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Topic della musica


S. Bellof

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Gli Oh Hellos sono un duo folk rock americano formato nel 2011 a San Marcos, Texas, Stati Uniti, composto dai fratelli Tyler e Maggie Heath anche se la somma degli strumenti che compongono le loro canzoni fa intendere presenze ben più ingombranti sul palco.

È naturale che, per fare questo tipo di musica, fatta di sonorità grandiose, gloriose addirittura, sia necessaria una certa dose di freschezza, per non dire di purezza di cuore, per metterla in lessico più disneyano. Armonizzazioni a tutta voce, strumenti acustici di ogni tipo e genere che si accavallano in uno slancio cieco, gli accordi in minore contati sulle dita come se fossero strumenti del demonio.

 

 

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Ane Brunvoll, nota come Ane Brun (Molde, 10 marzo 1975), è una cantautrice e musicista norvegese. Attiva dal 1998, vive a Stoccolma, in Svezia, dal 2001. Qui scrive, registra e produce i suoi lavori.

 

Figlia di una cantante jazz e di un avvocato, nonché sorella della cantante Mari Kvein Brunvoll, cresce a Molde, ma inizia l'attività di autrice e compositrice a Bergen. Dopo aver registrato le prime demo nel 1999, si sposta in Svezia, prima ad Uppsala e poi a Stoccolma (2001), dove inizia a dedicarsi esclusivamente alla musica. Pubblica nel 2002 il suo disco d'esordio, Spending Time with Morgan (Morgan è il soprannome della chitarra), registrato insieme a Katharina Nuttall. Il disco, pubblicato dalla label DetErMine, viene diffuso in undici Paesi europei dalla V2 Records. Dopo la pubblicazione del disco, intraprende un tour in Europa.

Nel 2005 pubblica A Temporary Dive, pubblicato anche negli Stati Uniti nel 2006 ed in Giappone nel 2007. L'album riprende i temi del disco precedente e include una collaborazione con Ron Sexsmith. Nel novembre del 2005 pubblica un altro disco, Duets, caratterizzato da numerosi duetti, inclusi quelli con Syd Matters, Madrugada, Teitur, Lars Bygdén e Tingsek. Dopo un lungo tour, nel 2007 pubblica il disco Live in Scandinavia, che ripercorre proprio le date live in cui Ane è stata accompagnata da Nina Kinert e Staffan Johansson.

Nel 2008 pubblica il suo terzo album in studio, Changing of the Seasons, prodotto dall'islandese Valgeir Sigurðsson. Al disco partecipa anche, in qualità di arrangiatore, lo statunitense Nico Muhly. Circa un anno dopo è la volta di Sketches, che include versioni acustiche dei brani presenti nel disco precedente. Nel 2009 pubblica un DVD contenente la registrazione di un concerto tenuto a Stoccolma. Inoltre partecipa con numerosi artisti svedesi e non ad un progetto di sensibilizzazione nei confronti dei cambiamenti climatici chiamato No More Lullabies. Nel 2010-2011 collabora con Peter Gabriel per il suo album New Blood. Si esibisce con lui in tour.

Nel settembre 2011 pubblica il disco It All Starts with One (uscito in ottobre nel Regno Unito e in novembre negli Stati Uniti). Prodotto da Tobias Fröberg, il disco si avvale anche della collaborazione di José González.

Nel maggio 2013 pubblica una raccolta di 32 brani intitolata Songs - 2003 to 2013, in cui celebra i dieci anni di attività. Nell'ottobre dello stesso anno pubblica un'altra raccolta, questa volta di cover e outtakes dal titolo Rarities.

 

 

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  • 4 weeks later...

Dopo un po' di tempo di quiete, rianimo il topic parlando di una band che per me ha significato tanto, e per un bel po' di tempo...

Parlo al passato perché, come molti altri fan, la deriva presa con gli ultimi album mi ha gradatamente allontanato da quello che, a tutti gli effetti, è stato il mio gruppo preferito, quantomeno per quanto riguarda la musica contemporanea.

Ho scoperto i Placebo (come molti altri, suppongo :asd: ) quando il buon Brian Molko spaccò la chitarra sul palco e sfanculò senza troppi complimenti quella platea di mummie rinsecchite in quell'insulto alla musica che è il festival di sanremo (tutto scritto rigorosamente in minuscolo). 

Il giorno dopo, comprai immediatamente Black Market Music, il terzo album in ordine cronologico della band. E fu colpo di fulmine all'istante. Tempo una settimana e avevo anche "Placebo" (omonimo album d'esordio) e "Without You I'm Nothing". 

Ascoltavo quei tre album in continuazione, ovunque andassi e in qualsiasi contesto. Furono necessari oltre due anni di attesa per il quarto album. Nel 2003 esce "Sleeping with Ghosts" e le attese non furono deluse. I primi due album probabilmente sono i migliori, "Black Market Music" è quello che me li ha fatti conoscere, ma "Sleeping With Ghosts" è il mio preferito. 

Poi, nel 2006, esce "Meds" e, per quanto eravamo ancora in linea di gradimento e per quanto, a mio avviso, anche in quell'album c'erano gran bei pezzi, un qualche dubbio, qui e li, iniziava a serpeggiare. 

L'anno successivo abbandona il gruppo il batterista Steve Hewitt e, nel 2009, esce "Battle for the Sun. E fu una mazzata terrificante. Salvo giusto uno o due singoli, di quell'album... Salvo soprattutto "The Movie on Your Eyelids", dall'edizione Deluxe, che a prescindere da tutto è un capolavoro. 

Nel 2013 esce "Loud Like Love" e preferisco non parlarne proprio... 

In ogni caso, indipendentemente dalla deriva disastrosa, resterò sempre legato a questo gruppo e un giorno magari tornerò ad apprezzarli. Almeno spero....

 

Ce ne sarebbero tante di canzoni da postare, ma scelgo questa perché ho un particolare ricordo legato ad essa...

 

 

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Metto qui una cantante per me difficile da valutare, psicopatica dai tempi della scuola dove veniva regolarmente bullizzata per il suo diastema, ovvero lo spazio tra i due denti incisivi, e perché estremamente sensibile, tanto da mettersi a piangere ogni 2 per 3. Da qui nasce il suo pseudonimo di "Cry Baby", ovvero piagnucolona, e sto parlando di Melanie Martinez.

Penso sia tra le cantautrici con più fans e allo stesso tempo con più haters, creatrice di un mondo fantasy/horror e di testi spesso da censura,  nonché erroneamente associata ad una cantante per ragazzini per i suoi video surreali, è in realtà tutt'altro. Spesso e volentieri i testi sono taglienti come lame.

Cry Baby, il primo album nasceva così:

tanti brani di rabbia e critica sociale, come "Mrs. Potato head" dove critica la società in cui per essere accettati bisogna rientrare in certi parametri, e "costringe" le persone mentalmente deboli ad usare mezzi come la chirurgia estetica, non potendo più accettare se stesse.

Nel suo secondo album si concentra invece ferocemente sul tema della scuola, creando un intero film accompagnato dalle canzoni dell'album. Tema centrale è ovviamente il bullismo, accusando però non solo i bulli, ma anche gli insegnanti menefreghisti del problema.

Per me è difficile giudicare, questa associazione ludica e sonora non è cosa che si vede molto spesso.

Modificato da Scarlett
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  • 2 weeks later...
  • 3 weeks later...

Genevieve Schatz, meglio conosciuta come Genevieve, è una cantante e cantautrice indie pop americana di Los Angeles, California. Frontwoman della band indie rock di Chicago, Company of Thieves, Genevieve ha iniziato la sua carriera da solista all'inizio del 2014.

Nel 2017 torna nella reunion dei Company of Thieves

 

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  • 1 month later...
Il 11/1/2020 at 12:58 , leopnd ha scritto:

Ci ha lasciati uno dei migliori rock batteristi di sempre...

RIP Neil Peart...

 

 

Avrei voluto, anzi avrei dovuto, dedicargli almeno un post su questo topic ma non sono stato molto presente sul forum ultimamente. Mi fa piacere vedere che l'hai ricordato tu. 

 

32 minuti fa, Scarlett ha scritto:

Solo amore :wub:

 

 

Mi soffermo in particolare su Running Up The Hill. 

Come dicevamo tempo fa, con le cover bisogna sempre stare molto attenti. Per di più, quando la cover in questione riguarda un' Artista come Kate Bush, ecco che l'attenzione da metterci è doppia se non tripla. Ci hanno provato tanti, alcuni male e altri (come ad esempio i Placebo... almeno per me) decisamente bene. Anche se sulla versione dei Placebo i pareri sono sempre stati, naturalmente, discordanti. C'è chi non ha mai mandato giù quel tocco di "depressione" che Molko e soci hanno dato alla loro versione. Ma quando prendi in mano una canzone, dovresti dargli sempre quel tocco personale, senza esagerare ma osando quel che basta. Altrimenti fai un'imitazione punto e basta. E' per questo che non ho mai avuto nulla da ridire sulla versione dei Placebo. Era la canzone di Kate Bush, ma l'hanno resa "Placebo" quanto basta. E ora veniamo alla versione di Meg Myers, che ammetto di non conoscere troppo bene. 

Vale lo stesso discorso fatto per i Placebo. La canzone è di Kate Bush, ma è riuscita a farla propria. Tra l'altro "agevolata" dal fatto di disporre di una gran bella voce, che non ha bisogno di troppi "artifici" per "suonare" come si deve. 

Direi che è promossa con ottimi voti. 

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Approfitto dell'occasione per tornare a dare il mi contributo alla causa del topic. 

Parliamo di questo pezzo, che servirà ad introdurre anche il concetto di "collaborazioni" che vorrò approfondire in futuro...

 

Voce di Ozzy Osbourne, voce di Elton John, chitarra di Slash, basso di Duff McKagan, batteria di Chad Smith (che è anche il co-autore del pezzo assieme ad Ozzy, a Billy Walsh e  ad Andrew Watt) ed è il primo singolo estratto dall'ultimo album del Principe delle Tenebre in uscita a fine mese... 

Ora, tanto per cambiare ho letto i pareri più discordanti, su questa canzone, comprese le solite froci critiche. Non è un pezzo da Ozzy, è un pezzo troppo alla Elton John, Ozzy non c'entra un cazzo con Elton, troppo ballad anni 70, e tante altre stronzate simili da puristi del cazzo. Non lo so, i gusti restano i gusti e tutto ciò farà sempre parte della musica così come qualsiasi altro argomento... Personalmente, già dalla prima volta che l'ho sentita in radio, alcuni giorni fa, ne sono rimasto abbastanza folgorato. Il risultato saprà pure di vecchio, come qualcuno va blaterando, ma a me personalmente fotte sega. E' un gran pezzone e si porta dietro anche un certo retrogusto amaro.  Qualcuno ha parlato di una sorta di testamento musicale, e io ne convengo totalmente. Ozzy ha un piede nella fossa, è abbastanza innegabile, e sentirlo in un qualcosa che potrebbe benissimo essere uno dei suoi ultimi lavori ha i suoi validi motivi per prestare la dovuta attenzione.

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14 ore fa, Davide Hill ha scritto:

Approfitto dell'occasione per tornare a dare il mi contributo alla causa del topic. 

Parliamo di questo pezzo, che servirà ad introdurre anche il concetto di "collaborazioni" che vorrò approfondire in futuro...

 

Voce di Ozzy Osbourne, voce di Elton John, chitarra di Slash, basso di Duff McKagan, batteria di Chad Smith (che è anche il co-autore del pezzo assieme ad Ozzy, a Billy Walsh e  ad Andrew Watt) ed è il primo singolo estratto dall'ultimo album del Principe delle Tenebre in uscita a fine mese... 

Ora, tanto per cambiare ho letto i pareri più discordanti, su questa canzone, comprese le solite froci critiche. Non è un pezzo da Ozzy, è un pezzo troppo alla Elton John, Ozzy non c'entra un cazzo con Elton, troppo ballad anni 70, e tante altre stronzate simili da puristi del cazzo. Non lo so, i gusti restano i gusti e tutto ciò farà sempre parte della musica così come qualsiasi altro argomento... Personalmente, già dalla prima volta che l'ho sentita in radio, alcuni giorni fa, ne sono rimasto abbastanza folgorato. Il risultato saprà pure di vecchio, come qualcuno va blaterando, ma a me personalmente fotte sega. E' un gran pezzone e si porta dietro anche un certo retrogusto amaro.  Qualcuno ha parlato di una sorta di testamento musicale, e io ne convengo totalmente. Ozzy ha un piede nella fossa, è abbastanza innegabile, e sentirlo in un qualcosa che potrebbe benissimo essere uno dei suoi ultimi lavori ha i suoi validi motivi per prestare la dovuta attenzione.

Penso sia un errore di battitura, ma sono d'accordo con questo errore :asd:

Ozzy nonostante sia uno zombie da decenni fa le scarpe a circa il 90% dell'industria musicale; il che è tutto dire.

Modificato da Scarlett
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La musica è contaminazione e non conosce confini ecco un gruppo che ne è l'espressione strumenti ed utilizzo della voce tradizionale facendo meta.

L'Hu è una rock band mongola formata nel 2016. Con la tradizionale strumentazione mongola, tra cui il Morin khuur e il canto della gola mongola, la band chiama il loro stile di musica "hunnu rock", essendo una parola radice mongola per "umano".

 

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Ogni tanto mi metto da sola ad ascoltare questa canzone, mi ricorda molto il rapporto che ho con l'uomo più importante della mia vita, mio padre. Quel rapporto di amore/odio, ma nel mio caso amore estremo e odio estremo, di quel modello di uomo a cui fin da bambina una donna crea quel metro di giudizio, sugli uomini in generale, che poi incontrerà nella sua vita. Sembra proprio scritta su di noi :zizi:

 

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