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sundance76
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Il mese di maggio è conosciuto come uno dei periodi in cui più spesso lo sport automobilistico (non solo i Grand Prix) ha pagato dolorosi tributi di sangue. Senna, Villeneuve, Lorenzo Bandini, Alberto Ascari, Attilio Bettega, Sergio Cresto, Henri Toivonen e tanti altri ancora (compresi i vari incidenti della Indy 500).

 

E il 15 maggio non è soltanto il giorno del ricordo della prematura scomparsa di Elio De Angelis. Infatti proprio oggi cade il 75° anniversario di due tragici incidenti, avvenuti nella stessa gara.

 

Il 15 maggio 1938 si correva il 12° Gran Premio di Tripoli (in Libia), una gara ricca di prestigio ma anche economicamente generosa per l'alto livello dei premi in palio per i piloti così come per la gente comune che acquistava i biglietti della famosa Lotteria abbinata alla corsa, primo esempio del genere in Italia, che all'epoca era padrona della Libia (dopo una faticosa e sanguinosa ventennale guerra di conquista, 1912-1932). Ogni pilota era abbinato ad un biglietto della Lotteria.

 

Tuttavia il dominio delle Case tedesche, Mercedes e Auto Union, che da quattro anni dominavano quasi tutte le gare internazionali, aveva progressivamente assottigliato gli schieramenti di partenza, coi piloti privati che sempre più raramente potevano tentare di affrontare le Case ufficiali.

 

Così, a Tripoli, venne fatta una scelta singolare. Una delle condizioni per dare vita alla Lotteria era quello di avere almeno 30 auto al via (così voleva il Regio Decreto del '32 che istituì il concorso), quindi per ottenere l'agognato numero minimo di partenti gli organizzatori ammisero al via anche vetture e piloti della categoria cadetta (le cosiddette Vetturette, cioè le GP2 dell'epoca).

 

In tal modo, oltre alle 13 vetture tipo "Grand Prix" (così erano chiamate le F1 dell'epoca) iscritte nella classe "oltre 1500 cc" (in realtà  erano tutte 3000 sovralimentate, tranne le Delahaye che erano 4500 aspirate), c'erano anche 17 "Vetturette", tutte con cilindrata di 1500 cc.

 

Su un circuito ultraveloce come quello della Mellaha (il grandioso autodromo alle porte di Tripoli costruito tra il '33 e il '34, con poco più di 13 km di lunghezza), era evidente il pericolo di fare correre in contemporanea due categorie così diverse come velocità .

 

Tanto per dire: in prova, il più veloce tra le macchine da GP fu Lang (Mercedes) con 3'26"24, mentre tra le Vetturette il tempo migliore fu di Cortese in 4'16"38....

 

Per la gara, si prevedevano tanti doppiaggi, forse troppi. E molto pericolosi....

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Un ricordo di Eugenio Siena lo tramanda Enzo Ferrari nel suo libro "Piloti, che gente..":

 

“Tra le diverse gare alle quali partecipai in quell’epoca, ricordo con particolare soddisfazione la mia vittoria a Pescara nel 1924, con l’Alfa Romeo RL. Con questa macchina avevo vinto a Ravenna il Circuito del Savio e a Rovigo il Circuito del Polesine, ma nella Coppa Acerbo di Pescara siglai la mia notorietà  di pilota. Riuscii infatti a battere la Mercedes, appena reduce dal trionfo nella Targa Florio. Nella squadra dell’Alfa c’era anche Campari con la famosa P2, ma dovette purtroppo ritirarsi. 

Il mio meccanico era Eugenio Siena, cugino di Campari, pieno di uno spirito agonistico che soverchiava i doveri di parentela, che doveva poi perire a Tripoli nel Gran Premio del 1938 quando stava laureandosi pilota internazionale. Come d’accordo, sin dal primo giro dovevo cercare nel retrovisore, se fossi passato in testa, la sagoma della P2 di Campari per lasciarle sollecitamente il passo. Ebbi un inizio velocissimo e ad ogni giro ripetevo la ricerca nello specchietto, ma invano: la P2 non si vedeva.

Preoccupato per questa assenza – il mezzo di Campari era più veloce del mio – e per l’incalzare delle Mercedes di Bonmartini e di Giulio Masetti, guardai Siena con un primo accenno a rallentare. Ma Siena lanciò un grido in cui non v’era nemmeno l’ombra di una preoccupazione per il ritardo del cugino:”Via, via che ghe la fem!”. Insistetti così al primo posto, e vinsi. Campari mi spiegò poi che, ritiratosi per un’avaria al cambio, aveva nascosto la macchina in una viuzza laterale, affinché gli avversari non si avvedessero troppo presto della sua resa.”

 

Da sinistra, Eugenio Siena, Tazio Nuvolari e Umberto Baconin Borzacchini:

 

33eire1.png

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In seguito alla duplice tragedia, il tradizionale sontuoso ricevimento serale organizzato dal Governatore Balbo fu cancellato. La decisione di far correre le monoposto da GP con le Vetturette venne aspramente criticata col senno di poi.

 

Il pilota tedesco della Mercedes Hermann Lang (vincitore del Gran Premio), a proposito dell'incidente tra Farina e Hartmann che costò la vita al secondo, scrisse nella sua autobiografia:

"Farina, che era completamente innocente, non aveva potuto evitare l'incidente. Restò colpito dalla tragedia e affrontò il viaggio di ritorno verso Napoli (col piroscafo, n.d.s.) totalmente devastato dal punto di vista psicologico".

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Grazie Sundance :up:

 

PS non si vede l'immagine di Siena ai box (2° messaggio)

 

In effetti è un pò pesante. Ora cerco di alleggerirla, e aggiungo anche un'altra foto di Siena in corsa.

 

9fnyh4.jpg

 

ok9wlw.jpg

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  • 10 months later...

In seguito alla duplice tragedia, il tradizionale sontuoso ricevimento serale organizzato dal Governatore Balbo fu cancellato. La decisione di far correre le monoposto da GP con le Vetturette venne aspramente criticata col senno di poi.

 

Il pilota tedesco della Mercedes Hermann Lang (vincitore del Gran Premio), a proposito dell'incidente tra Farina e Hartmann che costò la vita al secondo, scrisse nella sua autobiografia:

"Farina, che era completamente innocente, non aveva potuto evitare l'incidente. Restò colpito dalla tragedia e affrontò il viaggio di ritorno verso Napoli (col piroscafo, n.d.s.) totalmente devastato dal punto di vista psicologico".

Anche perchè Farina, dopo Comminges 1936, era al secondo incidente mortale di cui era involontario protagonista in due anni

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  • 1 year later...

Laszlo Hartmann nella gara di casa, il 1° Gran Premio d'Ungheria, disputato nel 1936 all'interno del Parco Neplyget al centro di Budapest.

Il pilota magiaro è ritratto al box, mentre cura la messa a punto della sua Maserati 8CM con motore 3000, iscritta privatamente dallo stesso Hartmann (al retrotreno si nota il disegno della bandiera tricolore ungherese).

 

2zpp9h2.jpg

 

La sua vettura a volte era dipinta interamente coi colori della bandiera nazionale ungherese, come in questo caso, sulla copertina del mensile inglese MotorSport, in occasione del GP di Città  del Capo 1937.

 

2kfrpl.jpg

 

Doveva apparire più o meno così:

 

hwk66q.jpg

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  • 8 months later...
  • 3 months later...
  • 3 months later...
  • leopnd changed the title to 08 - Gran Premio di Tripoli 1938
  • 6 months later...
  • 3 months later...
  • 3 weeks later...

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