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sundance76

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Contenuti inviati da sundance76

  1. Ho capito, il video l'avevamo visto, era stato postato da The Magic, ma quello che dico io è che stranamente nelle cronache di tutti i test al Castellet non c'è il minimo accenno a questa prova sulla vecchia T1B.
  2. Però ho cercato notizia su quella prova della vettura '94, ma non ho trovato nulla. Gli AS dell'epoca riportano le varie sessioni al circuito Paul Ricard, ma non c'è nemmeno il minimo accenno.
  3. Non dimenticherò mai quel giorno e quella vittoria.
  4. Ho inserito un articolo sul tema nel thread sui motori.
  5. Infatti. Da AS n. 43 dopo il GP Brasile 2006
  6. Ecco a cosa serviva il Cosworth: al giorno d'oggi la McLaren avrebbe potuto buttare a mare i motori Honda e prendere un bel "Cossie", affidabile, sincero, con tanta coppia ai bassi regimi e discreta potenza in alto, a un prezzo abbordabile per tutti.... E chissenefrega dei contratti...
  7. E pensare che una di quelle GTO oggi vale decine e decine di milioni di euro.
  8. Ah ecco, mi sembrava strano tutto quel bricolage...
  9. Grazie mille! Strano che abbia provato la T1, era del '94. Ma nel '94 c'erano i 3500, mentre nel '95 e '96 i 3000. Forse avranno montato il 3000 sul telaio '94 (ma mi pare strano). Dovrei cercare sulle riviste dell'epoca, ma non ho tempo...
  10. http://autosprint.corrieredellosport.it/news/sterzi-a-parte/2017/02/28-732806/ma_piantatevela_con_le_corse_di_auto-robot_senza_pilota_/
  11. "E, cavolo, è stato l’inverno più zitto in 67 anni di mondiale di F.1. Tutti abbottonati e cauti, l’unico a discorrere ogni giorno, compresi i festivi, è stato Nico Rosberg. Pensa te, il solo che con la F.1 non c’entrava più niente e per scelta. No, dico, visto? Quello dice di volersi rilassare senza avere mai più il Circus in testa e poi ne parla tutti i giorni, spiegando a ogni ora che lui della F.1 non sente alcuna mancanza, no, no. E di ’sto passo, se continua a dirlo e a ridirlo in loop da frequenza frenetica, va a finire che prima o poi crolla, va in crisi d’astinenza, si fa un bel pianto e in Australia s’allinea sull’ultima piazzola libera della quinta fila, con una Manor imprestatagli dal liquidatore. Ovviamente a power unit Mercedes". da Bastiancontrario di Mario Donnini, AS n. 9 del 2017
  12. Articolo di Aldo Zana sulle partecipazioni di modelli e motori Ferrari alla Indy 500:
  13. @leopnd questo topic andrebbe in "piloti del passato"
  14. sundance76

    Nurburgring

    La profonda intelligenza di Jacky Ickx si conferma in questo articolo.
  15. sundance76

    Ferrari 312 T4

    Già, anche perché pur sommando tutti i risultati, la classifica avrebbe comunque visto prevalere le Ferrari. Al posto di Scheckter 51, Gilles 47 e Jones 40, avremmo avuto: Scheckter 60, Gilles 53, Jones 43. Oltre ad aver debuttato due gare dopo rispetto alla T4, la Williams scontò anche una certa mancanza di affidabilità, cosa in cui la Ferrari eccelleva.
  16. sundance76

    Ferrari 312 T4

    Il fatto è che non solo Forghieri (parte in causa), ma anche tutti gli altri tecnici di F1 hanno sempre riconosciuto che la T4, pur volendo essere un'anatra, non lo era. O comunque non poteva fisicamente esserlo integralmente, perché la serie T non era nata per i principi dell'effetto suolo. Era una wing car "posticcia", in attesa di una vettura studiata appositamente per sfruttare l'effetto suolo. A me esteticamente piace, e piace anche la fallimentare T5.
  17. Ce le ho!!!! Le ho raccolte tutte, quelle dispense da RallySprint, tra il 2007 e il 2009, e poi le ho rilegate con copertina rigida. Non contento, ho speso altri 50 euro due mesi fa per il libro aggiornato, cioè che arriva fino 2016. Bravo Franz, anche io nel topic sui Fratelli Marzotto ho richiamato l'origine realmente "agonistica" dei rallyes nelle grandi corse su strada scomparse. Dio Santo che bello sarebbe se gli appassionati di oggi comprendessero la bellezza dei 1000 km del Giro di Sicilia, i 300 km d'un fiato della spaventosa e meravigliosa Coppa delle Dolomiti, l'avventura perigliosa della Carrera messicana, e le mille miglia della... Mille Miglia. Sarebbe come vedere Hamilton e Vettel che, nelle due settimane tra un GP e l'altro, si confrontassero con altre centinaia di piloti, professionisti e non, correndo (incredibile) sulle strade di mezza Italia per dieci ore filate, con soltanto i rifornimenti a spezzare la furiosa rincorsa. Un mondo perduto, ma almeno non perdiamo il ricordo...
  18. Tra le macerie di un'Italia sbriciolata dalla guerra, che pensava all'aria libera e al pane bianco, lui ridisegnò la mappa del suo sogno. Al punto X, dove i corsari segnavano il luogo delle perle e degli ori nascosti, indicò il suo tesoro. Era entrato in quella età in cui il sospetto che il meglio della vita sia già passato comincia a minare i gesti e i pensieri. E' difficile che un destino d'eccezione aspetti i cinquant'anni per bussare alla porta. A lui piacevano i cinquant'anni, li vedeva vicini vicini, pieni di vita e di entusiasmo, ben protetti dal portamento che si era fatto ancor più maestoso, dal profilo ancor più grifagno, dai pensieri invasi da una superiore consapevolezza. Doveva accontentarsi di cavalcare ombre e ricordi? O dirsi che ormai era troppo tardi? Un giorno si era innamorato dell'automobile e, innamorandosene, aveva scoperto ciò che avrebbe sempre avuto il fascino di una rivelazione. L'automobile era due cose: la carrozza e il motore. Ma la carrozza era vecchia di secoli, di millenni; era il motore il vero miracolo. Il motore, questo ingegnoso insieme di pezzi, richiama troppo da vicino la vita per non meravigliare. E il segreto sta tutto in una cavità circolare nella quale un braccio e un pugno di metallo vanno e vengono. Li chiamarono cilindri. Al tempo del suo sogno primordiale, quando credeva che amare l'automobile volesse dire solo correre, imparò che al di là dell'oceano si costruivano motori che nelle loro viscere avevano dodici pugni che andavano e venivano. "Il dodici cilindri è un motore che io ho sempre vagheggiato". Al punto X, la mappa ridisegnata del suo sogno portava un'idea carica di tutte le possibili promesse e di tutte le possibili difficoltà: costruire un motore proprio a dodici cilindri e da lì cominciare. "Su, tenta!", si disse. Poteva diventare un titano, un naufrago o un mezzo uomo, il che è ancora peggio che naufragare. Wagner faceva sgorgare le parole dalla musica, era il suo procedimento. Lui farà sgorgare le automobili dal motore. Sarà il suo segreto. (Cesare De Agostini, "Enzo Ferrari, 'il' Sceriffo", Conti Editore 1985)
  19. sundance76

    Ferrari 312 T4

    Nemo, io non ho mai tirato frecciate per provocare chicchessia, men che meno te. E meno che mai ho avuto intenzione di darti lezioni. Semplicemente, se ti fossi trattenuto dal criticare qualche mia opinione quando io scrivevo qualcosa NON RIVOLTA a nessun utente, bensì alla situazione in pista, sarebbe stato meglio per tutti, compresi gli altri utenti costretti a sorbirsi questo inutile botta e risposta. Buona serata.
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