Popular Post Ayrton4ever Posted November 21, 2012 Popular Post Share Posted November 21, 2012 Oggi vi voglio parlare di uno dei cavalieri del rischio per eccellenza, di un pilota velocissimo, di un funambolo che faceva del controllo al limite, della sbandata controllata un marchio di fabbrica. Oggi vi voglio parlare di Ronnie Peterson. Bengt Ronnie Peterson nasce ad Almby, un paese vicino a Orebro, nella Svezia centrale il 14 febbraio del 1944. Suo padre Bengt, un fornaio, ha la passione delle corse e costruisce per i suoi figli il primo mezzo, ibrido fatto in casa, una via di mezzo tra un trattore e un kart che sarà la prima vera macchina da corsa per Ronnie. I due spesso rimetteranno a posto personalmente i mezzi che guiderà Ronnie, tra cui una “Svebeâ€, macchina derivata, o copiata, dalla Brabham con cui Ronnie inizierà la sua carriera nella Formula 3 svedese. Ronnie dimostra subito il suo amore per la velocità saltando a dieci anni su una Renault ed esibendosi su una pista ghiacciata sotto l'occhio severo ma compiacente del genitore. Studia malvolentieri, lavora in un concessionario e persino come addetto manutentori di ascensori poi decide di investire sé stesso e i suoi pochi risparmi nelle corse. L’apprendistato è quello classico: comincia dai go-kart dove si forma e apprende l’arte del controsterzo, del controllo al limite e in curva. Nel 1962 con un Kart di produzione propria arriva secondo nel campionato svedese classe D. I primi successi arrivano con due titoli svedesi nel 1963 e 1964; nel 1966 vince il campionato europeo classe A e lotta per il mondiale Kart con un mezzo prodotto in casa dal padre e che fu chiamato “Robardie†(Ardie era il nome del motore tedesco) ma non vince arrivando terzo. A sconfiggerlo fu una pilota italiana, Susy Raganelli, di cui Ronnie era innamorato e con cui ebbe una breve storia. Nel 1967 viene acquistata una vera Brabham con cui si mette in luce agli occhi del pubblico europeo. Passa successivamente alla Formula 3 con la squadra italiana Tecno nel 1968, vincendo subito i titoli europeo e svedese con 12 vittorie in 26 gare e ripetendosi nell’anno successivo contro avversari come Fittipaldi, Regazzoni, Ganley, Wisell e un certo Lauda che, conoscendone bene le virtù, impedirà la sua assunzione in Ferrari. Ronnie ha già vinto molto e gli addetti ai lavori tengono d'occhio quello svedese taciturno ma terribilmente veloce. L'uomo che credette più di tutti in lui fu Alan Rees, futuro socio della March che promette all’â€Orso di Orebro†(suo soprannome dovuto alla sponsorizzazione della azienda Polar Caravan che ha come simbolo un orso) che arriverà alla meta più ambita, la Formula 1. Nel 1969, aldilà delle 22 gare e del titolo in F3, debutta in F2 e partecipa a gare delle Vetture Sport e Rally vincendo 16 volte, secondo in due occasioni e terzo in tre. Ma gli eventi più importanti sono altri: incontra Barbro, che diventerà la compagna della sua vita e si aggiudica il Gran Premio di Monaco di Formula 3, supporto al tradizionale gran premio e lasciapassare per la massima formula. In questa occasione può approfondire la conoscenza di Max Mosley, utilissima per gettare le basi del suo arrivo in Formula 1. Ronnie debutta in Formula 1 nel 1970 al Gran Premio di Monaco con l'Antique Automobiles Racing Team che usa un telaio March 701 ed è legata al privato Colin Crabbe ma, secondo una consuetudine consolidata all’epoca, continua a competere in altri campionati come la F2 europea che vincerà nel 1971 sempre con la March. Oltre al debutto in F1 ci sono altri otto gran premi, undici partecipazioni in F2, gare nei prototipi come la 24 Ore di Le Mans su Ferrari. Il debutto va molto bene, visti i mezzi a disposizione: 12° in qualifica e 7° in gara alla pirma apparizione nel principato nella categoria principe dell'automobilismo. Il resto della stagione è invece da dimenticare con continui ritiri per scarsa affidabilità della macchina. In Formula 1, come detto, debutta con la March con cui corre per tre campionati con risultati altalenanti anche per i problemi economici della scuderia, giungendo comunque sei volte sul podio. Nel 1970 Peterson non ha certo il materiale migliore ma riesce comunque a mettersi in luce, non sfigurando vicino a un pilota esperto e veloce come Siffert. Da subito si intravedono le sue doti di controllo della monoposto. Ronnie a Monza (prima foto) e Watkins Glen. Già al secondo anno nel 1971 Peterson si laurea vice campione del mondo dietro al grande Stewart con la sua March 711; spiccano quattro secondi (Monaco, Gran Bretagna, Italia e Canada) e un terzo posto (negli Stati Uniti) tra cui ricordiamo quello di Monza della celebre volata che lo vedrà sconfitto da Peter Gethin per un centesimo e proprio all’ultima curva. In quella celebre battaglia di piede, cuore, cervello e scie, Ronnie commette un errore, arrivando scomposto perchè lungo alla Parabolica, e viene battuto da Gethin con la sua BRM e il suo 12 cilindri. Il 24 luglio a Watkins Glen insieme a Andrea De Adamich con un'Alfa Romeo vince la 6 ore del Campionato del Mondo Prototipi oltre al già citato campionato di F2 e la prima vittoria nella classe 2 litri con la Lola “T212â€. Peterson a Monaco, Le Castellet e Monza Purtroppo il 1972 non è foriero di soddisfazioni ed è nono in classifica piloti grazie al podio ottenuto al Gran Premio di Germania. La March 721X non è proprio competitiva e anche Ronnie coi suoi funambolismi può poco. Monza, palcoscenico dove si esalta sempre, regala solo un nono posto in gara dopo il 24° posto in prova. In questo anno Peterson incrocia le armi anche in Formula 1 con un giovanissimo austriaco che patirà un po' la velocità dello svedese, Niki Lauda. Peterson continua a correre anche in altre gare: con la Ferrari 312 PB vince le 1000 Km del Nurburgring e di Buenos Aires in coppia con Schenken e dà un significativo contributo alla vittoria del campionato Marche; vince anche due volte in F2. Ronnie è ormai sui taccuini di tutti, lo tengono d'occhio soprattutto i due uomini Lotus Chapman e Warr e lui non disdegna di cambiare squadra anche per motivi economici dato che da vicecampione del mondo 1971 ha guadagnato appena 10000 sterline. Qui sotto Peterson a Buenos Aires Peterson a Clermont Ferrand Nel 1973 il pilota svedese si trasferisce alla prestigiosa Lotus, affiancando il campione del mondo in carica Emerson Fittipaldi. Peterson non sfigura affatto nel confronto e continua ad affermarsi come uno dei piloti più veloci del Circus, riuscendo a conquistare nove pole position e quattro vittorie che gli fanno conquistare 52 punti e il terzo posto in classifica. La prima vittoria arriva il 1 Luglio 1973 al Paul Ricard quando Ronnie, scattato dalla quinta posizione, vince con quaranta secondi su Franà§ois Cevert. Foto del Gran Premio di Francia 1973 Seguono poi le vittorie in Austria, a Monza e negli Stati Uniti ma la scarsa affidabilità del mezzo lo relega come detto al terzo posto finale. A Monza si deteriorarono un po' i rapporti con Fittipaldi che, abituato a compagni di squadra più comodi, non è troppo contento di un piede pesante come lo svedese tanto da preferire poi il trasferimento in McLaren. Il brasiliano rimprovera anche il team di dare le regolazioni per gli assetti che lui decide allo svedese che, sfruttando il suo lavoro, riesce poi ad essere più veloce del suo capitano. In realtà Peterson ha aiutato da buon compagno di squadra il titolato Emerson, dandogli strada nel Gran Premio d’Austria, vittoria che poi Fittipaldi non coglierà per un problema ad un condotto della benzina, lasciando strada allo stesso Peterson. A Monza poi, per confermarsi campione, Fittipaldi deve vincere quella gara e le successive ma nessuno all’interno dello stesso team Lotus sembra crederci più di tanto e non vengono impartiti ordini di scuderia. Peterson conquista la pole, parte bene e s’invola; Fittipaldi passa le M23 di Revson e Hulme ma non riesce poi a passare la Lotus del compagno, arrivando secondo a soli otto decimi dallo svedese, più indietro in classifica. Il Mondiale si chiuderà a Watkins Glen col dramma di Cevert e vedrà Stewart campione, Fittipaldi secondo e Peterson, come detto, terzo ma all’interno del team Lotus si ammette che senza i guai al cambio a Montjuich (quando Ronnie fece segnare pole e giro veloce) e al motore a Zandvoort (nel giorno del rogo di Williamson), Peterson avrebbe potuto lottare fino in fondo per il titolo. Gran Premio di Monza 1973 Gran Premio di Watkins Glen 1973 Nel 1974 Peterson rimane in Lotus e ha come nuovo compagno Jacky Ickx. I due guidano la nuova rivoluzionaria Lotus 76 da cui ci si aspetta grandi cose per le sue qualità : linee rastremate e frizione semiautomatica, comandata da un pulsante sulla leva del cambio che avrebbe dovuto, nelle intenzioni dei tecnici, velocizzare il passaggio delle marce. In realtà la macchina anticipa troppo i tempi e dà molti problemi anche perché la 76 è più pesante di 45 Kg della vecchia 72 che su pressione dei piloti, delusi dall’affidabilità precaria della 76, viene richiamata in servizio. Peterson vince altre tre gare ma complessivamente è solo quinto nel mondiale. Vince ancora in Francia a Digione, in Italia a Monza ma la più grande dimostrazione la dà a Montecarlo quando vince nel Principato con una sontuosa rimonta che lo porta al gradino più alto del podio. Il gran premio di Monaco parte male, Peterson ha un contatto con le barriere e dopo un altro con Carlos Reutemann e la sua Brabham. Davanti le Ferrari pasticciano, Lauda mette pressione a Regazzoni che si gira, l’austriaco si invola ma si ritirerà per un problema all’iniezione del motore e Ronnie ha via libera vincendo davanti a Scheckter e Jarier. Gran Premio di Monaco 1974 A Monza Peterson è costretto alla rimonta, parte settimo e sembra non avere speranza contro le fortissime Ferrari, soprattutto quella di Lauda che parte dalla pole position mentre lui è addirittura settimo. Ai box il sabato notte si tenta una modifica last minute per restringere le fiancate della Lotus per avere maggiore velocità in rettilineo. La gara parte e Lauda scappa inseguito da Regazzoni che ha passato le Brabham. Peterson supera le due Brabham ma non ha speranza contro le Rosse di Maranello, finchè prima Lauda e poi Regazzoni si ritirano, gettando nello sconforto il pubblico e dando via libera a Peterson che viene inseguito vanamente da Fittipaldi, proprio come 12 mesi prima! Anche in questo anno un po’ deludente Peterson conferma il suo talento e la grande adattabilità al mezzo meccanico che si contrappone a qualità non troppo eccelse come collaudatore. Inoltre partecipa anche al Campionato Turismo nel team BMW. Gran Premio di Francia a Digione 1974 Gran Premio del Brasile 1974 Fine Prima parte. Ringrazio Gio66 per il contributo fotografico 6 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luke36 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Non ho parole ! GRAZIE GIACOMO ! Link to comment Share on other sites More sharing options...
Osrevinu Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Hai capito che lovoro... Complimenti davvero! Link to comment Share on other sites More sharing options...
sundance76 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Ottimo lavoro Ayrton! E quanta nostalgia... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Andrea Gardenal Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Con un paio di ritiri in meno avrebbe conteso fino all'ultimo il mondiale '73 a Stewart (per non parlare del '78) Link to comment Share on other sites More sharing options...
sundance76 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Sull'AS di oggi il "Cuore da Corsa" di Mario Donnini è dedicato a Eddie Cheever, che in un passo dice: "Il mio pilota preferito di sempre è Ronnie Peterson. Grandissimo, immenso. Ci ho corso contro ai tempi delle Bmw Gruppo 5, l'ho visto guidare sul vecchio Nurburgring. Uno di un altro pianeta. Ero a Monza, la domenica dell'incidente. Il giorno dopo piangevo la sua fine. Chi l'ha visto dentro una macchina da corsa, non lo scorderà mai." Link to comment Share on other sites More sharing options...
Luke36 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Peterson, Hunt, Depailler, Andretti. 3 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Don Michael Corleone Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Bellissimo!!!Grazie per avermi fatto conoscere meglio il pilota ma soprattutto l'uomo Peterson.. Link to comment Share on other sites More sharing options...
61066 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Peterson, Hunt, Depailler, Andretti. a Mosport 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
The Magic Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Semplicemente GRAZIE Gio e Giacomo per queste perle Grazie davvero! Link to comment Share on other sites More sharing options...
61066 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Semplicemente GRAZIE Gio e Giacomo per queste perle Grazie davvero! Questo è tutto merito di Giacomo Link to comment Share on other sites More sharing options...
sundance76 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 a Mosport '76 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
61066 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ferrari F1 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Data e ora? Link to comment Share on other sites More sharing options...
Andrea Gardenal Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Data e ora? Data: 3 Ottobre Ora: considerato che siamo entro l'ottavo giro, e che la gara è partita alle 14:30, direi che siamo tra le 14:30 e le 14:40 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ferrari F1 Posted November 21, 2012 Share Posted November 21, 2012 Data: 3 Ottobre Ora: considerato che siamo entro l'ottavo giro, e che la gara è partita alle 14:30, direi che siamo tra le 14:30 e le 14:40 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Popular Post Ayrton4ever Posted November 23, 2012 Author Popular Post Share Posted November 23, 2012 Ronnie Peterson - Seconda Parte Nel 1975 la Lotus è in crisi di risultati, Peterson è solo quindicesimo in classifica in virtù dei sei punti e di una macchina, la Lotus 76, che non dà garanzie e presto verrà sostituita dalla 72 F. In pista ci sono tantissime delusioni dovuti a ritiri, prestazioni sotto traccia e il massimo risultato sarà un quarto posto a Montecarlo e due quinti negli USA e in Austria. I problemi sono dovuti anche all’annunciato ritiro della John Player Special, lo storico marchio di sigarette che accompagna la Lotus. Chapman riesce a far desistere i “tabaccai†dal loro proposito ma questi annunciano comunque un robusto taglio della sponsorizzazione, creando un problema al team che viaggia ancora con la vetusta Lotus 72. I dirigenti Lotus chiedono a Peterson un aiuto con un risparmio sullo stipendio ma Ronnie non accetta perché ritiene che il valore di un pilota si misuri anche dal suo salario; Peterson, che si è sposato con la storica fidanzata Barbro da cui avrà la figlia Nina, viene accontentato economicamente ma il team, che ha provato a vendere il suo cartellino alla Shadow, è senza denaro e inevitabilmente i rapporti tra team e pilota si incrinano. Qui sotto due immagini di Ronnie a Montecarlo Per il 1976 Peterson avrebbe anche firmato per la Shadow ma Chapman, che ha problemi economici ma conosce le doti del suo pilota, usa la sua influenza e chiede allo svedese di rimanere in squadra, promettendo di accelerare lo sviluppo della Lotus 77. Dopo una sola gara del campionato 1976, un Gran Premio del Brasile in cui si qualifica addirittura diciottesimo, Ronnie decide di cambiare squadra, facendo ritorno alla March (dopo una gara a Long Beach in cui è iscritto dalla Theodore), unica soluzione possibile, seppur non di primissimo livello, a campionato in corso. Peterson è sponsorizzato e aiutato a tornare alla March da un italiano, il conte Zanon, un industriale con affari nel mondo del caffè. La squadra non è supportata da grandi sponsor e i denari del Conte vengono molto ben accolti insieme con Ronnie che entra in squadra come uomo di maggior valore al posto di Lella Lombardi. Con la March del 1976 i risultati sono ancora più deludenti con una serie pressochè interminabile di ritiri interrotta solo da un sesto posto in Austria e una bellissima vittoria sotto la pioggia di Monza quando l'asfalto viscido permette di livellare le prestazioni tra vetture, facendo emergere il pilota. A metà anno in realtà potrebbe passare clamorosamente alla Ferrari rimasta orfana di Lauda dopo l’incidente del 1 agosto 1976 al Nurburgring perché Audetto lo vorrebbe ma Lauda che lo conosce e lo teme dai tempi della F2 si impone e arriva Reutemann (Peterson disse una volta nel 1975 “Lauda deve solo pensare a quando in F2 non sapeva passarmiâ€). Il 12 settembre all’Autodromo Nazionale, tutti guardano Lauda, appena tornato dopo il rogo del Nurburgring, e nessuno fa molto caso a Peterson che è ottavo in prova ma solo per le penalizzazioni di Hunt, Mass e Watson. Nessuno bada a Peterson anche perché c’è un vespaio di polemiche intorno ad Hunt, rivale di Lauda per il mondiale, che è trovato con una quantità di ottani nella benzina inferiore al regolamento. La polemica nasce perché l’infrazione è rilevata dai tecnici Agip, fornitrice della Ferrari, quindi avversaria diretta dell’inglese e della McLaren. Ai tre vengono cancellati i tempi del sabato e hanno validi solo i tempi del venerdì che sono altissimi per via della pioggia, sarebbero addirittura fuori gara ma vengono riammessi in seguito ai problemi e alle defezioni di Merzario, Lunger e Stuppacher. Peterson si è visto annullare i tempi del venerdì per irregolarità delle prese d’aria ma parte ottavo. Alla partenza diventa settimo e scala la classifica fino al quarto posto, poi, sfruttando la lotta tra Depailler e Laffitte, si avvicina e li passa entrambi, all’undicesimo giro è la volta di Scheckter e Peterson è in testa. In quel giorno fatto di sole, pioggia e ancora sole su una pista che pare ghiaccio, chi meglio di uno svedese equilibrista che guadagna sugli altri soprattutto sotto l’acqua con alettoni quasi settati a zero? Infatti Ronnie vince, sfruttando anche i guai di Depailler e un pasticcio della direzione gara che prima neutralizza la gara per pioggia poi, smentita anche dal tempo che migliora, non sanziona chi non si è fermato. In realtà la vittoria di Peterson è meritatissima, confermata anche dal giro più veloce in gara e ottenuta con una March 761 nettamente inferiore alla concorrenza. E’ la sua terza vittoria a Monza, pista dove si esalta mentre invece in casa ad Anderstorp non vincerà mai. Tutti si accorgono di lui e Peterson decide allora di cambiare ancora, lasciando subito la derelitta March che da lì in poi non vincerà più una gara. Partecipa anche alle sue ultime gare di F2. Peterson a Interlagos A Kyalami A Monaco con un certo Max Mosley A Zandvoort con la March 761 A Watkins Glen sempre con la 761 Per il 1977 scommette sull’avveniristica Tyrrell P34B a sei ruote, progettata da Derek Gardner; il suo compagno di squadra è Patrick Depailler. La scelta poteva essere corretta visto il discreto campionato della Tyrrell nel 1976 che vince in Svezia ma si rivela poco felice per le difficoltà tecniche della squadra. In particolare le gomme anteriori non vengono sviluppate abbastanza dalla Goodyear che, preoccupata per l’arrivo della concorrente Michelin, si concentra sullo sviluppo delle coperture tradizionale, tralasciando le piccole ruote anteriori, utilizzate solo dalla Tyrrell. Ronnie è costretto a far buon viso a cattivo gioco, guida al limite come sempre e non riesce ad andare oltre ad un podio in Belgio ed un quinto posto in Austria. In Giappone è poi sfortunato co-protagonista di un incidente con Villeneuve in cui la Ferrari del canadese decolla uccidendo due spettatori. Qui a Interlagos A Zandvoort A Zolder Con Gunnar Nilsson A Monza Fine Seconda Parte Ringrazio ancora Gio per il prezioso contributo fotografico 6 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Popular Post Lotus Posted November 23, 2012 Popular Post Share Posted November 23, 2012 Grandissimo Giacomo! Mi ero perso questa perla - ma tutta la sezione è splendida - per indolenza e incuria... errore imperdonabile. Mi hai fatto commuovere ricordando l'eroe dei miei anni rampanti. Non posso esimermi dall'arricchire la bacheca... partendo da due di quelle che mi piacciono di più... impensabile per i robotini odierni. grande Colin... Kyalami '74 dritte ad un debuttante... Niki Lauda Let it snow! La bellissima moglie Barbro... infine, l'immagine che amo di più... l'essenza del racer dei tempi che furono... grasso, sudore e polvere! 5 Link to comment Share on other sites More sharing options...
61066 Posted November 23, 2012 Share Posted November 23, 2012 Questi sono gli standard che vogliamo (e soprattutto possiamo) mantenere in questo forum. There's much more to come. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Carlomm73 Posted November 23, 2012 Share Posted November 23, 2012 Grandissima pilota. Aspetto con ansia la terza parte per il racconto della sfortunata annata 1978. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Lotus Posted November 23, 2012 Share Posted November 23, 2012 Questi sono gli standard che vogliamo (e soprattutto possiamo) mantenere in questo forum. There's much more to come. dal profilo facebook del suo amico-collega Marione Andretti: così capite dove ho cannibalizzato metà firma... Notare i cornini simpaticamente apposti aulla crapa dell'italoamericano... Schumi e Vettel scopiazzoni, altro che corsi e ricorsi... Che nostalgia per quelle tute sprovviste di mirabolanti sponsorizzazioni Clear o Gillette... 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Popular Post Ayrton4ever Posted November 24, 2012 Author Popular Post Share Posted November 24, 2012 Ronnie Peterson - Terza e ultima parte Peterson cambia ancora squadra e firma, grazie anche al nuovo intervento del Conte Zanon, per il 1978 per la Lotus. Il contratto però prevede espressamente il ruolo di seconda guida dietro all’americano di origini istriane Mario Andretti. Questi si è guadagnato i galloni di prima guida con il lavoro di sviluppo della Lotus a effetto suolo ed è un ottimo collaudatore, a differenza dello svedese che adatta il suo stile alla macchina da guidare. Peterson accetta ma è chiaro che quella situazione gli starà ben presto stretta, tanto da deteriorare i suoi rapporti con Chapman e spingerlo a fargli firmare per il 1979 un contratto per la McLaren. Peterson affianca e aiuta lealmente Andretti, accompagnandolo al traguardo per quattro doppiette grazie ad una macchina, la rivoluzionaria Lotus 79 impiegata nella seconda parte del campionato (Gran Premio di Spagna), superiore alla concorrenza. Vince anche due gare in Sudafrica e Austria ma in entrambe le occasioni ha il via libera a causa del ritiro di Andretti. La gara del Sudafrica è da ricordare per lo splendido finale duello con Depailler. Il pilota è comunque molto costante e ottiene anche altri piazzamenti come il quinto posto in Argentina con la vecchia 78, il quarto posto negli Stati Uniti e il podio in Belgio. Peterson perde spesso il duello in prova con Andretti di cui era probabilmente più veloce (non solo di lui...) e le malelingue ipotizzano che ciò avvenisse perché i meccanici riempissero di benzina la macchina per “rallentarlo†rispetto all’americano che per la verità sceglieva gli assetti e veniva poi copiato dal compagno. Peterson però pubblicamente asserisce che quando Andretti lo ha battuto, lo ha fatto perchè si è dimostrato migliore, senza alcun aiuto esterno. Purtroppo al 1979 Peterson non arriverà mai, rimanendo vittima di un incidente nei primi metri successivi alla partenza del Gran Premio d’Italia. L'intero evento non era cominciato bene per Peterson che, avendo danneggiato la propria monoposto, si dovette accontentare di una vecchia Lotus 78 perchè la 79 era sulle misure di Andretti, notevolmente più basso. Inoltre Chapman fa smontare il motore della 79 per metterlo sul telaio della 78. Durante il warm-up Peterson va lungo alla variante della Roggia (per un problema ai freni) e sporca il motore con della sabbia che fa perdere la perfetta efficienza dell'alimentazione. Peterson fa presente questo problema ma Chapman, dopo una discussione, lo rimanda in pista senza immaginare che con l'alimentazione imperfetta Peterson, solitamente bravissimo alla partenza, scatterà male portando una concausa alla tragedia successiva. Alla partenza il gruppo arriva troppo compatto alla stretta Variante Goodyear e la macchina dello svedese rimbalza impazzita dal guard rail destro al sinistro, prendendo anche fuoco nel contatto con le barriere, per un contatto che vede sfortunati protagonisti anche Brambilla, Hunt, Stuck, Pironi, Daly, Regazzoni, Lunger e Patrese che verrà ingiustamente accusato di essere il responsabile e per questo “squalificato†per una gara da un’improbabile commissione di cui fanno parte i piloti più esperti. Ricostruendo le immagini e le tracce lasciate sull'asfalto si capirà l'innocenza di Riccardo il cui rientro in pista, che sembrava repentino, appariva tale solo per lo schiacciamento dell'obbiettivo. Patrese verrà poi assolto tre anni dopo insieme al direttore di corsa Restelli dalle accuse di omicidio colposo dalla giustizia italiana. Hunt qualche anno dopo ammise le proprie responsabilità , essendo stato lui a scartare lateralmente, non avvedendosi dell‘arrivo di Peterson e colpendolo con la propria ruota. La Lotus nel frattempo spedisce in fretta e furia i resti della macchina in Inghilterra e qui li distrugge. Per la verità l’incidente non sembra gravissimo per lo svedese che presenta forti dolori alle gambe (dovuti alle fratture) mentre sembra più grave per Brambilla che è stato colpito da una ruota ed è in coma. Peterson con notevole ritardo (per cui Regazzoni si arrabbierà molto), viene soccorso dai medici che per il gran caos non riescono ad giungere sul luogo dell’incidente e viene portato all’ospedale ma è cosciente. Qui, tra giornalisti a caccia di scoop, errate valutazioni portano i medici ad operare in fretta per paura di una possibile amputazione che probabilmente non sarebbe stata necessaria, Ronnie Peterson morirà la mattina dell’11 settembre 1978 per un’embolia lipidica proprio quando la situazione sembrava sotto controllo, avendo lo svedese “solo“ delle fratture che non avrebbero dovuto preoccupare i medici. Andretti, accusato di freddezza per non essere entrato nell'ospedale, è campione del mondo ma commenta: “E' così ingiusto che sia successa una tragedia in quello che sarebbe dovuto essere il più bel giorno della mia carriera. So che Ronnie sarebbe stato felice per me.†I funerali vedranno la presenza di nomi come Ken Tyrrell, Colin Chapman, Hunt, Scheckter, Watson, Andretti stesso, Lauda, Fittipaldi e Gunnar Nillson, un pilota che morirà 48 giorni dopo per un tumore che lo riduce ad un peso di 47 Kg appena. Peterson lascia l’amata e bellissima moglie Barbro e sua figlia Nina, chiamata così in onore di Nina Rindt, moglie dell’indimenticato Jochen. Barbro non riuscirà mai a riprendersi completamente dopo la morte di Ronnie e il 19 dicembre 1987 morirà suicida a Londra, venendo successivamente sepolta a Orebro vicina all’amato marito. La figlia Nina ha invece due figli di cui uno si chiama Max Ronnie e il 22 maggio 2008 premia ad Anderstorp Stefan Johansson come vincitore del Ronnie Peterson Historic Grand Prix. Una statua ad Orebro ricorda poi il pilota svedese, così come un museo che però verrà chiuso pochi mesi dopo l'apertura per mancanza di fondi. I numeri: Gran Premi disputati: 123 Podi: 26 Vetture: 1970 March 701 1971 March 711 1972 March 721 1973 Lotus 72D 1974 Lotus 72E e 76 1975 Lotus 72 1976 Lotus 77, Theodore e March 761 1977 Tyrrell P34 1978 Lotus 78 e 79 Pole Position: 14 (9 nel 1973: Gp Brasile, Gp Spagna, Gp Belgio, Gp Svezia, Gp Gran Bretagna, Gp Olanda, Gp Italia, Gp Canada, GP USA; 1 nel 1974: Gp Argentina; 1 nel 1976 Gp Olanda; 3 nel 1978: Gp Brasile, Gp Gran Bretagna, Gp Austria) Vittorie : 10 (4 nel 1973: Gp Francia, Gp Austria, Gp Italia, Gp USA; 3 nel 1974: Gp Monaco; Gp Francia; Gp Italia; 1 nel 1976: Gp Italia; 2 nel 1978: Gp Sud Africa e GP Austria) Secondi posti: 10 (4 nel 1971: Gp Monaco, Gp Gran Bretagna, Gp Italia, Gp Canada; 2 nel 1973: Gp Svezia, Gp Gran Bretagna; 4 nel 1978: Gp Belgio, Gp Spagna, Gp Francia, Gp Olanda) Terzi posti: 6 (1 nel 1971: Gp USA; 1 nel 1972 Gp Germania; 1 nel 1973: Gp Monaco; 1 nel 1974: Gp Canada; 1 nel 1977: Gp Belgio; 1 nel 1978: Gp Svezia) Quarti posti: 5 (1 nel 1971: Gp Olanda; 1 nel 1972: Gp USA; 1 nel 1974: Gp Germania; 1 nel 1975: Gp Monaco; 1 nel 1978: GP USA West) Quinti posti: 7 (1 nel 1971: Gp Germania; 2 nel 1972: Gp Sud Africa, Gp Francia; 2 nel 1975: Gp Austria, Gp USA; 1 nel 1977: Gp Austria; 1 nel 1978: Gp Argentina) Sesti posti: 4 (1 nel 1972: Gp Argentina; 1 nel 1974: Gp Brasile; 1 nel 1976: Gp Austria; 1 nel 1977: Gp Italia) Giri più veloci: 9 (2 nel 1973: Gp Spagna, GP Olanda; 2 nel 1974: Gp Monaco, Gp Olanda; 1 nel 1976: Gp Italia; 1 nel 1977: Gp USA Est; 3 nel 1978: Gp Belgio, GP Germania, Gp Austria) Ritiri dovuti a incidenti o testacoda: 11 Posizioni nel Campionato del mondo: 1970 March NC 0 Punti 1971 March 2° 33 Punti 1972 March 9° 12 Punti 1973 Lotus 3° 52 Punti 1974 Lotus 5° 35 Punti 1975 Lotus 13° 6 Punti 1976 Lotus/March 11° 10 Punti 1977 Tyrrell 7° 14 Punti 1978 Lotus 2° 51 Punti I freddi numeri lo ricordano come un due volte vice-campione del mondo ma i soprannomi di â€Superswede“ e “Faster†(da una canzone che l’ex Beatle George Harrison gli dedicherà ) danno bene l’idea dell’istinto di Ronnie, un pilota sempre al limite, sempre all’attacco, amatissimo dal pubblico. E un pilota così veloce non poteva che affermarsi e firmare le sue imprese che nel tempio mondiale della velocità qual è Monza. Monza, il tempio della velocità , aveva infatti un rettilineo che doveva parere eterno dalla Parabolica alla Curva Grande poi Lesmo, Ascari e la Parabolica; un nastro d'asfalto dove era quasi invisibile la differenza tra il tempo da pole e l'uscita di pista. I filmati testimoniano poi i suoi duelli, come quello meraviglioso di Kyalami con Depailler, e ci restituiscono un po' dell'atmosfera di quegli anni in cui il pilota, senza alcun ausilio telemetrico, interpretava le curve con la sua classe, dipingendo traiettorie più o meno strette, solo con la sua sensibilità , il suo piede, il suo talento. E le cose si facevano ancora più complicate quando, oltre a domare vettura e avversari, ci si metteva anche la pioggia rendendo la guida un'arte estrema, fatta di una danza di gesti sul filo del rasoio di piste tanto mitiche quanto difficili. Ed è con queste immagini un po’ sfocate e solo con queste immagini che vogliamo ricordare Peterson un pilota tanto veloce in pista quanto tranquillo fuori, grazie di tutto Ronnie. Grazie a coloro che hanno voluto leggere questa testimonianza e Gio66 per le fotografie Giacomo Maltinti - Ayrton4ever - per Passionea300allora.it 6 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Lotus Posted November 24, 2012 Share Posted November 24, 2012 grande Giacomo! Grandissimo Harrison, appassionatissimo fan di motori e F1. Molti giovani ricorderanno Faster anche come title track di un bellissimo mod in Rfactor... Grazie per questa bellissimo trhd, Ronnie guiderà veloce per sempre nella memoria dei suoi fans. 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Albi66 Posted December 1, 2012 Share Posted December 1, 2012 Bellissima lettura e foto fantastiche Link to comment Share on other sites More sharing options...
duvel Posted December 4, 2012 Share Posted December 4, 2012 Nivelles 1972 Link to comment Share on other sites More sharing options...
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