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sundance76

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  1. Quelli correvano per milleseicento chilometri su asfalto, sterrato, pianure, montagne, con strampiombi, fossati, alberi, muri e pali per mezza Italia, e noi oggi ci emozioniamo per le presentazioni delle monoposto, con alette uscite dalla galleria del vento e le gomme grosse, che correranno su circuiti talmente asettici da far sembrare sporco un laboratorio farmaceutico.
  2. Nel 2003 Cesare De Agostini e Gianni Cancellieri dedicarono un libro bellissimo, divertente e intelligente alla vicenda dei quattro fratelli. Sono colpevole di essermi interessato in modo insufficiente per molti anni delle corse sport su strada (Mille Miglia, Carrera Messicana, Coppa delle Dolomiti, Giro di Toscana, Giro di Sicilia, Giro delle Calabrie), che spesso da sole duravano da tre a cinque GP odierni, su strade normali, quindi pericolosissime ed estenuanti, con macchine potenti ma scorbutiche. Le corse Sport facevano parte del Mondiale Marche-Sport, che in seguito diventerà Mondiale Prototipi e poi Mondiale Endurance. Tuttavia, Le Mans a parte, quelle che ho nominato divennero le vere antecedenti dei rallyes. La soppressione delle gare Sport su strada dopo la tragedia della Mille Miglia 1957, favorì appunto lo sviluppo dei rallyes, che "sostituirono" negli anni '60 le corse su strada nel cuore degli appassionati, fino al grande boom della disciplina degli anni '70. Torniamo ai fratelli Marzotto:
  3. Altra intervista, su "Auto d'Epoca" di gennaio 2006, sempre di Danilo Castellarin. Stavolta è Paolo Marzotto.
  4. Da "Auto d'Epoca" del febbraio 2004, intervista di Danilo Castellarin a Giannino Marzotto. 18 corse, con 8 vittorie e altrettanti ritiri mentre era in testa.
  5. sundance76

    I Fratelli Marzotto

    Li chiamavano i "Conti correnti": correvano in macchina, e avevano effettivamente il titolo nobiliare di Conti di Valdagno. La vicenda dei fratelli Marzotto, figli dell'industriale laniero conte Gaetano, è unica nella storia dell'automobilismo. Quattro fratelli – Vittorio, Umberto, Giannino e Paolo – tra la fine degli anni Quaranta e laprima metà degli anni Cinquanta gareggiarono alla guida delle prime Ferrari sport, ottenendo risultati di assoluto rilievo. Vittorio vinse il Giro di Sicilia del 1951 e il G.P. di Monaco del 1952. Giannino s'impose in due Mille Miglia, quella del 1950 (aveva appena 22 anni) e del 1953. In tutto vinse ben otto corse su sole diciotto disputate. Umberto si fece luce in parecchie gare stradali e in salita. Paolo, fra l'altro, fu tra i protagonisti di sei Mille Miglia, ottenendo, in quella del 1955, il record da Brescia a Verona a 198 di media. Nel solo 1952 vinse il Giro di Sicilia, il Giro di Calabria, la Coppa d'oro delle Dolomiti, il circuito di Senigallia e la 12 ore di Pescara, diventando campione d'Italia 1952 della categoria Sport. Alla Coppa delle Dolomiti del 1952, la prestazione dei quattro fratelli fu un record rimasto imbattuto: si classificarono primo, secondo, quinto e settimo assoluti, monopolizzando i primi quattro posti della categoria sport, classe oltre 1100. Sia a Giannino sia a Paolo, Enzo Ferrari riconobbe doti di veri campioni e diede loro la possibilità di correre ufficialmente per la propria squadra.
  6. Mi piace molto l'alettone posteriore e il corpo vettura, mentre le gomme anteriori in certe riprese frontali (ma forse anche di tre quarti anteriore) mi sembrano esteticamente troppo grandi. Resta troppo largo (per me) l'alettone anteriore.
  7. Dal trailer, sembra che nella versione italiana siano state tagliate alcune scene ( @alessandrosecchi ) http://video.sky.it/cinema/trailer/giorni_di_tuono__il_trailer/v29392.vid
  8. Pressappoco quindici anni fa (gennaio-febbraio 2002) venne pubblicata la mia prima lettera su AS, incentrata sul fatto che dopo aver cercato ogni santo giorno il film sui palinsesti TV, lo trasmisero l'unico giorno (30 dicembre 2001) in cui non avevo controllato. In privato, ebbi una seconda risposta dal direttore Sabbatini (ora lo si può dire), che mi promise di inviarmi una copia in vhs del film, ma di non dirlo in giro. Ovviamente la mia lettera è riconoscibilissima
  9. Nel mezzo delle varie presentazioni delle nuove monoposto, il nuovo numero della rivista inglese "Motor Sport" punta sull'Alfa Romeo Tipo B, presto soprannominata P3, prima vera mono-posto della storia dei Gran Premi (la Fiat 806 del 1927, pur rivoluzionaria e senza il secondo sedile, aveva ancora il posto-guida su un lato). Dal 1932 al 1935 vinse complessivamente 46 corse, un Campionato Internazionale (nel 1932 con Nuvolari), quattro Campionati Italiani (1932 e 1935 con Nuvolari, 1933 con Fagioli, 1934 con Varzi), e fu guidata dai più grandi campioni, compresi anche Caracciola, Campari, Chiron, Moll, Trossi, Lehoux....
  10. Non c'erano gli alettoni, e la vela, o meglio la pinna, aveva più che altro funzione stabilizzatrice, però anche l'Alfa Romeo P3 versione "Aerodinamica" del 1934 sfoggiava una cosa simile (una sola corsa, all'Avus, e relativa vittoria con Guy Moll). Velocità max 280 km/h.
  11. Questo è di qualche anno fa, ma è troppo divertente
  12. Veramente all'inizio si parlava dei morti della F1 DOPO il 1950. L'unica colpa è che sono morti in gare oggi cancellate dalla memoria "perché non facevano parte del Campionato".
  13. Mio nipote (4 anni e mezzo) ha visto la simulazione, poi dopo due giorni mi ha detto: "Zio, hai comprato un volante?"
  14. No. Stai sicuro che non esistono video che raggruppano i piloti morti in quelle gare che il senso comune moderno reputa praticamente inutili da ricordare perché "non valevano per il Campionato". E tale considerazione vale anche se ci riferiamo ai soli Gran Premi, senza allargare il discorso ad altre categorie. Fra l'altro, la tua risposta mi fa capire che forse credi che prima del 1950 non esistesse la F1. Invece esisteva già: come nome sin dal 1947, mentre sotto altro nome era già perfettamente regolamentata dal 1922 (Formula Grand Prix, e a livello di "campionati" ci furono anche tre Campionati Mondiali tra il 1925 e il 1927, e sette Campionati Europei tra il 1931 e il 1939), e di fatto esisteva sin dal 1906 col regolamento dell'A.C.F. a cui gli altri organizzatori si adeguavano fino 1922. http://www.kolumbus.fi/leif.snellman/cha.htm
  15. E' comunque un peccato dimenticare tutti quelli che sono morti in Gran Premi di F1 extra-campionato, perché anche quelle erano gare ufficiali di F1. Il fatto che non fossero inseriti nel campionato non significa nulla. Fra l'altro, anche senza aprire il link scommetto un centone che il video parte dal 1950, e per chi è morto nei Gran Premi precedenti (in cui non esistendo il campionato non esisteva neppure il concetto di "valido/non valido" né di "ufficiale/non ufficiale") oblìo assoluto.
  16. Uno dei più meravigliosi filmati delle corse. Ho scoperto con colpevole ritardo che il regista di questo video commissionato dalla Shell, Bill Mason, autore anche del famosissimo documentario "Shell History of motor racing 1902-1951", è il padre di Nick Mason, batterista dei Pink Floyd. Ma quel che è bello, è che Bill Mason era in gara! Gareggiò accanto ad Alberico Cacciari su Ferrari "166 MM/53 spider Autodromo", e finirono anche 56° assoluti. Nel video si vede spesso la loro vettura, la numero 514.
  17. Scusate, a qualcuno risulta una discrasia tra la numerazione ufficiale del GP d'Italia (87), e il numero effettivo (86) di edizioni disputate? Bisognerebbe trovare il poster dell'edizione n. 17 (nel '47) e vedere se hanno "saltato" per scaramanzia quel numero chiamandolo direttamente 18° GP d'Italia...
  18. Sul numero di febbraio del mensile "Ruoteclassiche" c'è un servizio di varie pagine sulla sfida F1-aereo con Michael Schumacher sulla F2003GA e l'Eurofighter pilotato da Maurizio Cheli.
  19. Strana sensazione: Didier Auriol era il mio pilota di rally preferito, e ora realizzo che da quella vittoria in Cina nel '99 sono passati quasi vent'anni...
  20. Quel giorno sembrava che un demonio si stesse divertendo a seminare paura e tragedie in mezzo a una folla indifesa e disorientata, in pista e davanti alla alla tv. Mi sembra tutto talmente recente, e mi ci sono voluti circa quattro anni prima di convincermi che Senna non fosse più tra noi.
  21. Sembra di sentire Niki Lauda dopo il primo ritiro nel '79 e il secondo nell'85, oppure Jody Scheckter nel 1980. Alcuni passaggi sono quasi identici alle parole dette a suo tempo dai due ferraristi. Nell'atteggiamento verso le corse Nico è proprio all'opposto di Michael Schumacher.
  22. Qualche tempo fa scoprii che la mia sontuosa edizione in Doppio Dvd del mitico film "Grand Prix" ha un difetto gravissimo: si blocca in corrispondenza delle scene di gara a Spa-Francorchamps
  23. Infatti, è proprio il mangia-banane. Nel team Williams '78 lavoravano 11 persone.
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