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Ayrton Senna


Luke36

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Anche a Montecarlo Senna si impone sul resto del gruppo conquistando la sua 56ª pole position in carriera; alle sue spalle si piazza uno stupendo Stefano Modena, staccato di quasi mezzo secondo, che riporta una Tyrrell nella prima fila dello schieramento di partenza dopo 15 anni di assenza; l'ultimo a riuscirci era stato Jody Scheckter al Glen nel lontano '76. Terzo è Patrese a 6 decimi mentre dalla 4ª alla 6ª posizione si qualificano Piquet, Mansell e Berger, racchiusi in appena 6 centesimi di secondo. Al via i primi tre mantengono le rispettive posizioni mentre Piquet e Berger escono di scena per una collisione. Senna non ha difficoltà  a prendere fin da subito un certo margine di vantaggio sugli inseguitori; per una ventina di giri Modena tiene il suo ritmo, rimanendo a 2-3 secondi di distacco, ma ben presto anche lui deve arrendersi alla superiorità  della McLaren e di Senna, tanto che al 41° giro il suo distacco è di oltre 20 secondi; Patrese lo tallona a 22 secondi mentre Prost è ad oltre mezzo minuto dal leader; la gara del campione del mondo in carica si fa ancor più facile quando nel corso del 43° giro il motore Honda della Tyrrell di Modena esplode all'uscita del tunnel; Patrese, che tallonava il pilota emiliano, scivola sull'olio lasciato sull'asfalto dal propulsore nipponico e va a sbattere contro le barriere di protezione; il più diretto inseguitore di Senna diventa così Prost, che però a questo punto della gara ha già  una quarantina di secondi di ritardo. Negli ultimi giri di gara Mansell riesce a superare Prost, che a sua volta a 6 giri dalla fine si ferma ai box per una sosta che si rivelerà  alquanto tribolata, ma in vetta alla corsa tutto procede senza problemi tanto che, pur rallentando abbondantemente negli ultimi giri, Senna riesce comunque a tagliare il traguardo con quasi 20 secondi di vantaggio su Mansell e 47 su Alesi; Prost chiude solamente al quinto posto, doppiato. L'unico momento di tensione per Senna nel corso della gara si è verificato all'inizio del settimo giro, quando un commissario gli ha pericolosamente tagliato la strada alla frenata di Sainte Devote; un gesto pericolosissimo, che solo per miracolo non ha avuto conseguenze tragiche. Dopo 4 gare il campionato '91 sembra già  chiuso: Senna ha fatto bottino pieno conquistando 40 punti, mentre il suo più diretto inseguitore, Prost, è già  a 29 punti di distacco; Mansell e Patrese, che possono contare su due vetture particolarmente in forma in termini di prestazioni velocistiche, hanno raccolto solamente 6 punti a testa e si trovano a 34 punti dal pilota brasiliano.

 

 

 

 

Questa fu un po' la gara sliding door per Stefano Modena (e anche per la Tyrrell), fosse arrivato secondo dietro a Senna a Monaco, avrebbe avuto miglior sorte e visibilità .

 

Senna dichiara nel dopogara: "Ho visto negli schermi il sorpasso di Mansell su Prost".

 

Prost ottiene il giro veloce (e record della pista) ma questo fu l'ultimo gp di Fiorio

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Prost ottiene il giro veloce (e record della pista) ma questo fu l'ultimo gp di Fiorio

Su Fiorio si può dire quel che si vuole, però personalmente non credo che sia un caso che da quando è stato mandato via è iniziato il vero e proprio declino Ferrari (che si sarebbe arrestato solo con l'arrivo di Todt)

 

Questa fu un po' la gara sliding door per Stefano Modena (e anche per la Tyrrell), fosse arrivato secondo dietro a Senna a Monaco, avrebbe avuto miglior sorte e visibilità .

Sicuramente è così. C'è da dire comunque che la sorte gli tornò quel podio a Montreal, ma le due situazioni erano molto diverse: a Montecarlo il podio era vero, conquistato solo ed esclusivamente per meriti propri, il secondo posto di Montreal fu frutto in larga parte della lunga serie di ritiri che avvenne davanti a lui.

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Su Fiorio si può dire quel che si vuole, però personalmente non credo che sia un caso che da quando è stato mandato via è iniziato il vero e proprio declino Ferrari (che si sarebbe arrestato solo con l'arrivo di Todt)

 

Sicuramente è così. C'è da dire comunque che la sorte gli tornò quel podio a Montreal, ma le due situazioni erano molto diverse: a Montecarlo il podio era vero, conquistato solo ed esclusivamente per meriti propri, il secondo posto di Montreal fu frutto in larga parte della lunga serie di ritiri che avvenne davanti a lui.

 

Ok,ma all'epoca di Monaco 91 la squadra era sfuggita dalle mani di Fiorio.

Emblematico proprio l'episodio delle prove del sabato di quel GP quando Prost si ostino' a non uscire per l'ultimo giro veloce e quando lo fece prese bandiera.....con grandissima incazzatura del DS italiano

Modificato da Albi66
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1. Su Fiorio si può dire quel che si vuole, però personalmente non credo che sia un caso che da quando è stato mandato via è iniziato il vero e proprio declino Ferrari (che si sarebbe arrestato solo con l'arrivo di Todt)

 

2. Sicuramente è così. C'è da dire comunque che la sorte gli tornò quel podio a Montreal, ma le due situazioni erano molto diverse: a Montecarlo il podio era vero, conquistato solo ed esclusivamente per meriti propri, il secondo posto di Montreal fu frutto in larga parte della lunga serie di ritiri che avvenne davanti a lui.

1. Io di Fiorio, ho una buona opinione: poteva vincere un mondiale e portare Senna con Prost in Ferrari, non poco. ma la Ferrari aveva molta politica e molte correnti, credo.

 

2. totalmente d'accordo

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Williams: "Su quale circuito saremo competitivi? Dopo Montecarlo su tutti". E così fu

A dirla tutta si erano già  mostrati competitivi ad Interlagos e ad Imola, ma da Montreal in poi la Williams semplicemente dominò, ponendo le basi per i trionfi del '92 e del '93; solo un Senna eccezionale e la papera della crew Williams all'Estoril (che costò 12 punti) impedirono a Mansell di tenere aperto il campionato fino ad Adelaide (e chissà , magari pure di vincerlo)
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Si arriva in Nord America con il campionato che appare ormai virtualmente chiuso: Senna ha 29 punti di vantaggio su Prost e 34 su Patrese e Mansell, i due piloti che in ottica campionato sembrano disporre delle vetture più competitive; a Montreal sono proprio le due Williams a conquistare l'intera prima fila con Patrese in pole con quasi 4 decimi di vantaggio su Mansell; Senna è terzo a quasi mezzo secondo affiancato da Prost. Al via Mansell riesce a bruciare Patrese, in non perfette condizioni fisiche dopo un incidente di cui era stato protagonista al venerdì, mentre dietro a loro Senna e Prost mantengono le rispettive posizioni; i due piloti della Williams impongono il loro ritmo alla gara e riescono a scappare, mentre Senna per alcuni giri lotta con le due Ferrari di Prost e Alesi; all'undicesimo giro Prost va in testacoda e perde due posizioni, lasciando il solo Alesi a battagliare con il brasiliano della McLaren; la gara è particolarmente ricca di emozioni e la prima di queste è proprio quella che taglia fuori Senna dalla gara: al 26° giro il pilota della McLaren rallenta all'uscita della seconda chicane a causa di un problema elettrico; il brasiliano riuscirà  a riportare lentamente la vettura ai box, ma sarà  comunque costretto al ritiro, il primo stagionale per lui. Nei giri successivi anche le due Ferrari saranno costrette al ritiro, mentre Patrese sarà  costretto al cambio gomme a causa di una foratura; alla fine anche il leader Mansell sarà  costretto al ritiro da un problema al cambio proprio nel corso dell'ultimo giro all'uscita del tornantino; la vittoria va quindi a Piquet che prosegue la striscia di 7 vittorie consecutive per i piloti brasiliani in Formula 1 iniziata a Suzuka '90; secondo e terzo sono Modena e Patrese, che alla fine riesce a conquistare 4 punti. Senna rimane fermo a 40 punti contro i 16 di Piquet, gli 11 di Prost, i 10 di Patrese e i 6 di Mansell.

 

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A metà  giugno la Formula 1 si sposta dal Quebec al Messico, ma i rapporti di forza rimangono immutati: la Williams è ancora una volta la vettura più veloce e Riccardo Patrese conquista la sua seconda pole position consecutiva con quasi tre decimi di vantaggio sul compagno di squadra Mansell; Senna è ancora terzo, staccato di oltre mezzo secondo, dopo essere stato vittima di un incidente, con tanto di cappottamento, alla curva Peraltada, la destra veloce che precede il rettilineo box; al fianco del campione brasiliano partirà  Jean Alesi, qualificatosi quarto a quasi un secondo e mezzo dalla pole. Al via Patrese parte male e Mansell lo brucia prendendo il comando della corsa davanti ad un ottimo Alesi, autore di una gran partenza e a Senna; Patrese è solo quarto; già  all'inizio del secondo giro Senna guadagna la seconda posizione scavalcando Alesi in pieno rettilineo, imitato tre giri dopo da Patrese. Per una dozzina di giri i primi quattro procedono compatti, separati solamente da un paio di secondi; all'undicesimo giro Patrese scavalca Senna che due giri dopo viene superato anche da Alesi con una grande staccata al termine del rettilineo principale; al 14° giro Patrese supera di forza Mansell alla staccata della prima curva e pochi secondi dopo Alesi parte in testacoda all'ingresso del tratto misto perdendo parecchie posizioni; dopo una quindicina di giri Patrese si trova quindi al comando seguito da Mansell e da Senna. Il brasiliano riesce a tenere il ritmo del pilota inglese, ma davanti a loro due Patrese gira di oltre un secondo al giro più veloce, tanto che dopo 30 giri il suo margine sui due inseguitori è di quasi 20 secondi; passano i giri e Senna rimane nella scia di Mansell, a metà  gara il distacco tra i due è inferiore al secondo mentre Patrese guida indisturbato con quasi mezzo minuto di vantaggio sui duellanti. Ad una ventina di giri dal termine Mansell cambia marcia, abbassa i suoi tempi sul giro mentre Patrese è costretto a rallentare per aver spremuto troppo la sua vettura nella prima parte di gara; Senna, che per quasi 50 giri era rimasto nella scia di Mansell, non riesce a tenere il ritmo imposto dal pilota inglese e non può far altro che lasciarlo andar via e conservare la sua terza posizione fino al traguardo; la gara viene vinta da Patrese mentre Mansell, secondo, arriva in scia al compagno di squadra senza essere mai riuscito a tentare un sorpasso. La doppietta Williams fa capire una volta per tutte che i rapporti di forza nel mondiale sono profondamente mutati: la squadra di Didcot è la nuova prima forza del mondiale e sia McLaren che Honda dovranno lavorare duramente per cucire il gap prestazionale creato dai rivali della Williams. In campionato Senna mantiene ovviamente la leadership con 44 punti (il margine di punti accumulato è sufficiente a permettergli di arrivare ad Hockenheim in prima posizione nella classifica iridata), ma Patrese gli si fa sotto portandosi a 20; Mansell è solo quarto a 13 punti dietro anche a Nelson Piquet.

 

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