IL MITO.
"Three days of the condor"
Altro che Jason Bourne, altro che "24".
Questo è il vero e unico capostipite di un genere.
Non è (solo) un film di spionaggio, ma un film sulla solitudine, la fine dell'innocenza, la fine delle certezze, della fiducia. Sembra un film d'intelligence, ma in realtà c'è tutto l'umanesimo di Pollack e Redford, la loro concezione della condizione umana, lo sfiorarsi delle esistenze destinate comunque a non poter rimanere insieme.