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Andrea Vallieri

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Contenuti inviati da Andrea Vallieri

  1. Forse Rosemeyer non si sarebbe portato ai box il pezzo di balaustra che gli ricordava la coppa del vincitore........
  2. Caro Sundance tocchi un argomento a me molto caro.....pero a Monaco avevamo vinto
  3. L'ho visto ieri dopo averne acquistato il dvd che è disponibile (in inglese sottotitolato) ad un ottimo prezzo. Mi è sembrato una buona produzione ricca di immagini inedite e molto coinvolgente. Assai interessanti le sequenze sulle gare in Nuova Zelanda e sopratutto quelle sulla Can Am. Lo consiglio a tutti.
  4. faccio notare che la prefazione è del miticor Earl Howe, uno dei più grandi piloti britannici di quell'epoca.....
  5. "Destino sull'Asfalto" con Kirk Douglas non rende merito al romanzo di Hans Reusch dal quale è tratto. Troppo hollywoodiano..... Ma "Grand Prix" e "Le 24 ore di Le Mans" pur essendo opere di finzione ci possono permettere di dare uno sguardo su un mondo ormai lontano (tra l'altro le riprese dei due film sono magnifiche). Per Rush, che opera di finzione non è, pur con le dovute licenze vale lo stesso discorso (grande la sceneggiatura di Peter Morgan e Daniel Bhrul seembra proprio bucare lo schermo come Niki Lauda). Gli altri film, insomma......
  6. straordinario, ma dove è stata scattata?
  7. Caro Osrevinu, una dichiarazione come "Possiamo vincere ovunque, abbiamo la macchina migliore" mi ricorda tanto quelle dichiarazioni messe in bocca a calciatori o dirigenti di squadre di calcio che ad Agosto si dicono certi di aver già vinto il campionato.... E' un modo a mio avviso antipatico (di una buona parte della stampa) di sobillare una forma di tifo che a me non piace per niente, del tipo "chi non tifa per Ferrari non è un Italiano". L'automobilismo non deve essere come lo sport del pallone dove il tifo affossa la razionalità. In 55 anni di vita e in 45 di lettura di Autosprint ho tifato Steward, Lauda, Senna poi un lungo intermezzo dove i piloti che scendevano in pista non riuscivano a suscitare in me l'entusiasmo (e mi perdonino i tifosi Ferraristi di Schumacher) ed infine ho scoperto Hamilton. Detto questo, la stagione in corso per me ha messo in chiara luce due cose: primo, Mercedes Benz-Hamilton mi appaiono ancora come il binomio più forte e spettacolare, secondo, va comunque riconosciuto alla Ferrari e a Vettel di aver disputato un ottima stagione specie alla luce delle non proprio buone premesse della vigilia.
  8. Grazie Duve, ma come ho fatto a scambiare il meccanico per Hunt......
  9. La magnifica foto di Lauda ed Hunt nel 1973 di pagina 2 dove è stata scattata???
  10. QUESTO NON LO AVEVO MAI VISTO...... COMPLIMENTI
  11. Ottimo ragazzi, mi state veramente aiutando! Sundance, molto interessante il libro di George Monkhouse e Roland King Farlow che mi ha fatto conoscere i primi tre della mia gara misteriosa, vedo che è un edizione italiana, me ne sai dire le coordinate temporali e l'editore?
  12. ok per spostarla nel forum varie....(spero di trovarlo....) leopdn sei sicuro cheil Donington Grand Prix del 1938 lo abbaia vinto HP Muller........
  13. e...purtroppo no, Gabriele, grazie comunque. Qui siamo a Brooklands un circuito del quale presto mi piacerebbe parlare.
  14. Il mistero del Nuffield Trophy del 1938. Ed ora quello che per me è un vero mistero. Qualcuno di voi conosce la classifica del Nuffield Trophy disputato il 9 luglio 1938 sul circuito di Donington Park e vinto dall’impareggiabile "B. Bira" (ERA R1C). Sfortunatamente io non sono riuscito a trovarne traccia….. Aiutatemi……
  15. Altra carne al fuoco: un Auto Union a motore anteriore? Cari amici, un altro mistero da corsa. Dopo la conferenza di Merano del gennaio 1940, con l’Italia non ancora in guerra, tra le autorità sportive Italiane e Tedesche era stato abbozzato un calendario sportivo per quella stagione che prevedeva un limitato numero di gare delle quali solamente il Gran Premio di Germania, la coppa Ciano e la coppa Acerbo sarebbero state riservato alle grosse tre litri mentre nel contempo si sarebbe sviluppate le voiturette, destinate a divenire le nuove monoposto da Grand Prix (cosa poi accaduta nel dopoguerra con la “Formula A” poi divenuta la nostra “Formula 1”). Alfa Romeo e Mercedes disponevano già di vetture di questa categoria estremamente competitive mentre l’Auto Union iniziò lo sviluppo della nuova Typ E che poi finì travolta nella tragedia dell’insensata II Guerra Mondiale. Di questa vettura vennero studiate diverse configurazioni, tra le quali anche alcune con motore anteriore, cosa che avrebbe costituito una clamorosa novità per la casa dei quattro anelli. La loro forma mi ricorda molto le prime Aston Martin tipo corsa (formula 1, si veda il libro “Grand Prix Cars 1945-65” di Anthony Pritchard) realizzate nel dopoguerra e dovute alla penna dell’ex progettista dell’Auto Union Robert Eberan von Eberhost ed in proposito diversi anni fa trovai gli schemi (purtroppo senza nessuna nota esplicativa) che voglio proporre alla vostra attenzione. A titolo di chiosa, ricordo che l’edizione tedesca del bel libro di Gianni Cancellieri e Cesare de Agostini “Le Leggendarie Auto Union”, più ricco di immagini rispetto all’edizione italiana dello stesso testo, riporta uno spaccato del motore a 12 cilindri previsto per questa vettura. Ci sentiamo presto. P.s. sono proprio cieco.....la Ferrari-Jaguar c'è già.....
  16. Una (simil) Auto Union Italiana? Buongiorno amici. Iniziamo a mettere un po’ di carne al fuoco. Clemente Biondetti, che nel dopoguerra sarà ricordato anche per un singolare esperimento che vide l’istallazione di un motore Jaguar su di un telaio Ferrari F1 (a proposito occorrerà inserirla tra le incredibili ed impareggiabili monoposto ritratte da Sauro Torreggiani), nell’anteguerra progettò e forse realizzò parzialmente un’interessante monoposto a motore posteriore. Di questa vettura si parlò per la prima volta sulla rivista Inglese “Autocar” del 22 marzo 1935. La vettura era apparentemente dotata di un motore V12 aspirato con un angolo tra le bancate (stimato) di 60° che era raffreddato ad aria, dotato di distribuzione con due alberi a camme in testa e di due valvole per cilindro, con l’alimentazione garantita da tre carburatori. L’alesaggio e la corsa del propulsore erano rispettivamente di 79 x 100 mm, mentre il suo peso era di appena 265 chilogrammi. Pare che la vettura presentasse un telaio proto-monoscocca “la vettura presentava un singolare telaio tubolare”, con un passo di 2,55 metri e carreggiate (uguali) di 1,39 metri. Alcune fonti riportarono che la vettura venne effettivamente completata e brevemente testata in vista di un suo possibile debutto al Gran Premio di Tripoli del 12 maggio. Tuttavia, scorrendo la lista degli iscritti pubblicata nei magnifici testi di Paul Sheldon, le sole vetture iscritte a quella gara che poi non si presentarono furono la Maserati 8CM di Earl Howe e (ovviamente) la lentissima S.E.F.A.C. di Marcel Lehoux. Nonostante il mistero che circonda questa realizzazione, pare comunque che non si fosse trattato di un pesce di aprile. Il 4 gennaio 1935, il quotidiano sportivo “Il Littoriale” riportò che Clemente Biondetti, in qualità di pilota per il Gruppo Genovese San Giorgio, non solo avrebbe partecipato alle gare riservate alle voiturette dell’imminente stagione, ma che era anche coinvolto nella realizzazione “di una potente vettura di nuova costruzione”. Pare che i motivi che impedirono il concretizzarsi del progetto siano dipesi soprattutto da ragioni economiche. Sono riuscito a trovare le poche notizie di cui sopra nell’incredibile sito “The Golden Era of Grand Prix Racing” mirabilmente condotto da Leif Snellman, null’altro è emerso dalle mie ricerche tranne la shilouette sotto riportata. Qualcuno di voi ne sa qualcosa di più?
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