Ayrton4ever Inviata April 14, 2014 at 17:58 Share Inviata April 14, 2014 at 17:58 Stavo facendo un conto per vedere le medie orarie delle pole (o del gpv in caso d'acqua) del 2013. A conferma dell'appiattimento estremo dei circuiti e della F1 su 19 gare ce ne sono 8 con una media oraria tra i 205 e i 207 Kmh.... 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Sévero Inviata April 15, 2014 at 08:57 Share Inviata April 15, 2014 at 08:57 Stavo facendo un conto per vedere le medie orarie delle pole (o del gpv in caso d'acqua) del 2013. A conferma dell'appiattimento estremo dei circuiti e della F1 su 19 gare ce ne sono 8 con una media oraria tra i 205 e i 207 Kmh.... Magari son tutti disegnati o ritoccati da Tilke? Sarebbe interessante come statistica. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ayrton4ever Inviata April 15, 2014 at 09:02 Share Inviata April 15, 2014 at 09:02 quasi tutti a parte Montreal e Interlagos, mi pare. E' vent'anni che questo campa disegnando circuiti con due rettilinei lunghi, un paio di curve da 90°, un tornante che gira su sè stesso, il tutto per circuiti da 5,4 - 5,5 km l'uno. Certo, è sempre meglio che lavorare.... 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare sundance76 Inviata May 21, 2014 at 14:25 Questo è un messaggio popolare Share Inviata May 21, 2014 at 14:25 Il testo dell'intervento di Mario Donnini a un recente convegno sul TT, ma vale per tutti gli sport del motore: Mario, le tue impressioni sulla serata? “E’ una bella idea e mi pare sia stata un successo. Guarda quanta gente c’è, saranno almeno duecento persone. Stando seduto sul palco vedevo davanti a me una muraglia umana, appassionata e pronta a carpire ogni segreto e aneddoto. Queste serate sono molto importanti per il motorsport, non solo perché ne permettono la diffusione in maniera diversa, ma soprattutto in quanto mette sullo stesso piano appassionati e personaggi del settore in maniera estremamente umile, come vuole lo spirito delle corse stradali. Vedi, le grandi categorie dello sport a motore si sono rivelate prive del richiamo che i grandi investimenti presupponevano. Poi però vedi serate come questa e scopri che è possibile radunare centinaia di persone che seguono altre corse e altri soggetti senza nemmeno dover accendere un motore. Quindi forse non sono tanto il rumore, il motore e la velocità, ma è piuttosto lo spirito (nel senso della passione intensa) ad attirare la gente e questa gente ha molto fiuto: arriva dove capisce e sa che c’è questo modo di fare e non dove si sente a malapena sopportata, rifiutata, a volte “crassata” perché(ride) paga biglietti costosissimi per spettacoli che non meritano. Sono segnali importanti. Ti dirò di più: alle presentazioni del libro che abbiamo fatto io e Mino (Giacomo Agostini, nda) in giro per l’Italia, dalla Sardegna a Cremona piuttosto che a Milano, a Varese o in Toscana, al Mugello, c’è stato sempre il pienone, minimo duecento persone. Questo significa che se lo sport del motore torna al livello della gente, la gente c’è. Se viceversa diventa una torre d’avorio, staccata dal mondo e piena di gente che se la tira, la gente se ne va”. Forse è proprio questo che attira delle road races… “Secondo me è proprio questo. Le road races piacciono per due motivi: da una parte c’è un rapporto non ipocrita tra uomo e rischio. Questo finalmente torna ad essere considerato uno sport…” e veniamo interrotti da un fan che si complimenta con Mario, lo ringrazia e ci scambia due battute. Mi piace l’interruzione così. Ha un sapore antico. “Bello eh? Comunque… stavamo dicendo, scusa?” Entrambi ridiamo. Cosa attrae delle road races. “Due fattori: innanzitutto, finalmente, qualcuno torna a parlare non ipocritamente del rapporto tra uomo e rischio. Con riferimento alle sue “punte di diamante”, Formula 1 da un lato e MotoGP dall’altro, il motorismo ha ipocritamente rimosso il concetto di rischio e queste due categorie sembrano dover diventare a tutti i costi sicure. Sicuramente è necessario proteggere l’incolumità di chi corre, però va preservata anche una dose di rischio ragionevole che in questo momento non c’è. Voglio dire, le pistine monotraiettoria, nelle quali fai le curve a 90/100 all’ora, poi sul rettilineo vai a 330, dopo di che hai una chicane e altre curve monotraiettoria, non hanno nulla a che vedere con il concetto di rischio. Questo è uno sport estremo, il motorismo è uno sport estremo. Negare questa sua natura è come svuotare l’oceano col tappo perché nelle regate in solitaria bisogna toccare il fondale per essere sicuri, oppure come mettere i materassi sotto il K2: sì, per carità, sempre un bel monte, è interessante salirci, ma diventa un’altra cosa. Il motorsport non è questo, non eravamo d’accordo, non era questo il concetto. Le road races hanno il pregio di riscoprire il pericolo in maniera non ipocrita, un rischio ragionevole che va affrontato con cervello, in maniera scientifica. Il secondo fattore che rende speciali le corse su strada è quello dell’umanità: il paddock è aperto, la gente ci entra, abbraccia i piloti, parla con loro, sorride. Questi sono i due aspetti rivoluzionari. Io non credo proprio che qualcuno voglia vedere gli incidenti e i piloti che si fanno male. Quello che si vuole è un rapporto con il pericolo che sia più ampio e purtroppo in Italia il rischio viene accettato solo alla lotteria o al Gratta e Vinci. Abbiamo rimosso completamente i concetti di libertà e di scelta consapevole e facci caso, basta che uno si faccia male in pista e dicono “mah, forse è il caso di fermarsi”, “mah, forse è il caso di riflettere”. Ma su cosa? Cosa vuoi riflettere? E’ una scelta consapevole! Se esistono le condizioni di sicurezza si corre il giorno stesso e se succede un evento grave la gara non deve neanche essere interrotta, perché esiste il “fattore sfiga”. Nel motociclismo c’è un tipo di contatto “moto su moto” che ahinoi esisterà sempre. Quello che è successo a Simoncelli e non solo a lui può accadere di nuovo, ma non ha nulla a che vedere con la pericolosità della pista. Bisogna che smettiamo di fare le anime belle e iniziamo a pensare che, purtroppo, il primo fattore della morte è la vita. Smettiamo di fare le anime belle”. Da grande appassionato e “insider”, come vivi quello che può succedere tutti i giorni in una corsa su strada? Gli ultimi esempi in ordine cronologico sono gli incidenti occorsi alla North West 200 al francese Franck Petricola e al talentuoso Simon Andrews, deceduto a soli 29 anni. Come reagisci tu a una notizia del genere? “Io penso che la North West sia una delle gare più importanti del panorama delle gare stradali, con un coefficiente di rischio ragionevole ma più alto rispetto ad altre. Che possa accadere l’incidente grave è normale, è tra le cose da mettere in conto. Il ritardo delle notizie credo sia dovuto alla necessità di prendere atto delle condizioni esatte del pilota, in modo da non fornire informazioni che possano impensierire i familiari e non dare comunicazioni in maniera intempestiva proprio perché troppo veloce. Al di là di ciò, secondo me episodi del genere sono cose che dobbiamo accettare. Vedi, se succede qualcosa a un alpinista o al navigatore in solitaria non abbiamo nessun tipo di reazione scandalizzata. Se succede qualcosa a un motociclista l’abbiamo, se succede qualcosa a un automobilista l’abbiamo, se succede qualcosa in autostrada non l’abbiamo. Bisogna che cominciamo a uniformare la nostra morale. La verità è che nello sport delle moto e delle macchine esiste un fattore, quello degli sponsor, che ha reso tutto isterico. Chi ha investito nel motorismo non sopporta l’idea che possa accadere qualcosa di grave e ha fatto in modo di creare in noi una coscienza d’autocensura. Se però l’incidente avviene in un weekend d’estate sulla A4 non ci sentiamo minimamente toccati e non abbiamo la stessa reazione. Allora, o facciamo sempre le anime belle e le suorine, oppure non le facciamo mai. Per me sarebbe bene che non le facessimo più”. Come vedi il pubblico italiano nelle road races? Premesso che probabilmente nel nostro paese ci sia una visione MotoGP-centrica o Superbike-centrica delle corse in moto, la risposta del pubblico italiano alle gare stradali ti sembra positiva, benché non paragonabile a quella del pubblico inglese per ovvie ragioni culturali e storiche? “Io paragonerei le road races al teatro e le gare del motociclismo “moderno” (e ci metto anche la F1) alla televisione, nel senso che il pubblico del teatro è molto più mirato, molto più di nicchia, colto, appassionato, in grado di decodificare le sensazioni forti che vengono dal contatto diretto con l’artista. In questo caso, passando dal teatro alle competizioni, direi che il pubblico italiano è stupendo, quantitativamente minore ma qualitativamente superiore a quello di tantissimi altri sport. Un pubblico che studia, che si informa, che legge e gode profondamente di questo modo riscoperto di atteggiarsi e soprattutto di questa ripresa della passione allo stato puro. Quindi io dico onestamente di preferire, anche come pubblico di quello che scrivo, sia come articoli che libri, avere della gente del genere piuttosto che coloro, che io rispetto comunque molto, che vanno a vedere la MotoGP e Valentino Rossi solo perché è bello e simpatico”. Una sorta di “massa ineducata”? “Be’, direi una massa che ha la possibilità di appassionarsi, studiare, capire e diventare a sua volta ancora più preparata. Però tra i due mi affascina di più senza dubbio quel pubblico che non necessariamente è più anziano, ci sono anche ragazzi di vent’anni o meno che sono meravigliosi nella loro preparazione (altrimenti non staremmo qui a parlare). A mio parere serate come questa, momenti come questi sono una gran cosa, come il fatto stesso che in Italia non esistano tanti libri sulla MotoGP e ce ne siano molti sul TT. Se il motociclismo vende è grazie a certi tipi di opere e non ad altre e questo mi rende molto orgoglioso”. Condivido e penso che diversificare, avere qualcosa di differente sia molto importante, anche dal punto di vista dell’appassionato duro e puro che non si accontenta del motorismo “mostrato” dai media e quindi va a cercare un’alternativa. “Tu guarda nelle auto, no? Guarda Le Mans quanto è cresciuta d’importanza rispetto a quello che era. Hanno provato a farci capire che bisognava correre gare che durano un quarto d’ora, su circuiti piccoli, con i paddock grandi e le hospitality. Ora però cosa sta trionfando (e le case ne stanno prendendo atto)? Lo spirito vero dell’automobilismo, che non è il Paddock Club a 5000 euro a weekend, ma è il loggione di Le Mans dove mangi la baguette, stai scomodo, fai la notte all’addiaccio e vicino all’Hunaudières vedi le macchine che passano a 300 all’ora nella notte come se ancora fosse vivo Steve McQueen. Ecco, è questo lo sport, è questo il motorismo. Tutto il resto, per carità, è giusto che esista, però per cortesia: le cose serie sono altre”. Un’ultima cosa: cosa stanno facendo a Monza? L’asfaltatura della via di fuga in Parabolica, la conseguente eliminazione da qualsiasi tipo di campionato motociclistico, l’infinito dibattito sul destino delle sopraelevate… “Sono situazioni molto diverse che hanno in comune solo una cosa, la politica. Purtroppo l’Italia è la patria della politica fine a se stessa, dei ghirigori, della scarsa fattività quando si tratta di difendere qualcosa di importante e della grande fattività quando si tratta di distruggere qualcosa di bello. Ecco, io credo che Monza sia una delle grandi patrie non solo dell’automobilismo, ma anche del motociclismo e come tale andrebbe tutelata. Il grande monumento delle Sopraelevate affonda le sue radici in un automobilismo eroico sfociante nel leggendario, vedi la sfida dei Due Mondi del ’57 e del ’58, quando per la prima e direi unica volta la civiltà degli ovali si è venuta a cimentare contro quella europea, quando AJ Foyt ha sfidato Luigino Musso, tanto per fare due nomi, o lo stesso Juan Manuel Fangio, che ebbe problemi e si ritirò subito ma era anche lui in gara. Voglio dire, se le Sopraelevate esistessero in Gran Bretagna diventerebbero un tempio come lo è diventata la parte di Brooklands che hanno salvato; Goodwood in parte lo è. Ecco, da noi qualcuno addirittura dice che sono un simbolo di insuccesso e andrebbero tolte; secondo me il vero simbolo di insuccesso è che l’Italia sia ignorante della storia e della cultura delle corse. Quelle sue curve sono simboli a tutti gli effetti, ma ci sono dei singoli che purtroppo non vogliono capire e rispettare quello che questo patrimonio per noi rappresenta. Sono i momenti in cui mi dispiace che non siamo inglesi, perché se lo fossimo capiremmo l’importanza della cultura delle corse, non solo il rumore e i profitti, ma la grande importanza che ha appassionarsi e capire che così come esiste Pompei, così come esistono le vestigia storiche di civiltà importanti e gloriose e così come esiste l’arte, così esistono questi due reperti. Le Sopraelevate sono arte postmoderna e con esse rischiamo di perdere con tutto quello di cui sono portatrici. Io dico “viva le sopraelevate, viva chi le difende” e credo che chi le attacca non abbia un punto di vista diverso dal mio, quanto piuttosto una profonda ignoranza”. In chiusura, Mario ci regala una perla. “L’Isola di Man è l’unico luogo in cui il sogno ha meno fantasia della realtà”. 9 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mur354n80 Inviata May 21, 2014 at 14:44 Share Inviata May 21, 2014 at 14:44 Stavo facendo un conto per vedere le medie orarie delle pole (o del gpv in caso d'acqua) del 2013. A conferma dell'appiattimento estremo dei circuiti e della F1 su 19 gare ce ne sono 8 con una media oraria tra i 205 e i 207 Kmh.... E formula standard ormai non F1 Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare sundance76 Inviata May 22, 2014 at 08:49 Questo è un messaggio popolare Share Inviata May 22, 2014 at 08:49 5 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare sundance76 Inviata June 21, 2014 at 07:06 Questo è un messaggio popolare Share Inviata June 21, 2014 at 07:06 Io credo che l'automobilismo, inteso come sport, abbia ormai passato la sua fase di maggior "espansione". Ormai dappertutto si vedono forzature tese a "mantenere le posizioni" o comunque a limitare i danni, se posso continuare a usare la terminologia militare. Grazie alla TV, la F1 ebbe un boom mediatico continuo e crescente tra gli anni '70 e gli anni '90, forse anche i primi 2000. Ma ora il meccanismo è soggetto a continui inceppamenti. Già il fatto che a intervalli regolari si introducano artifici del tipo "So che è falso, ma mi va benissimo" (es. sorpassi finti col DRS, gomme finte per multipli pit stop, rumori finti con scarichi stereofonici, scintille finte con pattini appositi), fa capire che attualmente sotto la luccicante apparenza non c'è trippa corrispondente. Il senso è capovolto: prima le scintille e il rumore erano solo conseguenze non volute, ma spettacolari, di precise esigenze tecniche. Oggi invece, che le esigenze tecniche non producono più quegli effetti secondari, ecco che li creiamo artificialmente per quei stramaledettissimi gonzi del cazzo che fanno audience. E' tutto uno scimmiottamento che nasconde il nulla. Anche nei "rallyes" (ci vuole coraggio a usare quella parola per garette "mondiali" che impallidirebbero di fronte a una qualsiasi gara di campionato nazionale di 30 anni fa...) si segue la moda della F1: ora vogliono reintrodurre il cambio-gomme in prova speciale. Bene, quella che fu un'intuizione geniale di Cesare Fiorio (Sanremo '69, ma praticata anche in alcuni Montecarlo anni '80), adesso sembra che verrà imposta "per regolamento" così i gonzi si divertono di più.... Ripeto, l'automobilismo ha già passato da tempo il suo zenith, e ora sta solo inseguendo affannosamente la civiltà "social network", senza capire bene quale sarà la sua collocazione futura, visto che somiglia sempre più a un videogioco. 9 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
SaveMeY2J Inviata June 21, 2014 at 07:15 Share Inviata June 21, 2014 at 07:15 Io credo che l'automobilismo, inteso come sport, abbia ormai passato la sua fase di maggior "espansione". Ormai dappertutto si vedono forzature tese a "mantenere le posizioni" o comunque a limitare i danni, se posso continuare a usare la terminologia militare. Grazie alla TV, la F1 ebbe un boom mediatico continuo e crescente tra gli anni '70 e gli anni '90, forse anche i primi 2000. Ma ora il meccanismo è soggetto a continui inceppamenti. Già il fatto che a intervalli regolari si introducano artifici del tipo "So che è falso, ma mi va benissimo" (es. sorpassi finti col DRS, gomme finte per multipli pit stop, rumori finti con scarichi stereofonici, scintille finte con pattini appositi), fa capire che attualmente sotto la luccicante apparenza non c'è trippa corrispondente. Il senso è capovolto: prima le scintille e il rumore erano solo conseguenze non volute, ma spettacolari, di precise esigenze tecniche. Oggi invece, che le esigenze tecniche non producono più quegli effetti secondari, ecco che li creiamo artificialmente per quei stramaledettissimi gonzi del cazzo che fanno audience. E' tutto uno scimmiottamento che nasconde il nulla. Anche nei "rallyes" (ci vuole coraggio a usare quella parola per garette "mondiali" che impallidirebbero di fronte a una qualsiasi gara di campionato nazionale di 30 anni fa...) si segue la moda della F1: ora vogliono reintrodurre il cambio-gomme in prova speciale. Bene, quella che fu un'intuizione geniale di Cesare Fiorio (Sanremo '69, ma praticata anche in alcuni Montecarlo anni '80), adesso sembra che verrà imposta "per regolamento" così i gonzi si divertono di più.... Ripeto, l'automobilismo ha già passato da tempo il suo zenith, e ora sta solo inseguendo affannosamente la civiltà "social network", senza capire bene quale sarà la sua collocazione futura, visto che somiglia sempre più a un videogioco. Messa così è abbastanza triste, ma come discorso di fondo credo che tu abbia ragione. Io sono del partito che preferisce un sorpasso VERO a 20 finti tra gomme di pasta frolla (più negli anni precedenti che in questo 2014, a dire il vero) e DRS. Capisco anche che il loro scopo sia quello di attirare il maggior numero di spettatori possibili e molti di essi sono fan "casuali", che si appassionano più facilmente con un prodotto del genere, ma a mio avviso non va trascurato l'appassionato vero, quello che riempe (riempiva?) l'autodromo o faceva la fila insieme a centinaia di persone per avere l'autografo del proprio beniamino. Senza scavare troppo nel passato, ma anche un paio d'anni fa, era un ambiente decisamente più umano. 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare Penske fan Inviata June 21, 2014 at 09:50 Questo è un messaggio popolare Share Inviata June 21, 2014 at 09:50 Il bello è che gli idioti che organizzano i campionati, dall'Europa all'America, non hanno ancora capito che l'inseguimento dello spettatore casuale è un suicidio comprovato. In f1 sarà il dominio di Red Bull e Mercedes o quello che vi pare, però penso che tutte le decisioni prese negli ultimi 15 anni abbiano pesato parecchio sul grosso calo di pubblico che si è generato. Personalmente non capisco chi sta a lamentarsi tutto il tempo di questa pagliacciata e poi ogni domenica è lì in prima fila a vedere cosa succede. Mi direte: "è un'abitudine irrinunciabile" o "nonostante tutto è la mia passione" ecc ecc. La pensavo così anche io, ma dopo il DRS, che è l'antitesi dell'automobilismo come lo concepisco io, ogni abitudine è andata a farsi benedire. Per quanto mi riguarda l'unica azione sensata, considerando che questi signori ragionano solo in funzione dei soldi e quindi di chi guarda, è il boicottaggio totale della f1. Quando torneranno a fare gare serie forse ricomincerò a interessarmi. Per quanto riguarda la Nascar, l'altro campionato di grandissimo successo che sta conoscendo una profonda crisi di pubblico, il discorso è simile. La serie era esplosa negli anni '90 con gare ancora "old-style", lunghe, su ovali molto diversi fra loro, con un campionato deciso solo dai punti ecc. Poi hanno cominciato con le bandiere gialle inventate quando la gara era noiosa, con la regola che fa sdoppiare automaticamente il primo dei doppiati a ogni safety car. Hanno proseguito eliminando alcune piste storiche, mentre nel frattempo ne distruggevano altre perchè c'era poco spettacolo, col risultato di renderle tutte uguali. Nel frattempo, siccome c'era il rischio che il campionato fosse vinto con largo anticipo o da un regolarista poco spettacolare, hanno introdotto i play off. Non paghi di ciò hanno pure introdotto il green white checkered, quindi se esce una gialla nel finale si aggiungono giri per farla finire in bandiera verde. Quest'anno si è infine arrivati alla mostruosità di far qualificare per la Chase, così si chiamano i play off, i piloti che hanno vinto più gare, rendendo inutile la classifica. Il bello è che poi i play off sono a eliminazione, quindi uno può anche aver dominato la stagione, ma se si ritira due volte nella Chase è fottuto. Risultato di tutto ciò: le tribune che erano sempre strapiene si stanno lentamente svuotando. Sarà la crisi, sarà che ai giovani delle corse non frega niente, non lo so, ma ho idea che tutte queste "trovate" abbiano il loro grosso peso. 5 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sundance76 Inviata June 21, 2014 at 09:54 Share Inviata June 21, 2014 at 09:54 Sottoscrivo tutto il discorso di Penske fan! Personalmente anch'io sono del tutto disamorato verso la F1, al massimo guardo MonteCarlo, Francorchamps e qualche altro Gran Premio su piste dignitose. Ma all'80% non mi pesa affatto saltare il GP in TV. Ci sono altre cose molto più belle da fare. E non lo dico per fare il bastian contrario, ma proprio perchè ho la gastrite nel sentire le puttanate quotidiane della F1, una disciplina dove ad esempio gli imbrogli ci sono sempre stati sin da quando sono arrivati i miliardi di dollari della TV, ma erano imbrogli per vincere e battere l'avversario, adesso invece sono tutti d'accordo per imbrogliare i gonzi davanti alla TV. Avevo dimenticato la solenne Puttanata del punteggio doppio all'ultimo GP: ma è un GP di 600 km? No? E allora come cazzo può avere una qualsiasi credibilità una troiata del genere?? 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare Penske fan Inviata June 21, 2014 at 10:17 Questo è un messaggio popolare Share Inviata June 21, 2014 at 10:17 Sottoscrivo tutto il discorso di Penske fan! Personalmente anch'io sono del tutto disamorato verso la F1, al massimo guardo MonteCarlo, Francorchamps e qualche altro Gran Premio su piste dignitose. Ma all'80% non mi pesa affatto saltare il GP in TV. Ci sono altre cose molto più belle da fare. Questa è un'altra cosa che non sopporto. Ormai non guardo più, anche per una questione di mezzi e tempo, la GP2, perchè non sopporto di vederli correre in piste simili. L'automobilismo dovrebbe essere basato sulla precisione, tecnica e di guida. Con queste vie di fuga aeroportuali invece ogni deterrente costituito dall'uscire di pista viene meno. L'unico timore è quello di perdere tempo e qualche posizione. Ora non sono di quelli che vorrebbero i muri a bordo pista, mi basterebbe una via di fuga in sabbia delle stesse dimensioni. In questo modo chi esce non dovrebbe (lo so c'è sempre il problema del cappottamento) sbattere ma sicuramente pagherà il suo errore. Invece ora tutti sono liberi di provare di tutto, di spingere la macchina oltre i limiti della logica perchè non c'è più l'istinto di conservazione a frenarti, dato che sai benissimo che nel 99% dei casi non succederà niente. Questo secondo me con la guida sportiva non c'entra niente. Con piste perfette, macchine perfette e senza più il coraggio e il talento a fare la differenza tra chi riesce a fare una curva in pieno e chi no, dov'è il margine per fare la differenza? Valsecchi parlando di un test raccontava come al Paul Ricard sembrassero tutti fenomeni, perchè essendo tutto asfalto non c'era il rischio di fare danni. Provando su una pista con qualche via di fuga in sabbia e i muri a vista invece, i "fenomeni del deserto" tornavano alle posizioni di bassa classifica che gli competevano. Personalmente poi odio anche l'erba sintetica e in generale le superfici dipinte di verde oltre il cordolo, di cui i piloti finiscono sempre per abusare. Ma dico io, se c'è il cordolo (per di più piatto!), perchè estendere ulteriormente la traiettoria di uscita? Poi ci si lamenta che non esistono più le curve da pelo, ma è logico che se non si stabilisce mai un limite fisico invalicabile (la sabbia per esempio), ognuno finirà per fare la pista che gli pare. 9 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sundance76 Inviata June 21, 2014 at 10:20 Share Inviata June 21, 2014 at 10:20 Ri-sottoscrivo tutto quanto affermi, Penske fan!! E c'è anche di peggio: siamo arrivati al punto da considerare i dossi come qualcosa da eliminare, perchè non sono conformi agli studi in galleria del vento, dove qualsiasi fondo è irrealmente piatto... 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Penske fan Inviata June 21, 2014 at 10:31 Share Inviata June 21, 2014 at 10:31 Ri-sottoscrivo tutto quanto affermi, Penske fan!! E c'è anche di peggio: siamo arrivati al punto da considerare i dossi come qualcosa da eliminare, perchè non sono conformi agli studi in galleria del vento, dove qualsiasi fondo è irrealmente piatto... Mamma mia... , non mi soffermo ad analizzare tutte le cagate passate presenti e future della f1, non voglio rovinarmi l'appetito 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare S1lb3rpf31l Inviata June 21, 2014 at 10:54 Questo è un messaggio popolare Share Inviata June 21, 2014 at 10:54 Innanzitutto propongo polemicamente di cambiare il titolo del 3d da "Evoluzione" a "Involuzione". Tutto quello che avrei voluto dire io l'hanno già detto Sun e Penske Fan, quindi risparmio fatica per le mie dita. Comunque la crisi del motorsport è una crisi culturale prima ancora che sportiva/tecnica o quel che sia, ed è una cosa condivisa anche da altri sport. Mi spiego meglio: oggigiorno la società va sempre più verso un appiattimento, un livellamento causato da fenomeni come quello della globalizzazione. Si spettacolarizza tutto all'inverosimile come se fosse un gigantesco videogioco, un kolossal cinematografico o uno show a premi televisivo, ma in realtà il contenuto è pari a zero. Sotto questa patina scintillante (a proposito di scintille...) c'è il vuoto cosmico. Ormai anche quello che dovrebbe essere uno degli sport più crudi del mondo, ossia il rugby, è vittima di questo fenomeno, figuriamoci cosa può accadere agli altri sport. Pasolini aveva ragione quando parlava dell'avvento della società dell'Homo Videns: ecco quali sono i risultati, e temo che non ci fermeremo qui, il fondo non è stato ancora toccato. 6 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare Andrea Gardenal Inviata July 1, 2014 at 11:43 Questo è un messaggio popolare Share Inviata July 1, 2014 at 11:43 http://motorsportrants.com/formula-1/controcorrente-f1-wrestling-colpa-po-nostra/ L’introduzione per il 2015 della ripartenza da fermo è solo l’ultima di una serie di novità regolamentari che negli ultimi anni hanno portato in F1 elementi artificiali e artefatti di “spettacoloâ€. Premetto che il mio discorso è di carattere assolutamente generale, mi riferisco alla situazione intesa nella sua globalità . Premetto pure che, materialmente, le regole non le facciamo noi, anzi le subiamo, ma anche noi (per “noiâ€intendo i tifosi, gli appassionati, i media, coloro i quali fanno informazione ad ogni livello) abbiamo la nostra fetta di colpe e responsabilità . Per spiegare meglio cosa voglio dire parto da una considerazione che fece Donnini quando fu ospite da noi a Retrobox. In quell’occasione Donnini ci disse che negli anni ’70 e ’80, epoca d’oro della F1, loro che la vivevano dal vivo non se ne rendevano conto e non la percepivano in quel modo, insomma anche a quel tempo le gare erano “noiose†e non è che proponessero sempre chissà quali emozioni e colpi di scena un giro si e l’altro pure. Del resto il famoso duello di Digione tra Villeneuve e Arnoux rappresenta un’eccezione, frutto per altro di cause tecniche assolutamente contingenti. Non si vedevano certo quei duelli tutte le domeniche, anzi Digione ’79 è speciale proprio perché “unicaâ€. Insomma, è un po’ come nel calcio. Tutti conosciamo Italia-Germania 4-3, perfino noi che non eravamo ancora nati. E la conosciamo perché quella partita rappresenta un’altalena di emozioni irripetibile, talmente irripetibile da essere entrata nella memoria collettiva. Ma anch’essa rappresenta una (felicissima) eccezione: la storia del calcio è piena di 0-0 e di partite dominate dal tatticismo. Oggi però (non saprei dire se per colpa nostra o a causa di un mondo che gira sempre più velocemente) non accettiamo le pause, le fasi di preparazione o interlocutorie, vogliamo (forse perché ormai abituati in questo modo) il colpo di scena, l’emozione, ogni curva, ogni giro, e se questo non succede ci annoiamo subito. Per esempio, ho sentito definire noioso il gp d’Austria….A me è sembrato un gp assolutamente normale, nel quale, come sempre accade, sono state cruciali qualifiche, partenza e strategie. Dobbiamo metterci in testa che non possiamo pretendere tutte le domeniche un duello come quello di Gilles e Renè o, per restare all’attualità , una gara come quella del Bahrein. Se critichiamo e definiamo noioso perfino un gp dall’andamento classico e lineare come quello di domenica scorsa, beh allora ci rendiamo anche noi in piccola parte responsabili di questa deriva. Perché non accettando la normalità di questo sport e pretendendo sempre lo spettacolo a tutti i costi, autorizziamo o legittimiamo in qualche modo questa rincorsa spasmodica ed isterica al rimescolamento continuo delle carte e al reality show. Ci lamentiamo fino allo sfinimento che non ci sono i sorpassi? Bene, si inventano drs, kers, gomme che durano 5 giri, la ripartenza da fermo…E poi ci accorgiamo che questo wrestling non ci piace. C’è un pilota o una squadra che dominano? Che barba, che noia…E loro si inventano i doppi punti e chissà cosa altro. E noi realizziamo ancora una volta che il rimedio è peggiore del male e che “si stava meglio quando si stava peggioâ€. Ma scusate, ma allora non è (era) meglio accettare la normalità di questo sport? Uno sport dove è assolutamente fisiologico e naturale che si instaurino cicli vincenti di un pilota o di una squadra che (stra)vincono a ripetizione, uno sport che, per sua natura, non può -per forza di cose- proporre sorpassi (parlo di quelli veri) ogni curva e ogni giro. La F1 non è (ancora) un monomarca….Certo, la libertà progettuale è drammaticamente ridotta rispetto al passato, ma questo 2014, con l’introduzione dei nuovi motori, ci ha dimostrato che lo spazio per fare la differenza c’è ancora (vedi il lavoro di Mercedes, nettamente in vantaggio rispetto a Ferrari e Renault). E anche a parità di motore le differenze cronometriche spesso si misurano non in decimi, ma in secondi al giro… Poi in F1 non ci sono zavorre, griglie invertite e balance of performance varie. Pretendere che un campionato con queste caratteristiche possa proporre lo spettacolo e l’imprevedibilità tipica dei monomarca -o dei campionati in cui le prestazioni sono livellate ad hoc- è assolutamente impensabile (che poi anche nei monomarca e nei campionati con il Bop non sempre c’è l’equilibrio e lo spettacolo che uno si aspetterebbe…). E non ci dimentichiamo mai che per caratteristiche intrinseche in F1 non sono possibili sportellate e bussate varie. Chiaro, domenica scorsa se a metà gp avesse iniziato a piovere la gara si sarebbe fatta decisamente più interessante. E che facciamo, allora, allaghiamo la pista quando non ci divertiamo? Secondo me se si è veri appassionati, se si ama veramente questo sport, bisogna anche accettarne le caratteristiche tipiche e, come dicevo prima, perfino le pause e le fasi interlocutorie. Altrimenti non si è veri appassionati, ma solo fan occasionali. E si contribuisce (involontariamente e indirettamente, certo) a fare il male di questo sport, perchè proprio per inseguire il fan occasionale la F1 stà svendendosi e degenerando in wrestling. Dalla puntata numero 9 di Retrobox, Mario Donnini: “Io non credo che le corse debbano essere televisive. Chi l’ha detto che devono essere televisive? Perchè? Le corse possono e devono essere anche noiose, nel senso che non sono una telenovela dove ogni 20 secondi c’è un colpo di scena. Le corse hanno i loro tempi lunghi, un pò come un libro di Umberto Eco: non possiamo chiedere ad Umberto Eco di mettere un colpo di scena ogni tre pagine sennò diventa Faletti. Io i gp li ho visti tutti dagli anni ’70 in poi. Credetemi, quando si parla degli anni ’70, la maggior parte dei gp erano pallosi….â€. 11 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
SaveMeY2J Inviata July 1, 2014 at 11:47 Share Inviata July 1, 2014 at 11:47 amen. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lui98 Inviata July 1, 2014 at 11:57 Share Inviata July 1, 2014 at 11:57 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Kitt Inviata July 1, 2014 at 13:18 Share Inviata July 1, 2014 at 13:18 Assolutamente daccordo con sundance76, Penske fan e soprattutto con Andre92 Secondo me se si è veri appassionati, se si ama veramente questo sport, bisogna anche accettarne le caratteristiche tipiche e, come dicevo prima, perfino le pause e le fasi interlocutorie. Altrimenti non si è veri appassionati, ma solo fan occasionali. E si contribuisce (involontariamente e indirettamente, certo) a fare il male di questo sport, perchè proprio per inseguire il fan occasionale la F1 stà svendendosi e degenerando in wrestling. 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare S1lb3rpf31l Inviata July 1, 2014 at 13:49 Questo è un messaggio popolare Share Inviata July 1, 2014 at 13:49 Praticamente quello che ho sempre pensato. Per me il problema non è mai stato di noia o spettacolo, quanto piuttosto di realtà o artificio. Sarò ripetitivo, ma preferisco una gara con UN sorpasso che sia uno vero in staccata a una gara con millemila sorpassi col DRS. Preferisco che le macchine o facciano scintille vere o che non le facciano proprio, ma di certo non che le facciano perché generate artificialmente da un pezzo di metallo che gratta l'asfalto, Preferisco certamente il suono di un V12, un V10 o un V8 a quello di un V6, però senz'altro preferisco un V6 silenzioso a un V6 che produce un rombo artificiale. E potrei andare avanti ancora ma non lo faccio perché penso che il concetto sia chiaro. La cosa triste è che anche i muri sanno quali siano i problemi della F1 odierna e la cosa ancora peggiore è che chi comanda farà sempre finta di non capirlo perché non è nel suo interesse capirlo. 6 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare Andrea Gardenal Inviata July 1, 2014 at 14:53 Questo è un messaggio popolare Share Inviata July 1, 2014 at 14:53 Quella che ho riportato sopra è un'analisi che mi sento di condividere fino in fondo, anche nelle sue conclusioni più estreme. Purtroppo anche oggi, pur con le orge di emozioni finte, costruite artificialmente, che le gare degli ultimi 4 anni hanno proposto, mi capita non di rado di leggere a caldo, poco dopo il termine della corsa, cose del tipo "àˆ stata una gara noiosa", "Senza emozioni" "Che palle questa F1" e via dicendo... Ma scherziamo??? Sono 4 anni che nella maggior parte delle gare succede di tutto e di più e alla prima corsa "noiosa" partono i pianti e le lamentele sulla carenza di sorpassi? Ricordo i pianti dei media dopo la gara di Austin dell'anno scorso in cui la Pirelli aveva scelto di portare gomme particolarmente dure e così, di conseguenza, si erano visti pochi sorpassi; e allora giù ad analizzare le cause del flop, chi dava la colpa alla Pirelli e chi alla pista (per inciso, una delle più belle tra quelle di ultima generazione) che presentava troppe curve impedendo così i sorpassi. E tutto questo dopo UNA gara in cui anziché 70 sorpassi se ne sono visti 15. Si, nel momento in cui il primo commento dopo un Gran Premio (sia esso di auto o di moto non importa, la sostanza è la stessa) si basa su quanto ci si è divertiti o annoiati, anziché sulla bravura dei piloti e/o sul valore delle vetture, significa che ci meritiamo tutta la merda che ci sta propinando la FIA. 8 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
SaveMeY2J Inviata July 1, 2014 at 15:01 Share Inviata July 1, 2014 at 15:01 Il punto è che il livello del telespettatore medio si è abbassato notevolmente, di appassionati ne sono rimasti pochi e la maggior parte di quelli che guardano la F1 sono degli ultras che guardano la F1 idolatrando il loro beniamino e fregandosene di tutti gli altri 21 piloti. Di conseguenza, quando questo non vince partono le critiche, tutto fa schifo, le regole non vanno bene, la F1 è noiosa e via discorrendo... E il problema ancora più grande è che la FIA questo lo sa e sta facendo di tutto per ingraziarsi questi telespettatore occasionali, che poi sono la maggiore fetta di pubblico, come detto. 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Paolo93 Inviata July 1, 2014 at 15:03 Share Inviata July 1, 2014 at 15:03 Straquoto tutto. Il problema è che la F1 sta cercando di far diventare lo spettatore occasionale un vero appassionato (senza riuscirci) attirandolo con lo spettacolo finto. Peccato che così facendo si perdono gli appassionati veri che preferiscono vedere una macchina che gira da sola piuttosto che questo spettacolo finto. 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Kitt Inviata July 1, 2014 at 15:14 Share Inviata July 1, 2014 at 15:14 Ma io non credo sia nemmeno questo riferendomi all' ultima parte del post di SaveMeY2J, anche perché, essendo diventato uno sport la cui visione è permessa solo a chi paga, viene seguito solo da coloro che vogliono farlo davvero ed a riprova di cio gli ascolti sono scesi parecchio da quando è diventato pay Per il resto concordo, specialmente in Italia, al momento, le gare sono giudicate negativamente anche perché la Ferrari non è al top e di riflesso i suoi tifosi si annoiano a vedere una gara anonima dei loro beniamini Non credo che i commenti fossero gli stessi quando questa dominava Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare sundance76 Inviata July 1, 2014 at 15:28 Questo è un messaggio popolare Share Inviata July 1, 2014 at 15:28 Concordo pienamente con Andre92 e con l'autore dell'articolo che cita Mario Donnini. Anche per rimanere agli esempi fatti, il GP d'Austria a me è sembrata una gara non noiosa, anzi. Eppure, a quanto ho letto, molti l'hanno giudicata monotona, piatta, prevedibile, scontata. E questo fa il gioco di chi vuole continuare a inserire cretinissime regole che ormai da un decennio stanno già distruggendo la credibilità residua di questa disciplina affaristica. 5 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
SaveMeY2J Inviata July 1, 2014 at 16:05 Share Inviata July 1, 2014 at 16:05 Ma io non credo sia nemmeno questo riferendomi all' ultima parte del post di SaveMeY2J, anche perché, essendo diventato uno sport la cui visione è permessa solo a chi paga, viene seguito solo da coloro che vogliono farlo davvero ed a riprova di cio gli ascolti sono scesi parecchio da quando è diventato pay Per il resto concordo, specialmente in Italia, al momento, le gare sono giudicate negativamente anche perché la Ferrari non è al top e di riflesso i suoi tifosi si annoiano a vedere una gara anonima dei loro beniamini Non credo che i commenti fossero gli stessi quando questa dominava Ma le gare in chiaro sono comunque visibili, non tutte in diretta ma ci sono.. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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