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alessandrosecchi

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1 minuto fa, maurino21 ha scritto:

Come no?
Intere zone in Abruzzo sono state chiuse e nessuno poteva accedervi se non previo avviso.se la prefettura chiude delle zone nessuno può oltrepassare determinati limiti.sono d'accordo con te sul discorso del rimboccarsi le maniche

Inviato dal mio SM-T805 utilizzando Tapatalk
 

Si ma ora è logico che chiudono delle zone considerando che sono in montagna.

Ma dopo un pò le dovranno aprire...

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1 hour ago, isomax89 said:

Non è assolutamente vero.

Sicuramente sconsigliano e a ragione di recarsi ora nei luoghi colpiti.

Deve ancora terminare lo sciame sismico ma poi nessuno può impedirti di recarti su un terreno di tua proprietà.

Il problema è la zona rossa. In Emilia gli edifici di "scarso valore storico e artistico" che non stavano in piedi sono stati rasi al suolo senza troppi complimenti...

Poi ricordiamoci che il Friuli è regione autonoma.

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I giapponesi quando si parla di Italia non restano mai indifferenti

904ns1.jpg

Tetsuya Chiba, autore di Rokcy Joe, anime e manga conosciutissimo dalle generazioni pre-pokemon :P (e consigliato a chiunque non l'avesse ancora visto / letto)

Ma la sensibilità del popolo nipponico va oltre le produzioni artistiche, leggete di questa (appetitosa) iniziativa https://www.facebook.com/AMAtricianaAiuti/ e poi guardate la mappa degli aderenti in giro per il mondo! https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1vqLY9VlCBnX-WupbnzqDr6KZ79A

 

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11 ore fa, Malefix ha scritto:

C'e' da dire che oltre alla (leggendaria) testardaggine dei friulani, ci fu un'ottima risposta delle istituzioni che tramite il commissario straordinario investirono i sindaci di responsabilità anche molto gravose per degli amministratori spesso molto giovani, invitando a procedere a qualunque costo ignorando le tempistiche dettate dalla burocrazia. Una specie di federalismo improvvisato per poter davvero gestire la situazione sulle esigenze di un territorio e di una popolazione lontana dalla capitale. Non ci furono battibecchi politici, caso più unico che raro. La ricostruzione ripartì dai costruttori locali in un regime di prezzi controllati per evitare speculazioni. Bisognava fare in fretta ricostruendo quando possibile come era prima per non perdere la propria identità, la gente non voleva andarsene dalla Carnia per paura di non poterci tornare (qualcuno aveva ipotizzato di creare delle città al posto dei paeselli diffusi), servirono le rassicurazioni degli alpini per poter sfollare i sopravvissuti. Si ricostruirono prima le fabbriche per evitare lo spopolamento, poi le attività commerciali e le case, e comunque i lavori di fatto si conclusero in 10 anni. Qualche anno in più per opere mastodontiche come il duomo di Venzone ricostruito pietra su pietra (me lo ricordo incompleto), una specie di gigantesco puzzle 3D e con anche il centro storico ricostruito esattamente come prima per volontà popolare. Come anche negli eventi più recenti la solidarietà non è mancata, sicuramente ci fu confusione con anche delle note simpatiche come l'invasione dell'esercito austriaco e la stretta collaborazione con la vicina Jugoslavia (colpita marginalmente nella zona dell'Isonzo (Caporetto, Tolmino, Plezzo..)) in barba alla cortina di ferro.

Io non so quanto il modello friulano si possa considerare un modello. Sicuramente dopo 40 anni il tutto è stato un po' romanzato e mitizzato e molte circostanze probabilmente non sono ripetibili però sono abbastanza convinto che il volere della popolazione possa ancora contare, almeno in questi casi, per cui auguro a tutte le persone coinvolte nel recente sisma di riuscire a far sentire la propria voce per poter tornare alla normalità con tempistiche decenti.

Non so se è romanzato, ma per quel che vale mio padre (carnico) racconta la ricostruzione esattamente nella stessa maniera.

La parte in grassetto è per evidenziare quello che avevo detto qualche commento fa sulla fretta.

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22 hours ago, 330tr said:

Ciao, detto  tutto.

Ma siamo sicuri che inscatolare con qualche tirante delle pietre che magari stanno su per gravità sia sufficiente? Si dice "rendere antisismico..".

Se la costruzione non ha la struttura in legno/acciaio, non sarà MAI antisismica. 

Quanti di voi sono sicuri che la vostra casa sarebbe uscita indenne da un evento simile?

L'Italia andrebbe interamente ricostruita evitando pietre, mattoni, e pure calcestruzzo. Utopia allo stato puro. La verità è che siamo in balia dei capricci delle faglie.

Comunque ormai è accertato l'abbassamento di 20cm e lo spostamento verso Est di 16cm. Mi domando quale sistema antisismico sia in grado di resistere a spostamenti del genere...

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In Giappone sono capaci di costruire edifici che resistono quasi al nono grado, come s'è  visto..il sesto non lo sentono neanche, ne hanno uno giorno. 

Questione di tradizioni costruttive.  Qui in Europa siamo nipoti dei costruttori del Colosseo e figli dei costruttori di castelli e cattedrali; adoriamo la pietra e surrogati apparentemente eterni: mattoni, cls. in Giappone il riferimento é il tempio ligneo, flessibile ma caduco. Il restauro nipponico equivale alla ricostruzione seguendo tecniche antiche.  Qui il restauro é il mantenimento dell'esistente con tecniche innovative. Il giapponese tipo vive in casette basse in legno.  Tutte le nuove costruzioni sono REALMENTE antisismiche.  Ai bambini viene insegnato come difendersi dai terremoti. Sono semplicemente più attrezzati ad affrontarli. 

Ultima cosa: sarà cinico, ma per molti la ricostruzione é un affare. E forse non lo é da oggi,  ma dall'antichità. Quando si costruiva,  quanto si pensava ai terremoti probabilissimi alle nostre latitudini? Perché da sempre ci si mobilita DOPO piuttosto di avere una cultura di base come in Giappone? Non è che c'è una strisciante, deliberata sciatteria culturale? Attenzione: è la stessa sciatteria che può  essere adombrata nei sistemi costruttivi statunitensi: casette in compensato in zone a forte rischio tornado. È un metodo intelligente di costruire? 

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