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David Ferrer


sundance76

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14 ore fa, sundance76 ha scritto:

Gravissimo incidente a Zandvoort nella gara di F1 storiche, morto David Ferrer.

https://www.motorsport.com/vintage/news/driver-dies-after-historic-f1-crash-at-zandvoort-950355/

Fateci caso: un pilota muore in una gara di auto storiche, senza diretta TV, e nessuno ne parla. Eppure è una vita che si è spezzata gareggiando in automobile.

Si fa male qualcun altro davanti alle telecamere della F1 in diretta-tv, e partono pianti, commozioni, processi, recriminazioni, commemorazioni, editoriali, paternali, dibattiti..

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non sono d'accordo, quando muore qualcuno che è conosciuto, per cui il pubblico prova empatia, è normale che abbia una maggiore eco.

Così come quando avviene un terremoto in luoghi conosciuti o in cui si è stati come l'Umbria o il Lazio piuttosto che nel cuore dell'Africa o dell'Asia, il valore delle vite perdute è il medesimo ma ha un impatto inevitabilmente diverso

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6 minuti fa, Ayrton4ever ha scritto:

non sono d'accordo, quando muore qualcuno che è conosciuto, per cui il pubblico prova empatia, è normale che abbia una maggiore eco.

 

Io sono convinto che se c'era copertura televisiva, seppure su un canale poco seguito, oggi avrebbe avuto comunque maggiore eco rispetto allo zero attuale. Ratzenberger non era conosciuto al grande pubblico, ma quando morì in diretta tv, provocò indubbio sgomento. Ma fino al sabato mattina non c'era alcuna apprezzabile empatia.

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Non sono troppo d'accordo, devo dire. Credo che la copertura tv sia solo una parte, forse minore. Una discriminante  più importante a mio parere è l'età.

Quanta commozione per il ragazzo che ha perso le gambe.

Quanto dolore per Simoncelli. Quante discussioni su Bianchi, quante polemiche, empatia e vicinanza sulla De Villota, e lì immagini zero..

Qui si tratta di un signore probabilmente ricco e di un'età matura, che più nulla aveva da costrire, ma si stava semplicemente godendo la vita. Mi immagino, ad es, un Jochen Mass morto in pista ora. Certo, qualche commemorazione in più, vista la fama pregressa, ma appaiono come eventi "naturali" rispetto alla tragedia di un ragazzo che non vedrà il futuro in divenire, troncato brutalmente e innaturalmente.

Altra discriminante, forse, il mezzo.

Gli appassionati sono legati ai mezzi del loro tempo. Se questo signore fosse morto a bordo di una RedBull del '16, per dire, certamente sarebbe esplosa con fragore una grossa polemica e discussione. Invece è morto su una vecchia carretta tenuta insieme col fil di ferro, che poteva guidare mio nonno o quel matusa rinco di Stewart, per dire (ecco come pensa un giovane medio!)

 

Modificato da 330tr
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David Ferrer è morto dopo l'incidente nell'Historic F1 a Zandvoort

NGI6C2w.jpg

Il francese di 61 anni non ha superato i postumi dell'incidente di domenica a Zandvoort con la March 701 ed è deceduto nell'ospedale di Amsterdam. Per l'ingegner John Gentry si è trattato di uno dei più brutti incidenti visti nella sua lunga...

David Ferrer non ce l’ha fatta: il pilota francese è deceduto dopo le ferite riportate nell’incidente che si è verificato al Gran Premio di Zandvoort Storico nello scorso fine settimana.

Il conduttore 61enne si era schiantato con la sua March 701 durante il FIA Masters Historic F1 che si è disputato sul circuito olandese sabato scorso: le condizioni di David sono parse subito molto gravi ai soccorritori: i medici di pista hanno dovuto rianimarlo prima di trasportarlo all’Ospedale di Amsterdam.

La Federazione Internazionale ha emesso un comunicato giovedì: "La FIA si rammarica di dover dare la triste notizia che il pilota David Ferrer non ha sopportato le ferite patite nell'incidente a Zandvoort. La Federazione porge le sue condoglianze alla famiglia e agli amici di Ferrer in questo momento difficile".

Il britannico Paul Tattersall che era dietro a Ferrer con la sua Ensign N189 è riuscito a evitare il relitto della March 701: “Ho avuto un decimo di secondo per decidere se andare a destra o a sinistra – ha spiegato Tatterall molto scosso – e grazie al cielo per istinto sono andato dalla parte giusta perché sono riuscito a evitare l’impatto con David”.

John Gentry, tecnico addetto alle verifiche, ha avuto modo di elogiare il lavoro esemplare che sarebbe stato condotto dai commissari e dai medici subito giunti per soccorrere Ferrer, ma l’esperto ingegnere ex March, Shadow, ATS, Tyrrell, Toleman, Brabham e Alfa Romeo non aveva mai visto un incidente più cruento nella sua lunga carriera in F.1.

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Ammetto la mia ignoranza, ma non ho la più pallida idea di chi fosse:wacko: Mi capita (raramente a dire il vero) di leggere qualche notizia su queste gare, o di vedere qualche foto/video, ma la cosa finisce lì.

Umanamente è sempre un dispiacere, ovviamente. Sportivamente parlando non so proprio chi abbiam perso, e questo è il motivo per cui la notizia, nella mia mente, resta un notizia come tante altre.

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1 ora fa, sundance76 ha scritto:

 Ratzenberger non era conosciuto al grande pubblico, ma quando morì in diretta tv, provocò indubbio sgomento. Ma fino al sabato mattina non c'era alcuna apprezzabile empatia.

 

Ratzenberger era praticamente sconosciuto al grande pubblico, pochissimi ricordavano correttamente il suo nome o quello del suo team e ancor meno sapevano chi fosse realmente o che faccia avesse... Ma era un pilota di Formula 1 impegnato in un week end ufficiale del Campionato del Mondo del più importante palcoscenico del motorsport. E questo è un dettaglio che cambia tutto, che fa una grandissima differenza.

Normale, quindi, che la scomparsa di un pilota di F1, chiunque esso sia, anche un perfetto - fino a quel momento - sconosciuto, provochi un eco infinitamente più grande rispetto, chessò, ad un pilota più affermato o conosciuto nell'ambiente ma impegnato in categorie meno prestigiose. Si può tirare in ballo una certa forma di ipocrisia che ci porta ad accorgersi di qualcuno quando ormai è troppo tardi, ma fondamentalmente è questa la realtà dei fatti.

Giusto o sbagliato che sia, il contesto fa una grandissima differenza. La tragica scomparsa di Simoncelli a Sepang ha portato un'enorme ondata di commozione generale, anche da gente ai quali il mondo dei motori non interessa minimamente. Quella di Bianchi idem, anche se in quantità leggermente minore. E via via a "scendere", a seconda dell'importanza della categoria dove si cimentava il pilota coinvolto... Anche se poi possono entrare in ballo altri "fattori" altrettanto "decisivi" come quelli descritti da 330tr (che condivido in toto), ovvero l'età del pilota e/o il mezzo utilizzato nella competizione. 

Modificato da Davide Hill
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4 ore fa, sundance76 ha scritto:

Fateci caso: un pilota muore in una gara di auto storiche, senza diretta TV, e nessuno ne parla. Eppure è una vita che si è spezzata gareggiando in automobile.

Si fa male qualcun altro davanti alle telecamere della F1 in diretta-tv, e partono pianti, commozioni, processi, recriminazioni, commemorazioni, editoriali, paternali, dibattiti..

Io avevo scritto il post qui sopra.

Ayrton4ever ha scritto di "non essere d'accordo". 

Poi sono intervenuti gli altri.

Eppure nessuno, compreso Ayrton4ever, ha scritto cose realmente differenti da quello che avevo scritto io. Quindi non capisco il "non essere d'accordo", e l'essere d'accordo con le successive analisi sociologiche, pur giustissime, le quali più che altro motivano e spiegano ciò che avevo scritto io. 

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Sun, pare che l'unica discriminante da te evidenziata sia la TV. Ovvero, se un evento non è ripreso e trasmesso, non esiste.

Non sono d'accordo con QUESTA visione.

Sono rimasto sotto shock quando è morto Ballerini in un rally. Non ho mai visto immagini. Non ho visto immagini della De Villota, e solo di sfuggita molto tempo dopo di Rossi a Suzuka, evento vissuto tra l'altro in diretta streaming mentre scrivevo sul forum e mi lamentavo delle bandiere gialle e safety car..

Nessuno ha mai visto Ascari sbalzato fuori a Monza, eppure la commozione attraversò l'Italia intera.

Essendo io, tra l'altro, privo di tv e vivendo gli eventi di riflesso attraverso le cronache e solo raramente con streaming, rifiuto il concetto "solo se appare alla tivì vuol dire che accade".

Come ho scritto su credo che le motivazioni per quest'indifferenza sia altro. Tra l'altro sinceramente non so nemmeno se l'evento non fosse ripreso e non vi siano immagini.

 

 

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1 ora fa, 330tr ha scritto:

Sun, pare che l'unica discriminante da te evidenziata sia la TV. Ovvero, se un evento non è ripreso e trasmesso, non esiste.

Non sono d'accordo con QUESTA visione.

Sono rimasto sotto shock quando è morto Ballerini in un rally. Non ho mai visto immagini. Non ho visto immagini della De Villota, e solo di sfuggita molto tempo dopo di Rossi a Suzuka, evento vissuto tra l'altro in diretta streaming mentre scrivevo sul forum e mi lamentavo delle bandiere gialle e safety car..

Nessuno ha mai visto Ascari sbalzato fuori a Monza, eppure la commozione attraversò l'Italia intera.

Essendo io, tra l'altro, privo di tv e vivendo gli eventi di riflesso attraverso le cronache e solo raramente con streaming, rifiuto il concetto "solo se appare alla tivì vuol dire che accade".

Come ho scritto su credo che le motivazioni per quest'indifferenza sia altro. Tra l'altro sinceramente non so nemmeno se l'evento non fosse ripreso e non vi siano immagini.

 

 

Sarà, ma la notizia della morte di Ferrer in una vera gara (non una sfilata) sarebbe passata inosservata anche qui dentro se io non avessi piantato la grana, il cui contenuto peraltro è ben poco contestabile, visto che siccome non è un Gran Premio del Mondiale il casino non soltanto è stato minore (come nei casi che hai citato), ma addirittura nullo. Cosa che avete confermato tutti nei post successivi, pur tirando fuori alcuni distinguo non per smentire, ma per motivare il fatto stesso (cioè la diversità del clamore mediatico, che non è in discussione).

 

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La cecità purtroppo dipende dalla tendenza a ragionare secondo giudizi relativi e secondo una certa malcelata ipocrisia. L'esistenza o la mancanza di una copertura televisiva è solo una conseguenza e, secondo me, colgono nell'esattezza tutti i ragionamenti esposti sopra. Esiste solo ciò che appare, ma non basta, poiché ciò che appare, per poterci colpire e farci riflettere, dovrebbe essere poi in grado di destare in noi una pur minima riflessione. Ciò che riteniamo essere a noi prossimo desta in noi lo scatenarsi dei nostri più lodevoli sentimenti - empatia, come già messo in evidenza - ma ciò che ci è alieno non ci interessa minimamente. Fateci caso, quando siamo piccolini abbiamo l'abitudine di imbonire la testa di domande su cosa accada attorno a noi e su come vada la vita, proprio perché dobbiamo fare esperienza e crescere. Dicono che i bambini siano innocenti dal momento che sono facilmente impressionabili dai lati negativi dell'esistenza di tutti i giorni, esistenza che a quell'età cerchiamo di studiare e dischiudere, sotto ogni prospettiva, per poterci comportare quanto meglio possibile. Sentiamo il bisogno di 'prenderci cura' del prossimo anche se, talvolta, soltanto con il pensiero, quando questi è molto distante fisicamente e spazialmente da noi e da ciò che ci circonda. Poi, crescendo, diventiamo poco a poco meno puri sotto questo punto di vista, e acquistiamo una visione cinica della vita. Il 'prossimo', l'altro, chiunque esso sia, soprattutto quando trattasi di qualcuno troppo lontano ('lontananza' intesa, soprattutto, come alienità dalla cultura di cui siamo imbevuti) diviene, di colpo, un'entità numerica, inanimata, vittima di una totale perdita di interesse da parte nostra. Egli, o meglio, esso può non importarci e spesso accade così. Soltanto in casi estremi, quando questo qualcuno entra di punto in bianco nella nostra vita, inaspettatamente e prepotentemente e diventa una variabile in grado di mutare in un senso o nell'altro i nostri interessi - in fondo in fondo vi è di mezzo sempre una logica utilitaristica di base al nostro modo di ragionare, anche se decurtata dai più abietti aspetti - allora ci risvegliamo dal torpore ricordandoci che si tratta pur sempre di una persona umana, proprio come noi.

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45 minuti fa, sundance76 ha scritto:

Sarà, ma la notizia della morte di Ferrer in una vera gara (non una sfilata) sarebbe passata inosservata anche qui dentro se io non avessi piantato la grana, il cui contenuto peraltro è ben poco contestabile, visto che siccome non è un Gran Premio del Mondiale il casino non soltanto è stato minore (come nei casi che hai citato), ma addirittura nullo. Cosa che avete confermato tutti nei post successivi, pur tirando fuori alcuni distinguo non per smentire, ma per motivare il fatto stesso (cioè la diversità del clamore mediatico, che non è in discussione).

 

Però, va anche detto che qui e altrove esiste un certo interesse nel riportare qualunque notizia inerente al mondo delle corse. Il problema, semmai, sarebbe stato: a quanti potenziali lettori interesserebbe? Si aprirebbe un nuovo dibattito: chi è veramente interessato allo sport motoristico in tutte le sue sfaccettature e chi è, invece, solo di passaggio?

Modificato da Elio11
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2 ore fa, sundance76 ha scritto:

Io avevo scritto il post qui sopra.

Ayrton4ever ha scritto di "non essere d'accordo". 

Poi sono intervenuti gli altri.

Eppure nessuno, compreso Ayrton4ever, ha scritto cose realmente differenti da quello che avevo scritto io. Quindi non capisco il "non essere d'accordo", e l'essere d'accordo con le successive analisi sociologiche, pur giustissime, le quali più che altro motivano e spiegano ciò che avevo scritto io. 

Fra, non c'è bisogno di arrabbiarsi, ho scritto di fretta, avrei dovuto scrivere di non essere "TOTALMENTE" d'accordo

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52 minuti fa, sundance76 ha scritto:

Sarà, ma la notizia della morte di Ferrer in una vera gara (non una sfilata) sarebbe passata inosservata anche qui dentro se io non avessi piantato la grana, il cui contenuto peraltro è ben poco contestabile, visto che siccome non è un Gran Premio del Mondiale il casino non soltanto è stato minore (come nei casi che hai citato), ma addirittura nullo. Cosa che avete confermato tutti nei post successivi, pur tirando fuori alcuni distinguo non per smentire, ma per motivare il fatto stesso (cioè la diversità del clamore mediatico, che non è in discussione).

 

Continuo a non capire il nocciolo della questione: tutti d'accordo che, per varie motivazioni, la notizia è passata sostanzialmente sotto silenzio. Ma io non mi meraviglio né (peggio) mi indigno per niente! Anni fa successe lo stesso a Goodwood con una Lotus 49, pur con riprese televisive, e non credo che i tiggì abbiano aperto con quella notizia, e rimase un fatto debolmente discusso nei forum "di nicchia". Di nuovo ricordo un grosso incidente con una Ferrari T3, con gravi lesioni al pilota agli arti inferiori, e la notizia restò confinata ai trafiletti nei giornali specializzati. Gli esempi sono innumerevoli. Mi pare che il grosso incidente con la Lotus (credo) di un paio d'anni fa in volo che finì nel sottopasso fece più scalpore solo perché si sfiorò la tragedia, essendo finita quasi tra il pubblico. 

Mi vien quindi da trarre una conclusione: il marchio F1 non è immediato sinonimo di copertura mediatica. Questi tristi avvenimenti fanno (o non fanno) notizia non per il "marchio" o titolazione, tipologia di gara; tutto ruota attorno all'uomo. Ed è quindi un'altra conclusione ovvia: per far clamore il personaggio morto o ferito dev'essere precedentemente già stato conosciuto, se non "famoso". Meglio ancora se giovane e fortissimo: in questo caso si tende all'elevazione a mito, alla santificazione laica e conseguente immortalità.

Ma mi pare un discorso talmente lapalissiano, lineare e semplice da risultare noiosissimo..-_-

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