Vai al contenuto

Cerca nella Comunità

Showing results for tags 'ferrari'.

  • Search By Tags

    Tipi di tag separati da virgole.
  • Search By Author

Tipo di contenuto


Forum

  • P300.it FORUM
  • Motorsport
    • Formula 1
    • Formula 2
    • Formula 3
    • Indycar Series
    • Formula E
    • WEC
    • WRC | Altri Rally
    • NASCAR
    • Endurance | GT
    • MotoGP, Moto2, Moto3
    • Superbike
    • Altro Motorsport
  • Passione Motorsport
    • Discussioni generali
    • Piloti
    • Circuiti
    • Altre Discussioni

Find results in...

Find results that contain...


Data creata

  • Inizio

    End


Ultimo aggiornamento

  • Inizio

    End


Filter by number of...

Registrato

  • Inizio

    End


Gruppo


Luogo


Segue la F1 dal


Pilota


Pilota passato


Team


Circuito


Best Race

  1. Andrea Gardenal

    Charles Leclerc

    Charles Leclerc, nato a Montecarlo, Principato di Monaco, il 16 Ottobre 1997 Team: PREMA PowerTeam
  2. GUARDATE E GODETE. Sembra un film tratto pari pari dal libro-cult di Delli Carri "Gli indisciplinati".
  3. R18

    Antonio Giovinazzi

    23 anni compiuti lo scorso dicembre, Antonio Giovinazzi da Martina Franca è salito alla ribalta del motorsport mondiale quasi inaspettatamente. Fino all'anno scorso era un pilota poco conosciuto anche in Italia, questo perché non tutti sanno che il Giovi, qua da noi, ci ha corso pochino per quanto riguarda le serie propedeutiche. Passata la consueta gavetta nei kart, Giovinazzi infatti si trasferisce niente meno che in Cina, nel 2012, all'età di 19 anni. Corre e vince la Formula Pilota China, con 6 successi in 18 gare. In questo periodo, il suo compagno di squadra nel team filippino Eurasia Motorsport è Sean Gelael. Il padre di Gelael è proprietario della succursale indonesiana di KFC, nota catena di fast food a stelle e strisce. Questo ricco ma curioso sponsor accompagnerà Giovinazzi fino alla GP2. Nel settembre 2012, Giovinazzi partecipa come ospite all'ultima gara di Formula Abarth a Monza, vincendo due gare su tre. A seguito di questa strana gavetta, Giovinazzi torna in Europa per partecipare al campionato continentale del 2013. Il team è la Double R di Kimi Räikkönen e Steve Robertson. Poco si può fare, tuttavia, di fronte agli squadroni Prema, Mücke e Carlin. Giovinazzi parte decisamente in ombra ma cresce nel finale di stagione, conquistando un sesto e un settimo posto nell'ultimo weekend a Hockenheim. Chiude il campionato 17esimo, con 31 punti. Meglio va nel campionato britannico, tuttavia ormai derelitto. Vince due gare ma il titolo va a Jordan King, più giovane ma paradossalmente più esperto. Per il 2014, lo sponsor indonesiano decide di aumentare il proprio impegno acquistando ben tre vetture del team Carlin per Giovinazzi, Gelael e il figlio del campione di rally Stig Blomqvist, Tom. In un team più preparato, Giovinazzi riesce maggiormente a mettersi in mostra, ottenendo il suo primo successo al Red Bull-Ring e ripetendosi poco dopo al Nürburgring. Il campionato 2014 è quello della sfida Ocon-Verstappen, con Blomqvist altro ottimo protagonista. Con due vittorie e sette podi complessivi, Giovinazzi è sesto in classifica. Nel 2015, Giovinazzi ha l'esperienza giusta per dare l'assalto al titolo. L'inizio di stagione è ottimo, con nove podi nelle prime nove gare, ma la rimonta di Felix Rosenqvist sarà incontenibile e Antonio, pur vincendo sei gare e salendo sul podio in 20 occasioni su 33 è "solo" vice-campione europeo. Si aggiudica comunque il prestigioso Masters di Zandvoort ed è quarto nel Gran Premio di Macao. Il forte legame tra Carlin e Volkswagen permette a Giovinazzi di entrare anche nelle grazie del marchio Audi, come pilota di riserva del DTM (che corre negli stessi weekend della Formula 3). L'occasione per debuttare nel turismo tedesco si presenta dopo il pasticcio di Ingolstadt al Red Bull-Ring, quando Timo Scheider sbatte fuori le Mercedes di Wickens e Wehrlein all'ultimo giro di gara-2. Per Scheider arriva l'esclusione dal weekend di Mosca, dunque Audi chiama proprio Giovinazzi al suo posto. Il debutto con una macchina totalmente sconosciuta è difficile e Giovinazzi rimane in fondo al gruppo per praticamente tutto il fine settimana, ma riesce ugualmente a dimostrare che con più esperienza potrebbe essere della partita anche qui. A gennaio 2016, Giovinazzi torna in Asia per prendere parte alle 3h di Buriram e Sepang, in coppia con Sean Gelael alla guida di un'Oreca LMP2. Il duo vince agilmente entrambe le gare. Per quanto riguarda la "regular season", Giovinazzi passa in GP2 con il team Prema. Il debutto a Barcellona non è esaltante, con uno strike ai danni di Raffaele Marciello a gara di fatto conclusa, vista la grande confusione provocata dalla Direzione Gara che espone la bandiera a scacchi con un giro di ritardo. Giovinazzi sale definitivamente alla ribalta mondiale con la doppietta nel weekend di Baku, con la vittoria dalla pole in gara-1 e un'incredibile rimonta dal fondo in gara-2, culminata nel sorpasso sul compagno di squadra Gasly nelle ultimissime battute. Dopo un inizio di stagione incerto, con tanti piloti a scambiarsi le posizioni in classifica generale, il campionato si incanala verso un duello Prema tra Giovinazzi e Gasly. Il francese fa da lepre, l'italiano insegue. L'avvicinamento definitivo si ha tra Spa e Monza, dove Giovinazzi conquista un'incredibile vittoria in gara-1 grazie a una svista clamorosa della Direzione Gara, che manda in pista una Safety Car davanti a Gasly (in quel momento quarto) permettendo ai tre battistrada (Marciello, Malja e Giovinazzi appunto) di effettuare la sosta obbligatoria senza perdita di posizioni. Il sorpasso definitivo arriva a Sepang, quando Giovinazzi domina e Gasly butta alle ortiche la pole del venerdì. Si presenta ad Abu Dhabi con sette punti di vantaggio sul compagno di squadra, che tuttavia domina il weekend in lungo e in largo rovesciando la situazione. Giovinazzi vince cinque gare e sale otto volte sul podio, ma perde il titolo per soli otto punti. Nel finale di 2016 torna a correre anche sui prototipi disputando le 6h del Fuji e di Shanghai su una Ligier LMP2. Con il quarto posto in Giappone e il secondo in Cina, dovuti più che altro alla pochezza del compagno di equipaggio Gelael, Giovinazzi conferma anche di essere un pilota alquanto polivalente. Arriva quindi la chiamata da Ferrari, che lo inserisce in squadra come terzo pilota. Partecipa ai test di Barcellona sulla Sauber, al posto dell'infortunato Wehrlein, e successivamente anche al Gran Premio d'Australia, dove è ottimamente dodicesimo. Nella speranza che la gara di oggi non rimanga un caso isolato, e credo che non lo rimarrà, possiamo dire che finalmente con Giovinazzi abbiamo un pilota italiano in grado di rimanere stabilmente in Formula 1 con ottimi risultati. Speriamo che Ferrari lo valorizzi a dovere in futuro.
  4. Molti sapranno che il Campionato Mondiale per le biposto a ruote coperte, che oggi viene chiamato Endurance, ha cambiato denominazione diverse volte durante la sua prima "vita", dal 1953 al 1992. C'è una piccola curiosità che riguarda le tante vittorie ottenute dalla Ferrari in questo Campionato, che in alcuni periodi era seguito come e più dei Gran Premi. In molte statistiche si dice che la Rossa ha vinto 12 titoli, in altre invece si contano 13 mondiali. Il discrimine sta nelle stupidissime regole imposte dalla Federazione Internazionale, a partire dai primi anni '60. Nel 1965 fu deciso che il Titolo assoluto sarebbe stato assegnato al Costruttore col maggior punteggio della Divisione 3 (motori oltre 2000 cc) della categoria Gran Turismo (GT) e in quel caso la Shelby American battè la Ferrari con 90 punti a 71,3 (non domandatemi il perché dei numeri decimali). Tuttavia in quel 1965 la Federazione istituì una classifica a parte chiamata "Trofeo Prototipi", e lì la Ferrari fu prima con 58,5 punti, davanti alla Porsche con 30 punti. Ecco, talvolta alcune statistiche assumono il "Trofeo Prototipi" '65 come un titolo da assommare agli altri, ma come visto il titolo assoluto quell'anno veniva assegnato alle più piccole GT. Bene, in questo caso si spiegherebbe la discrasia tra 12 o 13 titoli mondiali della Ferrari. (continua)
  5. v6dino

    Ferrari SF70-H

    DATI GENERALI Scuderia: Scuderia Ferrari Anno di produzione: 2017 Motore: Ferrari tipo 062 V6 1600cc turbo, ibrido Elettronica: Microsoft McLaren Electronic System Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio a struttura nido d'ape Carburante e lubrificanti: Shell Pneumatici: Pirelli Luogo di Produzione: Maranello (ITA) Progettista: Mattia Binotto, Simone Resta, Enrico Cardile Impiegata nel: 2017 Piloti: Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen, Antonio Giovinazzi, Marc Gené, Davide Rigon STATISTICHE GP Disputati: 20 Vittorie: 5 Podi: 15 Pole Position: 5 Giri Più Veloci: 6 Miglior risultato: 2° posto nel Mondiale Costruttori 2017
  6. Articolo di Aldo Zana sulle partecipazioni di modelli e motori Ferrari alla Indy 500:
  7. sundance76

    Tony Brooks

    Oggi compie 85 anni Tony Brooks, uno dei piloti più forti ma anche più sottovalutati (parola di Stirling Moss). Ecco una bella intervista di Danilo Castellarin apparsa su "Auto d'Epoca" nell'aprile 2005.
  8. giovanesaggio

    Ferrari SF70-H (2017)

    Discussione per le Ferrari 2017. @alessandrosecchi il nome non è giusto ovviamente, ma credo che fai poi prima a cambiare il titolo che a spostare tutti i i messaggi sparsi per il forum:P
  9. sundance76

    I Fratelli Marzotto

    Li chiamavano i "Conti correnti": correvano in macchina, e avevano effettivamente il titolo nobiliare di Conti di Valdagno. La vicenda dei fratelli Marzotto, figli dell'industriale laniero conte Gaetano, è unica nella storia dell'automobilismo. Quattro fratelli – Vittorio, Umberto, Giannino e Paolo – tra la fine degli anni Quaranta e laprima metà degli anni Cinquanta gareggiarono alla guida delle prime Ferrari sport, ottenendo risultati di assoluto rilievo. Vittorio vinse il Giro di Sicilia del 1951 e il G.P. di Monaco del 1952. Giannino s'impose in due Mille Miglia, quella del 1950 (aveva appena 22 anni) e del 1953. In tutto vinse ben otto corse su sole diciotto disputate. Umberto si fece luce in parecchie gare stradali e in salita. Paolo, fra l'altro, fu tra i protagonisti di sei Mille Miglia, ottenendo, in quella del 1955, il record da Brescia a Verona a 198 di media. Nel solo 1952 vinse il Giro di Sicilia, il Giro di Calabria, la Coppa d'oro delle Dolomiti, il circuito di Senigallia e la 12 ore di Pescara, diventando campione d'Italia 1952 della categoria Sport. Alla Coppa delle Dolomiti del 1952, la prestazione dei quattro fratelli fu un record rimasto imbattuto: si classificarono primo, secondo, quinto e settimo assoluti, monopolizzando i primi quattro posti della categoria sport, classe oltre 1100. Sia a Giannino sia a Paolo, Enzo Ferrari riconobbe doti di veri campioni e diede loro la possibilità di correre ufficialmente per la propria squadra.
  10. leopnd

    Jody Scheckter

    Ha corso con la Ferrari F1 un solo anno ma è bastato a farlo diventare uno dei piloti di Maranello più famosi del mondo: per 21 anni, prima dell'avvento del ciclone Michael Schumacher, è stato l'ultimo pilota Ferrari ad aver conquistato un titolo mondiale di F1. Era il 1979 e Jody Scheckter con la 312T4 portò nel forziere di Maranello il doppio mondiale, piloti e costruttori, dopo un combattutissimo campionato con il compagno di squadra Gilles Villeneuve (i due vinsero tre gare ciascuno quell'anno). Nato a East London in Sudafrica nel 1950, Jody Scheckter iniziò a muovere i primi passi da pilota nel 1970, quando arrivò quinto alla 3 Ore di Bulaweyo con il Team Lawson - Mazda, conquistò una vittoria di classe nella 9 Ore di Goldfields e vinse il Campionato Formula Ford Sunshine. Nel 1971 passò poi al campionato inglese di Formula Ford 1600 e a quello inglese di F3, per poi approdare subito dopo, nel 1972, in F1 al volante di una McLaren, con la quale corre anche in F2. Con la scuderia inglesi partecipa anche alla stagione 1973 di F1 ma nel frattempo corre anche in Can-Am, in F2 e vince la F5000 US series. L'anno successivo c'è però il grande salto: Scheckter passa alla Tyrrell, vince due GP e si piazza terzo nel mondiale, exploit che poi ripete anche nel 1976. Poi passa alla Wolf, e disputa la sua migliore stagione: raccoglie 55 punti, vince tre GP (Argentina, Monaco, Canada) e si piazza secondo nel mondiale. La carriera di Scheckter è all'apice, ma l'anno successivo la Wolf non si dimostra abbastanza competitiva e alla fine il pilota sudafricano è solo settimo nel mondiale. Deluso, passa alla Ferrari e subito centra il suo obiettivo: si laurea campione del mondo. E' un trionfo. Un trionfo però che sembra svuotare il campione: dopo un'opaca stagione nel 1980, sempre con la Ferrari F1, Scheckter si ritira definitivamente dal mondo delle gare.
×
  • Crea nuovo...