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  1. [col][/col][col]Formula 1 Gran Premio d'Italia 2014 - Monza 910° Gran Premio Round 13/19 5-6-7 Settembre 2014[/col] [col]INFO Lunghezza del circuito: 5,793 km Giri da percorrere: 53 Distanza totale: 306,720 km Numero di curve: 11 Senso di marcia: orario Mescole Pirelli: media/dura Primo Gran Premio: 1921 Apertura farfalla: 70% della percorrenza RECORD Giro gara: 1:21.046 - R Barrichello - Ferrari - 2004 Distanza: 1h14:19.838 - M Schumacher - Ferrari - 2003 Vittorie pilota: 5 - M Schumacher Vittorie team: 18 - Ferrari Pole pilota: 5 J Fangio, A Senna Pole team: 19 - Ferrari Km in testa pilota: 1.368 - A Ascari Km in testa team: 7.271 - Ferrari Migliori giri pilota: 3 - J Clark, M Hakkinen, P Hill, K Raikkonen, C Regazzoni, A Senna Migliori giri team: 19 - Ferrari Podi pilota: 8 - M Schumacher Podi team: 64 - Ferrari[/col][col]Orari del Gran Premio d'Italia Venerdì 5 Settembre 10:00-11:30 Prove Libere 1 - Sky Sport F1/Rai Sport 2 14:00-15:30 Prove Libere 2 - Sky Sport F1/Rai Sport 2 Sabato 6 Settembre 11:00-12:00 Prove Libere 3 - Sky Sport F1/Rai Sport 2 14:00-15:00 Qualifiche - Sky Sport F1/Rai Due Domenica 7 Settembre 14:00 Gara - Sky Sport F1/Rai Uno[/col] Presentazione GP d'Italia: http://www.passionea300allora.it/2014/09/03/gran-premio-ditalia-2014-anteprima/ Storia del GP d'Italia: http://www.passionea300allora.it/wiki300/index.php?title=Storia_del_Gran_Premio_d_Italia Descrizione del circuito di Monza: http://www.passionea300allora.it/wiki300/index.php?title=Autodromo_Nazionale_di_Monza Passione a 300 all'ora
  2. leopnd

    Stefano Modena

    Stefano Modena e uno dei tanti talenti italiani che hanno corso in F1 a cavallo tra gli anni '80 e '90. Nelle categorie minori era un fenomeno mentre nel Circus si e limitato a qualche buon piazzamento. Stefano Modena nasce il 13 maggio 1963 a Modena ma trascorre l'infanzia in provincia, piu precisamente a San Prospero. Spinto dal padre a correre sui kart, inizia immediatamente a farsi notare diventando campione del mondo juniores a soli 15 anni, campione italiano 100 Avenir nel 1981 e campione europeo 100 Super due anni piu tardi. Nel 1985 si impegna seriamente in Formula 3 e l'anno seguente conquista la European Cup a Imola. Nel 1987 debutta in Formula 3000 e diventa subito campione intercontinentale davanti allo spagnolo Luis Pérez-Sala e al brasiliano Roberto Moreno. Grazie al successo in Formula 3000 per Stefano Modena si aprono immediatamente le porte della F1: nel 1987 partecipa al GP d'Australia al volante di una Brabham, termina al 15° posto le qualifiche dietro al compagno Andrea De Cesaris ed e costretto al ritiro al 31° giro. La prima stagione completa nel Mondiale al volante della Eurobrun puo dirsi soddisfacente: ottiene come miglior piazzamento un 11° posto in Ungheria ma soprattutto dimostra di essere decisamente piu veloce del compagno argentino Oscar Larrauri. Nel 1989 la Brabham torna nel Circus e decide di ingaggiare Stefano Modena per tutto l'anno: il driver emiliano non delude le attese, conquista risultati migliori del coéquipier Martin Brundle e ottiene a Monte Carlo (terzo) l'ultimo podio della storica scuderia britannica. Il 1990 non e una grande stagione per la Brabham ma nonostante questo Stefano continua a farsi notare riuscendo a portare a casa un brillante quinto posto negli USA e a fare meglio dei colleghi David Brabham e Gregor Foitek. L'anno migliore per Stefano Modena e senza dubbio il 1991, quando si trasferisce alla Tyrrell. Finisce all'8° posto in classifica generale, si sbarazza del compagno di scuderia Satoru Nakajima e realizza un paio di imprese epiche: parte dalla prima fila a Monte Carlo e nel GP seguente, in Canada, chiude al secondo posto dietro a Nelson Piquet. Il trasferimento all'ambiziosa scuderia Jordan sembra essere un passo avanti per Stefano Modena ma quella stagione si rivelera invece l'ultima per il driver modenese. Per il quinto anno consecutivo realizza tempi migliori del proprio coéquipier (in questo caso Mauricio Gugelmin) ma la monoposto non e brillante come quella del 1991 a causa del passaggio dai motori Ford Cosworth a quelli Yamaha. L'unico risultato rilevante arriva solo nell'ultimo GP, quando conclude al sesto posto in Australia. Dopo l'avventura in F1 Stefano Modena inizia a correre nei campionati turismo italiani e tedeschi. Da piu' di dieci anni il pilota emiliano lavora come collaudatore per la Bridgestone: il suo compito e quello di collaudare gli pneumatici stradali della Casa giapponese. https://www.youtube.com/watch?v=QHWJLX4EVtI
  3. Ayrton4ever

    Luca Filippi

    Apriamo questo spazio dedicato a Luca Filippi con questa notizia sul suo ritorno: http://www.gazzetta.it/Auto/12-06-2014/filippi-indycar-80908283895.shtml
  4. leopnd

    Teo Fabi

    Teodorico Fabi, detto Teo, è nato a Milano il 9 marzo 1955. In gioventù sviluppò la passione per le moto, che spesso si divertiva a guidare nel suo tempo libero. Nella prima metà degli anni settanta praticò lo sci alpino, fino a quando il fratello Corrado (anch'egli pilota automobilistico), non lo spinse al debutto nell'automobilismo. Inizia la carriera nel 1975 con i cart vincendo subito il campionato europeo. Nel 1977 corre in Formula Ford e vince anche il campionato europeo di questa categoria. L'anno dopo vince tre gare di F.3 con una March privata quindi va in Nuova Zelanda dove disputa, e si aggiudica, il campionato di Formula Pacific. Approda alla March e, nel 1980, arriva terzo nel campionato di F.2. Il posto in F.1 alla March, però, gli viene preso da Daly. Teo allora va a disputare il campionato Can-Am con la squadra di Paul Newman e vince 4 corse. Nel 1982 ha l'opportunità di entrare in F.1 con la Toleman. La vettura però non gli permette di ottenere risultati. Fabi allora va negli U.S.A. a correre il campionato CART. Fa la pole ad Indianapolis, vince 4 gare ed arriva secondo nella classifica finale ottenendo il titolo di miglior "Rookie" dell'anno. Nel 1984 Teo, ritorna in F.1 con la Brabham e tenta di partecipare ad entrambi i campionati. Anche la Brabham non è competitiva ma Fabi riesce ad arrivare sul podio a Detroit. Nel 1985, lasciato il campionato CART, si concentra sulla F.1 e ritorna alla Toleman. La monoposto non è più performante di quella che aveva lasciato anni prima e Teo ottiene solo una pole in Germania. Nel 1986 la Benetton rileva la Toleman e gli mette a disposizione una vettura con motore BMW. Teo ottiene punti in Spagna e due pole position, di cui una in Italia assieme al giro veloce. Nel 1987 Fabi arriva sul podio in Austria ed alla fine si classifica nono nel mondiale dietro al compagno di squadra Boutsen. Teo decide di abbandonare la F.1 e ritornare in America dove partecipa al progetto della Porsche di entrare nel campionato CART. Nel 1989 ottiene un podio a Milwaukee , una pole a Portland ed una pole con vittoria sul circuito del Mid-Ohio. Dopo un 1990 deludente, Teo lascia il campionato CART e va a correre nel campionato per vetture sport con la TWR Jaguar con la quale vince a Silverstone. Nel 1992 con la Toyota termina quarto a Le Mans. Ritorna in CART nel 1993 con la VDS-Hall ma partecipa ancora alla 24 ore di Le Mans con la Peugeot arrivando al secondo posto. Dopo un 1994 mediocre, nel 1995 Teo ritorna con la squadra Forsythe ottenendo un podio a Long Beach ed una pole a Milwaukee. Nel 1996 rimpiazza provvisoriamente Warwick alla PacWest prima di abbandonare le competizioni. Fabi corre ancora occasionalmente con vetture sport negli U.S.A., si occupa degli affari famigliari assieme al fratello Corrado, e segue il figlio Stefano che tenta di farsi strada nel mondo delle corse.
  5. leopnd

    Lella Lombardi

    Maria Grazia "Lella" Lombardi è stata una pilota automobilistica italiana. Era nata a Frugarolo (Alessandria) il 26 marzo 1941. Fu la seconda donna a guidare una monoposto di Formula 1, l'unica a giungere in zona punti nonché quella che disputò più Gran Premi (12 contro i 4 di Maria Teresa de Filippis, che l'aveva preceduta negli anni cinquanta). Quarta figlia di un macellaio e produttore di salumi, nacque in un piccolo centro piemontese di duemila abitanti. Di carattere grintoso e tenace, fin da bambina fu attratta dalla velocità . A nove anni prese in mano un volante per la prima volta, mentre a tredici guidava già un'auto. A diciotto anni, nel 1959, si guadagnava da vivere con lo stesso mestiere paterno, guidando un furgone lungo la Riviera Ligure nel trasporto della carne. Debuttò sui kart, mentre nel 1965 gareggiò per la prima volta nella serie della Formula Monza su un'auto da corsa acquistata a rate. Ebbe una lunga gavetta nelle formule minori: nel 1968 passò alla Formula 3 classificandosi al secondo posto. Nel 1970 vinse il titolo di campione italiano della Formula 850 aggiudicandosi, su una Biraghi quattro delle dieci gare previste; nella categoria vincerà anche due gare l'anno successivo. Nel 1971 nuovo titolo: quello inglese della Formula Ford Mexico. Nel 1974, al volante di una Lola T 330 Chevrolet si classificò, grazie ad una grande regolarità di risultati nei 18 appuntamenti previsti dal calendario, al quinto posto della classifica finale nel Rothmans F5000 Championship. In Formula 5000 tornerà a correre nel 1976, incrociando la sua strada con quella di un'altra donna destinata, senza successo, a provare l'avventura in Formula 1: l'inglese Divina Galica. Lella Lombardi ha esordito in Formula 1 il 20 luglio 1974 in occasione del Gran Premio di Gran Bretagna. Sul circuito di Brands Hatch, al volante di una Brabham BT42 motorizzata Ford Cosworth DFV del team Allied Polymer Group (numero di gara: 208!) realizzò in prova il 29º tempo, non sufficiente per classificarsi al via della corsa. Sul circuito di Brands Hatch aveva in precedenza colto un quarto posto in Formula 5000. L'anno successivo, il 1975, il pilota italiano prende parte a dodici delle quattordici gare previste dal mondiale al volante di una March Ford Cosworth; il debutto stagionale avviene il 26 marzo in occasione del terzo gran premio della stagione in Sudafrica. Sul circuito di Kyalami, la Lombardi, al volante di una March 741 iscritta dalla March Engineering, riesce a qualificarsi con il 26º tempo (1' 19†68), staccata di 3†26 dal poleman José Carlos Pace: Lella è la prima donna a qualificarsi per un gran premio dai tempi di Maria Teresa de Filippis (1958). In gara è costretta al ritiro al 23º giro per problemi al sistema di distribuzione della benzina. La gara successiva, il gran premio di Spagna sul Circuito del Montjuich, consegna il nome di Lella Lombardi alla storia della Formula 1. Il week-end inizia male. I piloti boicottano le prove del venerdì per protesta nei confronti del pessimo stato delle barriere di sicurezza (sarà l'ultimo anno in cui si corre sul circuito di Barcellona): lavori frettolosi e le minacce legali degli organizzatori riescono però a salvare le prove ufficiali del sabato. Al volante sempre di una March 751, iscritta questa volta come Lavazza March, Lella riesce a qualificarsi con il 24º tempo, a circa 7†dalla pole position di Niki Lauda. Emerson Fittipaldi, pilota McLaren, decide di rinunciare alla gara: il fratello Wilson e Arturo Merzario, rispettivamente al volante di una Fittipaldi e di una Williams, decidono di fermarsi dopo un solo giro di gara per protesta. Al 25º giro il dramma: la Hill di Rolf Stommelen perde l'alettone e vola letteralmente in mezzo alla folla; 5 morti e numerosi feriti il tragico bilancio. La direzione di gara decide di sospendere la corsa: per la prima volta nella storia della Formula 1, ai piloti ed alle scuderie è assegnato punteggio dimezzato non essendo stata percorsa la distanza minima prevista. Al momento della sospensione della corsa, Lella Lombardi è sesta a due giri dal leader Jochen Mass: diventa quindi la prima e fino ad oggi unica donna a conquistare punti nella storia del Mondiale. Dopo aver mancato la qualificazione in occasione del gran premio di Monaco, Lella Lombardi riesce a qualificarsi per i successivi nove gran premi con risultati non brillanti; in occasione dell'ultimo gran premio della stagione, quello degli Stati Uniti sul circuito di Watkins Glen, la Lombardi riesce a classificarsi al volante di una Williams-Ford Cosworth della Frank Williams Racing Cars ma non prende poi il via della gara a causa di problemi meccanici durante il warm-up. Il primo gran premio del 1976, in Brasile, vede la Lombardi tornare al volante di una March (modello 761) della Lavazza March: 22° in griglia, riesce a giungere al traguardo in 14ª posizione, staccata di quattro giri dal vincitore Niki Lauda. Nel corso della stagione, Lella partecipa ad altri tre gran premi al volante di una Brabham BT44B motorizzata Ford Cosworth della RAM Racing: fallita la qualificazione in Gran Bretagna e Germania, conclude la sua esperienza in Formula 1 classificandosi 12º nel gran premio di Austria. In totale Lella Lombardi ha partecipato a 17 gran premi, riuscendo a prendere il via 12 volte (1 piazzamento in zona punti; 6 piazzamenti; 5 ritiri) e percorrendo 363 giri. Dopo di lei altre tre esponenti femminili tenteranno l'avventura in Formula 1 senza però passare la fase di qualificazione: l'ultima fu ancora un'italiana, Giovanna Amati, nel 1992, sulla Brabham. Abbiamo detto del debutto della Lombardi in Formula 1. In realtà il pilota italiano aveva già corso in Formula 1 in due gare non valide per il mondiale nel marzo ed aprile del 1974: la "Corsa dei Campioni", sul circuito di Brands Hatch, e la BRDC International Trophy, sul circuito di Silverstone. Al volante di una Lola T 330 Chevrolet, la Lombardi termina entrambe le corse: mentre nella prima non viene però classificata, nella seconda risulta 13°. Anche nel 1975 la Lombardi partecipa alle due gare: nella prima è costretta al ritiro dopo 25 giri per problemi alla sua March 751 Ford, mentre nella seconda è 12°. Molto intensa l'attività di Lella Lombardi nella categoria World Sportscar Championship, dove ha corso tra il 1975 ed il 1981 ottenendo discreti risultati. L'esordio nella categoria avviene in occasione della 1000 km di Brands Hatch, nona gara della stagione 1974, al volante di una Lola T 284 Ford Gr. S.3. La vettura, il cui volante era condiviso dalla Lombardi con Pino Pica, è costretta al ritiro al sessantaduesimo giro. Nella stagione successiva, 1975, la Lombardi partecipa a cinque delle nove prove previste dal calendario, correndo sempre in coppia con la francese Marie-Claude Beaumont al volante di una Alpine-Renault A441 nel Gruppo S.2 e cogliendo le prime soddisfazioni, anche se parziali. Dopo aver saltato la prima gara di stagione, la 24 ore di Daytona, l'equipaggio Lombardi/Beaumont si classifica 5a assoluta e 2a nel gruppo S.2 nella seconda gara stagionale: la "1000 km del Mugello". Due settimane più tardi, la coppia italo francese è 13a al traguardo, 3a per il gruppo S.2, nella "800 km di Digione". Sul circuito di Monza, in occasione della 1000 km omonima, quarta gara del calendario, la Lombardi e Beaumont colgono il miglior risultato stagionale: 4a al traguardo e 1a nel gruppo S.2. Le ultime due gare a cui partecipano, la "1000 km di Pergusa" e la "1000 km di Zeltweg", si risolvono infatti con una mancata partenza per rottura della sospensione ed un ritiro al ventesimo giro. Sempre nel 1975 partecipa anche alla 24 Ore di Le Mans, quell'anno non inclusa nel Campionato mondiale Marche, sempre in coppia con Marie-Claude Beaumont sulla Alpine-Renault A441C iscritta dalla "Elf Suisse". Per loro un ritiro dopo soli 20 giri a causa di problemi con il carburante. La stagione 1976 si apre con la "6 ore del Mugello". Sul circuito di Scarperia, alle porte di Firenze, al volante di una Porsche Carrera RKS, condivisa con Michele di Gioia e Vittorio Bernasconi, la Lombardi è costretta al ritiro dopo soli 5 giri per problemi al motore della sua Porsche Carrera RKS Gr. 5. Nella gara successiva, la "6 ore di Vallelunga", pur iscritta al volante della Porsche Carrera RSK, non prende poi parte alla competizione. Nella 6 ore di Silverstone il primo piazzamento stagionale: è infatti 5a al volante sempre di una Porsche 934 turbo GT condivisa con il pilota tedesco Heinz Martin; il piazzamento permette il primo posto di classe. Nella quarta gara del calendario, la 1000 km del Nà¼rburgring, terzo ritiro stagionale: la Porsche 934 turbo condivisa con i tedeschi Heinz Martin e Egon Evertz è infatti costretta ad abbandonare la gara per incidente al ventinovesimo giro. Abbandonata la serie per la Formula 1, Lella Lombardi torna del quattordicesimo evento previsto dal calendario: la Coppa Florio sul circuito di Enna-Pergusa; al volante di una Osella Pa 4 BMW, vettura che guiderà per il resto della stagione, si ritira al giro 41. Dopo aver saltato la trasferta in Canada, per la "200 miglia di Mosport", la Lombardi è 16a (nonostante un incidente) nella "500 km di Digione", corsa in coppia con Danilo Tesini, ed è costretta al ritiro nell'ultimo evento stagionale, la "200 miglia del Salzburgring". Il calendario del 1977 si articola in 18 eventi: la Lombardi parteciperà a otto gare. Il debutto stagionale in occasione della prima prova, la 24 ore di Daytona, gara a cui la Lombardi partecipa in coppia con Christine Beckers al volante di una Inaltera-Ford in classe GTP, concludendo in 47a posizione. La Lombardi torna a correre in occasione della settima gara stagionale: la "6 ore di Brands Hatch". In coppia con Kenneth Leim, al volante di una Porsche Carrera KL Gr. 5, è costretta al ritiro al sedicesimo giro. In coppia con Leim, sempre al volante di una Porsche Carrera KL, partecipa anche alle due gare successive: la "6 ore di Hockenheim", dove conclude 14a, e la "6 ore di Vallelunga", dove conclude 4a nell'assoluta e 1a di categoria. Dopo aver saltato altre due corse, la Lombardi torna in occasione della "500 km di Monza" in coppia con Giorgio Pianta al volante di una Lola T282 Ford Gruppo S.3. La gara si conclude con un ritiro al ventiseiesimo giro (Pianta non guida un solo giro in gara). Con il ritiro si conclude anche la gara successiva, la "400 km di Vallelunga": gara che la Lombardi corre da sola al volante sempre di una Lola T282 Ford. Dopo l'esperienza poco brillante al volante della Lola, la Lombardi corre gli ultimi tre eventi stagionali al volante di una Osella Pa 5 BMW. Dopo il ritiro nella Coppa Florio sul circuito di Enna-Pergusa, in coppia con Giovanni Anzeloni, è 3a nella "250 km di Imola", sempre con Anzeloni. Nell'ultima gara stagionale, la "300 km del Salzburgring", pur iscritta, non prende parte alla competizione. Nel 1978 la partecipazione della Lombardi al World Sportscar Championship si riduce a due sole gare, corse al volante di una Porsche 934 Gr. GT in coppia con Kenneth Leim. A queste due partecipazioni devono essere aggiunte poi altrettante gare, precisamente la "6 ore del Mugello" e la "6 ore di Vallelunga", in cui la coppia, pur regolarmente iscritta, non prende parte alla competizione. Nelle due gare corse il bilancio non può dirsi positivo; l'equipaggio italo tedesco finisce infatti 15a nella 6 ore di Silverstone e si ritira alla 1000 km del Nà¼rburgring, gara questa in cui condividono l'abitacolo con un terzo pilota: Otto Kà¶hler. L'anno seguente è sicuramente ricco di soddisfazioni. Assente nella gara di apertura, la "24 ore di Daytona", la Lombardi si classifica 4a assoluta (1a in Gr. S 2.0), in coppia con Giorgio Francia alla guida di una Osella Pa 6 BMW, nella gara successiva: la 6 ore del Mugello. A questo buon debutto segue una gara deludente in Germania, nella quinta prova del calendario: la "1000 km del Nà¼rburgring". L'equipaggio Lombardi/Francia, sempre al volante di una Osella BMW, manca infatti la qualificazione. La delusione è ampiamente ripagata nella gara successiva, la "6 ore di Pergusa" Coppa Florio, che si conclude con un trionfo: sempre al volante di una Osella BMW, in coppia questa volta con Enrico Grimaldi, Lella Lombardi ottiene infatti il 1º posto assoluto e realizza il giro più veloce in gara. Dopo il 16º posto, in coppia con il vecchio compagno Kenneth Leim in occasione della "6 ore di Brands Hatch" al volante di una Porsche 934 Gr. GT, la Lombardi torna in coppia con Giorgio Francia, nuovamente su Osella BMW, per vincere l'ultima gara della stagione: la "6 ore di Vallelunga". Per la legge del contrappasso, se il 1979 è stato un anno ricco di soddisfazioni, il 1980 è sicuramente uno degli anni più deludenti per la Lombardi. Nelle otto partecipazioni alle gare del World Sportscar Championship, tutte al volante di una Osella Pa 8 BMW gr. S.2, rimedia infatti altrettanti ritiri. Durante la stagione corre con Marco Rocca (2 gare), Vittorio Brambilla (6 gare) e Mark Thatcher (1 gara: Le Mans). Al deludente 1980 segue un grande 1981. In coppia con Giorgio Francia al volante di una Osella Pa9 BMW, la Lombardi è infatti 1a nella "6 ore del Mugello", 2a nella "1000 km di Monza" (1a Gr. S.2), 4a nella "6 ore di Silverstone" (1a Gr. S.2), 2a nella "6 ore di Pergusa" (1a Gr. S.2) e 5a nella "1000 km di Brands Hatch" (1a Gr. S.2). I due terminano al quinto posto della classifica piloti, istituita per la prima volta proprio quell'anno. Nel 1984 l'ultima corsa in categoria, la "1000 km di Imola", dove al volante di una Lyncar Ms83 Ford non è classificata, pur finendo la gara; compagni di avventura l'inglese Costas Los e il neozelandese John Nicholson. L'unica apparizione della Lombardi nella categoria European Sportscar Championship è stata nella gara di Salzburgring del 1978, quando si classificò 4° al volante di una Osella Pa 6 BMW. Nel 1982 la Lombardi si concentra sul Campionato Europeo Turismo con le Alfetta GTV6 conquistando con Anna Cambiaghi 3 successi di classe (2500cc). Nel 1983 si aggiudica il primo posto di classe nella Gara di Monza in coppia con Gianfranco Naddeo e nel 1984 in quattro gare insieme a Giorgio Francia. Ancora nel 1985 si aggiudica la classe addirittura in sei gare con coppia con Ronaldo Drovandi. Solo il fatto di non gareggiare nella classe di maggior cilindrata (oltre 2500) le impedisce di aggiudicarsi il titolo piloti, ma contribuisce ai 4 successi consecutivi nel campionato da parte dell'Alfa Romeo, prima di ritirarsi. Nel 1984 partecipa inoltre a due gare del DTM su Alfa Romeo GTV 6, entrambe sul circuito del Nà¼rburgring, classificandosi 10º e 6º. Nel 1988 si ritira come pilota diventando team manager, aprendo la scuderia Lombardi Autosport. Lella Lombardi muore di cancro poco prima di compiere 51 anni, il 3 marzo 1992 a Milano. La morte di Lella Lombardi ha gettato nella costernazione il mondo dei motori. Vittorio Brambilla, che la conosceva bene, ha dichiarato: "Lella era un' amica ed e' stata una ineguagliabile compagna di squadra". Giovanna Amati, che l' ha idealmente sostituita nella storia della F.1 (la romana guida una Brabham), era addoloratissima: "E' scomparsa una figura che ha rappresentanto un punto di riferimento in tutta la mia attivita' ".
  6. Tra 10 minuti le qualifiche. Il topic si aprirà automaticamente alle 13:50.
  7. mammamia

    Valentino Rossi

    Nato il 16 febbraio 1979, il centauro pesarese Valentino Rossi ha dimostrato un certo feeling per i motori fin dall'età di undici anni quando ha debuttato nel campionato italiano "Sport production" nella categoria 125. Nel 1994, dopo un anno, si è classificato primo in sella alla Cagiva, così come nel 1997, a diciotto anni, è diventato campione mondiale classe 125 con l'Aprilia. Nel 1999 ha vinto il motomondiale classe 250 ed ora domina incontrastato la classe maggiore delle motogp. Valentino Rossi è stato dunque il primo italiano a vincere il Mondiale in tre diverse categorie. Il leggendario Giacomo Agostini, ad esempio, vinse sì ben quindici Mondiali nella sua carriera, ma tutti nelle classi 250 e 500. Rossi invece è il terzo pilota nella storia del Mondiale a trionfare in tre classi diverse. Prima di lui, Phil Read (125, 250 e 500) e Mike "the bike" Hailwood (250, 350 e 500): nomi leggendari della storia del motocliclismo. Figlio dell'ex pilota degli anni '70 Graziano Rossi e di Stefania Palma, Valentino è nato a Urbino, è cresciuto a Tavullia (PS), ma ormai risiede a Londra. Il padre Graziano si classificò terzo al campionato mondiale 250 nel 1979 su una Morbidelli. Il piccolo Rossi ha quindi iniziato a seguire le gare del campionato del mondo ancora prima di camminare e di stare in equilibrio su due ruote. Le sue prime esperienze agonistiche sono a quattro ruote: il 25 aprile 1990 il giovanissimo Rossi vince la sua prima gara di go-kart. I costi per intraprendere uno sport del genere erano però troppo elevati e così, di comune accordo con il padre, decide di passare alle minimoto. E' la scelta vincente. Il giovane pilota di Tavullia comincia a vincere le gare e campionati a ripetizione, e nel 1993, sulla pista di Magione, debutta in sella a una moto vera, una Cagiva 125. Campione italiano della Sport Production nel 1994, l'anno successivo conquista il titolo nazionale della 125 (a sedici anni: il più giovane della storia) e si piazza terzo nel campionato europeo della stessa categoria. Il 1996 è l'anno dell'esordio mondiale: arriva alla prima vittoria (GP Repubblica Ceca a Brno), preceduta dalla prima pole position. Da qui in poi possiamo osservare un dato curioso: Valentino Rossi ha sempre vinto il Mondiale negli anni dispari e sempre nella seconda stagione in una classe. Se dovessimo quindi stilare una tabella sinottica, risulterebbero questi dati: vittorie sulla 125 nel 1997 e sulla 250 nel 1999, mentre nel 2001 abbiamo la vittoria nella classe 500. A rigor di cronaca, comunque, bisogna dire che è nel 1997 che esplode definitivamente il fenomeno Rossi sul piano mediatico, grazie senz'altro ai suoi successi ma anche alla capacità innata di saper conquistare il pubblico, ad esempio con i suoi incredibili modi di festeggiare ogni successo. Travestimenti, prese in giro, scherzi che entrano nel mondo delle corse. In tutti i circuiti gli appassionati aspettano l'ennesima "trovata" del pilota di Tavullia, che a seconda delle circostanze, si trasforma in Robin Hood, Superman, o gladiatore. Per non parlare poi della sua eterna rivalità con l'altro campionissimo Max Biaggi, stella inizialmente oscurata dall'astro Rossi. Una rivalità che ha dato origine a numerosi e spiacevoli dissapori. In conclusione, Rossi ha finora disputato un numero incredibile di gran premi arrivando a vincerne circa il 50% e conquistando un altrettanto notevole numero di pole position. Valentino a 22 anni e 10 mesi, è stato il quarto più giovane campione mondiale della storia, dopo Freddie Spencer (il più "verde" in assoluto, con 21 anni, 7 mesi e 14 giorni), Mike Hailwood e John Surtees. Nessuno però ha mai vinto tanti Gran premi prima di compiere i ventitrè anni: 37. Il più vicino a realizzare questo record è Loris Capirossi che, da Under 23, conquistò ben quindici successi. Il 12 ottobre 2003 è stata una giornata storica per il mondo dei motori e per l'orgoglio italiano: mentre nella F1 la Ferrari entrava nella storia vincendo il suo quinto titolo mondiale "costruttori" consecutivo (e Michael Schumacher entrava nella storia vincendo il suo sesto titolo mondiale), Valentino - 24 anni - saliva sul gradino più alto del podio festeggiando il suo quinto titolo mondiale, il terzo consecutivo nella classe maggiore, proiettandosi con merito, come una leggenda vivente, tra i più grandi di sempre. Ma il fenomenale Valentino "The Doctor" Rossi, non finisce di stupire: nel 2004, non senza polemiche e dubbi sul suo futuro, passa alla Yamaha. Sin dalle prime gare si dimostra competitivo: qualcuno si stupisce, altri credono sia tutto normale. Lottando a denti stretti di volta in volta con Biaggi o con Sete Gibernau, Rossi dimostra prepotentemente le sue doti fenomenali di grinta e concentrazione, arrivando a vincere il mondiale con una gara di anticipo. Noto per le sue simpatiche trovate (scenette in pista, travestimenti, magliette), per l'occasione, a fine gara Valentino indossava casco e maglietta con un messaggio essenziale quanto efficace - scritto nero su bianco - che la dice lunga su ciò che rappresentano le emozioni che questo grande campione sa trasmettere agli appassionati: "che spettacolo". Il "dottor Rossi" è diventato veramente dottore il 31 maggio 2005, quando gli è stata conferita la laurea ad honorem in 'Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni', dalla facoltà di Sociologia dell'Università di Urbino "Carlo Bo". La stagione 2005 inizia alla grande: gli avversari si susseguono, Valentino lotta ad ogni gara e gli importa solo di vincere. A metà campionato è primo in classifica e ha già fatto il vuoto dietro di sè. Valentino sembra dover superare solo se stesso e le leggende che lo hanno preceduto: prima della pausa estiva, a fine luglio, la vittoria del GP di Germania è la numero 76. Valentino Rossi eguaglia così il record di Mike Hailwood (scomparso nel 1981, quando Valentino aveva solo due anni). Con ironia e grande rispetto del passato Valentino sale sul podio con una bandiera che riporta il messaggio "Hailwood: 76 - Rossi: 76 - I'm sorry Mike". La vittoria di Sepang (Malaysia) è la numero 78 e incorona Valentino per la settima volta campione del mondo. La stagione 2005-2006 si conclude - per la prima volta da quando esistono le MotoGP - con Valentino al secondo posto. Sarà l'americano Nicky Hayden a laurearsi campione del mondo all'ultima gara. Dopo un'altalenante stagione, nel 2007 Rossi si classifica al terzo posto finale, dietro a Casey Stoner e Dani Pedrosa. Torna a vincere e lottare per il mondiale nel 2008: a maggio a Le Mans ottiene la 90ma vittoria in carriera, raggiungendo lo spagnolo Angel Nieto: davanti a loro in questa speciale classifica c'è solo Giacomo Agostini con 122 gare vinte. Alla fine di agosto a Misano Adriatico, eguaglia Agostini con 68 vittorie in Top Class (superandolo poi nelle gare immediatamente successive). Il 28 settembre 2008 a Motegi (Giappone) Valentino Rossi vince e si laurea campione del mondo per l'ottava volta in carriera. Nel giugno del 2009 ad Assen, in Olanda, raggiunge la considerevole quota di 100 vittorie in carriera, 40 con la Yamaha. A ottobre conquista il nono Campionato Mondiale con una gara di anticipo, a Sepang (Malesia). Il 2010, ultimo anno in Yamaha, prima di passare all'italiana Ducati vede Valentino Rossi sempre tra i protagonisti: un incidente lo tiene lontano poche settimane dalle gare, tempo sufficiente per allontanarsi dalla vetta della classifica, che verrà vinta alla fine del campionato dallo spagnolo Jorge Lorenzo, suo giovane compagno di scuderia... ------------------------------------------------------------------ davvero non sono mai riuscito a capire questa eterna diatriba tra rossiani e anti-rossiani. certo i primi sono troppo troppo troppo colpiti da un qualcosa che sembra una luce divina e lo considerano quasi a livello integralista un Dio in terra, mentre i secondi non aspettano altro che un suo scivolone ( e non parlo solo in campo motociclistico ) per crocefiggerlo molte volte anche a torto. Personalmente non posso definirmi un rossiano integralista, logico che il Campionissimo che è stato non si discute e quanto mi abbia fatto godere nemmeno ! però mi hanno fatto godere anche altri in passato ... Swanz su tutti e oggi mi entusiasmo per Marc e Lorenzo mentre solo ieri mi entusiasmavo per Stoner. Non riesco davvero a capire perchè per Vale debba valere la legge o lo ami o lo odi ... ma perchè mai ???
  8. sundance76

    Lele Pinto

    Oltre al grandissimo "Drago" Sandro Munari, maestro indiscusso di statura mondiale, i rallyes in Italia hanno avuto diversi autorevoli esponenti, anche nell'epoca di esplosione della disciplina, fra gli anni '60 e i '70. Uno di questi è Raffaele "Lele" Pinto che, sulle orme del fratello Enrico, asso della velocità in circuito, comincia a correre a metà anni '60. Con Fiat e Lancia diventa uno dei portabandiera dei colori italiani, tanto da diventare nel 1972 Campione d'Europa dei rallyes (allora il Mondiale Piloti non esisteva ancora) e contemporaneamente vincere anche la Mitropa Cup, altro campionato continentale con gare tra Italia, Germania, Austria e Jugoslavia, a bordo della magnifica Fiat 124 Abarth, vincendo diversi rally in serie. Nel 1974 vince, sempre con la 124, il rally del Portogallo valido per il Mondiale Marche rallyes. Sfortunatamente, quella fu l'unica vittoria nel Mondiale per Pinto che tornò alla Lancia dove colse alcuni ottimi piazzamenti con la mitica Stratos, ma in squadra era "chiuso" da due superassi come Munari e Waldegard. E' stato superbo collaudatore del Gruppo Fiat-Lancia-Abarth fino agli anni '90, svezzando e sviluppando anche le varie Delta dominatrici del Mondiale per ben sei anni consecutivi.
  9. mammamia

    Rinaldo Capello

    NON era mai successo prima per nessun pilota Audi. Pochi giorni fa la casa tedesca nel corso di un evento ufficiale ha deciso di REGALARE ! a Dindo ( il Fermone) l'Audi R10 con la quale Lui ha vinto l'ultima gara a Sebring quale omaggio alla sua carriera sportiva con loro. Da brividi ..... con ancora i moschini spiaccicati sul parabrezza !!!
  10. Ragastas

    Il topic della cronaca

    Un paio di settimane fa, son passato da Orbetello e vedendo il cartello Isola del Giglio, non ho resistito. Sono affascinato dalle sfide ingegneristiche, penso sempre, in prima persona il: e adesso come faccio? Davanti alla Torre Eiffel, come faccio a rismontarla finito l'Expo? Davanti un'opera di Calatrava a pensare ai calcoli strutturali, dove può cedere? Davanti alla Casa Museo Enzo Ferrari, come hanno posato le lamelle gialle del tetto? àˆ davanti alla Costa Concordia, come la rimetto in piedi? Qualcuno l'ha vista dal vero e che impressione ha avuto?
  11. sundance76

    Arnaldo Cavallari

    Omaggio al primo vero rallysta italiano, 4 titoli italiani assoluti (1962, 1963, 1964, 1968) e 1 di gruppo (1971), 2 titoli internazionali (Mitropa Cup e Trofeo Csai Internazionale rally entrambi nel 1966), 6 mogli, 9 figli, innumerevoli aziende in giro per il mondo che producono e diffondono il pane italiano.
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