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Ayrton Senna


Luke36

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Che cos’è allora un idolo, cosa rappresenta? Me lo chiedevo quando ancora non sapevo darmi una risposta, definire un significato. Mancava un tassello per terminare il mosaico e quel tassello ha una data precisa, per tutti. Quella in cui lui il tuo punto di riferimento cade: metaforicamente, fisicamente, idealmente. Lì capisci definitivamente quanto è importante, quanto ti ha dato, quanto ti ha insegnato ed accompagnato nel tuo percorso di vita. È lì che il significato si fa chiaro, è lì che capisci quanto stai perdendo. È lì che il legame si stringe ancor di più.

E chi se ne frega se gli altri non capiscono, se non afferrano che nella vita a volte ci si deve aggrappare ad un estraneo per sentirsi parte di qualcosa. È un problema loro. Il mio, di problema, è ben più importante del non capire degli altri: perché l’assenza è quotidiana, costante, silenziosamente stordente. E non bastano certo due giorni all'anno per raccontarla.

 

Queste righe vengono dalla tastiera di quel meraviglioso raccontatore della Formula 1 in termini sentimental-letterari che è il mio amico @alessandrosecchi in questo suo articolo dedicato a Michael Schumacher http://www.passionea300allora.it/ti-mai-chiesto-cose-un-idolo/ ma è perfettamente applicabile nel mio caso per Ayrton

Remembering Ayrton

Cs1ARtn.jpg

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2 ore fa, Ayrton4ever ha scritto:

Che cos’è allora un idolo, cosa rappresenta? Me lo chiedevo quando ancora non sapevo darmi una risposta, definire un significato. Mancava un tassello per terminare il mosaico e quel tassello ha una data precisa, per tutti. Quella in cui lui il tuo punto di riferimento cade: metaforicamente, fisicamente, idealmente. Lì capisci definitivamente quanto è importante, quanto ti ha dato, quanto ti ha insegnato ed accompagnato nel tuo percorso di vita. È lì che il significato si fa chiaro, è lì che capisci quanto stai perdendo. È lì che il legame si stringe ancor di più.

E chi se ne frega se gli altri non capiscono, se non afferrano che nella vita a volte ci si deve aggrappare ad un estraneo per sentirsi parte di qualcosa. È un problema loro. Il mio, di problema, è ben più importante del non capire degli altri: perché l’assenza è quotidiana, costante, silenziosamente stordente. E non bastano certo due giorni all'anno per raccontarla.

 

Queste righe vengono dalla tastiera di quel meraviglioso raccontatore della Formula 1 in termini sentimental-letterari che è il mio amico @alessandrosecchi in questo suo articolo dedicato a Michael Schumacher http://www.passionea300allora.it/ti-mai-chiesto-cose-un-idolo/ ma è perfettamente applicabile nel mio caso per Ayrton

Remembering Ayrton

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Non possono capire, e forse è anche più bello così. 

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Il 28/12/2017 at 15:18 , Ayrton4ever ha scritto:

Che cos’è allora un idolo, cosa rappresenta? Me lo chiedevo quando ancora non sapevo darmi una risposta, definire un significato. Mancava un tassello per terminare il mosaico e quel tassello ha una data precisa, per tutti. Quella in cui lui il tuo punto di riferimento cade: metaforicamente, fisicamente, idealmente. Lì capisci definitivamente quanto è importante, quanto ti ha dato, quanto ti ha insegnato ed accompagnato nel tuo percorso di vita. È lì che il significato si fa chiaro, è lì che capisci quanto stai perdendo. È lì che il legame si stringe ancor di più.

E chi se ne frega se gli altri non capiscono, se non afferrano che nella vita a volte ci si deve aggrappare ad un estraneo per sentirsi parte di qualcosa. È un problema loro. Il mio, di problema, è ben più importante del non capire degli altri: perché l’assenza è quotidiana, costante, silenziosamente stordente. E non bastano certo due giorni all'anno per raccontarla.

 

Queste righe vengono dalla tastiera di quel meraviglioso raccontatore della Formula 1 in termini sentimental-letterari che è il mio amico @alessandrosecchi in questo suo articolo dedicato a Michael Schumacher http://www.passionea300allora.it/ti-mai-chiesto-cose-un-idolo/ ma è perfettamente applicabile nel mio caso per Ayrton

Remembering Ayrton

Cs1ARtn.jpg

"È una delle domande che, sembrerà strano, mi pongo tutti i giorni e che puntualmente non ha una risposta. Principalmente per il fatto che il mio punto di riferimento è una persona che non ho mai potuto vedere dal vivo, scavalco questo aspetto, quello che da piccolo mi frenava, mi lasciava in un limbo di solitudine e smarrimento dalla quale uscivo con una sua immagine o risvegliato da una sua parola e passo a quello che crescendo ho trovato essere la "ragione" a tutto ciò : Le Emozioni. Ognuno le vive in modo diverso e le descrive in maniera diversa, riguardano i più disparati ambiti della vita ma sono inevitabilmente parte della natura umana. Le mie le ritrovo in quel casco Giallo, li trovo la mia personale pace o ipotetico congiungimento con un mondo apparentemente tale e sinceramente non mi interessa cosa pensano gli altri perché la mia vicinanza a quel mondo è talmente particolare che bisogna esserci dentro per capire, da fuori si ha una visione superficiale, dettata dall"invidia o dal semplice fatto che loro, non ne hanno trovato ancora uno."

Mia risposta a quel meraviglioso articolo firmato dal nostro @alessandrosecchi !

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