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18. Gran Premio del Brasile - Interlagos [Commenti]


R18

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Sono d' accordo con Hill...e con Hamilton quando dice che avere un solo stratega per entrambi i piloti annulla qualsiasi possibilità di lotta con strategie diverse

 

Sarebbe tutto più al limite, ma si vedrebbero gare più combattute

in linea di principio sarei d'accordo anch'io ma ad Hamilton stava bene quando partiva in pole o bruciava Rosberg al via...

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in linea di principio sarei d'accordo anch'io ma ad Hamilton stava bene quando partiva in pole o bruciava Rosberg al via...

che poi vogliamo parlare di Suzuka 2015 o Austin 2015? C'è differenza tra bruciare e buttare fuori pista. Dopo 5 pole consecutive e 2 vittorie consecutive, una possibilità concreta di lasciarsi definitivamente alle spalle Spa 2014 spero ci sia...

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comununque non capisco tutto questo lamentarsi a proposito della noia. Primo, ci sono stati anni in cui le gare erano tutte così...e invece solo due gran premi fa abbiamo assistito ad una corsa scoppiettante ad austin! Non è mai stato nel dna della F1 avere tutte gare come quella. Secondo, capivo il disappunto in messico, vista l'oscenità del circuito, ma su una signora pista la gara meno frizzante la si regge comunque meglio. Terzo, a campionato finito non ci fregava un cavolo di nulla, ma tecnicamente primo e secondo si sono inseguiti per tutta la corsa con massimo 3 secondi di distacco. Una gara così a metà campionato, su una pista come interlagos, con strategie diversificabili tra i contendenti (e magari, per la felicità dei più, con una ferrari coinvolta) sarebbe stata mica male...

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Con il termine liuto si intende, secondo la classificazione Hornbostel-Sachs, la particolare famiglia di strumenti cordofoni composti da un manico sul quale l'esecutore preme con ledita le corde nelle posizioni opportune, e da una cassa armonica. In un'accezione ristretta il vocabolo indica lo strumento a corde europeo, liuto barocco o rinascimentale. Tale famiglia di strumenti trova larga diffusione in tutto il mondo.

 

Etimologia

Il liuto, o laùto, strumento principe del Rinascimento, fu portato in Europa in epoca medievale dagli Arabi[1], che esportarono anche il termine: al 'ud (العود, ossia 'legno')[2] divenutoliuto (Italia), laúd (Spagna), luth (Francia), lute (Inghilterra), Laute (Germania) ecc. L'articolo al si agglutinò al sostantivo 'ud, come nel portoghese alaúde, mutando secondo le varianti linguistiche locali. In epoca rinascimentale non era ancora chiara l'etimologia della parola, tanto che Vincenzo Galilei, padre di Galileo Galilei e tra i più brillanti e attivi frequentatori della Camerata de' Bardi, credeva che l'origine del termine fosse da ricercare nella completezza dello strumento, che essendo di grande estensione poteva intavolare l'intera gamma delle humanae voces, comprendente sette esacordi (tre duri, due naturali e due molli, ma sempre formati dalle sei sillabe da UT a LA o viceversa), secondo la complessa teoria esacordale di origine medievale (solmisazione):

« Fu portato à noi questo nobilissimo strumento da Pannoni, con il nome di Laut… volendoci con esso dinotare essere degli estremi suoni musicali capace… e tornando alla Timologia del Liuto, dico essere stati altri di parere, ch'egli fusse detto lauto; cioè sontuoso, magnifico, nobile, & splendido »
(Vincenzo Galilei, Dialogo della Musica Antica, et della Moderna, Giorgio Marescotti, Firenze, 1581, pp. 146-147.)

Classificazione


Accordatura del liuto Un'altra classificazione diffusa è quella di denominare i liuti in base alla lunghezza del manico. Si parla quindi di liuto a manico corto, per esempio il pipa cinese, o a manico lungo, quali lo shamisen giapponese.

L'evoluzione del liuto portò alla costruzione di strumenti di diapason variabile, e con diverse accordature dovute anche al variare del numero di corde o di ordini di corde che possono variare dai quattro ai dodice.

Generalmente, il liuto rinascimentale a 6 ordini utilizzava l'accordatura della viola da gamba tenore, con intervalli di quarta tra le corde, fatta eccezione per l'intervallo tra il terzo e il quarto ordine, che è di terza maggiore.

I liuti con più di 6 ordini di corde normalmente sono composti con l'aggiunta di ordini di corde più gravi, utilizzati a vuoto; in questo caso i primi sei ordini sono accordati normalmente, mentre le corde gravi possono essere accordate secondo i pezzi da eseguire (secondo la prassi esecutiva barocca raggruppati in suites della stessa tonalità).

Durante il XVII secolo vengono introdotte diverse variazioni di accordatura; in Francia si impone verso la fine del secolo l'accordatura in "re minore", con ordini gravi modificati a seconda della tonalità dei brani da eseguire.

Strumento Accordatura
Liuto rinascimentale a sei ordini di corde Accord luth renaissance.png
Liuto rinascimentale a 8 ordini Accord 8 choeurs renaissance.png
Liuto primo barocco a 10 ordini Accord luth prebaroque.png
Liuto barocco a 13 ordini Accord luth baroque.png

Storia del liuto

220px-Lautenmacher-1568.png
 
Un liutaio nel suo laboratorio
310px-Francesco_Spinacino.png
 
Prima pagina dell'Intabolatura de lauto libro primo(1507) di Francesco Spinacino

Si ha prova dell'esistenza di strumenti musicali del genere dei liuti sin dall'antico Egitto. Il liuto, come lo si conosce oggi (strumento musicale a corde pizzicate, con cassa armonica convessa piriforme, costruita con doghe incollate) appare presumibilmente intorno al VI secolo in Asia Minore. Lo strumento fu portato in Europa dagli Arabi nel Medioevo, dove raggiunse la massima diffusione nel XVI secolo. Il guscio del liuto, forse in origine ricavato da un unico blocco di legno, fu in seguito sempre costruito con doghe di legno. Il manico, è complanare alla tavola armonica: a esso è fissato, ortogonalmente, il cavigliere a spatola che è reclinato. Una serie di legacci di minugia divide il manico in otto o nove parti, dette tasti. Gli ordini di corde del liuto rinascimentale sono generalmente sei, tutte doppi, a eccezione di quella più acuta (cantino). L'accordatura varia secondo il tempo e il luogo, ma rispetta in genere questa successione: due quarte, una terza maggiore, due quarte. Lo strumento era suonato con un plettro o anche, per ottenere maggiore morbidezza e fluidità d'esecuzione, con le dita nude. La musica per liuto era scritta con un particolare sistema detto intavolatura. Nel XVII secolo il numero delle corde basse aumentò; il liuto giunse così ad avere sino a undici corde. Si ebbero allora vere e proprie famiglie di liuti, variamente accordati; a causa dell'aumentato numero delle corde basse il manico dello strumento fu allungato e vi si aggiunse un secondo cavigliere superiore, cui erano fissate le corde gravi, suonate a vuoto. Questi strumenti presero il nome di arciliuto, liuto attiorbato, e tiorba.

Il repertorio della musica per liuto a noi pervenuta si estende dal 1507 (anno nel quale comparvero, a Venezia le prime intavolature dell'editore Ottaviano Petrucci) sino al 1770 circa. Il liuto occupò un posto di considerevole rilievo nella vita musicale, specie nel XVI sec., quando ebbe la stessa diffusione e la stessa versatilità d'impiego raggiunte nell'Ottocento dal pianoforte. Le fonti cinquecentesche comprendono sia composizioni originali per lo strumento (danze, quali pavane, gagliarde, passamezzi, saltarelli; ricercari, fantasie, variazioni; preludi di carattere improvvisatorio), sia molte trascrizioni di brani vocali, profani e sacri.

I più eminenti compositori di musica per liuto furono:

Nel XVII secolo la musica per liuto fu coltivata particolarmente in Francia e in Germania, mentre in Spagna e in Italia lo strumento cominciò a declinare, di fronte all'affermarsi della chitarra e del violino. Il repertorio comprende in questo periodo principalmente preludi e danze (allemande, correnti, sarabande, gighe, ecc.) composte prima separatamente e in seguito riunite in suites. Le personalità di maggior rilievo sono Denys Gaultier in Francia, Esaias Reusner in Germania. In questo paese il liuto ebbe cultori anche nel XVIII sec.: tra essi emerge Sylvius Leopold Weiss; J. S. Bach scrisse quattro suites, due preludi e due fughe per liuto; Haydn alcune Cassazioni.

La necessità di disporre, negli ensemble di liuto, di strumenti a cui affidare le parti gravi dell'accompagnamento, portò in seguito allo sviluppo dell'arciliuto, di dimensioni più grandi e con un numero di corde maggiore.

Come per molti strumenti musicali, il liuto cadde in disuso dapprima in Spagna, sostituito dalla vihuela, e poi nel resto del continente (sec. XVIII).

Alcuni liutisti contemporanei

  • Simone Sorini
  • Jakob Lindberg
  • Sandro Volta
  • Rolf Lislevand
  • Robert Barto
  • Paul Beier
  • Eugene Ferre
  • Terrell Stone
  • Mario D'Agosto
  • Marco Pesci
  • Michele Carreca
  • Sigrun Richter
  • Luca Tarantino
  • Gianluca Lastraioli
  • Massimo Marchese
  • Ivan Pelà

La fortuna musicale del liuto

220px-Frans_Hals_-_Luitspelende_nar.jpg
 
Frans Hals, Giovane suonatore di liuto girato a destra (1625), Museo del LouvreParigi

Il liuto ebbe grande popolarità; strumento maneggevole e dal timbro dolce, era adatto sia per eseguire composizioni polifoniche, semplici o complesse, che per accompagnare il canto o la danza. Nonostante l'intensità sonora piuttosto modesta, lo strumento si prestava alle occasioni musicali più svariate, adattandosi alle raffinate esecuzioni che si tenevano presso le corti nobiliari come alle giocose rappresentazioni da strada.

La musica per liuto era scritta su intavolatura, un tipo di notazione che si serviva di cifre o lettere dell'alfabeto per indicare la posizione da tastare sulla corda, e quindi l'altezza del suono. I valori ritmici erano invece espressi dalle figure di valore, poste in corrispondenza delle lettere/numeri.

220px-Jan_Steen_010.jpg
 
Jan Steen, Autoritratto come suonatore di liuto

Le prime composizioni per liuto apparvero in Italia, agli inizi del Cinquecento ad opera di Francesco SpinacinoJoan Ambrosio Dalza e diFranciscus Bossinensis e soprattutto Francesco da Milano. Si tratta per lo più di trascrizioni di opere polifoniche vocali, ma anche danze in suites,frottole per una sola voce solita e ricercari. Sempre in quel periodo vanno ricordati Alberto da Ripa, o da Mantova (noto in Francia come Albert de Rippe), Pietro Paolo BorronoGiovanni Maria da CremaGiulio Cesare BarbettaVincenzo GalileiGiacomo Gorzanis.

Il 600 in Italia vede il declino della popolarità del liuto, che vanta comunque una produzione di alta qualità da parte di diversi autori tra cui Giovanni Girolamo Kapsberger. In Francia, la cosiddetta età d'oro del liuto copre i primi 30 anni del Seicento, quando in Italia e Spagna la popolarità del liuto era stata eclissata dall'avvento degli strumenti a tastiera come il clavicembalo o da strumenti a corda più semplici come la chitarra barocca. I principali autori di questo periodo in Francia sono Denis GaultierEnnemond GaultierRené MesangeauJacques GallotCharles MoutonRobert de Visée. In Inghilterra il liuto acquista una grande popolarità e vede la composizione di musiche di alto livello ad opera di John Dowland. La stessa popolarità il liuto la godette anche in Germania dove si ebbe la produzione di una vasta letteratura anche dopo che lo strumento era caduto in disuso nel resto dell'Europa con la produzione di Bernhard Johachim HagenRudolf StraubeDavid Kellner e soprattutto Adam Falckenhagen e Sylvius Leopold Weiss, e che colse l'interesse di Johann Sebastian Bach che compose due suites, trascrisse altre composizioni e nella Passione secondo Giovanni inserì un arioso e un'aria per tenore accompagnati da archi e liuto.

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comununque non capisco tutto questo lamentarsi a proposito della noia. Primo, ci sono stati anni in cui le gare erano tutte così...e invece solo due gran premi fa abbiamo assistito ad una corsa scoppiettante ad austin! Non è mai stato nel dna della F1 avere tutte gare come quella. Secondo, capivo il disappunto in messico, vista l'oscenità del circuito, ma su una signora pista la gara meno frizzante la si regge comunque meglio. Terzo, a campionato finito non ci fregava un cavolo di nulla, ma tecnicamente primo e secondo si sono inseguiti per tutta la corsa con massimo 3 secondi di distacco. Una gara così a metà campionato, su una pista come interlagos, con strategie diversificabili tra i contendenti (e magari, per la felicità dei più, con una ferrari coinvolta) sarebbe stata mica male...

beh si sa che qualche gara noiosetta ha sempre fatto parte del gioco ma quando capita lo si potrà pur dire no? :) 

 

comunque io mi sono annoiato solo durante la prima metà -_- 

 

 

 

... nella seconda ho dormito :asd: 

Modificato da Mauro Castelli
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in linea di principio sarei d'accordo anch'io ma ad Hamilton stava bene quando partiva in pole o bruciava Rosberg al via...

È ovvio che una situazione del genere va bene a chi sta davanti, chiunque esso sia...il discorso vale per entrambi i piloti (mi riferisco solo ai Mercedes visto che penso siano gli unici, in griglia, ad avere lo stesso stratega), a prescindere da chi sta davanti o meno per cercare di inventare qualcos' altro che vada oltre alla prestazione in Q3 ed alla partenza...anche se tra i 2 quello che è riuscito a superare in gara il compagno e vincere è stato solo il vincitore degli ultimi 2 titoli

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comununque non capisco tutto questo lamentarsi a proposito della noia. Primo, ci sono stati anni in cui le gare erano tutte così...e invece solo due gran premi fa abbiamo assistito ad una corsa scoppiettante ad austin! Non è mai stato nel dna della F1 avere tutte gare come quella. Secondo, capivo il disappunto in messico, vista l'oscenità del circuito, ma su una signora pista la gara meno frizzante la si regge comunque meglio. Terzo, a campionato finito non ci fregava un cavolo di nulla, ma tecnicamente primo e secondo si sono inseguiti per tutta la corsa con massimo 3 secondi di distacco. Una gara così a metà campionato, su una pista come interlagos, con strategie diversificabili tra i contendenti (e magari, per la felicità dei più, con una ferrari coinvolta) sarebbe stata mica male...

Quoto al 100% infatti io non mi sono affatto annoiato visto che la lotta per la prima posizione (e non) è stata abbastanza serrata...anche se capisco che chi tifi per qualcun altro viva queste gare in maniera diversa e si annoi...

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che poi vogliamo parlare di Suzuka 2015 o Austin 2015? C'è differenza tra bruciare e buttare fuori pista. Dopo 5 pole consecutive e 2 vittorie consecutive, una possibilità concreta di lasciarsi definitivamente alle spalle Spa 2014 spero ci sia...

 

Verstappen allora ha buttato fuori pista Perez?

 

 

 

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Salve a tutti

stavo leggendo l'articolo di alessandrosecchi su Max che sbugiarda Hamilton ... la sua riflessione sul fatto che il baby stia facendo  le pulci con i fatti alle giustificazioni dei big mi sembra corretta ma non capisco perchè si stupisca del fatto che gli stessi big al debutto dell'allora 17nne parlassero di "minaccia" ... in effetti Max è una minaccia ... per il loro status quo! E non torniamo a ribadire chye un conto è passare uno a pari macchina ed un conto passare Perez, perche Primo Perez è uno duretto da passare e secondo è Max ad avere il Renault ... quindi.

alla prossima

Franz

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Certo, perchè per fare un raffronto tra 2 duelli in pista deve essere tutto esattamente identico al millesimo, anche l' essere o meno compagni di scuderia... :asd:

La "ruotata" poi è stata solo ad Austin, in condizioni di asfalto umido e con entrambi che hanno tirato fino in fondo...ieri non è avvenuta per questione di millimetri...capirai che differenza  

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Salve a tutti

stavo leggendo l'articolo di alessandrosecchi su Max che sbugiarda Hamilton ... la sua riflessione sul fatto che il baby stia facendo  le pulci con i fatti alle giustificazioni dei big mi sembra corretta ma non capisco perchè si stupisca del fatto che gli stessi big al debutto dell'allora 17nne parlassero di "minaccia" ... in effetti Max è una minaccia ... per il loro status quo! E non torniamo a ribadire chye un conto è passare uno a pari macchina ed un conto passare Perez, perche Primo Perez è uno duretto da passare e secondo è Max ad avere il Renault ... quindi.

alla prossima

Franz

 

Infatti il sorpasso è stato possibile perchè la Toro Rosso, a differenza della Force India, era piu' concreta nel tratto guidato e ciò ha permesso a Verstappen di stare a meno di 4 decimi da Perez all' uscita della Juncao così da poterlo affiancare, grazie al drs, nel rettilineo dei box...

Situazione che invece non è avvenuta tra i primi 2 a parità di auto...

Sulla durezza dei piloti, Verstappen è stato molto piu' duro del messicano e le immagini parlano chiaro

L' articolo di Secchi non mi trova d' accordo perchè Verstappen non sta insegnando niente a nessuno...solo 12 mesi fa era Ricciardo quello che sapeva sorpassare meglio di tutti...prima ancora Hamilton...si sono tutti rammolliti o il 18enne sta vivendo una fase della sua carriera praticamente perfetta dove tutto gli riesce perfettamente?

 

Io opto per la seconda...ed il tempo sarà galantuomo (cit.)...il ragazzo ha mostrato grandi cose, ma dal prossimo anno dovrà continuare a crescere e migliorare, anche quando arriveranno i momenti no, che sono capitati agli altri e che capitano a tutti

Modificato da Kitt
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Certo, perchè per fare un raffronto tra 2 duelli in pista deve essere tutto esattamente identico al millesimo, anche l' essere o meno compagni di scuderia... :asd:

La "ruotata" poi è stata solo ad Austin, in condizioni di asfalto umido e con entrambi che hanno tirato fino in fondo...ieri non è avvenuta per questione di millimetri...capirai che differenza  

Veramente qualcuno ha parlato di sottosterzo :asd:

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