezionale e soprattutto dimostra una gran testardaggine, unita a senso della competizione e determinazione. Si specializza in ingegneria e comincerà anche a lavorare come ingegnere (farà anche per 11 anni il poliziotto), oltre che come addetto delle pulizie, prima di dimettersi per dedicarsi completamente alla carriera di pilota. Nel 1976 Nigel decide di far sul serio e, nonostante la contrarietà del padre che voleva che rimanesse sui kart e non passasse alle formule maggiori (cosa che succederà anche ad Ayrton Senna anni dopo), passa alla Formula Ford 1600 Inglese. Mansell investe anche 15 Sterline in una sorta di scuola guida per la Formula Ford, una giornata di lezione che sarà utilissima al pilota. Il debutto è trionfale: con la sua Hawke DL ottiene sei vittorie su nove gare disputate, trionfando subito alla sua prima gara a Mallory Park. Nigel capisce che ce la può fare e non ha esitazioni ad investire i suoi risparmi per continuare il suo sogno. Il 1977 è l’anno del trionfo: Mansell vince il titolo di Formula Ford con la Crossle 32F con 33 vittorie in 42 gare nonostante importanti lesioni vertebrali per un incidente durante dei test a Brands Hatch. I dottori che lo ricoverano in ospedale lo informano che è stato molto fortunato perché è andato molto vicino a rimanere tetraplegico e dovrà rimanere ricoverato per sei mesi oltre a dover interrompere la sua carriera. Nigel per tutta risposta esce dall’ospedale per continuare a correre anche perché ha lasciato il suo lavoro di ingegnere aerospaziale e venduto parte dei suoi beni per finanziarsi la carriera in Formula Ford. Disputa anche una gara di Formula 3 a Silverstone con la Lola T570 giungendo quarto. Nel 1978 Nigel, convinto dopo il buon debutto, decide di rischiare e passare alla Formula 3 e fa bene perché sarà un anno cruciale per la sua carriera. Il rischio sta nel fatto che Mansell per finanziarsi ha deciso addirittura in accordo con la moglie Rosanne di vendere la propria casa. La prima gara dell’anno gli dà ragione perché ottiene la pole position e arriva secondo in gara con la March 783, piazzamento fondamentale per fargli ottenere sponsor. L’illusione dura poco perché, per un accordo con lo sponsor Unipart, la squadra usa motori Triumph Dolomite largamente inferiori ai motori Toyota, usati da chi guida il campionato. Nigel, con materiali inferiori e poco affidabili, può poco e si trova senza soldi e senza squadra dopo altre quattro gare che gli hanno portato tre settimi e un quarto posto. La sua grinta e il suo coraggio non sono però passati inosservati e gli viene offerto un volante con la Chevron per la Formula 2 nella gara di Donington ma è sfortunato perché un incidente in prova gli fa mancare la qualifica. La pista di Donington gli sorride però nella “BMW County Championship” quando vince con una BMW 320I, disputando tre ulteriori gare. Il 1979 fu un altro anno fondamentale. Mansell trova posto nella squadra di David Price di Formula 2 e arriva ottavo in campionato ma sono molti gli eventi da ricordare di quell’anno. In squadra non è più obbligato a trovare sponsor ma viene addirittura pagato e gli obblighi contrattuali lo fanno lavorare come rappresentante per la Unipart. Mansell riesce alla sua prima apparizione a Montecarlo a qualificare, unico in squadra, la sua March. Il 25 marzo vince a Silverstone la sua prima gara di Formula 3 dopo aver lottato con Eddie Jordan e Andrea De Cesaris. Il romano è un suo feroce avversario e per un incidente di gara ad Oulton Park, provocato da De Cesaris, l’inglese riporta una rottura ad una vertebra che lo costringe in ospedale e fa rischiare, nuovamente, la paralisi. Mansell si morde le mani anche perché le sue qualità e il suo coraggio sono stati notati un po’ da tutti in Formula 1 dopo l’exploit di Montecarlo in particolare dallo storico Team Lotus che tramite Peter Collins lo contatta per un test in cui la squadra avrebbe scelto un titolare e un test driver. Nigel in realtà non è minimamente in grado di guidare e lo stesso Colin Chapman, uomo solitamente cinico e del tutto disinteressato o quasi alla salute dei suoi stessi piloti, esprime forti dubbi sulla presenza dell’inglese. Mansell però, memore dei sacrifici fatti per arrivare a giocarsi questa occasione, vuole esserci ad ogni costo e comunica Chapman che sarà presente, come concordato, ai test. Per mantenere fede alla sua parola, ingurgita tutti gli antidolorifici che trova e si reca a Le Castellet. Effettuato il test, Nigel non viene scelto per il ruolo di titolare che va a Elio De Angelis che aveva già disputato la stagione 1979 con la Shadow DN9 ed era arrivato quarto nell’ultimo Gran Premio dell’anno negli USA Est. Il pilota inglese viene però scelto come test driver. In realtà per la Lotus fu una seconda opzione: inizialmente doveva essere Stephen South a ricoprire il ruolo di terzo pilota ma a causa delle eccessive richieste contrattuali del pilota questi fu rimosso e Mansell ripescato. South in seguito provò a qualificarsi al posto dell’infortunato Prost a Long Beach nel 1980 senza successo, per concludere drammaticamente la sua carriera con le vetture Can Am in un incidente a Trois Rivieres in Canada dove perse una gamba. Mansell, come detto, era il nuovo pilota per i test della Lotus e riuscì anche a spuntare un contratto particolarmente favorevole con la possibilità , oltre che di guidare la Lotus, di correre in altri campionati e la possibilità anche di debuttare in Formula 1 in un anno che lo ha visto guidare in Formula 3, in Formula 2 e avvicinarsi all’apice, la Formula 1! Se per Mansell il 1980 fu un anno decisamente positivo con il debutto in Formula 2, il riconoscimento delle sue qualità e la fiducia del team nell’affidargli lo sviluppo del nuovo motore Honda, non fu così per la Lotus che disputò uno dei suoi peggiori campionati con ritiri in serie e piazzamenti deludenti. A Long Beach, il 30 marzo, le vetture di Chapman disputano una gara disastrosa e al quarto giro sono fuori entrambe per incidente. Si può capire quindi la sfrontatezza con cui Mansell incontrando Chapman afferma che il problema della Lotus era… che non la stava guidando lui! Chapman tiene d’occhio il giovane pilota e lo convoca per dei test a Silverstone dove, in una dozzina di giri, Mansell stabilisce il record della pista per la scuderia, guadagnandosi il rispetto e le attenzioni non solo di Chapman ma dell’intero team Lotus, inizialmente un po’ freddino nei confronti del giovane Nigel. Fu solo il primo di una serie di test per Nigel che vede coronare il suo sogno il 17 agosto 1980 quando Colin Chapman decide di affidargli la terza Lotus, il modello sviluppato 81B, per il Gran Premio d’Austria. Il debutto non è propriamente un trionfo per Nigel che qualificatosi ultimo (ma Andretti è più veloce solo di mezzo secondo) si deve ritirare al quarantesimo giro, a quattordici dalla fine, per la rottura del motore. Inoltre qualche minuto prima della partenza si accorge di un problema di perdita di benzina tra il telaio e il sedile che provoca nel corso della gara ustioni e dolori di primo e secondo grado ai glutei. La seconda gara, due settimane dopo a Zandvoort, non va molto meglio e a tradire Mansell sono i freni. A Imola poi non si qualifica e salta il Gran Premio del Canada e degli USA a Watkins Glen con cui si conclude il campionato perché Andretti ha demolito la sua macchina e Mansell è costretto a cedere la sua. Nigel in Formula 2 a Silverstone. In Formula 2 a Zandvoort A Zandvoort con la Lotus Per il 1981 Chapman deve scegliere un pilota titolare da affiancare a Elio De Angelis, perché Mario Andretti dopo cinque campionati ha deciso di passare all’Alfa Romeo e la scelta cade su Mansell che diventa titolare a tutti gli effetti. Il 7 febbraio, in una gara non valida per il Mondiale per la lite in corso tra FIA e FOCA, a Kyalami, Mansell si mette in luce sotto la pioggia cominciando ad acquisire popolarità e confermando la bontà della scelta di Chapman che ha optato per lui al posto di Jean Pierre Jarier, pilota molto più esperto e che finisce alla Ligier. Il mondiale comincia a Long Beach e Nigel con la sua 81B parte bene con un settimo posto in griglia, purtroppo finisce male con un ritiro al venticinquesimo giro. La prima stagione vedrà il pilota quattordicesimo in classifica con otto punti, frutto di un podio a Zolder, un quarto posto a Las Vegas e un sesto in Spagna. Aldilà di questi risultati c’è un settimo posto a Digione e un undicesimo a Rio, il resto delle gare non sono completate da Nigel. Un fattore comune per lui che nella sua avventura in Lotus riuscirà a completare solo 24 gare delle 59 cui parteciperà . Il primo gran risultato di Mansell è il terzo posto di Zolder, una gara tristissima per la Formula 1 che ha visto la morte di un meccanico della Osella in prova e un incredibile incidente ad un meccanico della Arrows in partenza. E’ successo che Patrese ha spento il motore e un suo meccanico, tanto zelante quanto imprudente, è entrato in pista con l’avviatore per farlo ripartire nel momento in cui Stohr arriva da dietro. Il meccanico viene investito in pieno e soccorso nel caos più totale con le macchine che passano accanto ai soccorritori. Per merito di Pironi la gara si ferma e il meccanico seppur ferito gravemente alle gambe, si salva. Nigel è sconvolto da ciò che ha visto e deve intervenire sua moglie per calmarlo. Mansell sa che se scendesse dalla macchina probabilmente non risalirebbe più su una Formula 1 quindi rimane dov’è e parte per una gara che gli darà il primo podio della sua carriera alla settima apparizione nella categoria regina. Il piazzamento è reso ancor più prestigioso dal fatto che la gara si svolge sotto la pioggia, motivo per cui verrà interrotta al 54° dei 70 giri in programma, e ha duellato, precedendolo, con Gilles Villeneuve. Review della gara di Zolder: Ultimi giri della gara di Zolder: Nigel nella gara di Zolder Il podio di Zolder A Monaco A Las Vegas Quello di Zolder rimarrà anche il miglior risultato di Mansell in Lotus che riuscirà a ripetersi al terzo posto altre quattro volte. Intanto Nigel comincia a legarsi sempre più a Chapman e alla squadra grazie alla sua generosità e coraggio. Il boss Colin pensa di aver trovato un diamante e si entusiasma: al Gran Premio di Monaco per festeggiare il terzo posto in qualifica del suo pupillo con la nuova 87, gli raddoppia lo stipendio; la mossa non porta molta fortuna nell’immediato, visto che Mansell si ritirerà , come al solito, per fragilità della macchina, di una sospensione in questo caso. Fine Prima Parte Ringrazio Gio per il contributo fotografico
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