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Ayrton Senna


Luke36

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Il weekend del Gran Premio del Belgio si apre con il terribile incidente di cui rimane vittima Erik Comas; nel corso delle prove del venerdì il francese esce di pista a Blanchimont, sbatte violentemente contro le barriere e rimbalza sul nastro d'asfalto; Senna, che lo seguiva da vicino, è testimone diretto dell'incidente e si ferma per prestare soccorso al pilota della Ligier, svenuto all'interno dell'abitacolo: al di là  delle conseguenze fisiche che Comas poteva o meno aver subito, la cosa più preoccupante era che il motore era rimasto acceso e il piede del pilota era rimasto pigiato sul pedale dell'acceleratore; per questo motivo il brasiliano, ancor prima di valutare lo stato di salute del collega, spegne il motore della Ligier per evitare che la benzina, che nel frattempo stava uscendo dal serbatoio, prendesse fuoco con conseguenze potenzialmente drammatiche. Comas viene in seguito soccorso dai medici, ma sarà  comunque costretto a saltare il Gran Premio del Belgio. Nelle prove di Spa un Mansell sempre più nervoso per le voci sempre più insistenti che vorrebbero Prost accasato alla Williams per il 1993 conquista la sua decima pole stagionale con oltre 2 secondi di vantaggio su Ayrton Senna, che torna in prima fila due mesi e mezzo dopo il Gran Premio del Canada; terzo è Schumacher davanti a Patrese, Alesi e Berger; proprio l'austriaco, compagno di squadra di Senna, era stato annunciato il mercoledì precedente al Gran Premio come nuovo pilota Ferrari per il 1993. Il giorno della gara il cielo è coperto e pochi minuti prima del via la pioggia comincia a cadere sul circuito di Spa; ciononostante tutti i piloti decidono di partire con le gomme da asciutto nella speranza che smetta di piovere al più presto; così non sarà . Al via Senna ha uno spunto migliore di quello di Mansell e al tornantino della Source prende il comando della gara davanti alle due Williams di Mansell e Patrese, mentre Berger rimane fermo sullo schieramento col cambio bloccato. Mansell attacca Senna all'uscita di Stavelot, ma il brasiliano si difende e taglia per primo il traguardo del primo giro; Senna deve però arrendersi già  nel corso del secondo giro quando l'inglese lo infila all'interno di Blanchimont portandosi al comando; la stessa manovra riesce anche a Patrese pochi metri dopo, alla staccata della Bus Stop; al termine del secondo giro le due Williams sono quindi al comando davanti a Senna e Schumacher. Al termine del terzo giro Mansell e Alesi sono i primi piloti a rientrare ai box per provare l'azzardo delle gomme da bagnato; l'operazione condotta dai meccanici Williams è particolarmente lenta e ciò consente ad Alesi di scavalcarlo; al giro successivo si ferma anche Schumacher che riparte dietro a Mansell; nei due giri successivi si fermano nell'ordine anche Brundle e Patrese, lasciando Senna in testa alla gara. Al settimo giro, quando la situazione si è ormai stabilizzata, Senna è al comando davanti ad Alesi, Mansell, Patrese, Schumacher e Brundle; all'inizio dell'ottavo passaggio Alesi e Mansell entrano in collisione alla frenata della Source, ma stranamente non è la sospensione anteriore, di solito la più fragile, di Mansell a cedere, ma la posteriore sinistra di Alesi che è così costretto al ritiro. Dopo 8 giri Senna, unico ancora in pista con le slick, è al comando con 10 secondi di vantaggio su Patrese seguito in rapida successione da Mansell e dalle due Benetton; la pioggia si fa sempre più forte e all'undicesimo giro Mansell, che nel frattempo si era riportato davanti al compagno di squadra, raggiunge e scavalca Senna alla Bus Stop, imitato da Patrese al giro successivo; al 13° giro la McLaren #1 viene sorpassata in contemporanea anche dalle due Benetton alla chicane della Fagnes e da Hakkinen a Stavelot e al termine del passaggio successivo Senna decide finalmente di rientrare ai box per montare le gomme da bagnato; a questo punto , tuttavia, la sua gara è ormai compromessa: il campione della McLaren rientra in pista al tredicesimo posto alle spalle della Tyrrell di De Cesaris, scavalcandolo quasi subito e conquistando la dodicesima posizione a una dozzina di secondi da Tarquini. Ironia della sorte, pochi giri dopo la sosta della McLaren la pioggia smette di cadere e la pista inizia lentamente ad asciugarsi; Senna, con gomme da bagnato nuove, fatica a trovare il proprio ritmo su una pista ormai più umida che bagnata e a metà  gara si trova ancora a 13 secondi dalla Fondmetal del pilota abruzzese. Al 26° giro Boutsen è il primo pilota a rientrare ai box, ma il suo azzardo non paga perchè due giri dopo andrà  a sbattere nell'allungo che porta da Stavelot a Blanchimont. Al 28° giro è Senna a tentare la carta delle gomme da asciutto, l'unica mossa che potrebbe consentirgli di rientrare in lotta per un piazzamento nei punti; riparte ottavo, alle spalle di Lehto. Tre giri dopo, all'inizio del 31°, il brasiliano va in testacoda alla Source a causa di un'incomprensione con il finlandese della Scuderia Italia e perde una manciata di secondi. Con la pista ormai asciutta Senna si porta alla caccia di Herbert e Lehto e al 34° passaggio artiglia la zona punti; davanti a lui c'è Hakkinen, che però ha un vantaggio di quasi 20 secondi; il pilota della McLaren però non molla e giro dopo giro riesce a ridurre il suo distacco fino a portarlo ad appena 5 secondi al termine del 40° passaggio; al penultimo giro i tempi sono ormai maturi per un attacco e Senna riesce a scavalcare Hakkinen sul lungo rettilineo del Kemmel, approfittando della maggior potenza del proprio motore Honda, e a conquistare la quinta posizione finale. Davanti a lui il Gran Premio viene vinto da Michael Schumacher, al suo primo successo in Formula 1, davanti a Mansell, fermato da problemi allo scarico, e a Patrese; Brundle è quarto davanti a Senna, quinto a oltre un minuto, e ad Hakkinen. In classifica generale Mansell si porta a 98 punti davanti a Patrese, salito a 44, e a Schumacher, che con la vittoria di Spa si è ripreso la terza posizione in classifica e si è portato ad un solo punto da Patrese; Senna limita i danni portandosi a quota 36.

 

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Devo dire di sì, l'ultima immagine dal vivo che ho di lui vivo è in quella macchina bianca e blu, mentre accelera per l'ultima volta dalla Tosa inseguito dal crucco. Mi ricordo come si vedeva bene il casco reclinato a sinistra mentre facevano la curva, e ho questa immagine stampata nella mente in modo indelebile. Esteticamente poi, il suo casco sulla livrea Rothmans stava forse anche meglio che su quella Marlboro.

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domanda stupida, ma Ayrton nel 1994 siete riusciti a metabolizzarlo in casacca Williams ?

Prima scorrevo le immagini che gilles127 ha postato e ho fatto una riflessione simile. Sono immagini che mi vanno di traverso, sinceramente. In generale, l'Ayrton in biancoblu è per forza di cose - come dice giustamente Wexx. E' la storia, anche se fa male (pure io ero alla Tosa, stessi ricordi...). Ma quando penso a Senna, non è mai quello del 1994. Quindi, per essere diligente nel rispondere alla tua domanda: sì, l'ho metabolizzato e... archiviato chissà  dove nella mia ram arrugginita... 

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Le due settimane che separano i Gran Premi del Belgio e d'Italia sono dominate dalle voci riguardanti il mercato piloti per la stagione 1993. Il primo botto di mercato scoppia il 3 settembre quando la Benetton ufficializza l'ingaggio di Riccardo Patrese per le stagioni 1993 e 1994; 4 giorni dopo è la volta della McLaren che, in attesa di sapere cosa farà  Senna, comunica l'ingaggio di Michael Andretti, figlio di Mario, dalla Formula CART; venerdì 11 settembre, infine, la Honda annuncia che a fine stagione lascerà  la Formula 1 e quindi anche la McLaren; l'oggetto che fa da contorno a questa rapida successione di voci di mercato è il futuro di Nigel Mansell: l'inglese sembra ormai essere destinato ad abbandonare la squadra che lo ha portato al titolo mondiale e il suo posto, con grande probabilità , verrà  preso da Alain Prost, di ritorno alle corse dopo un anno sabbatico; Senna sta alla finestra, nella speranza di potersi aggiudicare uno dei due sedili della scuderia anglo-francese, a maggior ragione dopo l'annunciato ritiro della Honda. Con i mondiali ormai assegnati, l'impressione è che il Gran Premio d'Italia non sia altro che la cornice che fa da sfondo ai movimenti del mercato: nel corso delle qualifiche il più veloce è ancora Nigel Mansell che conquista la sua undicesima pole stagionale con 6 decimi di vantaggio su Senna, secondo classificato; terzo è il sorprendente Alesi, con una Ferrari straordinariamente in forma, davanti a Patrese. Dopo il warm up domenicale Mansell convoca una conferenza stampa per annunciare il proprio ritiro dalla Formula 1; alla base della sua decisione ci sono fondamentalmente questioni economiche: tre giorni dopo la vittoria del titolo in Ungheria Williams telefona a Mansell, stronca sul nascere qualunque sua richiesta di aumento dello stipendio e gli chiede addirittura di tagliarselo, nonostante l'inglese fosse appena diventato campione del mondo; in conferenza stampa Mansell annuncia anche che l'ingaggio di Prost da parte della Williams è ormai cosa fatta, anche se manca l'ufficialità . In partenza scattano bene Mansell e Alesi, col francese che riesce a scavalcare Senna, ma alla frenata della variante Goodyear il brasiliano si porta all'interno e ritorna davanti al ferrarista; quarto è Patrese che però già  all'inizio del primo giro riesce a liberarsi di Alesi e a conquistare la terza posizione. Mansell riesce a prendere subito un buon margine su Senna, che a sua volta viene insidiato da vicino dall'italiano della Williams. Il sorpasso è solo questione di tempo e infatti all'inizio del 14° giro Patrese prende la scia del pilota della McLaren e porta a termine la manovra ancor prima della frenata della prima variante; a questo punto Senna, che può già  godere di un vantaggio di oltre 15 secondi su Brundle, non può far altro che proseguire con regolarità  la gara e portare a casa un terzo posto molto prezioso per la classifica iridata. Patrese va a prendere Mansell e, com'era prevedibile, l'inglese lo lascia passare per permettergli di conquistare la vittoria davanti al proprio pubblico. Le due Williams procedono in parata fino al 42° giro, quando si verifica il primo vero colpo di scena della gara: la Williams #5 rientra lentamente ai box e si ferma, tradita dal cambio; in testa rimane così Patrese con appena 6 secondi di vantaggio su Senna e quasi mezzo minuto su Brundle. A 5 giri dalla fine anche l'altra Williams comincia a rallentare: un problema idraulico alle sospensioni scompone l'assetto della macchina di Patrese, che si trova con una vettura molto alta all'anteriore e molto bassa al posteriore; in queste condizioni è impensabile tenere il ritmo di gara ideale e Senna non ha difficoltà  a prendere la leadership della gara per andare a vincere con 17 secondi di vantaggio su Brundle e 24 su Schumacher, autore di un'ottima rimonta dall'ultima posizione dopo aver rovinato l'alettone nel corso del primo giro; Patrese invece arriva solamente sesto, staccato di oltre un minuto e mezzo da Senna. Per il brasiliano della McLaren è la terza vittoria stagionale, con la quale aggancia lo stesso Patrese al terzo posto nella classifica iridata con 46 punti; al secondo posto è invece salito Michael Schumacher con 47; tre piloti racchiusi in appena un punto che si contenderanno nelle ultime tre gare il platonico titolo di vicecampione del mondo.

 

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La stagione europea del 1992 giunge al termine in Portogallo, sul circuito dell'Estoril: nelle due settimane successive al Gran Premio d'Italia non si segnalano particolari novità  sul fronte del mercato piloti, ad eccezione dell'annuncio del passaggio di Nigel Mansell in Formula CART in seno al team Newman/Haas dove troverà  per compagno di squadra Mario Andretti; sul fronte Formula 1 Prost viene dato per sicuro alla Williams per il 1993, ma nessuna notizia ufficiale viene ancora diramata; Senna dal canto suo cova ancora la speranza di poter far coppia col rivale al volante della vettura anglofrancese, ma le possibilità  che si possa ricreare la coppia che ha vinto tutto in McLaren nel biennio 1988-89 sono pressoché nulle. Le qualifiche portano all'ennesima prima fila tutta Williams con Mansell in pole con 6 decimi di vantaggio su Patrese; Senna, terzo, è a 1.2 secondi davanti a Berger e alle due Benetton di Schumacher e Brundle. Come accaduto a Monza le 4 ore che separano il warm up dalla gara portano grandi notizie sul fronte del mercato: la Williams annuncia ufficialmente l'ingaggio di Alain Prost per la stagione 1993; per Senna è una dura sconfitta, più politica che sportiva, che di fatto rischia di estrometterlo fin da subito dalla lotta per il mondiale '93; l'unica sua speranza, sia pur molto flebile, è che la McLaren riesca ad ottenere almeno la motorizzazione clienti da parte della Renault strappandola alla Ligier. La partenza del Gran Premio del Portogallo si svolge regolarmente e i primi 4 mantengono le rispettive posizioni; Senna mantiene la sua terza posizione fino al 20° giro, quando rientra per primo ai box per il cambio gomme ripartendo al sesto posto; dopo le soste ai box dei suoi diretti rivali il brasiliano si trova addirittura in seconda posizione: Patrese è infatti stato protagonista di un cambio gomme particolarmente lento, durato circa 20 secondi, ed è ripartito al quarto posto alle spalle di Berger. Dopo la sosta di Mansell, pure questa piuttosto lenta, l'inglese può contare su appena due secondi e mezzo di vantaggio su Senna che, approfittando delle gomme nuove, era riuscito ad avvicinarglisi. Al 43° giro si verifica l'episodio simbolo di questo Gran Premio: Berger, tallonato da Patrese, decide di rientrare ai box per effettuare il suo secondo cambio gomme, ma non fa cenno delle sue intenzioni all'avversario; il pilota della Williams, che lo seguiva da vicinissimo, tampona violentemente la McLaren dell'austriaco, vola per aria, innesca un mezzo cappottamento e infine riatterra "diritta" mancando di pochissimo il muretto dei box; il volo è impressionante nella sua dinamica, ma l'italiano esce dalla sua vettura senza nemmeno un graffio, inviperito contro Berger che non aveva segnalato la sua intenzione di rientrare al box alzando il braccio tanto da bollarlo come "criminale". Al 48° giro tocca a Senna effettuare il secondo cambio gomme; l'operazione viene svolta regolarmente e il brasiliano riparte mantenendo la sua seconda posizione; col nuovo set di gomme però l'equilibrio della sua McLaren va in crisi e al 57° giro Senna è ai box per la terza volta; 6 giri dopo rientrerà  addirittura una quarta volta ai box, ripartendo alle spalle di Brundle dopo una sosta durata una ventina di secondi; con l'ultimo set di gomme Senna ritrova il feeling perduto, si mette alla caccia di Brundle, fa segnare il giro record della gara al 66° passaggio e 3 giri dopo attacca e supera Brundle in fondo al rettilineo dei box. Gli ultimi 2 giri non riservano sorprese, Mansell vince con 37 secondi di vantaggio su Berger e un giro su Senna, terzo al traguardo. In classifica iridata Senna sale al secondo posto con 50 punti contro i 47 di Schumacher, 7° al traguardo dopo essere partito dal fondo dello schieramento, e i 46 di Patrese.

 

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