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Carlomm73

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Approfitto che oggi ho un po' di tempo per andare avanti con i ricordi parlando delle stagioni 1987-88 e 1988-89.

Nella prima Milano, sempre impegnata su più fronti, nella stagione regolare del campionato lascia il primo posto a Varese, accomodandosi nella piazza d'onore e precedendo Cantù per un podio virtuale tutto Lombardo. Mentre Roma sembra aver esaurito il suo ciclo Caserta, finalista degli ultimi 2 anni, è quarta davanti a una Pesaro che a metà stagione insoddisfatta del rendimento dei suoi stranieri, e della classifica deficitaria, aveva cambiato (cosa consentita dal regolamento) affidandosi agli Americani Cook e Daye (quest'ultimo padre del'attuale giocatore della Virtus Libertas). Ai playoff i Marchigiani eliminano prima i Campani (che si consoleranno vincendo la Coppa Italia) e poi i primi della stagione regolare.

In finale si trova di fronte Milano, che dalla dalla sua parte di tabellone incontra pochi ostacoli, e il programma rispecchia lo stesso dell'anno precedente con gara 1 in casa della squadra peggio classificata, quindi 2 di fila nell'altro campo.

Pesaro vince la prima nella Marche, e riesce ad espugnare Milano in gara 2 e pur perdendo gara 3 ha l'occasione in gara 4 in casa di chiudere i conti: non sbaglia e si aggiudica il primo scudetto della sua storia dopo le finali perse nel 1982 e nel 1985.

 

Qualche immagine di gara 1: 

 

 

Gara 2:

 

Gara 3:

 

E infine gara 4:

 

In campo Europeo la Korac è disastrosa per le Italiane, con Varese che non riesce a raggiungere i gironi dei quarti facendosi eliminare nei preliminari da una squadra di Parigi, sulla carta molto più debole, Caserta, che dopo essere passata dalla tagliola della prima fase arriva addirittura ultima nel suo girone e Cantù e Bologna che non approdano alle semifinali: per la prima volta da diversi anni nessuna squadra Italiana sarà tra le prime 4 di questa competizione. Al contrario le stesse protagoniste della finale scudetto tengono alta la bandiera tricolore nelle altre due competizioni. Mentre in Coppa delle Coppe Pesaro, alla terza partecipazione consecutiva in questa manifestazione, si ferma in semifinale, per mano del Limoges, poi vincitore, in Coppa dei Campioni Milano arriva all'atto conclusivo e come nella stagione precedente il rivale è il Maccabi Tel Aviv. Finale completa presa dalla televisione Spagnola

 

 

L'anno successivo si riparte con Pesaro che in Coppa dei Campioni fa molta fatica. Vuoi per il livello leggermente superiori degli avversari, vuoi per la formula diversa con un girone unico che implica molte partite da giocare infrasettimanalmente, rimane esclusa dalle semifinali. 

In Campionato è tutta un'altra musica con il raggiungimento del primo posto in stagione regolare davanti ad una sorprendente Enichem Livorno, mentre Milano, sempre tra le favorite, dopo un buon avvio accusa un calo nel girone di ritorno e solo con un colpo di coda finale riesce a rientrare in zona playoff: una vittoria all'ultima giornata le permette addirittura di agganciare al terzo posto Bologna, che torna ad avere ambizioni, Caserta, oramai stabilmente nei posti alti e Treviso, altra squadra non pronostica alla vigilia. L'avulsa stabilisce il terzo posto per gli Emiliani e il sesto per i Campani che sfiorano solamente l'impresa in gara 3 dei quarti mentre i Lombardi si mangiano letteralmente gli inesperti Veneti e sono l'unica squadra non tra le prime 4 della stagione regolare ad accedere alle semifinali.

Tra le 2 quella che vede di fronte Livorno e Bologna praticamente si decide in gara 1 con una vittoria interna dei Toscani di 2 soli punti, mentre in gara 2 e in gara 3 vince sempre la squadra di casa, ma con margini nettamente più ampi.

Invece in quella tra Pesaro e Milano il pronostico viene ribaltato da un brutto episodio:

 

Dopo essere stato colpito dalla monetina Meneghin non tornerà più in campo e Milano otterrà il 2-0 a tavolino che permetterà il passaggio del turno dopo la vittoria in gara 2.

La finale, che è quella di cui parlava @Ayrton4ever qualche post sopra, è sempre su 5 gare ma a campi alternati e Livorno, che ha acquisito il vantaggio con l'uscita di Pesaro, stravince gara 1 in casa; Milano fa altrettanto in gara 2 e sbanca, seppur in maniera netta, il campo Toscano in gara 3, salvo poi restituire il favore in gara 4 e rimandare tutto alla bella di cui sono disponibili le immagini degli ultimi minuti

 

In Korac l'Italia schiera solo 3 squadre che sono Cantù, Milano e Varese. Quest'ultima viene eliminata nei gironi dei quarti di finale mentre le altre due approdano alla semifinale dove si incontrano. Cantù vince abbastanza agevolmente e sembra destinata al successo dopo aver vinto di 13 punti l'andata della finale col Partizan Belgrado ma al ritorno i Serbi s'impongono con ben 19 punti di scarto e sono loro ad alzare la Coppa.

In Coppa delle Coppe Caserta riesce a raggiungere la semifinale dove negli ultimi minuti riesce a rimontare il Real Madrid e portare la gara ai supplementari dove gli Spagnoli avranno la meglio. Ma all'ultimo secondo dei regolamentari c'era stato un episodio dubbio:

 

La stessa Caserta arriva di nuovo in finale di Coppa Italia dove viene sconfitta da Bologna, che a sua volta non vinceva un trofeo dallo scudetto dell'84.

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Grazie a @leopnd per il contributo, io vado avanti con la cronologia delle squadre Italiane parlando della stagione 1989-90 che presenta alcune novità in partenza tanto per il Campionato che per le Coppe Europee. Riguardo quest'ultime vi è una piccola, ma non insignificante, variazione nella formula della Coppa Korac: le 16 squadre ammesse alla seconda fase, o per diritto, o perché uscite vittoriose dai confronti ad eliminazione diretta della prima, saranno ugualmente divise in 4 gironi da 4. La differenza è che mentre fino all'anno prima le vincenti di questi raggruppamenti accedevano alle semifinali, da questa edizione le prime 2 di ogni girone accedono ai quarti di finale, quindi un turno in più.

Ancora più consistente la seconda modifica che prevede dal 1991-92 una Coppa Campioni allargata alle squadre piazzate dei campionati più interessanti, compresa l'Italia. Quindi questo torneo nazionale sarà l'ultimo che darà accesso solo per la vincitrice al torneo continentale più importante.

La novità intrinseca del Campionato Italiano sarà invece di carattere televisivo: la RAI, oltre a trasmettere gli anticipi del Sabato ogni giornata e la serie di finale, darà in diretta una partita per ogni turno di ogni serie dei playoff.

Fatte queste premesse passiamo alla cronaca della stagione regolare: oltre le finaliste della passata stagione c'è molta attesa e curiosità per Pesaro che probabilmente avrebbe potuto vincere il secondo scudetto consecutivo senza l'episodio della monetina tirata a Meneghin.

La squadra Marchigiana non delude le aspettative e parte subito forte raggiungendo anche 6 punti di vantaggio nei confronti del secondo posto dove si alternano diverse squadre; una di queste è Livorno, sponsorizzata Enimont, che andando a vincere lo scontro diretto fuori casa comincia una rimonta che la porta a ricucire completamente lo svantaggio. Tuttavia, a metà del girone di ritorno è il turno della squadra Toscana ad avere un calo che lascia via libera alla Scavolini; nonostante 2 sconfitte nelle ultime giornate in Lombardia, prima con una deludente Milano che sta addirittura lottando per l'accesso ai playoff, poi con una Cantù in lotta per le prime posizioni Pesaro termina la stagione al primo posto davanti a Varese. La terza piazza è appannaggio di un quartetto formato da Cantù, Caserta, Bologna e Livorno classificate in quest'ordine per la classifica avulsa con i Brianzoli e i Campani che avranno il vantaggio, come le prime 2, di accedere direttamente ai quarti, mentre gli Emiliani e la Enimont dovranno vedersela negli ottavi con le prime 2 delle A2.

Se Bologna ha pochi problemi, battendo Trieste in 2 partite, Livorno incontra molte più difficoltà contro Torino che dopo aver pareggiato in casa la sconfitta iniziale si presenta alla bella in Toscana senza nulla da perdere: la partita è tiratissima e molto equilibrata e, quando a pochi minuti dalla fine, Fantozzi, play anche nel giro della Nazionale, è costretto ad uscire per 5 falli la luce di Livorno si spegne, e alcuni liberi sbagliati fanno il resto.

Tra gli altri ottavi quello che desta più curiosità mette di fronte Reggio Calabria, mai così in alto fino a quel momento, e Milano che, come detto, ha sofferto moltissimo per raggiungere i playoff raggiungendoli solo all'ultima giornata della stagione regolare grazie ad una combinazione di risultati. In gara 1 i Calabresi s'impongono a fatica negli ultimi secondi mentre Milano vince nettamente gara 2 e presentandosi in gara 3 con qualche possibilità; infatti gli ospiti sono avanti nel punteggio e sembrano controllare il gioco quando a metà del secondo tempo il grande Bob McAdoo si rende protagonista di una sciocchezza colossale: col possesso in mano a Milano rifila una gomitata all'avversario e da quel momento la partita gira con i padroni di casa che rimontano e si trovano a +3 a 30 secondi dalla fine. Casalini, coach di Milano, prova l'impossibile schierando 5 esterni ma i ripetuti tentativi vanno tutti a vuoto: per la prima volta nella storia dei playoff entrambe le finaliste della passata edizione sono subito fuori.

Il turno successivo un piccolo brivido lo da Pesaro perdendo in casa con Roma, ma la sconfitta viene rimediata immediatamente. Il resto dei playoff procede linearmente con le prime 2 della stagione regolare che raggiungono la finale. Oltre al fatto che la Scavolini è più forte Varese in gara 2 perde Sacchetti, il suo leader, per un infortunio al ginocchio e pur portando a termine con una vittoria quella partita il resto della serie non ha storia e non c'è neanche bisogno di andare a gara 5.

In Europa i risultati delle Italiane sono abbastanza mediocri: malissimo Milano in Coppa dei Campioni, in Korac Treviso non passa i preliminari, Caserta nel suo girone arriva a pari punti con altre due squadre e risulta quella esclusa per la classifica avulsa/differenza canestri. Meglio Pesaro che arriva secondo nel suo, lasciando il primo posto a Badalona sempre per gli scontri diretti. Gli Spagnoli ai quarti trovano di fronte Livorno, a sua volta seconda in un girone equilibratissimo e con tutte le squadre a pari punti, e la eliminano perdendo di 1 l'andata e vincendo di 3 il ritorno. In seguito sia loro che l'unica Italiana superstite  vincono le rispettive semifinali e si trovano di nuovo di fronte in una finale che con poca storia lascia scappare la Coppa dall'Italia.

A migliorare la situazione ci pensa Bologna che vince la Coppa delle Coppe battendo in finale in Real Madrid, vendicando in qualche modo la contestata sconfitta di Caserta dell'anno prima, e, poiché bissa anche la Coppa Italia, sarà l'unica rappresentante Italiana l'anno dopo in questa manifestazione,

Partiamo da quest'ultima con le immagini

 

I festeggiamenti in una rete locale Bolognese:

 

Le due partite di Livorno con Badalona:

 

 

E la sintesi delle  due di Pesaro contro gli Spagnoli:

 

 

 

Per le finali scudetto abbiamo qualche immagine di gara 2, compreso il grave infortunio a Sacchetti, e di gara 4.

 

E per concludere la sintesi della finale di Coppa Italia

 

 

Modificato da Carlomm73
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- Dražen Petrović a 8 anni si sveglia tutte le mattine alle 5.30 per andare in palestra a fare 500 tiri prima di andare a scuola
- a 15 anni esordisce in serie A jugoslava
- “Mi sfidava, mi insultava in quattro lingue. Adoravo giocare contro di lui. Per me è il miglior tiratore che abbia mai visto” (Reggie Miller)
- a 16 anni è titolare e chiude la stagione a 16.3 punti di media
- a 18 anni è già leader indiscusso della squadra che perde la finale di coppa Korac col Limoges
- a 21 anni, in maglia Cibona, segna 112 punti contro l'Olimpia Lubiana, chiude il campionato a 43.3 punti di media e la coppa dei Campioni (vinta) a 37 punti di media.
- ''Se giocavi con lui rischiavi di perderti qualcosa. Era meglio stare fuori a guardare'' (Toni Kukoč)
- a 23 anni ha già vinto 2 coppe dei Campioni.
- a 25 anni, nel Real Madrid, segna 62 punti nell'indimenticabile finale di coppa delle coppe contro Caserta (Oscar 44).
- a 26 anni è in NBA, a Portland, ma gioca pochissimo.
- "Ricordatevi sempre che quando vedete un europeo in Nba la strada l'ha asfaltata Drazen" (Federico Buffa)
- a 27 anni passa ai Nets, prima stagione a 12.6 punti di media, le successive due oltre i 20.
- a 28 anni gioca un'amichevole contro l'Italia a Trieste: sbaglia tiri che di solito mette con percentuali clamorose, ma non si scoraggia e continua a tirare. E a sbagliare. Durante un time out invece di ascoltare l’allenatore va sotto il canestro e lo osserva con attenzione. ‘Arbitro, il ferro è spostato di qualche centimetro. Va messo a posto!’. Viene fatta la misurazione ed in effetti il ferro non è ben posizionato. Da quel momento comincia a fare sempre canestro.
- a 29 anni Vernon Maxwell prima di Houston-New Jersey dichiara: “Deve ancora nascere un bianco europeo in grado di farmi le scarpe”. Il tabellino di Petrovic, a fine partita, alla voce "punti" recita: 44.
- al termine di quella stagione, vola a giocare il torneo di qualificazione agli Europei. La Croazia ce l'avrebbe fatta a mani basse anche senza di lui. Ma lui aveva i colori della bandiera croata tatuati addosso, ed era orgoglioso. Dopo una partita in Polonia, stravinta, la squadra torna in Croazia in aereo, ma Drazen preferisce tornare in auto con la sua fidanzata, Klara Szalantzy. Mentre attraversano la Baviera in autostrada, nei pressi di Denkendorf, a causa del maltempo, un tir sbanda invadendo la carreggiata. La Golf guidata da Klara, con a bordo Drazen e un’amica, lo centra in pieno. Le due ragazze si salvano, Drazen no. Uno shock incredibile per la Croazia, e l’intero mondo del basket. Ai suoi funerali a Zagabria partecipano circa 100.000 persone. Era il 7 giugno 1993. Oggi sono passati esattamente 24 anni da quel tragico incidente
- Per ricordarlo scegliamo le parole di un bambino croato. Un giorno, mentre la mamma di Drazen era in visita alla tomba del figlio, le si avvicina un bimbo. La guarda con ammirazione e le dice: “Signora, forse l’ha cresciuto lei. Ma lui è nostro, è di tutti noi”.

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