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Hannu Mikkola


sundance76

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Ero convinto che vi fosse già un thread su Hannu, e invece pare di no.

Sono sconvolto dalla sua scomparsa, Mikkola era già un monumento vittorioso pluridecennale quando ero bambino e iniziai a interessarmi delle corse automobilistiche. Si pensa e si spera che i monumenti siano eterni.

E invece il tempo è sempre limitato, dannazione.

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Ai pochi utenti che conoscono e a cui importa qualcosa di Mikkola, penso di far cosa gradita postando questa intervista di Martin Holmes apparsa sul n.22 del 1987 di Autosprint, alla vigilia dell'Acropolis, centesima gara iridata di Hannu dall'istituzione del Mondiale nel 1973  (Hannu si ritirò definitivamente nel '93).

Tuttavia Mikkola dopo aver iniziato a correre nel '63, aveva già vinto moltissimo a livello internazionale dal 1968 al 1972, ad esempio mettendo assieme 3 vittorie consecutive nel "suo" Mille Laghi (che poi rivincerà altre quattro volte, per un record ancora imbattuto di 7 vittorie in Finlandia), il Safari '72 (primo europeo a vincerlo), e la massacrante maratona Londra-Messico nel 1970 di ben 26mila km.

 

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Nonostante fosse benestante, la famiglia Mikkola non aveva i mezzi per appoggiare efficacemente Hannu nel suo ingresso nel mondo dei rally. Lui comunque riuscì ad avere l'aiuto di qualche sponsor per gareggiare in cinque rally nel 1963. Ma nel '64 le gare furono solo quattro, e nel '65 soltanto tre:

"Il colpo di fortuna arrivò negli ultimi mesi del 1965. In gara non andavo male, ma avevo sempre minori possibilità di mettermi in luce. Un giorno mi presentarono all'uomo del destino: Leo Yoki, un uomo d'affari locale, poco desideroso di comparire ma grande appassionato di rally. Suo figlio Timo ne ha continuato la carriera, aiutando anni dopo gente come Salonen e Kankkunen.

Bene: Leo mise insieme qualche sponsor e combinò con la Volvo Finland, che mi affidò un programma completo di campionato nazionale per il '66. Anno fantastico. Due vittorie: la prima, nel Nord a inizio campionato, battendo Timo Makinen; la seconda verso fine stagione, davanti a Rauno Aaltonen. Era la svolta professionale. Da quel punto in poi, i confini finlandesi iniziarono a farsi stretti. Si parlava ogni giorno di Montecarlo e di Safari, di Fulvia Hf e di campioni italiani e francesi: avevano lo stesso fascino dei sogni irrealizzabili, ma ci pensavamo continuamente. Eravamo finlandesi: ci sentivamo in grado di correre contro chiunque".

 

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