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Indycar Series 2015


Andrea Gardenal

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Ok, grazie. Avevo letto di questo fatto, però si parlava anche di problemi aerodinamici della macchina. Per esempio perchè crea una scia così grande rispetto alla IR03, con cui a Indy era diventato difficile superare? Ok che la DW12 ha probabilmente un carico globale maggiore quindi forse in curva la turbolenza da meno problemi e si può viaggiare più vicini, ma negli ultimi anni abbiamo visto sorpassi in pieno rettilineo, roba da Handford device. Esempi di dinosauri ai box? :asd:  

P.S.: qual'era allora la potenza attesa? io sapevo 700-750cv sugli stradali.

P.S2.: scusa se rompo :asd:, leggo spesso di IR03 e IR07, quanto c'era di diverso tra le due? 

la IR12 crea una scia differente per via del fatto che ha dietro i wheel guards, caso unico nel motorsport, ma sono stati anche fatti studi CFD con le macchine in scia per rendere i sorpassi più sicuri. poi, il fatto che la macchina abbia più carico rispetto alla generazione precedente è un dato ovvio, vista la progettazione più recente.

il dato del motore non era noto, per via della concorrenza dei tre costruttori. ma mancava velocità  ance se poi la pole fu a 227.5, maggiore dei 225 di capitolato.

poi senza cambiare nulla nella macchina, hanno migliorato negli anni a venire. quindi direi che il motore aveva sicuramente margine!

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la IR12 crea una scia differente per via del fatto che ha dietro i wheel guards, caso unico nel motorsport, ma sono stati anche fatti studi CFD con le macchine in scia per rendere i sorpassi più sicuri. poi, il fatto che la macchina abbia più carico rispetto alla generazione precedente è un dato ovvio, vista la progettazione più recente.

il dato del motore non era noto, per via della concorrenza dei tre costruttori. ma mancava velocità  ance se poi la pole fu a 227.5, maggiore dei 225 di capitolato.

poi senza cambiare nulla nella macchina, hanno migliorato negli anni a venire. quindi direi che il motore aveva sicuramente margine!

Ultima cosa (vabbè, non proprio ultima :)), com'è considerata in Dallara la DW12? un successo? migliorabile? soprattutto tenendo conto della quasi unanime bocciatura da un punto di vista estetico.

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Dai, per questi test quelli dell'IndyCar si sono comportati bene tra live timing, foto e video. Tra l'altro nel loro canale ci sono già  gli streaming per prove libere, qualifiche e warm up... sperando che in Italia non vengano bloccati per qualche motivo, ma visto che Sky trasmette solo le gare non dovrebbero esserci problemi. 

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Comunque va bene tutto, evoluzione, aspetto diverso, piloti che si divertono di più...ma resto dell'opinione che velocità  in curva più alte, maggiore trazione e frenata più stabile non aiuteranno di certo a far emergere l'abilità  di pilotaggio

Modificato da Penske fan
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IndyCar: Penske per la riconferma, Filippi alla conquista degli USA

 

Dopo avere riportato a casa un titolo che mancava dal 2006, quella che si presenta ai nastri di partenza della nuova stagione è una Penske Racing competitiva come non mai. A Will Power, che dopo tre titoli persi all'ultima gara finalmente è riuscito a conquistare il tanto ambito traguardo, e ai confermati Hélio Castroneves e Juan Pablo Montoya, la scuderia del Capitano ha aggiunto un altro pilota di indiscusso talento come Simon Pagenaud, protagonista delle ultime tre stagioni all'interno del team di Sam Schmidt.

 

Il marchio di riferimento sembra essere, anche quest'anno, Chevrolet. La lotta all'interno del marchio statunitense sarà  quindi quella consueta, tra Penske e la scuderia di Chip Ganassi, che ha confermato la sua prima punta Scott Dixon, affiancato ancora una volta da Tony Kanaan e Charlie Kimball. Almeno per il primo appuntamento, sulla quarta Dallara di Ganassi ci sarà  anche il giovane Sage Karam, che potrebbe comunque ripresentarsi al via più avanti nella stagione.

 

D'altra parte, Honda avrà  il suo team di spicco nella Andretti Autosport. Anche il team gestito dal campione CART del 1991, Michael, schiererà  una vettura in meno rispetto al 2014, allorché il partente James Hinchcliffe non è stato rimpiazzato. Le tre punte saranno sempre Ryan Hunter-Reay, Marco Andretti e Carlos Muà±oz, ai quali si aggiungerà  per il primo weekend di gara la rientrante Simona de Silvestro. Hinchcliffe rimarrà  tuttavia in forza ad un team Honda, precisamente nel team Schmidt che ha visto Pagenaud partire in direzione Penske: il canadese sarà  affiancato da un altro pilota di ritorno negli USA, ovverosia il britannico James Jakes.

 

E veniamo a quello che, almeno per noi italiani, costituirà  uno dei motivi di principale interesse per la stagione al via. Dopo otto gare disputate negli ultimi due anni, Luca Filippi correrà  per il team CFH, nato dall'unione delle scuderie di Ed Carpenter e di Sarah Fisher. Il piemontese gareggerà  sugli stradali e sui cittadini, mentre per quanto riguarda gli ovali alla guida della Dallara numero 20 ci sarà  proprio il velocissimo co-proprietario della neonata scuderia, trionfatore l'anno scorso in quel di Fort Worth. Per trovare l'ultimo italiano ai nastri di partenza di una stagione americana sin dall'inizio bisogna tornare al 2002, quando Max Papis venne ingaggiato dal team Sigma per disputare il campionato CART, avventura sfortunata in quanto il team lasciò dopo appena cinque gare nelle quali Papis conquistò anche due podii. Per le prime quattro gare della stagione, gli azzurri in griglia saranno ben due, infatti Francesco Dracone è stato ingaggiato dal team Coyne al fianco di Carlos Huertas. Tornando al team CFH, previsto un impegno full time invece per Josef Newgarden.

 

Altra novità  è rappresentata dallo sbarco negli USA di Stefano Coletti, che rimpiazzerà  Saavedra all'interno del team KV. Confermato invece Sébastien Bourdais, reduce da un finale di 2014 molto buono con una vittoria a Toronto e un secondo posto a Mid-Ohio. Due punte per il team di AJ Foyt, che insieme a Takuma Sato schiererà  anche Jack Hawksworth, mentre Rahal e Herta schiereranno un solo pilota per tutta la stagione, rispettivamente Graham Rahal (figlio del grande Bobby) e il rookie colombiano Gabriel Chaves, campione in carica della Indy Lights.

 

Oltre ai 21 piloti già  confermati, altri tre hanno già  annunciato una presenza "one-shot" alla 500 Miglia di Indianapolis: trattasi di Jay Howard, che correrà  con Herta, di Bryan Clauson, per il team Byrd in collaborazione con KV, e del trionfatore dell'edizione 1996 Buddy Lazier con il suo team personale.

 

Dal punto di vista tecnico, la stagione 2015 coinciderà  con l'arrivo dei cosiddetti aerokits: trattasi di particolari aerodinamici progettati da Chevrolet e Honda che si aggiungeranno al consueto telaio della Dallara DW12. Quest'anno sarà  quindi possibile riconoscere a colpo d'occhio una vettura motorizzata Chevrolet da una motorizzata Honda.

 

aerokits-550x383.png

 

Dal punto di vista sportivo, invece, cambierà  e di poco solo il sistema di punteggio. Invariato nella sostanza, il punteggio verrà  raddoppiato in occasione della 500 Miglia di Indianapolis e dell'ultimo appuntamento del campionato, a Sonoma. Punteggio tradizionale invece per le altre due gare della Triple Crown, Fontana e Pocono.

 

Il calendario non ha subìto particolari variazioni: annunciati inizialmente altri due appuntamenti, il primo su un fantomatico cittadino a Dubai e il secondo sul circuito di Brasà­lia, questi sono stati entrambi cancellati per motivi organizzativi. Rimane così l'unico round extra-USA a Toronto, mentre rimarrà  un unico double header a Detroit, per un totale di sedici prove. Inizio sul cittadino di Saint Petersburg ed epilogo sul permanente di Sonoma, unica new entry il nuovo NOLA Motorsports Park di Avondale. Per trovare un campionato americano conclusosi su un circuito non ovale bisogna tornare alla Champ Car 2007, che comunque ormai si era ristretta ai soli tracciati tradizionali.

 

La IndyCar, anche quest'anno, sarà  trasmessa da SkySport, che diffonderà  in diretta esclusiva la visione di tutte le gare.

 

Team e piloti:

indypiloti-550x550.png

 

Calendario:

indycalendario-550x321.png

 

Così nei test di Birmingham:

test.png

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http://www.racer.com/indycar/item/114729-indycar-wants-to-be-f1-alternative

 

Hulman and Company CEO Mark Miles believes that the high race-hosting fees in Formula 1 could work in his series' favor as it explores opportunities to expand beyond North America.

 

The Verizon IndyCar Series is in the process of attempting a transition into a season that begins and ends earlier in the year, with the hope of compensating for the lack of North American venues with a suitable climate for racing in February and March by adding a handful of overseas events.

 

The first step in that direction was intended to be a race in Brasilia earlier this month, but the event was canceled in February after the local government withdrew its funding. However, Miles remains optimistic that IndyCar can succeed outside of North America, and he believes that it can do so by offering itself as a more viable alternative for markets that have been priced out of F1.

 

"We believe that there is a not-so-latent appetite for IndyCar racing around the world," said Miles (LEFT, with Sir Jackie Stewart). "I think there is a great value proposition when you look at where we can come in, and what we can offer compared with Formula 1 when you think about price versus value.

 

"We don't have to charge the kind of sanctioning fees that race promoters in countries, and sovereign funds are paying for Formula 1. But I think we can offer a product that is seen as uniquely American, but is extraordinarily exciting racing. So I think there is a big opportunity for us."

 

IndyCar's planned expansion comes at a time where Formula 1's high sanctioning fees are coming under increasing scrutiny. The German Grand Prix will be absent for the calendar for the first time in more than five decades this year due to the failure of the event organizers to agree terms with Bernie Ecclestone.

 

Meanwhile, current South Australian tourism minister Leon Bignell recently told the Australian media that Adelaide will not attempt to recapture the grand prix from Melbourne as long as Ecclestone is in charge.

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Domenica ricominciano le legnate, dal 1902 ad oggi sono 114 anni di F.INDY e 109 stagioni di corse!

 

Da Harry Harkness a Will Power, dall'Ohio all'Australia!

 

Dalla Mercedes Simplex alla Penske-DallaraDW12-Chevrolet!

 

Il più vecchio campionato del mondo riprende là  dove si era fermato. 

 

Dixon contro lo squadrone Penske!

 

Montoya papabile prossimo Campione del Mondo per la prima volta in F.INDY per il 2° titolo in una massima serie a ruote scoperte!

 

Osservati speciali: Pagenaud in Penske, Munoz in Andretti, Hawksworth in Foyt, Chaves in Herta, Karam in Ganassi, Filippi e Newgarden in CFH e anche Hinchliffe e Coletti in Schmidt!

 

In attesa di un rientro di Wilson.

 

Debuttanti assoluti (gente che non ha mai corsa neppure una gara in INDY, F1 o CART): Chaves e Coletti. 

 

Personalmente punto su 2 nomi: Dixon e Montoya. Secondo me lo scontro sarà  fra questi 2 il campionato. A dargli addosso potranno essere Power, Pagenaud, Kanaan, Hunter-Reay e Castroneves vah.

 

Mi mancano Hornish, Wheldon e Franchitti...

 

Mi piacerebbe rivedere Bourdais là  davanti!

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Anche Montoya comunque ha vinto sia Indianapolis che il campionato (CART in questo caso). Spero che Sam si stanchi presto della Nascar, dove nom vincerà  mai nulla di davvero grosso, tra l'altro è ancora abbastanza giovane e non penso necessiti nemmeno del "trattamento" di Montoya.

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Magnussen was chasing IndyCar drive

 

Kevin Magnussen has revealed that replacing Fernando Alonso for the Australian Grand Prix scuppered his plan to race in IndyCar in 2015.

Now McLaren's reserve driver after racing for the team in 2014, the Dane explored opportunities to race outside of Formula 1, including IndyCar and at Le Mans with his father Jan.

But his call-up to replace the injured Fernando Alonso for the Australian Grand Prix ended his chances of racing in IndyCar, with a link having existed through Honda's involvement in the series as an engine manufacturer.

AUTOSPORT also understands that frontrunning team Andretti Autosport - run by former McLaren driver Michael Andretti - was sounded out earlier in the winter about the possibility of fielding a car for Magnussen.

"We were looking at IndyCar, trying to get an Indy drive, but always with Formula 1 as the first priority," Magnussen said on Friday when asked by AUTOSPORT why he won't be racing this year.

"But because I stood in for Fernando in Australia, that wasn't possible at all.

"So we dropped it and now I'm only planning to do this [reserve role].

"You never know what can come up during the year, but for now the only thing that's certain is that I'm going to be at the [Formula 1] races."

While admitting his frustration at being on the sidelines, Magnussen says he is focused on the bigger picture and getting back onto the Formula 1 grid.

"I'd prefer to be racing, I'd love to be racing, but I have a vision and a plan so it's not too bad," he said.

"Of course it's a bit boring and frustrating at the moment, but as long as you have something to look forward to it helps.

"My overall plan is to become a world champion of Formula 1.

"At the moment, the overall goal is to get a race seat, that's the first thing I'm going to do.

"I'm with McLaren now: whether it will be here, or them helping me to get into another seat is difficult to say.

"But I'm sure I'm in the best position I can be as a third driver."

 

http://www.racer.com/latest-stories/item/114858-magnussen-was-chasing-indycar-drive

 

Peccato, capisco la scelta ma non la condivido. Sicuramente riuscirà  a tornare in f1 ma, facendo bene in IndyCar, si sarebbe forse aperto un'alternativa. Per la reputazione di un pilota penso che vincere sia sempre meglio che stare fermo in attesa degli eventi, e lui con quella macchina qualche soddisfazione forse se l'avrebbe potuta togliere. Infine per noi il 2015 sarebbe stato ancora più interessante :asd:. 

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