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Albi mi ha anticipato... L'ultimo o uno degli ultimi piloti 'vecchio stampo'.

 

Però bisognorebbe anche ricordare che è un miracolato. E non penso ad Imola 89, ma all'incidente stradale dell'inverno 84/85 in cui si fratturò la colonna verterbrale in zona cervicale (mi pare - comunque piuttosto in alto). Nel suo caso, la sliding door fortunata fu l'arrivo di due specialisti di quel tipo di trauma, che permisero un immediato e corretto trattamento del Gerardone. E lui, poi, tornò in macchina (Arrows, come compagno di Boutsen) pur avendo ancora forti dolori al collo...

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A sentire lui, nulla per essere al livello di Mansell. Nell'intervista che ho linkato dice chiaramente che era al livello dell'inglese prima di quell'incidente (e io gli credo, mi sembra ben lungi dal tirarsela il buon Gerhard). Su Senna dice semplicemente che prima di trovarselo nella stessa squadra pensava tranquillamente di poterlo battere o di essere alla pari, ma rimase di sasso nello scoprire un pilota di un'altra categoria, che lui praticamente non pensava neppure potesse esserci. Implicito: Senna di un altro pianeta rispetto a Mansell, cosa che disse papale papale anche Prost e proprio in quegli anni e che mi pare ovvia.

 

Un'altra volta, sempre su Ayrton, Berger disse che qualche cosa poteva anche riuscire a farla meglio di lui, ma che quando di trattava di mettere tutto insieme il brasiliano era semplicemente inarrivabile. 

 

Su Berger consideriamo che Senna lo volle perché desiderava avere comunque uno veloce in squadra e da quel che ho capito l'austriaco passava comunque per uno che andava.

 

Teniamo presente l'importanza enorme delle situazioni. A parte Senna e Prost che stanno in una categoria a parte, secondo me Berger, Alesi, Mansell, Boutsen e compagnia erano tutti piloti validi su per giù allo stesso livello pur con caratteristiche diverse e che in situazioni ideali avrebbero vinto anche molto (ma tali situazioni si verificarono solo per l'inglese). Personalmente non ho mai considerato Mansell un fuoriclasse, così come sono dell'idea che ciascuno di quelli che ho nominato se "in giornata" (tipica espressione che si usa per Mansell) avrebbe potuto far vedere i sorci verdi ai due "maestri" (proprio Nigel li chiamava così). Parliamo comunque di grandissimi piloti, tutti potenzialmente anche pluricampioni se incasellati nelle giuste circostanze secondo me.

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una domanda, ma al primo Berger o meglio quello per Imola 1989, cosa mancava per essere al livello dei migliori ? perché secondo me non era tanto inferiore ai quattro grandi Senna, Prost, Mansell, Piquet...

 

Direi costanza . Era un pilota fortissimo sul giro secco (nell'89 riuscì anche a prevalere di poco su Mansell), ma spesso incline a  vuoti e errori banali.

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una domanda, ma al primo Berger o meglio quello per Imola 1989, cosa mancava per essere al livello dei migliori ? perché secondo me non era tanto inferiore ai quattro grandi Senna, Prost, Mansell, Piquet...

Mi piacerebbe avere il commento di chi ha vissuto quegli anni nel paddock... Da fuori è difficile giudiare e, comunque, non sarei così certo che il 23 aprile 89 sia lo spartiacque nella sua carriera. Quando prima l'ho battezzato ultimo dei piloti vecchio stampo, ecco, qui ci sono i pro e contro della definizione. Pro in termini di personaggio, di saper vivere positivamente la F1 (ricordate quando buttò dall'elicottero la 24 ore di Senna? Al di là  degli scherzi, Senna gli fu sempre riconoscente per avergli 'insegnato' qualcosa su come approcciare certi aspetti della vita, no?). Contro, nel senso che forse Berger non ha saputo sviluppare tutte le qualità  che permettono di fare la differenza tra un ottimo pilota ed un campione. Era un grande collaudatore? Non credo proprio. Era veloce? Sì, tanto, ma non sempre. Era un martello in gara? No, anche se ha fatto senz'altro diverse ottime prestazioni, ma qualcosa mancava (concentrazione? scarsa visione di gara e/o di gestione della macchina?). In più, mi ha sempre dato la sensazione di non aver mai imparato dai suoi errori. 

Chi sa, parli e mi corregga (è sempre interessante imparare qualcosa...).

 

PS Adesso ci sarebbe da parlare del Berger politico-uomo fia...

Modificato da Quinta Piena
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si fu un 7-7 e cmq Mansell seppur amatissimo, non era considerato un fenomeno dai rivali come Berger pure Patrese era convinto di poterlo battere mentre su Schumacher disse che non lo avrebbe nemmeno avvicinato pure nei suoi anni migliori, alla fine quello che parlava meglio di Mansell era proprio Senna che ne aveva una certa deferenza.

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A sentire lui, nulla per essere al livello di Mansell. Nell'intervista che ho linkato dice chiaramente che era al livello dell'inglese prima di quell'incidente (e io gli credo, mi sembra ben lungi dal tirarsela il buon Gerhard). Su Senna dice semplicemente che prima di trovarselo nella stessa squadra pensava tranquillamente di poterlo battere o di essere alla pari, ma rimase di sasso nello scoprire un pilota di un'altra categoria, che lui praticamente non pensava neppure potesse esserci. Implicito: Senna di un altro pianeta rispetto a Mansell, cosa che disse papale papale anche Prost e proprio in quegli anni e che mi pare ovvia.

 

Un'altra volta, sempre su Ayrton, Berger disse che qualche cosa poteva anche riuscire a farla meglio di lui, ma che quando di trattava di mettere tutto insieme il brasiliano era semplicemente inarrivabile. 

 

Su Berger consideriamo che Senna lo volle perché desiderava avere comunque uno veloce in squadra e da quel che ho capito l'austriaco passava comunque per uno che andava.

 

Teniamo presente l'importanza enorme delle situazioni. A parte Senna e Prost che stanno in una categoria a parte, secondo me Berger, Alesi, Mansell, Boutsen e compagnia erano tutti piloti validi su per giù allo stesso livello pur con caratteristiche diverse e che in situazioni ideali avrebbero vinto anche molto (ma tali situazioni si verificarono solo per l'inglese). Personalmente non ho mai considerato Mansell un fuoriclasse, così come sono dell'idea che ciascuno di quelli che ho nominato se "in giornata" (tipica espressione che si usa per Mansell) avrebbe potuto far vedere i sorci verdi ai due "maestri" (proprio Nigel li chiamava così). Parliamo comunque di grandissimi piloti, tutti potenzialmente anche pluricampioni se incasellati nelle giuste circostanze secondo me.

ci metto pure Patrese in quel gruppo che ricordiamo nel 1991 battè Mansell in qualifica per 9-7 e solo la sfortuna gli impedì gli stessi risultati dell'inglese

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Però bisognorebbe anche ricordare che è un miracolato. E non penso ad Imola 89, ma all'incidente stradale dell'inverno 84/85 in cui si fratturò la colonna verterbrale in zona cervicale (mi pare - comunque piuttosto in alto). Nel suo caso, la sliding door fortunata fu l'arrivo di due specialisti di quel tipo di trauma, che permisero un immediato e corretto trattamento del Gerardone. E lui, poi, tornò in macchina (Arrows, come compagno di Boutsen) pur avendo ancora forti dolori al collo...

 

Novembre 84.

 

“Era domenica, ma ero stato in ufficio e lì avevo ricevuto una telefonata di Pino Trivella­to che mi aveva chiesto di sostenere una serie di test a Misano per lui. Stavo recandomi a casa, distante appena tre chilometri dall’ufficio della mia compagnia di trasporti e proprio per la brevità  del tragitto non avevo allacciato le cin­ture di sicurezza sulla mia BMW. Viaggiavo ad andatura sostenuta, quando una vettura guidata da un ubriaco, non rispettando uno stop, colpì in pieno il retrotreno della mia auto. Partii in testacoda ma non riuscii a fermare la mia BMW che precipitò fuori strada in un dirupo, capottando. Mi ritrovai scaraventato fuori dall’auto e fui soccorso dopo pochi minuti, per mia fortuna, da due medici che transitava­no per quella stradina di montagna presso Innsbruck. La sorte volle che fossero specializ­zati nell’intervento a persone traumatizzate. Compresero subito che le mie condizioni erano gravi e si preoccuparono, quando arrivarono i barellieri dell’ambulanza, che nel trasporto al­l’ospedale fossi immobilizzato. Mi fu riscontra­ta la lesione della prima vertebra della spina dorsale, tanto che gli specialisti mi dissero che se la lesione fosse avvenuta di un solo millime­tro più su sarei rimasto paralizzato per tutta la vita. La prognosi fu stabilita in cinque mesi, ai quali si sarebbero aggiunti tre di rieducazione. Significava dire addio alla F1 che nell’84 mi aveva dato delle piccole soddisfazioni, e che in quel momento mi vedeva tra i protagoni­sti del mercato. Dissi ai medici che io volevo tornare nell’abitacolo di una macchina da cor­sa il più presto possibile ed essi mi sottoposero ad una difficile e rischiosa operazione, inseren­domi una piastra tra le ossa fratturate del collo. In tal modo me la sarei cavata in cinque setti­mane portando un collare speciale. Già  il gior­no dopo l’intervento però, aiutato da alcuni amici, volli scendere dal letto perché mi rendevo conto che il fatto di stare immobile anche con il resto del corpo certo non mi avrebbe giovato. Dopo una settimana volli tornare a casa e lasciai l’ospedale di Innsbruck aiutato dalla mia compagna Rosi”.

 

“Prima di salire sulla Arrows per i primi test feci delle sedute di allenamento a Misano su una Ralt. I dolori erano molto forti e aumentarono quando a Imola esordii nelle pri­me prove. Con le violente accelerate della F1 non riuscivo a fare più di due giri. Oggi posso dirlo, rientravo ai box e per non dire che stavo male inventavo delle banali scuse mecca­niche o inesistenti problemi di assetto in modo che i meccanici perdessero tempo e io potessi prendere un po’ di respiro. Strinsi comunque i denti e oggi quel periodo è solo un brutto ricordo della mia vita”.

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Anche Lauda fece la stessa cosa, non ricordo se a Fiorano dopo il rogo del Ring o se a Donington al rientro a fine '81.

 

Di sicuro fu a Donington '81 (lo dice in uno dei suoi libri, "Il mio mondiale turbo"), ma chissà : potrebbe essere avvenuta la stessa cosa anche nel '76.

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  • 4 months later...

Sempre da Imola qualche anno dopo, il Gerardo marpione che guarda nel monitor e appena fuori inquadratura appoggia la mano sulla coscia della bella Claudia

si accettano scommesse per il punto esatto ( :P ) secondo me data la dinamica e l'angolazione possibile dell'arto trattasi di interno coscia basso appena sopra al ginocchio

 

 

da 1:25

 

http://youtu.be/tBQOFA6TN5s

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  • 5 months later...

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