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sundance76

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  1. Autosprint n.11 è doppio. Innanzitutto c'è la tradizionale guida al Campionato Mondiale di F.1, con i testi dedicati a tutti i piloti dell'imminente Mondiale F1 scritti dal nostro Boss @alessandrosecchi, come ben sapete (vero?). E questo sarebbe già il motivo del tutto sufficiente per non mancare in edicola. Ma in certo senso AS è triplo, visto che, a parte, è in vendita anche un sensazione fascicolo per i 70 anni della Ferrari di ben 130 pagine. Ma vado con ordine. Sull'AS "normale" ci sono i consueti resoconti di gara (Indy, Mondiale Rally, GT), ma anche altro: - il punto su macchine, squadre e piloti dopo la fine dei test - intervista a Riccardo Patrese di Beppe Donazzan intervista a Luca di Montezemolo di Andrea Cordovani - ricordo di Big John Surtees (ben 6 pagine) di Mario Donnini, coi retroscena del divorzio da Ferrari e testimonianze dirette del pilota - Cuore da Corsa dedicato alle "pinne" aerodinamiche dagli anni '20 a oggi - auto di serie: il ritorno dell'Alpine A110 Il fascicolo speciale su Ferrari e il 70° della fabbrica è spettacolare: - tutti gli articoli scritti da Enzo Ferrari nella rubrica "il Tunnel" negli anni '60 - interviste a Lauda, Audetto, Merzario, Montezemolo, Forghieri, e poi interventi pieni di aneddoti degli ex direttori di AS Gianni Cancellieri, Carlo Cavicchi, Italo Cucci, e la testimonianza dell'ultimo autista del Drake, Dino Tagliazucchi, recentemente scomparso.
  2. Stefano Modena, nel 1994 dopo la doppia tragedia di Ratzenberger e Senna, era forse un po' troppo ottimista sulla "competenza" del pubblico: "Scusate, ma se le macchine vanno più piano, la gente se ne accorge? No, perché il pubblico non guarda la velocità. Ho sentito molte sciocchezze in questi giorni contro le corse, quasi un attacco filosofico. L' automobilismo non è velocità, è il dominio che io pilota so realizzare sul mezzo, l' automobilismo è la curva nella quale brilla la mia capacità di dominare il sistema macchina-strada, di guadagnare tempo. Conta la tecnica di guida. La gente lo sa, il nostro pubblico è competente". (Da "Repubblica" del 9 maggio '94)
  3. GP Monza 1932 (da non confondere col più importante GP d'Italia disputato sullo stesso autodromo). La partenza della prima batteria: Minozi su Maserati (2), Brivio su Alfa Romeo (4), Caracciola su Alfa Romeo (6), Varzi su Bugatti (8). Caracciola vincerà la corsa, articolata su 3 batterie (Rudi vince anche la sua batteria), una manche di ripescaggio e una finale. La vittoria matura all'ultimo giro, ai danni del compagno Nuvolari, dominatore della stagione (vinse 7 corse, il titolo italiano e il titolo europeo). E' l'ultima corsa di Rudolf Caracciola nella squadra ufficiale Alfa Romeo, nell'unica stagione che il tedesco disputò in una scuderia straniera. Il bottino non fu affatto male, vittoria al GP di Germania, a GP di Monza e di Leopoli (Polonia), più il titolo europeo delle cronoscalate (terzo consecutivo).
  4. GP Monza 1932 (da non confondere col più importante GP d'Italia disputato sullo stesso autodromo). La partenza della prima batteria: Minozi su Maserati (2), Brivio su Alfa Romeo (4), Caracciola su Alfa Romeo (6), Varzi su Bugatti (8). Caracciola vincerà la corsa, articolata su 3 batterie (Rudi vince anche la sua batteria), una manche di ripescaggio e una finale. La vittoria matura all'ultimo giro, ai danni del compagno Nuvolari, dominatore della stagione (vinse 7 corse, il titolo italiano e il titolo europeo). E' l'ultima corsa di Rudolf Caracciola nella squadra ufficiale Alfa Romeo, nell'unica stagione che il tedesco disputò in una scuderia straniera. Il bottino non fu affatto male, vittoria al GP di Germania, a GP di Monza e di Leopoli (Polonia), più il titolo europeo delle cronoscalate (terzo consecutivo).
  5. Non ne sono sicuro, ma credo che Roger Penske da pilota abbia ottenuto la sua prima vittoria con una Ferrari...
  6. Non la ricordavo la Hesket con questa livrea (che collego sempre alla Arrows '79)
  7. Nell'incredibile e ramificato palmares di Pianta, anche un incredibile 17° posto assoluto alla massacrante Targa Florio 1965 con la piccola Asa GT 1000 in coppia con Babbini. Chiedo a @leopnd di spostare il thread nella sezione dei piloti.
  8. sundance76

    John Surtees

    Beh, quando devi correre 8-10 GP di F1 e altrettanti in Moto, è un conto. Se invece devi correre 15-20 di F1, non ti rimane certo il tempo di correrne altrettanti nel Motomondiale.
  9. sundance76

    John Surtees

    Più che peso specifico minore, direi inesistenza dei trofei. Giusto per speculazione storica (quindi al di là del discorso di Davide Hill), Nuvolari e Varzi sono stati più volte Campioni d'Italia di motociclismo nella 350 e nella 500. Stessa cosa in auto: Varzi Campione d'Italia 1929, 1930 e 1934, Nuvolari 1932, 1935 e 1936 (più il Campionato Europeo 1932). Lo stesso Jacky Ickx che ha vinto in F1, F2, Endurance, F5000, Can-Am, rally-raid, Turismo e altro che ora mi sfugge, aveva iniziato in moto.
  10. sundance76

    John Surtees

    Fu a dir poco intempestivo licenziare Surtees dopo l'inizio della stagione 1966. Quell'anno, John rientrava dopo un gravissimo incidente avuto in Canada in una corsa Sport nel settembre 1965. Ebbene, in quell'inizio-rientro del 1966, Surtees aveva disputato con la Ferrari 5 corse, cioè: 1000 Km di Monza, GP di Siracusa, BRDC a Silverstone, GP di Monaco e GP del Belgio, ottenendo 3 vittorie (Monza, Siracusa, Belgio), 1 secondo posto (Silverstone) e un ritiro quando era in testa alla corsa (Monaco). Inoltre dopo i primi due Gran Premi valevoli per il Mondiale F1 '66 (Monaco e Belgio), Bandini e Surtees erano in testa alla Classifica (Bandini 10 punti, Surtees 9 ).... Calcolando che, licenziato Surtees dopo la vittoria a Spa, Bandini perse una gara già dominata e vinta al GP di Francia successivo e che poi non potè partecipare al quarto GP per uno sciopero dei metalmeccanici, si capisce quanto grossa fu l'occasione persa nel '66... (mica l'unica, visto che Maranello ci ha abituato a mondiali buttati).
  11. Beh, interpretavo un po' i fantasiosi ma verosimili pensieri di Alonso (e forse anche di noi ferraristi: nelle ultime sei stagioni, nove vittorie: una media peggiore persino degli anni '80).
  12. Ah, la F2012, gran macchina quella....
  13. "Strano destino, quello dei rallisti: loro, in fondo, non hanno mai potuto combattere solo con gli avversari diretti così come avviene in pista. Prima ancora della sfida corpo a corpo c'è sempre stata quella con la strada (anni '60), poi con l'affidabilità (anni '70), infine con l'organizzazione (anni '80). Nel piatto ogni pilota ha sempre dovuto fare i conti con un nemico in più da sommare all'avversario dichiarato". (Carlo Cavicchi, gennaio 1993)
  14. Sì, in effetti il capitolo riguardante i circuiti insulsi come Abu Dhabi è altrettanto importante nel contesto generale.
  15. Sono d'accordo su quasi tutto, mentre per me continua a essere inaccettabile che in caso di disparità di prestazioni sia totalmente impossibile il sorpasso. Questo no. Alonso doveva avere una possibilità fisica, anche minima, di passare Petrov. Ma con l'aerodinamica di questi decenni quella possibilità non c'è quasi mai. Anche a me vanno bene pochi sorpassi, ma almeno che siano possibili. Allo stesso modo era assurdo dover aspettare sempre e solo i rifornimenti (nel 1994-2009) per vedere un cambio di posizioni.
  16. Una McLaren a motore Ferrari, giusto per far rivoltare il Drake nella tomba
  17. Il problema è che siccome il Drs c'è ancora (sulle gomme ancora non mi pronuncio) non si potrà comprendere realmente se i sorpassi siano diventati impossibili o meno, proprio perché, in caso affermativo, i cambiamenti di posizione ci saranno comunque, anche se avverranno per lo più tramite Drs.
  18. Su AutoSprint n. 10 c'è un servizio di 4 pagine della rubrica "Bastian Contrario" di Mario Donnini che, anche fotograficamente, sovrappone varie monoposto 2017, fra le quale le differenze sono davvero minime e avvertibili solo da chi volontariamente è a caccia delle differenze. Forse Mario sarà uno di quelli, come sono stato definito io, "che non sa distinguere una Toro Rosso da una Red Bull" (ma ne dubito fortemente), tuttavia ci va giù chiaro con "l'effetto smosciante dell'assenza di reali diversità al primo impatto visivo tra le F1 2017. Anzi, a vederle in pista nei primi giri veri a Barcellona, il disagio aumenta". Fermo restando l'enorme aumento di appeal estetico rispetto alle vetture del recentissimo passato (più belle oggi, e l'alettone posteriore basso è decisivo), tutte le differenze che vediamo noi "matti dalle gare", a mio parere sono percentualmente davvero infime. Il "bastian contrario" si intitola "Il concerto dei gemelli diversi".
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