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S. Bellof

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  1. S. Bellof

    Tony Brise

    Il 29 novembre 1975 è una data tristemente celebre per il motorsport: il PA23-250, proveniente da Marsiglia e pilotato da Graham Hill (uno che di presentazioni non ne ha proprio bisogno) si schianta tentando l'atterraggio nella fitta nebbia che avvolge il campo da gold di Arkley. Nella tragedia, ovviamente a risaltare è proprio il nome del due volte campione del mondo (nonchè vincitore a le Mans e a Indianapolis), mentre la sorte degli altri cinque passeggeri passa un po' in secondo piano. La targa commemorativa che si trova in quel luogo ricorda l'evento, limitandosi a nominare Graham e i suoi "cinque colleghi" del team Embassy-Hill. I cinque colleghi sono il progettista Andy Smallman, tre meccanici (Ray Brimble, Tony Alcock e Terry Richard) e il ventitreenne Anthony William Brise. Se il pubblico era sconvolto per Hill, pochi si accorsero che il motorsport aveva perso uno dei talenti più fulgidi degli anni '70 (e non solo). Una carriera iniziata con una tragedia (quella del GP di Spagna 1975 e della vettura di Stommelen che uccide quattro persone tra il pubblico) e finita altrettanto tragicamente. Tony Brise comincia ad essere noto a chi bazzica l'ambiente nel 1973: il ventunenne inglese, originario di Dartford, nel Kent, alla guida di una GRD di Mike Warner, conquista due dei tre titoli della Formula 3 inglese che in quell'anno si correvano: il John Player Special Championship e, seppur a pari punti con Richard Robarts, il Lombard Championship, vantando un secondo posto nella gara monegasca, la più prestigiosa dell'anno (l'unificazione di tali campionati avverrà solo nel 1979, e l'impresa di vincerne più di uno era già riuscita a Dave Walker e Roger Williamson, e riuscirà a Brian Henton l'anno successivo). Figlio d'arte (John Brise aveva disputato alcune gare nella Formula 3 inglese), Tony aveva cominciato a correre nei kart dall'età di otto anni, diventando campione britannico nel 1968 e riconfermandosi nei due anni successivi, nell'attesa che qualcuno lo notasse per fare il salto di categoria. Verso la fine del 1970, gli viene offerto un posto in Formula Ford, con una vetusta Elden. La stagione 1971, la prima completa, lo vede ai nastri di partenza con una vettura più competitiva, la Merlyn. Dimostra subito di avere talento, chiudendo secondo la stagione, alle spalle di Bernard Vermilio. Successi che non sono sufficienti per trovare un posto in Formula 2 per il 1974. L'unica scelta possibile, a questo punto, è sostituire il motore alla propria Formula 3 e iscriversi alla Formula Atlantic inglese: anche qui, la classe non tarda a manifestarsi, e Brise vince all'esordio, attirando l'attenzione di Teddy Savory e del team Modus. Anche qui i mezzi tecnici non sono all'altezza, ma ciò non impedisce al ventiduenne Brise di vincere altre gare. Sempre aspettando che il telefono finalmente squillasse, e di sentire dall'altra parte del cavo una voce che gli comunicasse un ingaggio in F1, Brise torna ai nastri di partenza della Formula Atlantic anche per la stagione seguente: sei vittorie consecutive bastano (finalmente) per un ingaggio nel neonato team di Frank Williams. L'occasione gli viene gentilmente offerta da Jacques Laffite, impegnato al Nurburgring in una gara di F2. Categoria nuova e pista nuova (quella del Montjuic): non il miglior modo per esordire in F1, ma Brise non se ne accorge e stampa il diciottesimo tempo in qualifica, a un solo decimo da un mostro sacro come Jacky Ickx. Pochi si accorgono della brillante performance del giovane inglese, mentre l'attenzione è ben desta sullo sciopero dei piloti che avanzano sempre più dubbi sulla sicurezza del tracciato cittadino, sulle colline con vista Barcellona. Merzario decide di non correre, il che vuol dire che al via c'è una sola Williams: tra vari incidenti (tra i quali il già citato di Stommelen), Brise si ritrova in sesta posizione, prima di un contatto con Tom Pryce, che lo costringe a una lunga sosta ai box e a un settimo posto finale, davanti al solo Watson e dietro a Lella Lombardi, che conquista quel mezzo punto ancora oggi storico. Proprio l'infortunio di Stommelen (e un esordio di tutto rispetto) gli permettono di continuare la sua carriera nella massima formula. Graham Hill, costretto a cercare un pilota per rimpiazzare il tedesco, lo ingaggia per il resto della stagione, dal GP del Belgio. Ma la mancata qualificazione a Montecarlo fa capire a Graham che è arrivato il momento di appendere il casco al chiodo e di concludere la sua grande carriera in F1, e vuole che a sostituirlo sia proprio Brise, che da quel momento diventa il suo pupillo. Ad affiancarlo per la gara belga sarà il francese Migault. La qualifica parla da solo: settima posizione, a meno di otto decimi dalla pole e 3"35 più veloce di Migault. Il motore che lo lascia a piedi, al diciassettesimo giro, non impedisce a Brise di destare sempre più interesse tra gli addetti ai lavori. Un confronto altrettanto umiliante per il suo nuovo compagno di team, Vern Schuppan (pilota che vincerà a Le Mans), che nelle qualifiche del GP di Svezia (con un Brise diciassettesimo), si ritrova staccato di tre secondi e mezzo dall'astro nascente inglese. Ed ecco arrivare, alla domenica, il suo primo (e unico) punto iridato, al terzo GP della carriera, frutto di una pregevole sesta posizione, ottenuta nonostante dei problemi alla frizione. Due settimi posti nelle due gare successive a Zandvoort e a Le Castellet, dopo due altre sorprendenti qualifiche...ancor più se consideriamo che il suo nuovo compagno di squadra è un certo Alan Jones! Settimo in qualifica in Olanda (1"07 più veloce di Jones, diciassettesimo), e con una splendida gara sotto la pioggia, dodicesimo in Francia (stavolta il distacco è di 1"81). A Silverstone, nel giorno della prima e unica pole position di Tom Pryce, Brise non va oltre il tredicesimo tempo, continuando tuttavia la sua striscia positiva nei confronti dei compagni di squadra e relegando Jones a quasi otto decimi di distacco, ma terminando la gara con due giri di anticipo rispetto ai 55 giri disputati, prima che la pioggia costringa i commissari a interrompere la gara: alla Stowe cominciavano ad accumularsi troppe monoposto incidentate. Si giunge quindi finalmente in Germania, per l'atteso appuntamento del Nurburgring, notoriamente circuito di eroi e piloti che riescono con il piede destro dove i mezzi tecnici non arrivano. Le qualifiche sono caratterizzate dalla pole di Niki Lauda, l'unico a scendere sotto i sette minuti sui 22 km del circuito tedesco; Brise si "limita" a regolare Jones con quasi 8 secondi di vantaggio, ma senza andare oltre la diciassettesima piazza. Ma la gara si conclude al nono giro per incidente, mentre Jones artiglia due preziosissimi punti per la scuderia di Hill. Stommelen ritorna per il Gran Premio d'Austria, terzultima prova del campionato 1975: e scopre anche lui quanto Brise sia veloce in qualifica, prendendosi quasi due secondi sul velocissima tracciato dell'Osterreichring. Un'altra gara bagnata, resa celebre dalla vittoria di Brambilla con testacoda davanti alla bandiera rossa, ma che ancora non da soddisfazioni al team Embassy Hill. Le qualifiche del GP d'Italia sono promettenti, con un Brise che scatta dalla terza fila (sesto tempo). Per inciso, anche stavolta Stommelen subisce tre secondi di distacco. La partenza non è perfetta: Brise si ritrova ottavo, ma la gara finisce ben presto, quando Scheckter, tornando in pista dopo un'escursione, lo colpisce e mette KO la sospensione della GH1. Con la cancellazione del GP in Canada, Brise ne approfitta per cimentarsi nella F5000, nel Gran premio di Long Beach, al volante della Lola di Dan Gurney: una gara che ricorderà bene Mario Andretti, che subì un sorpasso proprio da Brise alla fine dello Shoreline Drive, e che stupì il futuro campione del mondo 1978 tanto da arrivare a dire che quel Brise era qualcosa di speciale. Eppure i risultati non arrivano neanche in F5000: in testa alla gara, l'inglese è costretto al ritiro. Una stagione simile gli vale la riconferma per il 1976, riconferma ufficializzata prima dell'ultimo GP della stagione, quello degli Stati Uniti a Watkins Glen. Un'altra manciata di giri, per l'unica vettura del team di Graham in pista sul circuito americano: la stagione (e la carriera) di Brise finiscono al quinto giro, a causa di un incidente con Brian Henton. Poco meno di due mesi dopo, il suo talento cristallino si spegneva in un incidente aereo, che si portava via Graham Hill e Tony Brise: il passato e il futuro dell'automobilismo britannico. Entrambi velocissimi, entrambi accomunati dallo stesso tragico destino. Con la sostanziale differenza che Hill può vantare due titoli e 14 GP, e un vivido ricordo tra appassionati e non; Brise, dal basso del suo unico punticino, rimane uno dei grandi talenti dimenticati dai più, sepolto dalla statistica crudele e, come spesso accade, ingenerosa nei confronti di chi non ha avuto il tempo di scolpire il proprio nome tra i grandi di questo sport.
  2. Anch'io, dev'essere più comune di quanto credessi. Per il resto, il 90% delle volte sogno la stessa cosa: che torno con la mia ex.
  3. Che c'è da aggiungere a questo splendido aneddoto? Tra l'altro in gara non fu da meno, rimontò dalla decima posizione (causa foratura) alla terza.
  4. Ormai i lombardi hanno preso il largo
  5. Film dell'anno. Anche solo alcune scene valgono il prezzo del biglietto (si fa per dire, difficilmente verrà proiettato in Italia e, in tal caso, a beneficiarne ben pochi cinema): la scena iniziale, col regista del film che si sveglia e, accortosi che il muro è fatto di cartone, trova un'apertura che lo conduce alla sala di un cinema i cui spettatori sono grottescamente immobili, come degli zombie, è sicuramente una delle migliori. L'interpretazione di Denis Lavant, perfettamente calato nel ruolo di attore che cambia ruolo di continuo, passando da mendicante a padre morente, è da Oscar (sarà un caso che Oscar sia anche il suo nome?).
  6. http://www.youtube.com/watch?v=u4-tXGOwZ3U
  7. Faccio ancora fatica a credere che il Chelsea sia la squadra campione in carica.
  8. Che ne pensate di Revolver? A me, a parte Eleanor Rigby, Here, There and Everywhere e Tomorrow Never Knows (quest'ultimo davvero innovativo, il più interessante dell'album, non ha mai detto molto.
  9. Ecco, anchi qui cominciano con lo "spettacolo" e le conseguenti idee stupide. àˆ stato bello finchè è durato.
  10. Grazie Egregio A proposito, Danny ha confermato di valerne 100 di Hulk (mai avuto dubbi al riguardo).
  11. Almeno sono stati coerenti: una munnezza dal primo all'ultimo minuto di questa Champions. In EL saranno ancora dolori.
  12. Devo ammettere che non oso immaginare cosa sarebbe successo in Brasile, se al posto di Schumacher e Raikkonen ci fosse stato il Grosjean di turno Gran sorpasso davvero. Il mio voto però va al sorpasso di Massa a Singapore, forse il migliore degli ultimi dieci anni (quello di Webber su Alonso all'Eau Rouge lo scorso anno fu, per quanto molto diverso, altrettanto bello, così come quello di Raikkonen su Coulthard al Fuji nel 2007).
  13. http://www.youtube.com/watch?v=4O2wY1t4GGY
  14. Semplicemente, tutti i piloti morti in gara. Loro hanno contribuito ad alimentare il mito delle corse automobilistiche. Loro hanno pervaso di romanticismo la più nobile categoria sportiva che conosca, anche involontariamente (chi correva solo per denaro e non per passione). Loro hanno elevato una semplice competizione agonistica a gesto epicamente eroico, sconfitti dal pericolo ma vincenti nella memoria di chi ha a cuore il motorsport. Tra tutti: Rosemeyer, Bellof, Peterson, De Angelis e Toivonen. Tra i piloti attuali (considerando Schumacher ormai pilota del passato), sicuramente Lewis Hamilton, per i suoi capolavori sotto l'acqua, per la sua combattività e tenacia, degni del miglior Mansell, e perchè dal punto di vista velocistico PER ME non ha rivali. Di gare che mi hanno fatto "innamorare" di lui ce ne sarebbero tante (a cominciare dalla GP2 e da quella rimonta pazzesca in Turchia), ma Silverstone 2008 per me è l'apice...una guida semplicemente perfetta (a parte una leggera sbavatura) sotto il diluvio e un vantaggio imbarazzante su tutti gli altri.
  15. Grandissimo film, il più bello che abbia visto quest'anno. Peccato che il regista sia finito a fare quella porcheria di The Tourist.
  16. La gara di salto in alto la vinse Hill...a giudicare dalle due foto.
  17. http://www.youtube.com/watch?v=GlsAjke94Xc
  18. Per una volta, sono d'accordissimo con Lotus. I giochi di squadra sono permessi ed è giusto che sia così: ma devono rimanere nei confini della squadra, il che non succede con Red Bull e Toro Rosso. Vedere Vergne che si lancia fuori pista è un qualcosa di ridicolo che spero di non dover "ammirare" più. Tra l'altro la Toro Rosso, a differenza della Minardi, non è neanche più una scuderia per far crescere giovani talenti, dato che anche lì la valigia conta più del piede destro.
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