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[Calcio 2013/2014] News, mercato e varie


Rops

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Mah, contro l'Olympiacos ha giocato benissimo. A fine stagione se ne vano Samuel e Chivu, quindi un buon centrale con esperienza ci vuole nel roster. Metiamogli a canto Juan Jesus, Rolando e Ranocchia con un ragazzino giovane ed io sono sodisfatissimo. Possibile che Ranocchia parta (se fosse per me sarebbe titolarissimo), restera per forza Campagnaro... Non saro' sodisfatissimo pero' va beh...

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Certo, per essere a parametro zero va più bene che male, ma credo possa fare più da tappabuchi che non altro, un po' come ha fatto Samuel in queste ultime stagioni.

Vidic mi pare si sia rotto i legamenti l'anno scorso, non gioca un campionato da titolare da 4 anni, ha 33 anni, e l'ingaggio non sarà  nemmeno tanto basso. Non credo che l'anno prossimo possa essere un punto fermo da cui ripartire o su cui costruire la difesa, tra 2 stagioni sarà  da buttare come tanti altri in situazioni simili.

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Juve: dura replica degli Ultrà  a Mariella Scirea

 

 

Due giorni fa Mariella Scirea, moglie dell’ex libero campione del Mondo prematuramente scomparso, aveva minacciato di â€œtogliere†il nome del compianto Gaetano alla curva sud dello Stadium dopo i beceri cori levatisi dal settore in occasione di Juve-Fiorentina di domenica scorsa.

Durissima la riposta degli Ultrà  bianconeri, che accusano la vedova di tutelare i propri interessi materiali in questo duro comunicato stampa, nel corpo del quale la invitano persino a tornare ad utilizzare il cognome da nubile:  

“Cara signora Mariella, 

E’ incredibile come certe persone riescano a dimenticare tutto nell’arco di pochissimo tempo. 

Noi ricordiamo la Signora Mariella alla testa del corteo quel fatidico 1° Luglio, e mai avremmo immaginato che, sposando il vento nemico, cadesse nella trappola di remare contro i colori indossati dal compianto Gaetano. (...)

Ora l’uscita, sposata entusiasticamente da tutto il mondo nostro nemico di togliere il nome di Gaetano Scirea alla Curva Sud. Da considerare che i cori incriminati, cantati da tutti da più di 20 anni, vengono intonati a pieni polmoni anche nella Nord, solo che quel settore dello stadio è riservato ai Club Doc ed indovinate chi è presidente del centro coordinamento? Bravi, proprio la signora in questione che preferisce tacere per evitare di doversi dimettersi da un incarico evidentemente ben remunerato. 

Forse la signora non sa, e siamo qui per farglielo notare, che ovunque, dal sito della società  compreso ai biglietti, passando per le indicazioni stradali fino agli abbonamenti, si parla sempre e solo di TRIBUNA SUD. Il nome di Gaetano Scirea non è mai contemplato quindi non capiamo come faccia a togliere qualcosa che semplicemente non esiste. 

Su una cosa siamo tutti d’accordo: giusto evitare tutti di strumentalizzare un Campione amato da tutti. Quindi accettiamo l’invito (ribadiamo invito perché non esiste un documento ufficiale che ne abbia decretato l’intitolazione al marito) della signora e da ora in poi il cognome Scirea non identificherà  più il settore più vero e sincero dello Stadium, ma anche lei facesse altrettanto tornando a farsi chiamare con il cognome da nubile: Cavanna. 

Avendo conosciuto la riservatezza di Gaetano, siamo certi che non avrebbe gradito una moglie così invadente. (...) 

E’ evidente dopo le Sue dichiarazioni, l’incompatibilità  con il ruolo attuale di presidente del centro coordinamento, pertanto La invitiamo alle ovvie conclusioni di dimissioni inequivocabili. 

Siamo stati chiari, Signora Cavanna? 

Distinti saluti Drughi Ultrà  Curva Sudâ€

 

La querelle, oltre a non rappresentare di certo una bella pagina, si attaglia decisamente poco all’eleganza che contraddistingueva, in campo e fuori, lo storico capitano della Juventus.  

http://www.alfredopedulla.com/articoli/40656-juve-dura-replica-degli-ultr-a-mariella-scirea

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L'EDITORIALE

Qualcuno ponga fine allo scempio

Giornalista sportivo a Mediaset dove cura “Sport Mediaset XXLâ€. Opinionista a “Novastadioâ€. I suoi libri: “Soianitoâ€, “Calcinculoâ€, “La vita è unaâ€, “Sembra facileâ€, “L’oro di Shevaâ€.

14.03.2014 00:00 di Luca Serafini Twitter: @lucaserafini4 articolo letto 19966 volte

© foto di Pietro Mazzara

Persino la speranza e l’illusione sono state prese a calci martedì scorso al “Vicente Calderonâ€: qualsiasi squadra con una spina dorsale si sarebbe accorta che l’Atletico aveva paura e che sarebbe stato necessario metterlo alle corde. Qualsiasi squadra con una spina dorsale, appunto. Il Milan invece si è squagliato trotterellando intorno all’area di Courtois, come al solito, come se di fronte avesse la Juventus, o il Sassuolo, o la Nazionale cantanti. Come al solito. Nessun elettrochoc, nessuna reazione nemmeno di orgoglio, nessun sussulto. Dopo quelle del Manchester United e del Barcellona, un’altra quaterna ha sancito le dimissioni da grande club con timbri in ceralacca. Conclusa l’interminabile serie di titoli di coda che scorrono da quasi 3 anni, martedì scorso sullo schermo è apparso un gigantesco “THE ENDâ€.

Se mai ve ne fosse stato bisogno, l’eliminazione dagli ottavi di Champions ha messo tristemente a nudo la pochezza cui questa squadra è stata ridotta da anni di mercatini rionali, parametri zero, saldi di sottomarche clandestine, spaccio di falsi con pedigree taroccati. Una montagna di mediocrità  accompagnata da farneticanti proclami: “ultracompetitiviâ€, “siamoapostocosìâ€, “arrivaunoseunaltroseneva†per poi entrare nella landa desolata di San Siro e stupirsi, irritarsi, scuotere il capo perché lo si trova vuoto. Nessuna sorpresa: che la stagione sarebbe stata così avvilita e avvilente, lo avevamo capito lasciando “Milan Channel†la scorsa estate per non doverci trovare a commentare ogni lunedì questo scempio che non sembra avere fine.

Il terrore adesso è che quel “THE END†possa avere in realtà  un’ulteriore, inevitabile appendice. Non arrivano da Arcore segnali per un cambio di rotta: piuttosto che girare pagina si è preferito affidare il comando a due ammiragli anziché uno solo, con il risultato di spaccare in altrettante faide la sede del Portello e lasciare quindi uno scoperto inesorabile a Milanello. In assenza di sceicchi e di magnati russi o americani o thailandesi, anche Barbara deve ancora capire se le sarà  lasciata carta bianca (oltre a qualche assegno, in bianco) per ricostruire sulle rovine o se invece si continuerà  a navigare al buio, senza alcun supporto né umano né finanziario per girare pagina. E’questo l’aspetto più inquietante il giorno dopo l’ennesima disfatta.

Oggi sarebbe troppo facile rinfacciare nuovamente come si sia potuti arrivare in un lampo da Thiago Silva e Nesta a Rami, Zapata e Mexes, con quale criterio è stata data una maglia rossonera – per non parlare di quell’orrore dorato… – a Constant, Birsa, Muntari, per quale motivo si insista cocciutamente su fantasmi evaporati come Emanuelson, Robinho, Essien (con quale lungimiranza si è congedato Ambrosini per finire a Essien?), con quali premesse si è costruito il futuro intorno a Balotelli. Sarebbe troppo facile proseguire con l’elenco e comunque, al di là  del loro attuale rendimento o ai loro standard, i ricambi futuri dovrebbero quantomeno avere i connotati di gente perbene come Abbiati, Abate, Bonera, De Sciglio, Montolivo, De Jong, Poli, Kakà , Pazzini. Per avere notizie di El Shaarawy invece è necessario scrivere a un’ambasciata. Quanto a Seedorf, detto come sia risultato inconcepibile cambiare nell’intervallo quell’assetto che stava tenendo dignitosamente il campo, ribadiamo che il suo cammino comincerà  soltanto a luglio il giorno del raduno e quindi soltanto da quel momento potrà  sottoporsi a un giudizio complessivo. Nonostante i numeri deprimenti dal giorno del suo arrivo.

Dopo mesi di tweet assennati e appropriati, dialoghi con sponsor, attività  umanitarie, scambi di messaggi con ex compagni di squadra, reclutamento di followers tra tifosi, giocatori, giornalisti, uffici stampa eccetera, l’account su Twitter @weah_official ora sarebbe un fake. Ora che ha tristemente, accoratamente disconosciuto il Milan di oggi, irriconoscibile rispetto al suo. Non ha grande importanza: chiunque sia il ghostwriter, siamo assolutamente certi abbia reso pubblico quello che è il reale pensiero privato di George.

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