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Ventisette anni fa se ne andava Elio De Angelis, durante un test al Paul Ricard con la disgraziata BT55.
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Maria Grazia "Lella" Lombardi è stata una pilota automobilistica italiana. Era nata a Frugarolo (Alessandria) il 26 marzo 1941. Fu la seconda donna a guidare una monoposto di Formula 1, l'unica a giungere in zona punti nonché quella che disputò più Gran Premi (12 contro i 4 di Maria Teresa de Filippis, che l'aveva preceduta negli anni cinquanta). Quarta figlia di un macellaio e produttore di salumi, nacque in un piccolo centro piemontese di duemila abitanti. Di carattere grintoso e tenace, fin da bambina fu attratta dalla velocità . A nove anni prese in mano un volante per la prima volta, mentre a tredici guidava già un'auto. A diciotto anni, nel 1959, si guadagnava da vivere con lo stesso mestiere paterno, guidando un furgone lungo la Riviera Ligure nel trasporto della carne. Debuttò sui kart, mentre nel 1965 gareggiò per la prima volta nella serie della Formula Monza su un'auto da corsa acquistata a rate. Ebbe una lunga gavetta nelle formule minori: nel 1968 passò alla Formula 3 classificandosi al secondo posto. Nel 1970 vinse il titolo di campione italiano della Formula 850 aggiudicandosi, su una Biraghi quattro delle dieci gare previste; nella categoria vincerà anche due gare l'anno successivo. Nel 1971 nuovo titolo: quello inglese della Formula Ford Mexico. Nel 1974, al volante di una Lola T 330 Chevrolet si classificò, grazie ad una grande regolarità di risultati nei 18 appuntamenti previsti dal calendario, al quinto posto della classifica finale nel Rothmans F5000 Championship. In Formula 5000 tornerà a correre nel 1976, incrociando la sua strada con quella di un'altra donna destinata, senza successo, a provare l'avventura in Formula 1: l'inglese Divina Galica. Lella Lombardi ha esordito in Formula 1 il 20 luglio 1974 in occasione del Gran Premio di Gran Bretagna. Sul circuito di Brands Hatch, al volante di una Brabham BT42 motorizzata Ford Cosworth DFV del team Allied Polymer Group (numero di gara: 208!) realizzò in prova il 29º tempo, non sufficiente per classificarsi al via della corsa. Sul circuito di Brands Hatch aveva in precedenza colto un quarto posto in Formula 5000. L'anno successivo, il 1975, il pilota italiano prende parte a dodici delle quattordici gare previste dal mondiale al volante di una March Ford Cosworth; il debutto stagionale avviene il 26 marzo in occasione del terzo gran premio della stagione in Sudafrica. Sul circuito di Kyalami, la Lombardi, al volante di una March 741 iscritta dalla March Engineering, riesce a qualificarsi con il 26º tempo (1' 19†68), staccata di 3†26 dal poleman José Carlos Pace: Lella è la prima donna a qualificarsi per un gran premio dai tempi di Maria Teresa de Filippis (1958). In gara è costretta al ritiro al 23º giro per problemi al sistema di distribuzione della benzina. La gara successiva, il gran premio di Spagna sul Circuito del Montjuich, consegna il nome di Lella Lombardi alla storia della Formula 1. Il week-end inizia male. I piloti boicottano le prove del venerdì per protesta nei confronti del pessimo stato delle barriere di sicurezza (sarà l'ultimo anno in cui si corre sul circuito di Barcellona): lavori frettolosi e le minacce legali degli organizzatori riescono però a salvare le prove ufficiali del sabato. Al volante sempre di una March 751, iscritta questa volta come Lavazza March, Lella riesce a qualificarsi con il 24º tempo, a circa 7†dalla pole position di Niki Lauda. Emerson Fittipaldi, pilota McLaren, decide di rinunciare alla gara: il fratello Wilson e Arturo Merzario, rispettivamente al volante di una Fittipaldi e di una Williams, decidono di fermarsi dopo un solo giro di gara per protesta. Al 25º giro il dramma: la Hill di Rolf Stommelen perde l'alettone e vola letteralmente in mezzo alla folla; 5 morti e numerosi feriti il tragico bilancio. La direzione di gara decide di sospendere la corsa: per la prima volta nella storia della Formula 1, ai piloti ed alle scuderie è assegnato punteggio dimezzato non essendo stata percorsa la distanza minima prevista. Al momento della sospensione della corsa, Lella Lombardi è sesta a due giri dal leader Jochen Mass: diventa quindi la prima e fino ad oggi unica donna a conquistare punti nella storia del Mondiale. Dopo aver mancato la qualificazione in occasione del gran premio di Monaco, Lella Lombardi riesce a qualificarsi per i successivi nove gran premi con risultati non brillanti; in occasione dell'ultimo gran premio della stagione, quello degli Stati Uniti sul circuito di Watkins Glen, la Lombardi riesce a classificarsi al volante di una Williams-Ford Cosworth della Frank Williams Racing Cars ma non prende poi il via della gara a causa di problemi meccanici durante il warm-up. Il primo gran premio del 1976, in Brasile, vede la Lombardi tornare al volante di una March (modello 761) della Lavazza March: 22° in griglia, riesce a giungere al traguardo in 14ª posizione, staccata di quattro giri dal vincitore Niki Lauda. Nel corso della stagione, Lella partecipa ad altri tre gran premi al volante di una Brabham BT44B motorizzata Ford Cosworth della RAM Racing: fallita la qualificazione in Gran Bretagna e Germania, conclude la sua esperienza in Formula 1 classificandosi 12º nel gran premio di Austria. In totale Lella Lombardi ha partecipato a 17 gran premi, riuscendo a prendere il via 12 volte (1 piazzamento in zona punti; 6 piazzamenti; 5 ritiri) e percorrendo 363 giri. Dopo di lei altre tre esponenti femminili tenteranno l'avventura in Formula 1 senza però passare la fase di qualificazione: l'ultima fu ancora un'italiana, Giovanna Amati, nel 1992, sulla Brabham. Abbiamo detto del debutto della Lombardi in Formula 1. In realtà il pilota italiano aveva già corso in Formula 1 in due gare non valide per il mondiale nel marzo ed aprile del 1974: la "Corsa dei Campioni", sul circuito di Brands Hatch, e la BRDC International Trophy, sul circuito di Silverstone. Al volante di una Lola T 330 Chevrolet, la Lombardi termina entrambe le corse: mentre nella prima non viene però classificata, nella seconda risulta 13°. Anche nel 1975 la Lombardi partecipa alle due gare: nella prima è costretta al ritiro dopo 25 giri per problemi alla sua March 751 Ford, mentre nella seconda è 12°. Molto intensa l'attività di Lella Lombardi nella categoria World Sportscar Championship, dove ha corso tra il 1975 ed il 1981 ottenendo discreti risultati. L'esordio nella categoria avviene in occasione della 1000 km di Brands Hatch, nona gara della stagione 1974, al volante di una Lola T 284 Ford Gr. S.3. La vettura, il cui volante era condiviso dalla Lombardi con Pino Pica, è costretta al ritiro al sessantaduesimo giro. Nella stagione successiva, 1975, la Lombardi partecipa a cinque delle nove prove previste dal calendario, correndo sempre in coppia con la francese Marie-Claude Beaumont al volante di una Alpine-Renault A441 nel Gruppo S.2 e cogliendo le prime soddisfazioni, anche se parziali. Dopo aver saltato la prima gara di stagione, la 24 ore di Daytona, l'equipaggio Lombardi/Beaumont si classifica 5a assoluta e 2a nel gruppo S.2 nella seconda gara stagionale: la "1000 km del Mugello". Due settimane più tardi, la coppia italo francese è 13a al traguardo, 3a per il gruppo S.2, nella "800 km di Digione". Sul circuito di Monza, in occasione della 1000 km omonima, quarta gara del calendario, la Lombardi e Beaumont colgono il miglior risultato stagionale: 4a al traguardo e 1a nel gruppo S.2. Le ultime due gare a cui partecipano, la "1000 km di Pergusa" e la "1000 km di Zeltweg", si risolvono infatti con una mancata partenza per rottura della sospensione ed un ritiro al ventesimo giro. Sempre nel 1975 partecipa anche alla 24 Ore di Le Mans, quell'anno non inclusa nel Campionato mondiale Marche, sempre in coppia con Marie-Claude Beaumont sulla Alpine-Renault A441C iscritta dalla "Elf Suisse". Per loro un ritiro dopo soli 20 giri a causa di problemi con il carburante. La stagione 1976 si apre con la "6 ore del Mugello". Sul circuito di Scarperia, alle porte di Firenze, al volante di una Porsche Carrera RKS, condivisa con Michele di Gioia e Vittorio Bernasconi, la Lombardi è costretta al ritiro dopo soli 5 giri per problemi al motore della sua Porsche Carrera RKS Gr. 5. Nella gara successiva, la "6 ore di Vallelunga", pur iscritta al volante della Porsche Carrera RSK, non prende poi parte alla competizione. Nella 6 ore di Silverstone il primo piazzamento stagionale: è infatti 5a al volante sempre di una Porsche 934 turbo GT condivisa con il pilota tedesco Heinz Martin; il piazzamento permette il primo posto di classe. Nella quarta gara del calendario, la 1000 km del Nà¼rburgring, terzo ritiro stagionale: la Porsche 934 turbo condivisa con i tedeschi Heinz Martin e Egon Evertz è infatti costretta ad abbandonare la gara per incidente al ventinovesimo giro. Abbandonata la serie per la Formula 1, Lella Lombardi torna del quattordicesimo evento previsto dal calendario: la Coppa Florio sul circuito di Enna-Pergusa; al volante di una Osella Pa 4 BMW, vettura che guiderà per il resto della stagione, si ritira al giro 41. Dopo aver saltato la trasferta in Canada, per la "200 miglia di Mosport", la Lombardi è 16a (nonostante un incidente) nella "500 km di Digione", corsa in coppia con Danilo Tesini, ed è costretta al ritiro nell'ultimo evento stagionale, la "200 miglia del Salzburgring". Il calendario del 1977 si articola in 18 eventi: la Lombardi parteciperà a otto gare. Il debutto stagionale in occasione della prima prova, la 24 ore di Daytona, gara a cui la Lombardi partecipa in coppia con Christine Beckers al volante di una Inaltera-Ford in classe GTP, concludendo in 47a posizione. La Lombardi torna a correre in occasione della settima gara stagionale: la "6 ore di Brands Hatch". In coppia con Kenneth Leim, al volante di una Porsche Carrera KL Gr. 5, è costretta al ritiro al sedicesimo giro. In coppia con Leim, sempre al volante di una Porsche Carrera KL, partecipa anche alle due gare successive: la "6 ore di Hockenheim", dove conclude 14a, e la "6 ore di Vallelunga", dove conclude 4a nell'assoluta e 1a di categoria. Dopo aver saltato altre due corse, la Lombardi torna in occasione della "500 km di Monza" in coppia con Giorgio Pianta al volante di una Lola T282 Ford Gruppo S.3. La gara si conclude con un ritiro al ventiseiesimo giro (Pianta non guida un solo giro in gara). Con il ritiro si conclude anche la gara successiva, la "400 km di Vallelunga": gara che la Lombardi corre da sola al volante sempre di una Lola T282 Ford. Dopo l'esperienza poco brillante al volante della Lola, la Lombardi corre gli ultimi tre eventi stagionali al volante di una Osella Pa 5 BMW. Dopo il ritiro nella Coppa Florio sul circuito di Enna-Pergusa, in coppia con Giovanni Anzeloni, è 3a nella "250 km di Imola", sempre con Anzeloni. Nell'ultima gara stagionale, la "300 km del Salzburgring", pur iscritta, non prende parte alla competizione. Nel 1978 la partecipazione della Lombardi al World Sportscar Championship si riduce a due sole gare, corse al volante di una Porsche 934 Gr. GT in coppia con Kenneth Leim. A queste due partecipazioni devono essere aggiunte poi altrettante gare, precisamente la "6 ore del Mugello" e la "6 ore di Vallelunga", in cui la coppia, pur regolarmente iscritta, non prende parte alla competizione. Nelle due gare corse il bilancio non può dirsi positivo; l'equipaggio italo tedesco finisce infatti 15a nella 6 ore di Silverstone e si ritira alla 1000 km del Nà¼rburgring, gara questa in cui condividono l'abitacolo con un terzo pilota: Otto Kà¶hler. L'anno seguente è sicuramente ricco di soddisfazioni. Assente nella gara di apertura, la "24 ore di Daytona", la Lombardi si classifica 4a assoluta (1a in Gr. S 2.0), in coppia con Giorgio Francia alla guida di una Osella Pa 6 BMW, nella gara successiva: la 6 ore del Mugello. A questo buon debutto segue una gara deludente in Germania, nella quinta prova del calendario: la "1000 km del Nà¼rburgring". L'equipaggio Lombardi/Francia, sempre al volante di una Osella BMW, manca infatti la qualificazione. La delusione è ampiamente ripagata nella gara successiva, la "6 ore di Pergusa" Coppa Florio, che si conclude con un trionfo: sempre al volante di una Osella BMW, in coppia questa volta con Enrico Grimaldi, Lella Lombardi ottiene infatti il 1º posto assoluto e realizza il giro più veloce in gara. Dopo il 16º posto, in coppia con il vecchio compagno Kenneth Leim in occasione della "6 ore di Brands Hatch" al volante di una Porsche 934 Gr. GT, la Lombardi torna in coppia con Giorgio Francia, nuovamente su Osella BMW, per vincere l'ultima gara della stagione: la "6 ore di Vallelunga". Per la legge del contrappasso, se il 1979 è stato un anno ricco di soddisfazioni, il 1980 è sicuramente uno degli anni più deludenti per la Lombardi. Nelle otto partecipazioni alle gare del World Sportscar Championship, tutte al volante di una Osella Pa 8 BMW gr. S.2, rimedia infatti altrettanti ritiri. Durante la stagione corre con Marco Rocca (2 gare), Vittorio Brambilla (6 gare) e Mark Thatcher (1 gara: Le Mans). Al deludente 1980 segue un grande 1981. In coppia con Giorgio Francia al volante di una Osella Pa9 BMW, la Lombardi è infatti 1a nella "6 ore del Mugello", 2a nella "1000 km di Monza" (1a Gr. S.2), 4a nella "6 ore di Silverstone" (1a Gr. S.2), 2a nella "6 ore di Pergusa" (1a Gr. S.2) e 5a nella "1000 km di Brands Hatch" (1a Gr. S.2). I due terminano al quinto posto della classifica piloti, istituita per la prima volta proprio quell'anno. Nel 1984 l'ultima corsa in categoria, la "1000 km di Imola", dove al volante di una Lyncar Ms83 Ford non è classificata, pur finendo la gara; compagni di avventura l'inglese Costas Los e il neozelandese John Nicholson. L'unica apparizione della Lombardi nella categoria European Sportscar Championship è stata nella gara di Salzburgring del 1978, quando si classificò 4° al volante di una Osella Pa 6 BMW. Nel 1982 la Lombardi si concentra sul Campionato Europeo Turismo con le Alfetta GTV6 conquistando con Anna Cambiaghi 3 successi di classe (2500cc). Nel 1983 si aggiudica il primo posto di classe nella Gara di Monza in coppia con Gianfranco Naddeo e nel 1984 in quattro gare insieme a Giorgio Francia. Ancora nel 1985 si aggiudica la classe addirittura in sei gare con coppia con Ronaldo Drovandi. Solo il fatto di non gareggiare nella classe di maggior cilindrata (oltre 2500) le impedisce di aggiudicarsi il titolo piloti, ma contribuisce ai 4 successi consecutivi nel campionato da parte dell'Alfa Romeo, prima di ritirarsi. Nel 1984 partecipa inoltre a due gare del DTM su Alfa Romeo GTV 6, entrambe sul circuito del Nà¼rburgring, classificandosi 10º e 6º. Nel 1988 si ritira come pilota diventando team manager, aprendo la scuderia Lombardi Autosport. Lella Lombardi muore di cancro poco prima di compiere 51 anni, il 3 marzo 1992 a Milano. La morte di Lella Lombardi ha gettato nella costernazione il mondo dei motori. Vittorio Brambilla, che la conosceva bene, ha dichiarato: "Lella era un' amica ed e' stata una ineguagliabile compagna di squadra". Giovanna Amati, che l' ha idealmente sostituita nella storia della F.1 (la romana guida una Brabham), era addoloratissima: "E' scomparsa una figura che ha rappresentanto un punto di riferimento in tutta la mia attivita' ".
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Da AutoSprint, primavera 1991:
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Sir Jack Brabham ci ha lasciati questa notte a 88 anni. Dedicargli un 3d è quanto meno il minimo che si possa fare.
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I meravigliosi spaccati tecnici di Bruno Betti (Ferrari, Renault, Brabham, Williams) e Sergio Baratto (McLaren) illustrano la meccanica delle monoposto che hanno caratterizzato il drammatico campionato mondiale 1982. La Williams FW 08, pur con una sola vittoria, ha consentito a Keke Rosberg di diventare campione del mondo. Semplicità costruttiva ma senza rinunciare alla raffinatezza, sospensioni curate, aerodinamica efficiente che consentiva buone velocità di punta pur con la dotazione dell'immortale Cosworth (curato da Judd), superato in potenza dai turbo Ferrari, Renault e Bmw, ma comunque affidabile, leggero e compatto, i punti di forza dell'arma di Keke. La Ferrari 126 C2, nonostante la tragica scomparsa di Villeneuve e il grave incidente di Pironi, ha meritatamente vinto il campionato mondiale costruttori, il primo per una vettura dotata di un motore turbo-compresso. Il propulsore V6 di 120° con turbine e scarichi al centro della V, potente e affidabile anche grazie all'emulsystem Agip, unito al moderno telaio a struttura composita in pannelli honeycomb di alluminio incollati e a un'aerodinamica molto efficiente, ha consentito alla Ferrari di guidare a lungo anche il campionato piloti, sfuggito nelle ultime battute a causa delle pesanti fatalità occorse ai suoi piloti. La Renault RE 30, pur avendo segnato 10 pole position e 4 vittorie con Prost e Arnoux, ha smentito il suo ruolo iniziale di favorita, penalizzata dall'eccessiva mancanza di affidabilità, che ha vanificato l'efficienza del telaio, la buona aerodinamica e la potenza del motore. La McLaren Mp4, tecnologicamente molto avanzata in quanto è stata la prima ad aver adottato un telaio in fibra di carbonio, è rimasta a lungo in lotta per la vittoria nel campionato, ma è mancata della necessaria continuità. La Brabham-Bmw BT50 ha sofferto i problemi di gioventù del propulsore tedesco turbocompresso, ma anche la decisione di far correre contemporaneamente la "vecchia" e affidabile Bt 49 a motore Cosworth. La macchina è comunque apparsa molto curata, a partire dal telaio fino alle sospensioni.
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Questa è la storia della Brabham che è crollata dopo il Gran Premio d'Ungheria 1992 e che è stata quasi rilevata dalla Galmer Engineering. Il team Brabham Galmer era una realtà, per un paio di mesi. Era il 18. settembre 1992, un paio di settimane dopo il loro Grand Prix finale, quando Brabham confermò che si era ritirato ufficialmente dal campionato del mondo. Non ci volle molto perché emergessero voci secondo le quali la Galmer Engineering, guidata da Alan Mertens, stava per assumere il comando della squadra Brabham. Esattamente un mese dopo che il team Brabham ha annunciato il ritiro, alcune sezioni della stampa degli sport motoristici hanno pubblicato notizie su questi sviluppi. Brabham Galmer sarebbe il nome della squadra riformata, e il pilota messicano Indycar Carlos Guerrero fu inserito tra i piloti della squadra per il 1993. Ma a gennaio Alan Mertens rivelò ai media che i piani di acquisizione erano stati fermati a causa di problemi finanziari. Tuttavia questa non è la storia completa del team di Brabham Galmer. La storia sembra essere più interessante di quanto molti sanno. Negli ultimi giorni di Brabham due uomini d'affari presumibilmente facoltosi hanno acquistato i beni della squadra con un piano per rilanciare Brabham in Formula 1 e con una macchina nuova di zecca firmata da Alan Mertens. Avrebbero potuto anche comprare una squadra come Ligier, che era disponibile quando Guy Ligier sembrava uscito dallo sport, ma come sarebbe emerso, gli acquirenti di Brabham non erano affatto ricchi. Tuttavia, il nuovo team di Brabham Galmer è nato. Le Brabham BT60B sono state inviate alla Galmer Engineering per essere valutate e utilizzate per consentire alla nuova vettura BT61 di basarsi sul design BT60. Nel frattempo Galmer negoziava un contratto che richiedeva agli investitori della squadra di pagare $500.000 per iniziare il lavoro. Lo stesso Alan raccontava che "qualche tempo dopo l'Agenzia delle Entrate è arrivata accusandomi di frode. I due uomini avevano chiesto sgravi fiscali contro il pagamento e l'Agenzia delle Entrate voleva sapere perché non avevo dichiarato la somma come entrate nel corso dell'anno precedente ". Dopo aver dimostrato di non aver mai ricevuto il pagamento, le accuse di frode sono state ritirate. Il progetto Brabham Galmer era ancora vivo, ma era praticamente impossibile iniettare qualsiasi investimento nella macchina e avere le vecchie Brabham BT60B preparate per la stagione 1993. Se questo avesse avuto successo, le auto del 1993 sarebbero state designate come BT60C. Galmer ha tentato di mantenere le macchine perché non avevano ricevuto i soldi che dovevano. Ma poi è emerso che Bernie Ecclestone era coinvolto, perché non è mai stato pagato per l'ingresso della squadra nel 1993. Senza alcun mezzo per entrare nel campionato ha scritto la fine sia del team di Brabham Galmer, sia il sogno di avere la Brabham di nuovo sulla griglia. Il destino e la sorte dei due ricchi uomini d'affari rimangono sconosciuti fino ad oggi.
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Teodorico Fabi, detto Teo, è nato a Milano il 9 marzo 1955. In gioventù sviluppò la passione per le moto, che spesso si divertiva a guidare nel suo tempo libero. Nella prima metà degli anni settanta praticò lo sci alpino, fino a quando il fratello Corrado (anch'egli pilota automobilistico), non lo spinse al debutto nell'automobilismo. Inizia la carriera nel 1975 con i cart vincendo subito il campionato europeo. Nel 1977 corre in Formula Ford e vince anche il campionato europeo di questa categoria. L'anno dopo vince tre gare di F.3 con una March privata quindi va in Nuova Zelanda dove disputa, e si aggiudica, il campionato di Formula Pacific. Approda alla March e, nel 1980, arriva terzo nel campionato di F.2. Il posto in F.1 alla March, però, gli viene preso da Daly. Teo allora va a disputare il campionato Can-Am con la squadra di Paul Newman e vince 4 corse. Nel 1982 ha l'opportunità di entrare in F.1 con la Toleman. La vettura però non gli permette di ottenere risultati. Fabi allora va negli U.S.A. a correre il campionato CART. Fa la pole ad Indianapolis, vince 4 gare ed arriva secondo nella classifica finale ottenendo il titolo di miglior "Rookie" dell'anno. Nel 1984 Teo, ritorna in F.1 con la Brabham e tenta di partecipare ad entrambi i campionati. Anche la Brabham non è competitiva ma Fabi riesce ad arrivare sul podio a Detroit. Nel 1985, lasciato il campionato CART, si concentra sulla F.1 e ritorna alla Toleman. La monoposto non è più performante di quella che aveva lasciato anni prima e Teo ottiene solo una pole in Germania. Nel 1986 la Benetton rileva la Toleman e gli mette a disposizione una vettura con motore BMW. Teo ottiene punti in Spagna e due pole position, di cui una in Italia assieme al giro veloce. Nel 1987 Fabi arriva sul podio in Austria ed alla fine si classifica nono nel mondiale dietro al compagno di squadra Boutsen. Teo decide di abbandonare la F.1 e ritornare in America dove partecipa al progetto della Porsche di entrare nel campionato CART. Nel 1989 ottiene un podio a Milwaukee , una pole a Portland ed una pole con vittoria sul circuito del Mid-Ohio. Dopo un 1990 deludente, Teo lascia il campionato CART e va a correre nel campionato per vetture sport con la TWR Jaguar con la quale vince a Silverstone. Nel 1992 con la Toyota termina quarto a Le Mans. Ritorna in CART nel 1993 con la VDS-Hall ma partecipa ancora alla 24 ore di Le Mans con la Peugeot arrivando al secondo posto. Dopo un 1994 mediocre, nel 1995 Teo ritorna con la squadra Forsythe ottenendo un podio a Long Beach ed una pole a Milwaukee. Nel 1996 rimpiazza provvisoriamente Warwick alla PacWest prima di abbandonare le competizioni. Fabi corre ancora occasionalmente con vetture sport negli U.S.A., si occupa degli affari famigliari assieme al fratello Corrado, e segue il figlio Stefano che tenta di farsi strada nel mondo delle corse.
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Ron Dennis nasce a Woking il 1° giugno 1947. Fin da piccolo alimenta la sua passione per la meccanica e la sua creatività sperimentando con il Meccano. Il fratello maggiore Michael lo porta a Brands Hatch per una gara di Formula Libera e rimane affascinato da una monoposto. Divenuto adolescente comincia a frequentare nei weekend l'officina della Brabham, situata nella vicinissima Byfleet, in qualità di curioso. Qui entra nelle simaptie di due meccanici, Tim Wall e Roger Billington, che gli insegnano la precisione e la meticolosità come metodo di lavoro, indipendentemente da ciò che vorrà fare nella vita. Desideroso di mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti, Ron lascia la scuola a 16 anni per andare a fare l’apprendista alla Thomson & Taylor di Byfleet, azienda famosa anche per la costruzione di prototipi da record di velocità su terra, edificata a pochi metri dall’anello di Brooklands. Contento del proprio lavoro il giovane Dennis frequenta la scuola serale presso il Guildford Technical College dove si diploma in meccanica automobilistica e quando la Thomson & Taylor viene rilevata dal Chipstead Group chiede ed ottiene di essere trasferito in una delle loro aziende, la Cooper Car Company, ceduta da John Cooper al gruppo stesso alla morte del padre Charles avvenuta nel 1964. Alla Cooper, Ron costruisce monoposto di F2 e F3, il suo entusiasmo viene notato dai colleghi più anziani e a soli 19 anni viene aggregato alla squadra di F1 e inviato a Monza per il GP d'Italia nel classico ruolo di garzone di bottega: porta il tè ai colleghi, tiene pulito il box e fa tutti i piccoli lavoretti necessari per imparare l’arte del meccanico da corsa. Dimostrando le sue capacità, Ron viene promosso a vice-responsabile della macchina di Jochen Rindt nel quale però non nutre molta fiducia perchè non lo ritiene sufficientemente preparato in tecncia meccanica. Dennis lo vedrebbe meglio su una F2 piuttosto che su una F1 oltretutto dotata di un motore scorbutico come il Maserati V12 e il rapporto tra i due non è sempre dei più sereni. 1967 Kyalami Zandvoort Silverstone Nel 1968 l’austriaco passa alla Brabham e si porta dietro Dennis (gli piaceva molto il modo in cui gli teneva la macchina sempre pulita e in ordine) che lo segue ma, nella speranza di diventare capo-meccanico, si mette al servizio dello stesso Jack Brabham insieme ad un altro giovane meccanico: Neil Trundle. 1968 Monza Mont-Tremblant Watkins Glen Ron si dedica anima e corpo al suo lavoro, tanto da non avere il tempo per spendere i soldi guadagnati nei normali divertimenti dei suoi coetanei e a soli 21 anni può permettersi di acquistare una Jaguar E-type con i propri risparmi. 1969 Montjuic Parc In alcune gare segue il giovane Jacky Ickx, pilota subentrato a Rindt che è passato alla Lotus. Zandvoort Brands Hatch Nella seconda parte del campionato Ickx vince due GP e conclude il mondiale al secondo posto mentre Jack sviluppa la BT26A e prepara il 1970 nel migliore dei modi. La BT33 è infatti un'ottima monoposto e solo una serie sfortunata di episodi, insieme alla costanza e all'opportunismo di Rindt, impediscono al vecchio Black Jack di combattere fino alla fine per quel quarto titolo mondiale che avrebbe potuto coronare la sua lunga carriera. Ormai Ron è diventato un valido punto di riferimento sia per Brabham che per Ron Tauranac e si occupa dell'organizzazione del team in pista, delegando ai colleghi le operazioni tecniche. Quello a destra nell'ultima foto qui sopra è Nick Goozée, protagonista di un episodio famoso avvenuto a Brands Hatch e che è costato a Brabham la vittoria in quel GP. Prima del via Tauranac calcola il quantitativo di benzina necessario a disputare il GP e fa eseguire il rifornimento poco prima della partenza. Goozée si dimentica di regolare adeguatamente la carburazione della vettura. Infatti nel warm-up del mattino, a causa della temperatura decisamente fresca, la carburazione è esageratamente ricca e lui si dimentica di riportarla in posizione normale, dato che per il GP la temperatura dell'aria si è alzata. La conseguenza è che il Cosworth consuma più del dovuto e proprio all’ultima curva Brabham rimane a secco, viene superato dalla Lotus di Rindt e perde un GP già vinto. Durante la corsa, Black Jack si accorge del problema “sentendo” il motore. Dennis realizza di aver fatto una discreta cappella e si avvia verso la vettura con gli attrezzi per cercare di modificare la carburazione di nascosto e cercare così di coprire il collega ma Jack lo vede con la coda dell’occhio e gli urla un “DON'T EVEN THINK ABOUT IT!” che lo spettina. Continua...
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Cinquantaquattresima edizione della 500 Miglia di Indianapolis disputata il 30 Maggio 1970. Nel messaggio seguente inserisco il video da Youtube di quarantasette minuti. Non anticipo nulla sull'andamento della gara, per chi non l'avesse vista. Tra i non qualificati figurarono Chris Amon e Denis Hulme. Da 'Motor Trend' Agosto 1970, pagg. 24-28, 99:
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