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Ronnie Peterson


Ayrton4ever

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Alcuni passaggi di un'intervista ad Alan Rees (direttore sportivo March primi anni Settanta)

Potrebbe dirmi qualcosa su Ronnie Peterson e sul perché la March lo ingaggiò in partenza?

«Non credo che nessuno, nemmeno nel team March, conosca Ronnie molto bene. È molto riservato e forse uno dei motivi consiste nel fatto che non credo parli molto bene l'inglese. Probabilmente, avrebbe più comunicativa se si potesse intervistarlo in svedese. Mi risulta che gli svedesi, nella maggioranza, sono molto socievoli e chiaccherano volentieri, invece Ronnie parla poco, anche con noi. Le uniche volte in cui si dimostra espansivo, direi, è quando parla della vettura. Naturalmente noi scherziamo con lui e lo prendiamo in giro. Quando lo vidi correre nelle gare di F.3 in Inghilterra, mi convinsi che poteva diventare campione del mondo. Accadeva durante la stagione 1969. Ne parlai con i miei soci, Robin Herd e Max Mosley, e dissi loro che, secondo me, avremmo dovuto ingaggiarlo con un contratto di tre anni. Si fidarono del mio giudizio e, tutto sommato, è proprio il mio settore dirigere la squadra corse e scoprire talenti nuovi [...]»

Che cosa fu in Ronnie a colpirla particolarmente?

«Be', anche agli inizi del 1969 mi aveva molto bene impressionato. Aveva vinto molte gare di F.3 in Italia. Allora il pilota migliore in F.3 era Reine Wisell, che si era aggiudicato gare importanti, però non si erano mai veramente sfidati e fu a Monaco, in maggio, che si trovarono l'uno di fronte all'altro. Ronnie batté Reine e non c'è dubbio che lo avesse surclassato. Questo fu molto significativo, per me, perché si può essere un buon pilota, ma per dimostrare veramente le proprie doti occorre battere il miglior conduttore del momento. Dopo pilotò una Tecno in una gara di F.2 a Monza e condusse per alcuni giri. Io andai alle curve per vedere come si comportava, perché le curve sono importanti, e vidi che aveva proprio lo stile di Rindt. Ha uno straordinario controllo sulla vettura e una evidente, innata abilità. In curva faceva ondeggiare parecchio la vettura, ma ne usciva bene e mentre tanta gente ha tendenza o a fare testa-coda o a togliere il piede dall'acceleratore, Ronnie aveva reazione rapide, teneva giù il piede e non solo non incappava in testa-coda ma non perdeva tempo»

[...]

Che altro cerca nei "talenti nuovi"?

«Più di qualsiasi altra cosa, in un pilota, voglio sapere se è bravo sul bagnato. Non è mai esistito un pilota di primo piano, quali Clark, Stewart e Rindt, che non sappia guidare sul bagnato; ma ce ne sono molti, moltissimi, che non sanno farlo. Appena vedo un conduttore che mi fa buon impressione, aspetto per notare come si comporta in prova o in gara quando piove. Nel 1969 diede una guida di F.2 a Peterson alla fine della stagione ,ad Albi, e l'unica altra volta in cui aveva pilotato una F.3 era stata a Monza, come ho detto, con la Tecno, e aveva condotto per un poco. Ad Albi le prove si svolsero sul bagnato e quando Peterson scese in pista era dietro a jackie Stewart. Lo seguì per circa sei giri, senza perdere tempo nei confronti dello scozzese. Per me fu la dimostrazione definitiva che era un futuro campione del mondo»

[...]

AS n.16/1971

 

A proposito del livello di conoscenza della lingua inglese, Barbro ne parla in un'altra intervista, sempre del 1971, che è stata pubblicata sopra in passato.

Modificato da Elio11
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  • 1 year later...
23 ore fa, duvel ha scritto:

1969, F3 Monthlery

Capottamento al termine del primo giro con incendio, dal quale Ronnie ne uscirà quasi incolume 

Monthlery 1969

Peterson portava in gara per la seconda volta la "693", prima vettura costruita dalla March Engineering su progetto di Robin Herd. Lo svedese partì male dalla pole position e fu forse l'ansia di recupero che lo portò all'errore urtando una balla di paglia che fece da innesco al drammatico incidente. Fu lieto fine per il tempestivo intervento dei soccorsi, fra i quali un meccanico del team. La F3 inglese ebbe una carriera brevissima disputando una sola gara ancora ma con James Hunt al volante. Nella foto sotto la vediamo con Ronnie al positivo debutto di Cadwell Park, finito con un promettente terzo posto finale.

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