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  1. Tra dieci minuti scarsi le prime prove libre del Gran Premio d'Italia.
  2. Jenson86

    chi viene a Monza?

    Hi guys! Intanto voglio condividere con voi una grande gioia! Forse alcuni di voi avranno letto alcuni miei tweet e si saranno accorti che grazie al concorso di Autosprint ho vinto 2 biglietti per l' accesso al MONZA VIP CLUB per la giornata di sabato! Ammetto di avere avuto un culo enorme, tendendo conto che ho vinto anche nel 2011 mentre l' anno scorso il fortunato era stato mio papà ! :rotfl2: Ecco dove assisterò alla prove nella giornata di sabato: http://www.monzanet.it/it/show/3959/f1%20minisito%20pacchetto%20ospitalit%C3%A0%20box%20vip Volevo chiedervi se qualcuno di voi sarà in circuito!!
  3. Tra dieci minuti il via al GP del Belgio
  4. Tra dieci minuti le qualifiche del GP del Belgio. Piove.
  5. Tra 15 minuti le prime prove libere del Gran Premio del Belgio!
  6. Tra mezz'ora il via al Gran Premio d'Ungheria!
  7. [col][/col][col]Formula 1 Magyar Nagydij 2013 - Budapest 888° Gran Premio Round 10/19 26-27-28 Luglio 2013[/col] [col]INFO Lunghezza del circuito: 4,381 km Giri da percorrere: 70 Distanza totale: 306,630 km Numero di curve: 14 Senso di marcia: orario Mescole Pirelli: soffice/media Apertura farfalla: 58% della percorrenza RECORD Giro gara: 1:19.071 - M Schumacher - Ferrari - 2004 Distanza: 1h35:26.131 - M Schumacher - Ferrari - 2004 Vittorie pilota: 4 - M Schumacher Vittorie team: 11 - McLaren Pole pilota: 7 - M Schumacher Pole team: 8 - McLaren Km in testa pilota: 1.215 - M Schumacher Km in testa team: 3.019 - McLaren Migliori giri pilota: 4 - M Schumacher Migliori giri team: 9 - Williams Podi pilota: 7 - A Senna, M Schumacher Podi team: 22 - McLaren[/col][col]Orari del Gran Premio d'Ungheria Venerdì 26 Luglio 10:00-11:30 Prove Libere 1 - Sky Sport F1/Rai Sport 1 14:00-15:30 Prove Libere 2 - Sky Sport F1/Rai Sport 1 Sabato 27 Luglio 11:00-12:00 Prove Libere 3 - Sky Sport F1/Rai Sport 1 14:00-15:00 Qualifiche - Sky Sport F1/Rai Due Domenica 28 Luglio 14:00 Gara - Sky Sport F1/Rai Due[/col] Dopo tre settimane di pausa ritorna l’appuntamento con il circus della Formula 1. Il prossimo weekend si disputerà , sul circuito dell’Hungaroring, il Gran Premio d’Ungheria, decima prova del mondiale 2013 ed ultimo appuntamento prima della pausa estiva. Lo scorso Gran Premio in Germania ha visto ancora una volta il trionfo di Vettel, vincitore per la prima volta in casa, davanti alle due Lotus di Raikkonen e Grosjean, a loro agio con le temperature insolitamente alte che si sono registrate sulle alture dell’Eifel, che hanno mandato in palla tutte le previsioni fatte dopo le prove libere del venerdì con un clima decisamente più fresco. Giunti a metà campionato sembra di poter dire che anche questa stagione si sta indirizzando verso Sebastian Vettel e la Red Bull. Il tedesco ha già vinto quattro gare e guida la classifica iridata con 34 punti di vantaggio su Fernando Alonso. Il divario non è enorme, ma l’anno scorso di questi tempi il ferrarista era primo in classifica con un vantaggio perfino più ampio ed ha perso il titolo a fine anno, e in tutta onestà non si capisce come potrebbe vincere stavolta che è addirittura costretto ad inseguire con un mezzo oltretutto niente affatto all’altezza. Il Gran Premio d’Ungheria si disputa sul circuito dell’Hungaroring alla periferia est di Budapest, nella piccola cittadina di Mogyorod che conta poco meno di 6.000 abitanti. Si tratta del circuito più corto del mondiale dopo Monte Carlo e, proprio come Monte Carlo, è anche molto lento e tortuoso. Hakkinen diceva spesso che correre all’Hungaroring era come correre nel Principato, ma senza le case e i marciapiedi. Anche su questo tracciato, come a Monaco, la qualifica è fondamentale: partire tra i primi è indispensabile per poter ottenere un buon risultato in gara su questo piccolo toboga. Il tracciato durante l’anno è usato pochissimo. Per questo la pista è sempre molto sporca e ciò causa seri problemi di aderenza durante tutto il weekend. Inoltre, in genere, da queste parti fa sempre molto caldo, non di rado l’asfalto supera i 40°C e questo, insieme con l’alta abrasività del manto stradale, costringe ad adottare strategie abbastanza conservative con gli pneumatici. Si tratta a tutti gli effetti di una pista ad alto carico aerodinamico con un solo vero rettilineo, quello del traguardo, lungo circa 800 metri. Dalla sua introduzione in calendario ad oggi, il layout del tracciato è cambiato pochissimo: nelle prime tre edizioni sul breve allungo tra le curve 3 e 4 c’era una chicane poi soppressa, da allora il tracciato è rimasto sempre lo stesso fino al 2003. Successivamente il rettilineo principale fu allungato di circa 300 metri e chiuso da una curva dal raggio molto più stretto. Inoltre furono apportate modifiche alle curve 12 e 13. Quando Nuvolari con la sua Alfa 8C della Scuderia Ferrari tagliò da vincitore il traguardo del 1° Gran Premio d’Ungheria, disputato nel 1936 tra le vie del parco Nepliget, nel centro di Budapest, era difficile immaginare che per la seconda edizione della gara si sarebbe dovuto attendere esattamente mezzo secolo, cioè la stagione 1986, quando l’Ungheria divenne il primo tra i Paesi dell’allora blocco socialista ad ospitare un Gran Premio del Mondiale di Formula 1, sull’Hungaroring, pista appositamente costruita. In quella prima edizione “iridata” il brasiliano Nelson Piquet su Williams Honda (turbo) è protagonista di una lotta con un giovane connazionale, il paulista Ayrton Senna su Lotus Renault, culminata in uno storico sorpasso all’esterno della prima curva, decisivo per la vittoria del pilota carioca. Nelson riesce a fare subito il bis nel 1987 grazie alla cosmica sfortuna del suo compagno di squadre Nigel Mansell, che perde il bullone di una ruota dopo aver dominato 71 giri su 76. Nigel si vendica vincendo al volante di una Ferrari l’edizione del 1989, quando riesce addirittura a rimontare dalla dodicesima posizione su una pista notoriamente ostica per i sorpassi: l’inglese ha ragione di Ayrton Senna, che da parte sua trionfa in Ungheria nel 1988 quando batte il suo compagno-rivale per il titolo, Alain Prost, in una stagione totalmente dominata dalle loro McLaren Honda. Ayrton si ripete nel 1991 (prendendosi la rivincita su Nigel, giunto secondo) e ancora nel 1992 nel giorno in cui Mansell, nuovamente secondo, vince matematicamente il suo unico e sospiratissimo titolo mondiale, ottenuto con largo anticipo sulla fine del campionato anche grazie a una Williams Renault pressoché imbattibile. La scuderia inglese è prima anche nel 1990 col belga Boutsen, che sfrutta alla perfezione la sua pole position non concedendo spazi agli avversari più veloci, che finiscono per buttarsi fuori in contatti ravvicinati (Nannini con Senna, Mansell con Berger). Tre anni dopo la Williams Renault permette a Damon Hill, collaudatore promosso al rango di gregario del caposquadra Prost, di vincere il suo primo Gran Premio in Formula 1 (affermazione ripetuta nel 1995). Dieci anni dopo anche Fernando Alonso, su Renault, conoscerà tra le curve di Budapest la gioia per aver rotto il ghiaccio con la vittoria, come accade pure a Jenson Button nella piovosa e rocambolesca edizione 2006, quando l’inglese ottiene quella che per lui è la prima affermazione (si ripeterà nel 2011 con la McLaren Mercedes) ma che rappresenta anche l’unica per la Honda nel suo secondo periodo in Formula 1 (dopo il primo negli anni ’60) come Costruttore totale. Nel 1994 vince Michael Schumacher su Benetton Ford, nel mezzo di una stagione infuocata di polemiche. Il pilota tedesco, passato alla Ferrari, si ripete altre tre volte risultando tuttora il primatista di vittorie in questo Gran Premio: in particolare resta memorabile la sua affermazione del 1998, quando in corsa il muretto ferrarista decide di cambiare strategia passando da due a tre soste, imponendo al pilota tedesco un ritmo da qualifica per il resto della gara che gli permette di ottenere una delle sue vittorie più belle. L’affermazione di Schumacher nell’edizione 2001 sarà anche quella che gli permette di vincere matematicamente il suo secondo titolo con la Ferrari, ottenendo pure il duplice aggancio ai record di Alain Prost, che viene uguagliato a quota quattro titoli mondiali e contemporaneamente a 51 Gran Premi vinti. Negli anni ’90 il sostanziale dominio tecnico delle Williams Renault (progettate da Adrian Newey) viene confermato dalla doppietta nel biennio 1996-1997 di Jacques Villeneuve, la seconda delle quali ottenuta soltanto nelle ultime curve ai danni della sorprendente Arrows Yamaha del suo ex-compagno Damon Hill, aiutata anche dalle gomme Bridgestone. A fine decennio a fare doppietta è Mika Hakkinen, che vince nel 1999 e nel 2000 con la McLaren Mercedes (anch’esse “figlie” di Newey). Il successivo periodo vincente della Ferrari permette anche a Barrichello di vincere un’edizione, nel 2002, edizione che consegna matematicamente il campionato costruttori alla casa di Maranello. Il tramonto dell’era Schumacher vede diversi piloti tuttora in attività che si spartiscono l’albo d’oro delle recenti edizioni del Gran Premio d’Ungheria: nelle ultime sei stagioni Hamilton ottiene ben tre vittorie (la prima delle quali in rovente polemica col compagno Alonso) tutte con la McLaren Mercedes, scuderia che vince anche nel 2005 con Raikkonen, nel 2008 con Kovalainen (al suo primo e unico successo in Formula 1, diventando il centesimo pilota a vincere un Gran Premio iridato) e, come detto, nel 2011 con Button. La Red Bull qui ha fatto bottino pieno soltanto nel 2010 e non col tricampione Vettel, bensì con l’ormai partente Webber, che vinse un’edizione caotica dove, l’ingresso della Safety Car, creò pericolo ai box e indusse all’errore il suo compagno e attuale iridato in carica. Questo senza dimenticare le polemiche per il sorpasso operato da Barrichello (Williams) su Schumacher (Mercedes) che non gli facilitò la manovra, stringendo progressivamente verso il muretto dei box il pilota brasiliano, che riuscì a passare in uno spazio letteralmente millimetrico. Anche in quel di Budapest Vettel tenterà di allungare in classifica su Fernando Alonso e tutto lascia presiagire che ci riuscirà . Mentre è probabile, vista la conformazione del tracciato, che anche in questo Gran Premio la casa di Maranello sarà costretta a correre in difesa. Favorite per un buon piazzamento e forse anche per la vittoria le Lotus che si trovano perfettamente a loro agio con le alte temperature che si incontreranno a Budapest. Un’incognita la Mercedes, al Nurburgring Hamilton ha ottenuto la pole position strappandola proprio a Vettel ma in gara si è dovuto arrendere alle difficoltà della sua Mercedes che potrebbero ripresentarsi. Al termine del Gran Premio d’Ungheria, la Formula 1 andrà in vacanza per circa un mese. Infatti, a gara conclusa tutti i team ritorneranno alle loro sedi e si entrerà nel periodo estivo di pausa forzata anche per quanto riguarda il lavoro in fabbrica. Il prossimo Gran Premio si terrà in Belgio sulla mitica pista di Spa-Francorchamps il 25 Agosto. Buone vacanze! Domenico Della Valle - Francesco Ferrandino Passione a 300 all'ora
  8. Un ora e mezza alla partenza...
  9. Tra venti minuti le qualifiche del GP di Germania!
  10. [col][/col][col]Formula 1 Grosser Preis Santander von Deutschland - Nurburgring 887° Gran Premio Round 9/19 5-6-7 Luglio 2013[/col] [col]INFO Lunghezza del circuito: 5,148 km Giri da percorrere: 60 Distanza totale: 308,863 km Numero di curve: 15 Senso di marcia: orario Mescole Pirelli: soffice/media Apertura farfalla: 62% della percorrenza RECORD Giro gara: 1:29.468 - M Schumacher - Ferrari - 2004 Distanza: 1h32:35.101 - M Schumacher - Ferrari - 2004 Vittorie pilota: 4 - M Schumacher Vittorie team: 21 - Ferrari Pole pilota: 4 - J Clark, J Ickx Pole team: 19 - Ferrari Km in testa pilota: 1.391 - J Fangio Km in testa team: 6.878 - Ferrari Migliori giri pilota: 5 - M Schumacher Migliori giri team: 16 - Ferrari Podi pilota: 7 - M Schumacher Podi team: 51 - Ferrari[/col][col]Orari del Gran Premio di Germania Venerdì 5 Luglio 10:00-11:30 Prove Libere 1 - Sky Sport F1 14:00-15:30 Prove Libere 2 - Sky Sport F1 Sabato 6 Luglio 11:00-12:00 Prove Libere 3 - Sky Sport F1 14:00-15:00 Qualifiche - Sky Sport F1 Domenica 7 Luglio 14:00 Gara - Sky Sport F1 Differita delle Qualifiche su Rai Due alle ore 18:00 Differita della Gara su Rai Due alle ore 21:00[/col] Le verdi colline dell’Eifel riaccolgono la Formula 1 per il Gran Premio di Germania, che si disputa sul circuito del Nurburgring, nona prova del mondiale di Formula 1 2013. Come accade dal 2008, negli anni pari la gara tedesca si disputa ad Hockenheim, mentre in quelli dispari si corre al Nurburgring. Il circus giunge in terra teutonica direttamente da Silverstone, dove è andato in scena un Gran Premio da film dell’orrore, una gara che i veri amanti della Formula 1 non avranno di certo apprezzato. Si è assistito al festival delle gomme Pirelli letteralmente esplose, che hanno messo i piloti in situazioni di grave pericolo. A farne le spese sono stati Hamilton (che guidava la gara e probabilmente l’avrebbe anche vinta); Massa, Perez, Vergne e Gutierrez. Hanno rischiato la stessa sorte Vettel, Alonso e Hulkenberg le cui gomme sono state sostiuite prima di possibili problemi. I piloti hanno definito “inaccettabile” la situazione attuale e si era addirittura parlato di un possibile boicottaggio del Gran Premio di Germania. Appare ormai evidente lo stato confusionale in cui versa la Pirelli che ha annunciato che in Germania le gomme posteriori saranno dotate di una struttura in kevlar, materiale utilizzato per gli pneumatici dello scorso anno. In più, mercoledì si terrà una riunione tra la FIA, i team e la Pirelli per discutere della situazione pneumatici. La Federazione è corsa comunque ai ripari e ha consentito che i test per i giovani piloti che si dovevano tenere a Silverstone dal 17 al 19 luglio prossimi vengano convertiti in test veri e propri, con i piloti titolari, dedicati allo sviluppo delle gomme. Non parteciperà , la Mercedes colpita dalla sentenza del Tribunale Internazionale a causa del test segreto di metà maggio. In Inghilterra ha vinto Nico Rosberg, alla seconda vittoria della stagione dopo quella di Monte Carlo, davanti a Webber e Alonso che ha accorciato le distanze in classifica nei confronti di Vettel. Il tedesco, ritrovatosi al comando dopo lo scoppio della posteriore sinistra di Hamilton, si è dovuto arrendere ad una decina di giri dalla fine per la rottura del cambio. L’affidabilità , da sempre punto debole della Red Bull ha riaperto forse i giochi per il titolo. Il Gran Premio di Germania si disputa sul circuito del Nurburgring, a metà strada tra Francoforte e Colonia. Il nome non inganni, l’attuale tracciato non ha niente a che vedere con lo storico Nurburgring, altrimenti noto come inferno verde, che sorge proprio a nord dell’attuale circuito ed è in un ottimo stato di conservazione: tutti infatti possono, dietro il pagamento di un pedaggio, percorrere un giro del tracciato storico che è anche usato annualmente per la 24 Ore del Nurburgring, una gara di durata ispirata alla 24 Ore di Le Mans. Il nuovo tracciato, il cui nome completo è Nurburgring Gp-Strecke, non è molto tecnico, ma è caratterizzato dalla presenza di notevoli sali-scendi dovuti alla normale conformazione della zona circostante, ed è spesso in grado di offrire gare abbastanza avvincenti anche a causa delle condizioni atmosferiche sempre imprevedibili in questa zona della Germania. Il disegno del circuito è rimasto pressoché immutato da quando è stato introdotto fino al 2002, quando è stato allungato di circa 600 metri nella parte iniziale creando la Mercedes Arena. In pratica il tratto nuovo è quello che va dalla curva 1 alla curva 4. Il Gran Premio di Germania si disputò per la prima volta nel 1926, sul circuito berlinese dell’AVUS, costituito in pratica da due rettilinei (facenti parte della locale autostrada) raccordati da due curve: in quella prima edizione, flagellata dalla pioggia che provocò gravi incidenti (Rosemberger finisce addosso a una postazione di cronometristi, uccidendone tre), a vincere è Rudolf Caracciola, il pilota che a tutt’oggi detiene il record di affermazioni in questa gara (ben sei) cinque delle quali ottenute al Nurburgring, il leggendario circuito sul quale il Gran Premio si trasferisce sin dalla seconda edizione nel 1927. Gli anni successivi vedono il dominio di macchine e piloti di casa: oltre alle sei vittorie di Caracciola (tutte su Mercedes, tranne quella del 1932 su Alfa), trova gloria anche l’Auto Union, la prima a rendere vincente la soluzione del motore posteriore e che ottiene proprio al Nurburgring nel 1934 la sua prima vittoria in un Gran Premio grazie ad Hans Stuck, mentre nel 1936 è il grande Bernd Rosemeyer a portare alla vittoria la casa dei Quattro Anelli. Uniche eccezioni al dominio tedesco sono l’affermazione di Louis Chiron con la Bugatti nel 1929 e il leggendario trionfo di Nuvolari nel 1935, quando con l’ormai anziana Alfa P3 riesce a battere, contro ogni ragionevole pronostico, un formidabile schieramento di cinque Mercedes e quattro Auto Union. La vittoria di Caracciola nel 1939, ultima affermazione della carriera per il grande asso tedesco, segna la fine di un’epoca: scoppia la seconda guerra mondiale, al termine della quale la Federazione mette al bando per cinque anni macchine e piloti tedeschi, a cui è vietato partecipare ad ogni competizione motoristica. Questo fino al 1950, quando il Gran Premio di Germania viene nuovamente organizzato, sebbene al di fuori del neonato Campionato Mondiale. A vincere è Alberto Ascari su Ferrari, che si ripete anche nei due anni successivi: un tris che dà all’italiano il titolo di “Ringmeister” riservato proprio a chi vince tre volte sul circuito tedesco con un auto da Gran Premio. Nel 1954 la pista è teatro del primo lutto da quando esiste il Mondiale: in prova muore Onofre Marimon, il pupillo di Fangio (che poi vincerà la gara su Mercedes). L’anno successivo la gara non si disputa per il contraccolpo emotivo seguente alla tragedia di Le Mans. Fangio vincerà ancora nel 1956, su Ferrari, e poi nel 1957 con la Maserati, quando con una esaltante rimonta coronata proprio all’ultimo giro ottiene la sua ultima vittoria, che gli darà virtualmente il quinto titolo mondiale. Nel 1958 Collins con la Ferrari esce di pista al Pflanzgarten rimanendo ucciso mentre insegue la Vanwall di Tony Brooks, che vince e fa il bis su Ferrari l’anno successivo, quando il Gran Premio torna all’AVUS (accorciato perché la parte orientale è finita in zona d’occupazione sovietica). Nel 1960 la gara tedesca è nuovamente fuori dal Mondiale e si corre sull’anello Sud del ‘Ring: Bonnier porta alla vittoria la sua Porsche F2. Negli anni 60 i piloti di scuola anglosassone salgono definitivamente in cattedra: memorabile la vittoria di Moss con la Lotus nel 1961 contro la strapotente Ferrari: le rosse di Maranello si riscattano con una due vittorie di fila nel 1963-64 grazie a John Surtees. Il dominatore della Formula 1 anni 60, Jim Clark, vince il suo secondo titolo mondiale trionfando proprio al ‘Ring nel 1965. A fine decennio si profila la rivalità tra altri due grandi interpreti del circuito tedesco: Jackie Stewart (tre vittorie, leggendaria quella del 1968 in mezzo a nebbia e pioggia) e Jacky Ickx (due affermazioni). Nel 1970 la Formula 1 si trasferisce per la prima volta ad Hockenheim (vittoria di Rindt allo sprint su Ickx) per il contraccolpo dovuto alla morte di Courage a Zandvoort: i piloti cominciano a rivendicare maggiore sicurezza, e il Nurburgring coi suoi 23 km in mezzo alle foreste non è certo il massimo sotto questo punto di vista. Comunque, il Circus tornerà tra le foreste di Adenau fino al 1976, quando l’incidente di Lauda segna definitivamente la fine del ‘Ring come sede del Gran Premio di Germania, che dal 1977 (vittoria proprio di Lauda) si trasferisce stabilmente ad Hockenheim in piena Foresta Nera. Nel 1985 eccezionalmente si corre sul nuovo tracciato del Nurburgring, nulla a che vedere con la mitica Nordschleife, bensì un circuito moderno, sicuro, ma anche asettico e impersonale, in futuro sede anche del Gran Premio d’Europa: a 50 anni dall’affermazione di Nuvolari, un altro italiano, Michele Alboreto, porta nuovamente alla vittoria una rossa vettura italiana col cavallino rampante sulle fiancate. A cavallo tra gli anni 80 e 90 sono due assi brasiliani a farla da padrone: Nelson Piquet (nel 1982 protagonista di una scazzottata con Salazar, reo di averlo buttato fuori pista) e Ayrton Senna vincono tre volte ciascuno, trovando comunque validi e blasonati avversari come Mansell e Prost (due vittorie a testa). A metà anni 90 un altro valido interprete della pista, Gerhard Berger, ottiene su questo circuito le sue ultime due vittorie in Formula 1 (e sfiorandone una terza nel 1996, quando un guasto all’ultimo giro spiana la strada a Damon Hill). Nel 1999 il ferrarista Salo, temporaneo sostituto di Schumacher, deve cedere “per contratto” la vittoria al compagno Irvine, impegnato nei panni per lui inediti di caposquadra. L’anno successivo Barrichello, subentrato in Ferrari al posto dell’irlandese, vince la sua prima gara in Formula 1 in una corsa caratterizzata dalla pioggia e dall’invasione di pista di un ex operaio Mercedes che protesta per il suo licenziamento. Dopo Caracciola, è un altro pilota tedesco, Michael Schumacher, a detenere più vittorie nella gara di casa: il sette volte iridato vince per la prima volta il Gran Premio di Germania nel 1995, ma deve attendere varie stagioni per ripetersi, vincendo altre tre volte ad anni alterni dal 2002 al 2006. Proprio dal 2002 la pista di Hockenheim viene radicalmente modificata: i due lunghissimi rettilinei tra i boschi, che costituivano la maggiore caratteristica di questo circuito, vengono eliminati al fine di ottenere un tracciato più corto e “telegenico”. Nel 2007 la gara non viene disputata, mentre dal 2008 è in vigore un’alternanza tra Hockenheim e il Nurburgring per lo svolgimento del Gran Premio. In queste ultime stagioni il pilota più vincente è Alonso, tre volte primo (una con la Renault, le altre su Ferrari), la cui affermazione del 2010 ad Hockenheim fu fonte di infinite polemiche per il maldestro ordine di scuderia (che all’epoca era vietato) al compagno Massa, il quale lasciò malvolentieri strada allo spagnolo. L’asturiano con la vittoria dell’anno scorso sembrava aver fatto un decisivo passo verso il titolo 2012, che però come sappiamo è stato vinto da Sebastian Vettel (finora mai vincitore in questa gara). Tra i piloti in attività , Hamilton vanta due affermazioni (2008 e 2011) con la McLaren-Mercedes, mentre Webber nel 2009 ottenne proprio al Nurburgring la sua prima vittoria in Formula 1. Disputandosi ad una sola settimana di distanza da Silverstone, non bisogna aspettarsi troppi stravolgimenti nelle prestazioni, anche se le temperature che si preannunciano molto più fresche potrebbero influire notevolmente. Red Bull e Mercedes dovrebbero confermarsi sui livelli di Silverstone, mentre bisognerà vedere come si piazzerà la Ferrari, reduce da una qualifica disastrosa in Inghilterra: Alonso ha definito seria la situazione del cavallino i cui aggiornamenti, pare, sono tornati in fabbrica perchè non hanno reso quanto ci si aspettava. Non è così che si vincono i mondiali! Domenico Della Valle - Francesco Ferrandino Passione a 300 all'ora - http://www.passionea300allora.it/2013/07/03/gran-premio-di-germania-2013-anteprima/ PS Piccola nota: le statistiche (vittorie, pole, ecc...) si riferiscono alle gare valide per il Campionato.
  11. Andrea Gardenal

    Mercedes F1 W04 (2013)

    Topic dedicato all'erede della delusione del 2012. Chissà che la prima vettura progettata da Aldo Costa, e soprattutto senza Loic Bigois, ci permetta di vedere una Mercedes in gran forma, che consenta ad Hamilton (e a Rosberg) di lottare per lo meno per qualche pole e qualche vittoria. Un paio di notizie per cominciare http://www.blogf1.it/2012/12/28/la-mercedes-w04-ha-superato-i-crash-test/ La Mercedes W04 ha superato i crash test Lo sviluppo della nuova Mercedes W04 è ormai entrato nella sua fase decisiva. Mentre gli altri si giocavano il Mondiale 2012, il reparto aerodinamica di Brackley si era concentrato sul progetto 2013, perché il tempo delle scuse è finito. Le Frecce d’Argento potranno contare su un nuovo cambio – ancora più compatto – e su fiancate completamente riviste, per sfruttare il famoso effetto Coanda degli scarichi. “Questa è la strada da percorrere”, aveva già confermato Ross Brawn ad Interlagos, lo scorso novembre. Meccanicamente, la Mercedes W04 sarà una monoposto molto simile alla Red Bull. Superati egregiamente i crash test, la monoposto sarà presentata intorno alla fine di Gennaio e poi portata ai test di Jerez, il 5 febbraio. Il gran lavoro degli aerodinamici si concentrerà sul retrotreno della vettura, tra scarichi e diffusore, per evitare di far surriscaldare le gomme e buttare al vento un’altra stagione. Sulla RB8, Newey aveva trovato il modo di avere un effetto “sigillo” al retrotreno sfruttando l’energia dello scarico, dove serve una precisione millimetrica. L’effetto è creato con una doppia canalizzazione d’aria, sopra e sotto il diffusore. E la stessa cosa ci si aspetta dalla Mercedes. Lo stesso Michael Schumacher, davanti alla miriade di cambiamenti – sia tecnici che di personale – ha commentato con ottimismo, raccontando: “Nei primi due anni abbiamo sicuramente avuto problemi su più fronti e ci siamo dovuti prendere cura di essi e lo sviluppo è stato interrotto. Solo adesso vi è un’infrastruttura che consentirà nel 2013, e anche oltre, di far crescere la squadra. Anche la W03 è stata costruita nelle vecchie condizioni. E parlo di quantità , non di qualità . E’ questo il motivo per cui lo sviluppo è spesso stato difficoltoso. Ma ora abbiamo creato le condizioni di base per un buon futuro”. ____________________________________________________________________________________________________________________________ http://www.omnicorse.it/magazine/24049/f1-un-cambio-ultra-compatto-per-la-mercedes-amg-w04 Un cambio ultra-compatto per la Mercedes AMG W04 Il primo telaio progettato da Aldo Costa, intanto, ha superato tutte le prove di crash e la scocca è omologata La Mercedes ha omologato il telaio della AMG W04 dopo aver superato positivamente le prove di crash test. A Brackley stanno lavorando molto intensamente per dare a Lewis Hamilton una macchina che sia in grado di vincere dei Gran Premi l’anno prossimo, dopo il successo ottenuto da Nico Rosberg al Gp della Cina di quest’anno. La monoscocca è stata curata da Aldo Costa che è il capo progettista: l’ex ferrarista segue la sua prima macchina, visto che era arrivato alla Stella a tre punte all’inizio dell’anno 2012, quando la F1 W03 era già stata realizzata. I tecnici di Brackley contano di ridurre il gap dalla Red Bull Racing e dalle indiscrezioni che filtrano la nuova vettura sarà molto più simile alla RB8 che ha vinto il mondiale con Sebastian Vettel. Buttato a mare il sistema di stallo dell’ala anteriore (è stato vietato dalla FIA), alla Mercedes stanno sviluppando un interessante nuovo cambio ultra-compatto che dovrebbe permettere di creare molto carico aerodinamico posteriore, lasciando libera l’area al diffusore posteriore e al possibile sistema per lo stallo passivo dell’alettone posteriore. Aldo Costa sta rivedendo anche le sospensioni: stando alle indiscrezioni verrà adottato il sistema pull rod sia all’anteriore, sia al posteriore (il primo verrà copiato dalla Ferrari, mentre il secondo sarà di ispirazione Red Bull Racing). Nel retrotreno si stanno studiando schemi che possano essere facilmente modificati nel corso della stagione a seconda del comportamento delle nuove gomme Pirelli. A livello aerodinamico molta cura è stata posta negli scarichi con effetto Coanda e non sarà difficile trovare le influenze della RB8. Nel reparto corse di Brackley è in completamento una trasformazione della struttura per velocizzare i tempi di sviluppo e messa in macchina dei pacchetti evolutivi.
  12. Tra 15 minuti le qualifiche del GP di Gran Bretagna! Prevedo o Vettel o Rosberg in pole.
  13. Tra 10 minuti le prime prove libere del GP di Gran Bretagna.
  14. A Goodwood si è tenuto il consiglio mondiale, queste le decisioni più importanti riguardanti la Formula 1: -Sarà possibile fornire i motori fino a quattro team (richiesta della Mercedes); -Patente a punti per i piloti. Si potranno dare da 1 a 3 punti di penalità . Se un pilota accumula più di 12 punti di penalità salterà il GP successivo; -Sarà possibile introdurre procedure affinchè un pilota possa restituire un vantaggio illecitamente acquisito dal fatto di essere uscito fuori pista; -Riduzione del lavoro di CFD e in galleria del vento; -Quattro sessioni da due giorni ciascuna di test saranno eseguite durante la stagione dopo i weekend di gara come nel Motomondiale; -Test permessi anche a Gennaio del prossimo anno per testare da subito i nuovi motori; -Tutto il personale impegnato a lavorare sulle vetture dovrà essere munito di casco; -Ad ogni pilota sarà concesso l'uso di un set di gomme extra da utilizzare nei primi 30 minuti delle prove libere 1; -Ogni pilota avrà a disposizione cinque motori durante la stagione. Ogni cambio di motore comporterà una partenza dalla pit lane. Ogni cambiamento di singoli elementi del motore comporterà una penalità di 10 posizioni in griglia; -I costruttori potranno omologare un solo tipo di motore nel periodo 2014-2020; -La scatola del cambio dovrà durare per sei gare consecutive e non più cinque; -Non si potranno usare più di 100kg di benzina durante la gara; -La velocità di percorrenza della pit lane viene ridotta, si torna agli 80 km/h come già era stato in passato (tranne che a Melbourne, Monaco e Singapore dove il limite è a 60 km/h); -Peso minimo delle vetture aumentato di 5kg.
  15. [col][/col][col]2013 Formula 1 Santander British Grand Prix - Silverstone 886° Gran Premio Round 8/19 28-29-30 Giugno 2013[/col] [col]INFO Lunghezza del circuito: 5,891 km Giri da percorrere: 52 Distanza totale: 306,227 km Numero di curve: 18 Senso di marcia: orario Mescole Pirelli: media/dura Apertura farfalla: 62% della percorrenza RECORD Giro gara: 1:30.874 - F Alonso - Ferrari - 2010 Distanza: 1h24:38.200 - M Webber - Red Bull Renault - 2010 Vittorie pilota: 5 - J Clark, A Prost Vittorie team: 16 - Ferrari Pole pilota: 5 - J Clark Pole team: 15 - Ferrari Km in testa pilota: 1.693 - J Clark Km in testa team: 5.090 - Ferrari Migliori giri pilota: 7 - N Mansell Migliori giri team: 19 - Ferrari Podi pilota: 7 - A Prost, M Schumacher Podi team: 50 - Ferrari[/col][col]Orari del Gran Premio di Gran Bretagna Venerdì 28 Giugno 10:00-11:30 (11:00-12:30) Prove Libere 1 - Sky Sport F1 14:00-15:30 (15:00-16:30) Prove Libere 2 - Sky Sport F1 Sabato 29 Giugno 10:00-11:00 (11:00-12:00) Prove Libere 3 - Sky Sport F1 13:00-14:00 (14:00-15:00) Qualifiche - Sky Sport F1 Domenica 30 Giugno 13:00 (14:00) Gara - Sky Sport F1 Tra parentesi gli orari per l'Italia. Differita delle Qualifiche su Rai Due alle ore 18:00 Differita della Gara su Rai Due alle ore 21:00[/col] Anche quest’anno il mondiale di Formula 1 torna nella terra che gli ha dato i natali: Silverstone! Sebbene non si possa affermare che lo sport motoristico sia nato qui, è però qui che il 13 maggio 1950 si disputò il primo Gran Premio valido per il Campionato del Mondo di Formula 1. Da allora la Formula 1 è sempre ritornata in Gran Bretagna dove trova un pubblico competente, appassionato e molto esigente. Il circus arriva a Silverstone dopo tre settimane di pausa dall’ultimo Gran Premio, disputatosi in Canada. GP che ha salutato come vincitore Vettel ed è anche stato protagonista, purtroppo, di una tragedia: a gara finita, mentre gli addetti al circuito stavano rimuovendo la vettura di Gutierrez, uno di loro è stato travolto dalle ruote di un camion-gru. Purtroppo nulla è servito per salvargli la vita. Nelle ultime due settimane la Formula 1 non è rimasta con le mani in mano: ha tenuto infatti banco la vicenda Mercedes-Pirelli sui test che la casa tedesca ha eseguito in incognito sul circuito di Barcellona alla metà di Maggio. Nella giornata di venerdì 21 Giugno è arrivato il verdetto del Tribunale Internazionale, al quale era stata rimessa la questione: Mercedes e Pirelli se la sono cavata con una reprimenda e in più la Mercedes non sarà ammessa ai test destinati ai giovani piloti. Insomma poco più di un buffo sulla guancia. Tutto è finito in una bolla di sapone. Ad uscirne con le osse rotte, da questa storia, è ancora una volta la credibilità della Formula 1. Le attenzioni del circus si spostano ora sul Gran Premio di Gran Bretagna. Lo scenario è il circuito di Silverstone, un villaggio di appena 2000 abitanti poco a nord di Milton Keynes, nel cuore della campagna inglese su un altipiano continuamente spazzato dai venti freddi che provengono dal nord. Le condizioni atmosferiche sono alquanto variabili e la pioggia viene spesso a trovare i Gran Premi scombussolandone l’andamento. Il tracciato di Silverstone è uno dei più tecnici ed impegnativi del mondiale, nonostante nel corso degli anni abbia subito numerose modifiche, in particolare l’ultima, che nel 2010 lo ha radicalmente cambiato: il circuito è stato allungato di 760 metri e la parte tra la vecchia curva Abbey e la Brooklands non è più utilizzata. Nella stagione 2011 poi, il traguardo è stato spostato sul rettilineo successivo alla curva Club. Il tracciato, ricavato dall’unione delle strade che circondavano un vecchio aeroporto in uso alla RAF durante la Seconda Guerra Mondiale, è caratterizzato da curve molto veloci e punti di complessità tecnica notevoli. Affrontare la serie di “s” Maggotts, Becketts e Chapel in piena velocità richiede un piede deciso e un ottimo bilanciamento della vettura. L’aerodinamica è molto importante e, come a Barcellona, anche a Silverstone si ha modo di comprendere quali vetture siano tecnicamente le più performanti. La prima edizione del Gran Premio britannico si disputò sulla pista che costituisce il luogo di nascita dell’automobilismo inglese, vale a dire Brooklands, il primo impianto sportivo permanente al mondo specificamente dedicato alle corse automobilistiche. Nella prima edizione, svoltasi nel 1926, Senechal e Wagner portano la Delage alla vittoria. La Casa francese fa il bis l’anno successivo quando il dominatore della stagione 1927, Robert Benoist, viene seriamente impegnato dalla Bugatti del nostro Emilio Materassi (poi ritirato). Negli anni successivi, l’unica gara inglese di rilievo internazionale sarà il Gran Premio di Donington, ma bisogna aspettare una ventina d’anni, nel 1948, per vedere nuovamente il Gran Premio di Gran Bretagna nel calendario agonistico, che viene disputato per la prima volta a Silverstone: vince Gigi Villoresi su Maserati, mentre l’anno successivo il barone svizzero de Graffenried ottiene, con un po’ di fortuna, la vittoria più prestigiosa della sua carriera. Esattamente trent’anni dopo un altro svizzero, Clay Regazzoni, trionferà sulla stessa pista ottenendo la sua ultima vittoria ma anche la prima per il team Williams in Formula 1. Nel 1950 viene istituito il Campionato Mondiale Piloti, ed è ancora un italiano a vincere, Nino Farina su Alfa Romeo che a fine anno sarà anche il primo campione del mondo. La Casa milanese, dominatrice in quegli anni, subisce la prima storica sconfitta proprio a Silverstone l’anno successivo, ad opera della Ferrari, che con l’argentino Gonzalez (scomparso pochi giorni fa) ottiene la prima vittoria iridata della sua storia. La Ferrari domina anche gli anni successivi con una doppietta del grande Alberto Ascari (finora l’ultimo italiano a vincere la gara d’oltremanica) mentre nel 1954 è ancora Gonzalez ad ottenere un’altra vittoria “storica” per Maranello: infatti il corpulento sudamericano batte le fortissime Mercedes che due settimane prima avevano debuttato con una schiacciante affermazione in Francia. La stella a tre punte si prenderà la rivincita l’anno successivo, con Fangio che lascia vincere il giovane Moss, alla sua prima vittoria nel Mondiale, stavolta sulla pista di Aintree che fino al 1962 si alternerà con Silverstone. Proprio ad Aintree nel 1957, per la prima volta una gara iridata viene vinta da un’auto inglese, la Vanwall, per di più guidata da un pilota di casa, anzi due, visto che Brooks, in non perfette condizioni fisiche, cede la vettura al compagno Moss. Da questo momento in poi, diverrà evidente la prevalenza di vetture e piloti di scuola inglese, si pensi alla doppietta di Jack Brabham nel 1959-60, preludio ai suoi due titoli mondiali con la Cooper a motore posteriore, oppure alle cinque affermazioni di Jim Clark tra il 1962 e il 1967. Dal 1964 Silverstone si alterna col bellissimo ma difficile circuito di Brands Hatch, dove Jo Siffert quattro anni dopo coglie con una Lotus la sua prima vittoria ma anche l’ultima per il team privato di Rob Walker. Spettacolare il duello tra Rindt e Stewart nel 1969 tra le curve di Silverstone: vincerà lo scozzese che si ripete anche due anni dopo. Rindt invece prevale nel 1970 a Brands, aiutato dall’incredibile panne di benzina che colpisce Jack Brabham (1° sul circuito londinese nel 1966) all’ultima curva. Nel 1975 un nubifragio colpisce il Gran Premio: tra caotici cambi gomme e varie uscite di pista, la gara viene sospesa, ma mentre è chiara la vittoria di Fittipaldi (1° anche nel 1972), ci vogliono ben tre giorni per ufficializzare l’intero ordine di arrivo. Nel 1976 la vittoria della McLaren di Hunt viene annullata dopo due mesi su ricorso della Ferrari (che si ritrova vittoriosa a tavolino con Lauda, primo su McLaren anche nel 1982 e nel 1984, sempre a Brands). Hunt comunque l’anno successivo vince senza discussioni, nel giorno di due debutti particolari: quello della Renault con l’inedito (in Formula 1) motore turbocompresso, e quello del canadese Gilles Villeneuve. Nel 1978, a Brands Hatch, con Reutemann la Ferrari torna alla vittoria in terra inglese (non accadeva dal 1961 con von Trips), mentre nel 1981 l’affermazione di John Watson a Silverstone segna una svolta per la tecnica costruttiva delle monoposto da Gran Premio: la sua McLaren, progettata da Barnard, è la prima con telaio in carbonio, elemento tutt’ora utilizzato nella costruzione delle vetture di Formula 1. L’edizione del 1986 sarà l’ultima per il circuito di Brands Hatch: vittoria di Nigel Mansell su Williams Honda dopo una lotta col coltello tra i denti con il compagno-rivale Piquet, dopo che alla prima partenza una enorme carambola pone fine alla carriera di Jacques Laffite, che aveva appena agganciato Graham Hill (mai vittorioso nella gara di casa) a quota 176 GP disputati (un record per l’epoca). Mansell si ripete nel 1987 a Silverstone, e sempre contro il nemico in casa Piquet, annichilito da uno spettacolare sorpasso alla Stowe a due giri dalla fine. Nigel vincerà altre due volte la gara di casa (1991-1992) a bordo della sua Williams Renault, sempre tra il tripudio del pubblico inglese. Più ancora di Mansell, un autentico specialista del circuito del Northamptonshire è Alain Prost, vittorioso per ben cinque volte tra il 1983 e il 1993. Il suo storico rivale, Ayrton Senna, trionfa sull’ex aeroporto soltanto nel 1988, quando un autentico nubifragio induce Prost ad abbandonare la gara. Nel 1994, in un’edizione dilaniata dalle polemiche per la bandiera nera ignorata dalla Benetton di Schumacher, Damon Hill ottiene la vittoria che al padre era sempre mancata. I due saranno protagonisti l’anno successivo di una collisione che eliminerà entrambi spianando la via al primo successo nella massima serie di Johnny Herbert. Dopo la doppietta di Jacques Villeneuve nel 1996-97 con la Williams Renault, resta memorabile la vittoria di Schumacher nella bagnatissima edizione 1998: vistosi comminare uno stop&go a tre giri dalla fine, il tedesco rientra ai box per scontare la penalità proprio all’ultima tornata, tagliando il traguardo in pit lane, e vincendo così il Gran Premio. Una furbata escogitata al muretto Ferrari sfruttando un buco del regolamento. Nei due anni successivi lo scozzese Coulthard porta alla vittoria la sua McLaren Mercedes (prima al traguardo anche nel 2001 con Hakkinen e nel 2005 con Montoya). Dal canto suo, Schumacher si ripete nelle due stagioni di massimo dominio ferrarista (2002 e 2004): in mezzo va ricordata la vittoria del suo compagno in Ferrari, Barrichello, che nel 2003 compie una delle sue corse più belle andando a vincere un’edizione caratterizzata dall’invasione di pista da parte di uno spettatore, Neil Horan, sull’Hangar Straight che causò l’ingresso della Safety Car. L’ultimo pilota di casa a vincere è stato Lewis Hamilton su McLaren Mercedes nel 2008, al termine di una gara dominata sotto la pioggia. Anche gli altri campioni del mondo in attività vantano almeno una vittoria a Silverstone, come Raikkonen su Ferrari nel 2007 proprio nei giorni in cui stava esplodendo il caso della spy-story, e Vettel nel 2009, mentre Fernando Alonso ha al suo attivo l’affermazione del 2006 con la Renault bissata nel 2011 con la Ferrari nell’unica gara stagionale in cui i team decisero di vietare l’uso degli scarichi soffianti nei diffusori, suggellando con una vittoria il sessantesimo anniversario della prima affermazione di Maranello in Formula 1, proprio sulla stesso circuito. Va segnalato anche l’ottimo ruolino di marcia dell’australiano Webber, che negli ultimi quattro anni ha vinto due volte, nel 2010 e nel 2012, piazzandosi sul podio nelle altre due occasioni. La Formula 1 entra in una fase abbastanza delicata, nella prossima settimana si terranno ben due Gran Premi, a Silverstone appunto e poi subito al Nurburgring. Ottenere buoni risultati sarà determinante in ottica mondiale, specialmente per chi insegue. Il vantaggio in classifica della Red Bull e di Vettel sta iniziando a divenire notevole e gli avversari semplicemente non sembrano affatto in grado di contrastare il team austriaco: la Ferrari soffre di cronici problemi in qualifica che necessariamente si riflettono sulla prima parte di gara; la Mercedes continua ad avere problemi con le coperture posteriori; la Lotus non è semplicemente all’altezza dei primi. C’è davvero bisogno di tirare fuori il coniglio dal cappello se Alonso e colleghi vogliono evitare che Vettel si porti a casa anche il mondiale 2013! Domenico Della Valle - Francesco Ferrandino Passione a 300 all'ora
  16. Tra mezz'ora la partenza del Gran Premio del Canada!
  17. Tra 15 minuti le qualifiche del GP del Canada. Temperature molto basse, non piove... per ora.
  18. Il circuito Gilles Villeneuve di Montreal ospita il Gran Premio del Canada, settima prova del mondiale di Formula 1 2013, giunto alla cinquantesima edizione, la quarantaquattresima valida per il Campionato del Mondo. La gara in Quebec interrompe la stagione europea del circus che torna sempre volentieri dalle parti di Montreal grazie ad un pubblico appassionato, molto competente e che riempie sempre le tribune. La Formula 1 però arriva in Canada reduce da un Gran Premio di Monaco disputato sulla scia delle polemiche. Poco prima della partenza della gara monegasca è stata rivelata la notizia circa un test segreto che la Mercedes e la Pirelli avrebbero condotto sul circuito di Barcellona pochi giorni dopo il Gran Premio di Spagna. I contratti che legano la Pirelli con la FIA e le squadre consentono al fornitore italiano di svolgere 1000 km di test. Fin qui tutto normale, il punto centrale della discussione sta nel fatto che la Mercedes ha utilizzato la vettura che sta disputando l’attuale campionato e questo è contrario ai regolamenti che invece prevedono, per ogni appuntamento in pista extra-F1, l’utilizzo di vetture vecchie di almeno due anni. La Mercedes si difende affermando di aver avuto un’autorizzazione scritta da Charlie Whiting, che però resta in silenzio. La situazione è molto controversa, Ferrari e Red Bull hanno protestato ufficialmente e l’intera questione è stata rimessa al Tribunale Internazionale della FIA, organismo istituito da Jean Todt nel 2011 per dirimere ogni questione regolamentare insorta nel corso dei vari campionati patrocinati dalla Federazione. In quel di Monaco ha trionfato Nico Rosberg, esattamente trent’anni dopo il padre Keke che si impose davanti a Piquet e Prost su una Williams motorizzata Ford. Rosberg jr. ha avuto la meglio su Vettel e Webber e solo la Safety Car ha impedito una probabile doppietta delle frecce d’argento, Hamilton si è infatti ritrovato in quarta posizione dalla seconda che occupava. Abbastanza male le Ferrari vittime anche di misteriosi problemi tecnici, soprattutto sulla vettura di Massa protagonista di due incidenti identici nelle prove libere del sabato e in gara. Il Gran Premio del Canada si disputa sul circuito intitolato all’idolo ferrarista Gilles Villeneuve, che vinse proprio nella prima edizione della gara disputatasi a Montreal. Il tracciato disegna il perimetro dell’isola artificiale di Notre Dame sul fiume San Lorenzo, realizzata con il terreno asportato dal sottosuolo della città durante i lavori di costruzione della metropolitana. àˆ un tracciato semipermanente: una parte del circuito è usata per la normale viabilità , la restante parte invece non è adoperata per tutto l’anno. Si tratta di un tipico tracciato stop and go, dove lunghi rettilinei si concludono con decise staccate a cui seguono veloci chicane. Che sia asciutta o bagnata, la pista è ricca di insidie. In particolare alla chicane che precede il traguardo, il celebre Muro dei Campioni, ribattezzato così dopo che nel 1999 vi si andarono a schiantare ben tre campioni del mondo: Schumacher, Villeneuve e Hill. La ricerca del compromesso aerodinamico tra alte e basse velocità deve privilegiare un profilo raffinato per essere veloci in rettilineo, sfruttare la scia e, ahinoi, con l’aiuto del DRS effettuare sorpassi. Da queste parti bisogna prestare molta attenzione alle condizioni atmosferiche: in questo periodo può fare un gran caldo ma allo stesso tempo non sono infrequenti violenti temporali che trasformano il circuio in una piscina. Molto sollecitati sono i freni per via delle violente staccate, e le gomme posteriori a causa delle brusche accelerazioni. L’estrema vicinanza delle barriere rendono il tracciato di Montreal molto simile ad un circuito cittadino come Monaco, ma tremendamente più pericoloso per le elevatissime velocità raggiunte dalle vettura. La pressochè assenza delle vie di fuga causa spesso l’ingresso della Safety Car che va a sconvolgere l’andamento delle gare. Il Gran Premio del Canada, prima di diventare un appuntamento abituale del Mondiale di Formula 1, ebbe un prologo durante il quale, con lo stesso nome di “Canadian Grand Prix”, vennero indicate cinque edizioni valevoli per il campionato nazionale Sport e una anche per il popolare torneo della “Can-Am”. A vincere, tra gli altri, ci sono vari nomi che hanno degnamente figurato anche in Formula 1, come Masten Gregory, Mark Donohue e Pedro Rodriguez (due volte primo con una Ferrari Sport). Nel 1967 ecco il primo vero Gran Premio di Formula 1: si corre sul circuito di Mosport, una sorta di piccolo Nurburgring pieno di impegnativi saliscendi. La gara viene organizzata nell’ambito dell’Esposizione Universale di Montreal. Pioggia e vento flagellano quella prima edizione, vinta da Jack Brabham su Brabham-Repco. Fino al 1970 Mosport viene usata in alternanza con la pista di Mont Tremblant-St. Jovite, altro circuito molto difficile sul quale nel 1968 (vittoria di Hulme) il pilota della Ferrari Jacky Ickx si frattura una gamba alla curva “del diavolo”: il belga coglierà la sua rivincita trionfando due anni dopo, bissando il successo colto a Mosport nel 1969. Dal 1971 si torna stabilmente a Mosport. Stewart piazza una doppietta con la Tyrrell ma resta memorabile la confusione dell’edizione 1973: i cronometristi vanno in tilt per via dell’entrata in pista della prima Safety Car nella storia della Formula 1, e assegnano la vittoria alla McLaren di Revson, ma a tutt’oggi gli storici sono convinti che il reale vincitore sia Fittipaldi (vittorioso nel 1974). Il Gran Premio non si disputa nel 1975 per via di un contenzioso tra Ecclestone (già allora padrone del Circus) e gli organizzatori. La gara sarà esclusa dal Campionato altre due volte, nel 1987 e nel 2009. Hunt vince nel 1976 dando vigore alle sue aspirazioni iridate nei confronti del convalescente Lauda. L’anno successivo, invece, Scheckter su Wolf corona con una vittoria la sua grande stagione con l’esordiente scuderia canadese, ma stavolta il titolo è già da tempo nelle mani di Lauda: è l’ultima edizione a Mosport. Nel 1978 si corre per la prima volta sul tracciato semipermanente di Montreal e a vincere tra il tripudio della folla di concittadini è il canadese Gilles Villeneuve su Ferrari. Gilles sfiora il bis nel 1979 quando dopo un lungo duello deve cedere alla Williams di Jones, primo anche nel 1980 quando vince il Mondiale dopo aver mandato a muro il suo antagonista Nelson Piquet. Proprio il brasiliano è uno dei piloti che meglio si adattano al circuito, vincendo in totale ben tre volte: la vittoria del 1982 (nel giorno della morte di Riccardo Paletti) è la prima affermazione per il turbo BMW che equipaggia la sua Brabham (e che verrà ripetuta due anni dopo). Ma abbastanza fortuita è la vittoria del 1991, ultima di Nelson in Formula 1, ottenuta grazie all’incredibile ritiro all’ultimo giro della Williams Renault di Nigel Mansell (comunque vittorioso nell’1986 con la Williams Honda turbo). Spettacolare l’ultima apparizione di Gilles Villeneuve davanti al suo pubblico quando, nell’edizione del 1981 (vinta dalla Ligier di Laffite, ultima vittoria per il simpatico francese), riesce ad arrivare sul podio con la sua Ferrari dominandola per gran parte della gara sull’asfalto viscido e senza l’alettone anteriore, volato via dopo una serie di contatti. La Ferrari vince il Gran Premio nel 1983 con Arnoux e poi nel 1985 con Michele Alboreto, che alimenta le speranze, poi deluse, di avere un italiano campione del mondo. Ayton Senna, due volte vincitore, manca per pochissimo il tris nel 1989 quando si ritira a pochi chilometri dal traguardo favorendo così la prima vittoria in Formula 1 di Boutsen. Montreal è il teatro del primo trionfo in carriera anche per Jean Alesi che si impose nel 1995 su Ferrari, che purtroppo resterà anche l’unico nella sofferta carriera del pilota italo-francese. Inizia l’era di Michael Schumacher, che dopo aver vinto l’edizione del 1994 su Benetton, coglie altri sei trionfi con la Ferrari nell’arco del decennio successivo, stabilendo l’eccezionale record di sette vittorie sullo stesso circuito. Solo Hakkinen, su McLaren, nel 1999 e il fratello Ralf, su Williams BMW, nel 2001 interrompono saltuariamente la dittatura Schumi-Ferrari. Raikkonen, Button e Alonso vantano una vittoria ciascuno, ma negli ultimi anni è soprattutto Lewis Hamilton ad imporsi nell’albo d’oro vincendo tre edizioni con la McLaren Mercedes, la prima nel 2007, anno del pauroso ma fortunatamente incruento incidente di Robert Kubica. Passa un anno, e il giovane talento polacco si prende la rivincita ottenendo proprio in Canada la sua prima vittoria in Formula 1 con la BMW. Hamilton si ripete nel 2010 e nel 2012. Appannaggio di Button l’edizione 2011. Durante le prove libere del venerdì del Gran Premio del Canada, i team proveranno in via sperimentale le nuove coperture posteriori che la Pirelli dovrebbe far debuttare a partire dal successivo Gran Premio di Gran Bretagna a fine giugno. Le nuove gomme dovrebbero tornare alla struttura in kevlar, come quelle dello scorso anno, in modo tale da evitare la delaminazione i cui effetti nefasti si sono visti in Bahrain e a Barcellona. La situazione in classifica iridata sorride alla Red Bull che a Monaco ha guadagnato punti importanti sui diretti inseguitori. Alonso avrà bisogno di attaccare e la Ferrari di tornare alla vittoria dopo le delusioni monegasche. Anche Lewis Hamilton è in cerca del riscatto dopo un Gran Premio di Monaco dove sì ha disputato una buona corsa ma non all’altezza del compagno di squadra più veloce in tutto il weekend. Tuttavia, la sensazione è che anche a Montreal a tenere banco saranno quindi le polemiche relative agli pneumatici. Rimane davvero frustrante che tra appassionati ed addetti ai lavori si passi il 90% del tempo a discutere di beghe politiche o di gomme inadeguate piuttosto che di motori, piloti, innovazioni meccaniche! Domenico Della Valle - Francesco Ferrandino [/row] Passione a 300 all'ora
  19. Pep92

    Giro d'Italia 2013

    Giro d'Italia 2013 TAPPE NB: +++ (Liv. difficoltà ) 1 TAPPA Sabato 4 maggio Napoli-Napoli 156km + 2 TAPPA Domenica 5 maggio Ischia-Forio 17.4km +++ 3 TAPPA Lunedì 6 maggio Sorrento-Ascea Marina 212km +++ 4 TAPPA Martedì 7 maggio Policastro-Serra San Bruno 244km +++ 5 TAPPA Mercoledì 8 maggio Cosenza-Matera 199km ++ 6 TAPPA Giovedì 9 maggio Mola Di Bari-Margherita Di Savoia 154km + 7 TAPPA Venerdì 10 maggio San Salvo-Pescara 162km +++ 8 TAPPA Sabato 11 maggio Gabicce a Mare-Saltara (crono ind.) 55.5km ++++ 9 TAPPA Domenica 12 maggio San Sepolcro - Firenze 181km +++ RIPOSO 10 TAPPA Martedì 14 maggio Cordenons-Montasio 167km ++++ 11 TAPPA Mercoledì 15 maggio Cave del Predil-Erto (Diga Vajont) 184km ++ 12 TAPPA Giovedì 16 maggio Longarone-Treviso 124km + 13 TAPPA Venerdì 17 maggio Busseto-Cherasco 242km ++ 14 TAPPA Sabato 18 maggio Cervere-Bardonecchia 156km ++++ 15 TAPPA Domenica 19 maggio Cesana-Galibier Face Nord (Francia) 150km +++++ RIPOSO 16 TAPPA Martedì 21 maggio Valloire (Francia)-Ivrea 237km ++ 17 TAPPA Mercoledì 22 maggio Caravaggio-Vicenza 203km + 18 TAPPA Giovedì 23 maggio Mori-Polsa (cronoscalata) 19.4km ++++ 19 TAPPA Venerdì 24 maggio Ponte Di Legno-Val Martello 138km +++++ 20 TAPPA Sabato 25 maggio Silandro-Tre Cime Lavaredo 202km +++++ 21 TAPPA Domenica 26 maggio Riese PioX-Brescia 199km + Per altri dettagli,Gazzetta dello Sport Giro 2013 o Cycling the Alps
  20. Tra venti minuti le qualifiche del GP di Monaco!
  21. Formula 1 Grand Prix de Monaco 2013 - Monte Carlo 884° Gran Premio Round 6/19 23-25-26 Maggio 2012 INFO Lunghezza del circuito: 3,340 km Giri da percorrere: 78 Distanza totale: 260,530 km Numero di curve: 19 Senso di marcia: orario Mescole Pirelli: supersoffice/soffice Apertura farfalla: 42% della percorrenza RECORD Giro gara: 1:14.439 - M Schumacher - Ferrari - 2004 Distanza: 1h40:29.329 - F Alonso - McLaren - 2007 Vittorie pilota: 6 - A Senna Vittorie team: 15 - McLaren Pole pilota: 5 - A Senna Pole team: 11 - McLaren Km in testa pilota: 1.459 km - M Schumacher Km in testa team: 3.057 km - McLaren Migliori giri pilota: 5 - M Schumacher Migliori giri team: 16 - Ferrari Podi pilota: 8 - A Senna Podi team: 48 - Ferrari Orari del Gran Premio di Monaco Giovedì 23 Maggio 10:00-11:30 Prove Libere 1 - Sky Sport F1 14:00-15:30 Prove Libere 2 - Sky Sport F1 Sabato 25 Maggio 11:00-12:00 Prove Libere 3 - Sky Sport F1 14:00-15:00 Qualifiche - Sky Sport F1 Domenica 26 Maggio 14:00 Gara - Sky Sport F1 Qualifiche in differita su Rai Due alle 18:00 Gara in differita su Rai Due alle 21:00 Il Gran Premio più bello e affascinante dell’intero calendario torna ad allietarci il prossimo weekend nella sua consueta collocazione di fine maggio. A partire da giovedì infatti il circus a quattro ruote sarà impegnato per le stradine di Monte Carlo per il Gran Premio di Monaco, un appuntamento unico nell’intero mondiale di Formula 1. Come si può descrivere questa gara? Folle? Assurda? Incredibile? Forse “impressionante” è l’aggettivo che la descrive meglio: è impressionante vedere al giorno d’oggi bolidi progettati per superare i 300 km/h percorrere strette stradine in una continua lotta con dossi, tombini, muretti e marciapiedi. A Monaco non si lotta con gli altri piloti, ma con le proprie abilità , il rischio di sbagliare è costante, ogni curva nasconde un’insidia, un pericolo, un trabochetto. 78 lunghissimi giri da percorrere alla massima concentrazione, niente può essere lasciato al caso. La Formula 1 si lascia alle spalle il Gran Premio di Spagna e la vittoria dell’idolo di casa Fernando Alonso, che si è imposto davanti a Raikkonen e all’altro ferrarista Massa. In difficoltà le Red Bull, giunte a 40 secondi dal vincitore, ma soprattutto le due Mercedes. La casa di Stoccarda anche, in Spagna, ha conquistato la pole position con Rosberg, ma tempo dieci giri ed è stata costretta ad alzare bandiera bianca. Le frecce d’argento soffrono, cronicamente, dello stesso problema: un eccessivo degrado delle gomme. Proprio la questione gomme si è imposta con decisione nella scorsa settimana: in Spagna si è assistito al festival dei pit stop, davvero troppi, e agli ennesimi problemi di sfaldatura delle gomme Pirelli che a partire dal Gran Premio del Canada saranno modificate! La notizia è stata accolta favorevolmente da Red Bull e Mercedes, meno da Ferrari e Lotus, soprattutto da quest’ultima che è riuscita a trovare un buon equilibrio tra prestazioni e tenuta dello pneumatico permettendosi la possibilità di effettuare in media una sosta in meno degli avversari. Il Gran Premio di Monaco si disputa sul circuito cittadino di Monte Carlo, anche se in verità la maggioranza del tracciato si trova nel quartiere de La Condamine: solo la zona del Casinò e di Mirabeau si trovano effettivamente nel quartiere denominato Monte Carlo, caratterizzato appunto dalla presenza della famosa casa da gioco e dai locali notturni. Il circuito, dalla sua introduzione in calendario ad oggi, è cambiato pochissimo. E’ un mix di precisione, eccellenza tecnica e audacia che rendono questo appuntamento una gara a sè stante dove le qualifiche giocano un ruolo cruciale: partire davanti è importantissimo, in condizioni meteo normali già partire dalla terza/quarta posizione è compromettente. Il tracciato comprende 19 curve. Subito dopo la partenza tutte le vetture si ritrovano nella stretta curva di Santa Devota (patrona del Principato) per poi affrontare un breve allungo in salita denominato Beau Rivage che si conclude con una piega a sinistra, Massenet, che immette nel quartiere di Monte Carlo con la curva del Casino e di Mirabeau. Si scende quindi alla curva della vecchia stazione, il punto più stretto e lento dell’intero mondiale di Formula 1. Superata la curva del Portier ci si immette nel tunnel al termine del quale si raggiunge la velocità più elevata sui 280/290 km/h. Superata la chicane del porto i piloti affrontano un altro breve allungo che immette nella zona più tortuosa del tracciato: la curva Tabac, una veloce piega a sinistra seguita immediatamente dalle due chicane della piscina. Ci si avvia a concludere così il giro affrontando La Rascasse e l’ultima curva la Anthony Noges, dal nome dell’industriale del tabacco che organizzò le prime edizioni del Gran Premio. Tuttavia, Monte Carlo, circuito cittadino per eccellenza, nacque proprio nell’epoca in cui i tracciati permanenti erano una netta minoranza, e i cittadini erano la regola o quasi, ma divenne subito un classico unico nel suo genere. “Secondo me non ha senso correre in quell’assurdo carosello di stradine con le nostre velocissime vetture”. A parlare non è un pilota di oggi, ma Rudi Caracciola, che su questa pista ci rimise cinque centimetri alla gamba destra in un incidente nel 1933, e che poi riuscì a vincere l’edizione 1936. In quei primi anni, i migliori assi del momento si alternano nell’albo d’oro, compresi i nostri Varzi, Nuvolari e Fagioli. Dopo un decennio di pausa dovuto al secondo conflitto mondiale, è ancora un italiano a riannodare i fili della storia, con Farina vincitore nel 1948. Due anni dopo, la prima delle due vittorie di Fangio è anche un esempio della sua sagacia: alla curva del Tabaccaio si sviluppa una gigantesco groviglio al primo giro, mentre Fangio, in testa, sta per arrivare ignaro sul posto. Vedendo che gli sguardi del pubblico non erano rivolti a lui, leader della gara, ma verso il Tabaccaio, capì al volo che c’era un problema: riuscì così a rallentare e a evitare tutte le auto incidentate e a farsi, dirà poi annoiato, i restanti 99 giri della corsa. Gli incidenti sono infatti una componente costante di una pista che resta claustrofobica e praticamente senza alcuna via di fuga: altro esempio di incidente multiplo è quello innescato dallo spettacolare volo di Daly nel 1980 che rimbalza tre volte in mezzo al gruppone mettendo KO incredibilmente solo quattro macchine. In compenso, quasi mai gli esiti degli incidenti sono stati fatali: le due sole vittime del circuito sono due piloti italiani: il primo dei quali, Fagioli (vincitore nel 1935) muore in seguito a complicazioni dopo un’incidente all’uscita del tunnel in quella che rimase l’unica edizione del Gran Premio dedicata alle vetture Sport (1952). L’altro pilota italiano vittima della pista è Lorenzo Bandini, il cui spaventoso rogo alla chicane nell’edizione del 1967 fece esplodere definitivamente il problema della sicurezza nei Gran Premi. Dopo Fangio, si afferma definitivamente la scuola inglese, con le tre vittorie di Stirling Moss (memorabile quella del 1961 ottenuta con una Lotus privata del team Walker contro lo squadrone Ferrari dotato di auto ben più potenti) e soprattutto con Graham Hill, ben cinque volte vincitore negli anni 60 con BRM e Lotus. Anche Jackie Stewart diviene specialista del circuito con tre trionfi (1966-71-73) il primo dei quali viene ottenuto davanti alle macchine da presa della troupe hollywoodiana che, agli ordini del regista Frankenheimer, lavorano al film “Grand Prix”. In quel periodo resta memorabile l’edizione del 1970, decisa letteralmente all’ultima curva (il Gasometro, che poi verrà cancellata due anni dopo) quando il leader Jack Brabham (vincitore nel 1959), braccato dalla Lotus di Rindt, sbaglia l’ultima frenata propiziando così l’inaspettato trionfo dell’austriaco davanti a uno sbigottito direttore di corsa che dimentica persino di sventolare la bandiera a scacchi. Ma l’edizione del 1982 è ancor più pirotecnica: anche a causa di una leggera pioggia negli ultimi giri, la leadership della corsa passa di mano cinque volte, una vera roulette da cui esce vincitore Riccardo Patrese su Brabham, che ottiene la sua prima vittoria in Formula 1 e riporta un italiano sul più alto gradino del podio, risultato che i nostri colori ripeteranno, a tutt’oggi, solo con Trulli nel 2004 (su Renault). A partire dal 1973 il circuito viene modificato aggiungendo il complesso della Piscina e della Rascasse. Lauda e Scheckter vincono due volte ciascuno, ma con gli anni 80 arrivano sulla scena due super-assi in grado di attaccare il record di Baffo-Hill: Alain Prost vince tre volte consecutive il Gran Premio ma poi si ferma al quarto trionfo, ottenuto nel 1988 approfittando di un incidente del leader. E sarà proprio quest’ultimo, Ayrton Senna, a riuscire nell’impresa: ben sei trionfi tra il 1987 e il 1993, un limite che il solo Schumacher ha poi avvicinato ma non eguagliato. Il tedesco, prima su Benetton poi su Ferrari, si ferma a cinque trionfi tra il 1994 e il 2001, ma fallendo sempre l’aggancio negli anni seguenti. I cinque campioni del mondo attualmente in attività hanno tutti vinto almeno una volta il Gran Premio di Monaco, con Alonso che ha fatto doppietta nel 2006-07. Due trionfi anche per Webber (2010-12), che negli anni ha dimostrato un notevole adattamento al toboga monegasco. A Monaco la Pirelli si presenterà con le mescole più soffici della gamma: le supersoft e le soft. Il circuito è un cittadino, le gomme saranno molto meno sollecitate rispetto ad altre piste ma i problemi di degrado non mancheranno. La Mercedes sembra essere il team più quotato a partire in pole anche nel principato e approfittando dell’impossibilità di effettuare sorpassi potrebbero anche condizionare la prima parte di gara, almeno fino al decadimento delle Pirelli. Chi è in cerca di conferme è la Ferrari che manca la vittoria tra le stradine di Monaco da ben dodici anni, la pista ci dirà , come sempre, chi la spunterà ! Domenico Della Valle - Francesco Ferrandino Passione a 300 all'ora
  22. Tra un quarto d'ora via al GP di Spagna 2013!!!
  23. Tra 35 minuti le qualifiche del Gran Premio di Spagna 2013!
  24. Via alle prime prove libere del Gran Premio di Spagna 2013. Pista bagnata/umida, è piovuto fino a poco fa. La Pirelli ha portato una mescola dura sperimentale senza segni di riconoscimento per avere più riscontri da parte delle squadre, ma se la pista è così è difficile che venga usata in questa prima ora e mezza.
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