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  1. A parti invertite domani partiva calciopoli 2.
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  2. Dall'infinitamente grande All'infinitamente piccolo
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  3. E' un articolo che avevo scritto dall'alta parte. Ma mi piace che possa stare anche qui. === Spengo l'auto. Sono le 9 in punto, mai ero stato più preciso. Questa volta ho parcheggiato dalla parte giusta, al di qua della recinzione che separa gli spettatori dai protagonisti. Per una volta, prima e ultima, sarò protagonista. Scendo: dal baule prendo casco, sacca con la tuta, guanti, scarpette. Chiudo con il telecomando, e mi assicuro che le porte siano chiuse. Poi mi guardo intorno, osservo la mia auto, e mi riguardo intorno. Sorrido, e penso tra me e me "senti, ma chi vuoi che te la porti via dall'autodromo di Monza una macchina che vale, sì e no, quanto gli adesivi di quello che stai per provare?!". Scrollo il capo dandomi ripetutamente del fenomeno, e mi avvio verso il retrobox numero 7. Ad attendermi meccanici, tecnici e un ragazzo sulla quarantina. Si chiama Stefano. Mi dà il benvenuto, mi fa conoscere velocemente gli altri ragazzi. E' simpatico, ha la faccia da burlone. Mi mette subito a mio agio. La mattinata procederà con un'oretta di teoria, prima della vestizione e del momento di salire in macchina. Già , la macchina. Mentre Stefano mi parla, cerco di trovarla con lo sguardo. A volte, mentre lo ascolto, lancio gli occhi in giro per capire dov'è, sentirla, annusarla. Niente, siamo ancora nel retro. Sono le 9.30. Inizia la teoria. Ci sediamo di fronte ad un tavolino nel retrobox. Stefano arriva con un blocco di fogli e un volante in mano. IL, volante. Inizia una breve infarinatura: il ragazzo vuole capire se so di cosa mi sta parlando o se ha di fronte un perfetto idiota. Il fatto che sia arrivato con il mio abbigliamento gli fa capire che un pochino (ma poco poco) so di cosa si parla, ma non ho la minima idea di come sarà stare "lì" dentro. Anche se, negli anni, in qualche macchina il sedere l'ho poggiato. Da fermo, ovviamente. Questa volta, tutto sarà diverso. Terminato il prologo, passiamo al volante. Non è quello supertecnologico di questi tempi, ma di una decina di anni fa. Nonostante questo, però, non mancano bottoni, manette e manettini ovunque. Shift down a sinistra e up a destra, frizione, bottoni per mettere in folle, per la radio, il limite ai box. A parte la farfalla sul retro ed eventualmente la radio, non dovrebbe servirmi altro. Stefano mi spiega come si parte. Perchè sembra facile, ma non lo è proprio. Bisogna mantenere un certo numero di giri prima di lavorare con l'acceleratore, e avere una buona sensibilità per evitare di spegnere la macchina. Mi spiega, tramite dei disegni, le informazioni del display, marce, giri e quant'altro. Mi faccio prendere dalla curiosità e chiedo altre informazioni sui vari manettini. Stefano me lo lascia, cerco l'impugnatura giusta alle 9.15, lo giro e lo rigiro a simulare quello che sarà dopo poco. "Non è quello dei pc, vero?" - "No, non proprio..". Stefano capisce che sto morendo dall'attesa. "Ok, direi che l'infarinatura è stata sufficiente. Là dietro puoi andare a cambiarti. Non girerai con quel casco, però, te ne diamo uno noi con il collare". Pazienza, non sarà un problema. Mi porto in zona cambio con tutto l'abbigliamento. Mi spoglio, apro la sacca ed estraggo tuta, guanti e scarpette. Non fa caldo ma sto già iniziando a sudare. Infilo le gambe nella tuta, la tiro su. Prima un braccio, poi l'altro. Chiudo la zip. "Ok, non sono ingrassato dall'ultima volta sui kart". Prendo le scarpette, o meglio gli stivaletti rossi. Usati una volta sola, per girare su un 430. Mesi e mesi dentro una bacheca. Finalmente è anche il loro momento. Ripongo jeans e maglietta nella sacca, e torno da Stefano con i guanti in tasca. "Però, mica male come abbinamento..tuta nera, scarpette e guanti rossi" Sento un applauso alle mie spalle. I miei migliori amici e la mia ragazza erano arrivati, a sorpresa, mentre mi stavo preparando. Non me lo aspettavo, d'altronde era un giorno lavorativo. Sapevano, ma non avrei immaginato di trovarmeli di fronte. Li saluto, e metto subito le mani avanti "Io aspetterei, ad applaudire..Minimo prima che riesca a partire facciamo notte" Stefano sorride, e mi indica il casco. I ragazzi vengono accompagnati verso il muretto, in pitlane. Metto gli auricolari. Serviranno per la radio ma, soprattutto, per non rischiare la sordità dall'accensione del motore in poi. Infilo il sottocasco. Abbasso un pelo la zip della tuta per farlo passare sotto, poi la rialzo. Stefano mi passa il collarino. Lo appoggio sulle spalle, e successivamente ecco il casco. Tutto bianco, niente a che fare col mio, ma va bene così. Faccio un po' fatica ad allacciarlo, non sono abituato al laccio con la doppia "D". Rischio di strozzarmi, ma poi sistemo tutto. Stefano mi aiuta ad agganciare il collare. Mi controllo, sono comodo. "Ok, possiamo andare" Attraversiamo il retrobox. Ed eccola, finalmente. La guardo, l'ammiro. Per qualche decina di minuti sarà mia. Solo io e lei. Quasi da non crederci. Penso di essere rimasto immobile per non meno di 10 secondi. Una goccia di sudore scende dalla fronte, mi pizzica il naso, e mi risveglia. I meccanici mi guardano. Non sono abituati a un beota che resta imbambolato davanti alla macchina. Forse mi stanno compatendo, o forse in quei momenti capiscono che, per uno che è lì 'per caso', è assolutamente normale una reazione del genere. Stefano mi dà una pacca sulla spalla e mi sprona "Dai, sali". Ripercorro velocemente quello che ho visto in televisione per migliaia di volte, e cerco di applicarmi. Mi avvicino alla macchina. Tiro un sospiro, sistemo la tuta. Alzo la gamba destra e la infilo in abitacolo. Appoggio la mano destra alla parte laterale della scocca, e porto dentro anche l'altra gamba. Ora devo sedermi. Appoggio anche la mano sinistra alla scocca, faccio forza sulle braccia, alzo le gambe e mi lascio calare dolcemente all'interno dell'abitacolo, fino ad incastrarmi nel sedile, nel vero senso della parola. "Beh, come ingresso non c'è male!". I pedali sono perfetti per quanto riguarda la profondità , non faccio fatica a sentirli sotto le scarpe. Mi muovo un po' a destra e sinistra per incastrarmi meglio, e uno dei meccanici inizia a fissarmi le cinture. Prima le superiori, poi le inferiori. Infine, mi stringe come se fossi un salame. Sono strettissime, ma deve essere così. Una volta in movimento, bisogna essere il più possibile una cosa sola col sedile per evitare problemi. Dopo le cinture, sposto il casco in avanti per permettere al ragazzo di sistemare anche la protezione ai lati della testa. La appoggia, poi la fissa. E' una visuale mai vista. Per quanto si possa immaginare, essere lì dentro è tutta un'altra cosa. Non c'è telecamera o ripresa che possa darne l'idea. Insomma, sono col culo a terra. Immaginate di sedervi (o meglio sdraiarvi) sul pavimento con sotto il sedere uno spessore di 5 cm. Ecco, quella è l'altezza visiva. Arriva il volante. Il ragazzo lo appoggia alla colonna dello sterzo e poi, con un colpo deciso, lo aggancia. Fissato. Ora c'è proprio tutto. Prendo i guanti, che avevo appoggiato sulle gambe, e li infilo. Guardo negli specchietti, li sistemo. Ne giro uno verso di me e vedo le gocce di sudore scendere sulle guance. Tra tensione e caldo sto morendo. "Vuoi partire dai box o dalla pitlane?". Non mi sono accorto che mi hanno collegato anche la radio. E' Stefano che mi parla. "Non so, rischio di andare a sbattere?!?" "No, questo no..." "ok..[pausa di riflessione..] dai, provo da qui" "Ok. Ti ricordi quello che ti ho detto sulla partenza?" "Sì, sì." "Bene..quando ti senti pronto, fai un segno." Allungo lo sguardo, e vedo sul muretto i miei amici e la mia ragazza con fotocamere e qualsiasi altra diavoleria tecnologica. Come minimo hanno immortalato qualsiasi momento da quando sono apparso nei box, probabilmente senza che me ne rendessi conto. Insomma, voglio riuscire a partire al primo colpo. Ma sai che figura se la spengo in faccia a tutti?E' da mettere in conto, però, non sono mica un professionista, io. Ok. E' arrivato il momento. Abbasso a metà la visiera, tiro l'ennesimo sospiro. Mi sento a metà tra un figo assoluto e un idiota totale nell'alzare il dito come fanno 'loro', per chiedere che la macchina venga messa in moto. Vedo Stefano annuire verso il retro della macchina. Guardo nello specchietto di destra. Uno dei meccanici sta trafficando. Sento il motorino d'avviamento esterno. Non faccio in tempo a pensare che da un momento all'altro.. ..un suono assordante invade l'abitacolo. Sento tutto vibrare, il display del volante si illumina. Sono all'interno di una F1. Accesa. Cerco di mantenere la calma, conto fino a 5, o forse 10, non ricordo. Sicuramente calmo non sono. Sento i battiti salire. "Mi raccomando, ricordati i giri motore e la frizione tirata prima di mettere in prima". Stefano mi guida. Gli faccio un cenno di OK, e mi concentro per la partenza. Sul display campeggia una grossa "N". Sono in folle. Impugno il volante. Tiro la frizione con anulari e mignoli. Poi, con indice e medio della mano destra..TAC. Ecco la prima. Sento un leggero colpetto sulla schiena. E' entrata, me lo conferma anche il display: "1". Ed eccomi al momento tanto atteso. Devo muoverla, 'sta benedetta macchina. Cerco il pedale destro, fisso gli occhi sul numero di giri. 5000, 6000..mi concentro per mantenere il piede quanto più fermo possibile e, nel frattempo, allento la presa dalla frizione: con delicatezza. Mi sento muovere. Piano, pianissimo, ma lo sto facendo. Nel girare il volante verso destra faccio fatica a mantenere la presa sulla frizione e la lascio quasi tutta. Sento un piccolo sobbalzo dietro, ma ormai ci sono riuscito. Con la coda dell'occhio vedo i ragazzi seguirmi con le digitali, ma in poco me li lascio alle spalle e li vedo dallo specchietto. 30, 40 km/h. Stefano si fa sentire: "Ottimo, ottimo davvero..ora mi raccomando..il primo giro con molta calma e non tirare le marce" "Ok" Percorro lentamente, alla stessa velocità , la Pitlane. Mi guardo intorno quasi incredulo di dove sono e cosa sto facendo. Abbasso tutta la visiera, e mi avvicino al semaforo della pitlane. Anche se non c'è nessuno in pista lampeggia, di giallo. Il sogno di entrare in pista a Monza con una F1 sta per avverarsi. Seguo con lo sguardo il semaforo che lampeggia. Fino ad un certo punto: quando, a ritmo di lampeggio, un fastidioso "beep" risuona nel casco. Sempre più forte. Non capisco da dove provenga, o cosa indichi. Premo il tasto 'Radio' per parlare con Stefano, magari c'è qualcosa che non va. Ma questo beep continua imperterrito. beep, beep, beep Ad un tratto vedo scurirsi intorno. Penso siano le nuvole, ma la visiera diventa via via più scura, sempre di più. Sembra quasi sera. E questo beep, beep, beep continua fino a quando non vedo più nulla. Buio totale. Sento solamente: beep, beep, beep. Non capisco cosa succeda, cosa sia, perchè. All'improvviso: bianco. E ancora Beep, beep, beep. Mi volto. Il mio cellulare. Sono le 7.00. Beep, beep, beep. Mi alzo, passo davanti alla mia bacheca con i modellini, i cappellini, le scarpette, i caschi. I sogni son desideri, chiusi in fondo al cuor.. === Insomma. Se mai mi capitasse, credo che potrei scrivere tre volte tanto. Chissà ..
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  4. Boh ..... Manca 1 ora qui . Vado a nanna
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  5. Cellino ormai è solo un clown barzellettiere. Con la Roma ha fatto dei casini e poi s'è messo a piangere per la sconfitta a tavolino, stasera l'apoteosi. Pa-te-ti-co!
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  6. Io capisco i giocatori della Juventus che sbagliano i rigori (lo stesso Pirlo ne ha sbagliati diversi). In questi anni ne hanno tirati veramente pochi e non sanno più come si fa dovrebbero chiedere consigli ai giocatori del Milan.
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  7. Per gli amanti degli animali (non animalisti)
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  8. Vabbè, ma c'è anche da dire che non è detto che uno che salga dalla GP2 da vincente riesca a dimostrare di essere il migliore. Kobayashi non sarà andato benissimo nelle categorie minori, ma nei tre anni in Sauber (e nelle due o tre gare in Toyota) ha dimostrato ampiamente di meritare il posto.
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  9. Sul "V8 engined blog" c'è scaricabile in PDF uno speciale di AutoSprint del '71 scritto dal suo biografo Cesare De Agostini: http://laletterascarlatta.blogspot.it/2011/11/nuvolari-autosprint-n501971.html
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  10. Tutta, ma proprio tutta l verità sul calendario Maya http://t.co/LPBaPImT
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  11. Qui ci sono anche stato, posto meraviglioso Beh, le mie foto però non sono venute così bene...
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  12. Per rilanciare il volano dell'economia, per il volo del volano del volante, per il futuro dei nostri figli!!
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  13. Altro topic da urlo! Grande Gio!
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  14. https://www.youtube.com/watch?v=o-bokeh9rDo
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  15. Castello di Neuschwanstein in Baviera (quello a cui si è ispirato Walt Disney per il suo logo)...sono innamorato, è stupendo e il paesaggio che lo circonda è qualcosa di unico...in cui la natura vince sull'uomo...sono pochissime le costruzioni attorno!!!
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  16. La deviazione di cui parlavo è quella contrassegnata col pennarello fucsia. Una volta raggiunta la temperatura necessaria, si rimuove la resistenza e si mette il tappo nero che si vede nella foto.
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  17. Era nell'aria da quando hanno annunciato l'ingaggio di Lauda. Se abbiano fatto bene o male saranno i fatti a dirlo, personalmente penso che stiano brancolando nel buio e provano a sparare cartuccie a casaccio sperando di prendere qualche piccione
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