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Clarissa

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Contenuti inviati da Clarissa

  1. Clarissa

    Arte

    Non intendo dire che foto e opera è la stessa cosa ovviamente c'è un lavoro dietro mostruoso.. intendo dire che per me il visivo è una cosa secondaria nell'opera. Riprodurre esattamente quello che vedo in realtà è una cosa che concettualmente non mi entusiasma; pur ammirando, ripeto, il lavoro mostruoso che c'è dietro. Non mi aggiunge nulla alla foto, questo intendevo! Certo.. bello.. e poi? Invece adoro il disumano, il non-decorativo, l'intento senza committenza.. perché l'arte caritatevole esiste in virtù al fatto che c'è una committenza borghese che paga milioni di euro, perché fondamentalmente c'è una storia dell'arte e un'arte della storia, ma la vera arte è già storia dell'arte. Se Artaud fosse vissuto più a lungo avrebbe rivisitato sicuramente Francis Bacon, il pittore primultimo, e non Van Gogh. Sui critici, ognuno è critico a modo suo e quindi non capisco perché esistano.
  2. Clarissa

    Arte

    Mah.. io non sono una fan dei designi ultra realistici esagerati come quelli di Dascanio .. a sto punto appendo una foto. Preferisco il lato disumano di un Francis Bacon o di un Munch, dove c'è uno studio profondo sulle informità e sull'angoscia
  3. Bene grazie! un mare di impegni Qui tutto bene?
  4. La critica del linguaggio è una lunga storia, da De Saussure a Lacan (quest'ultimo decisamente ignorato, e distruttore di Freud.. ignorato forse per quello, infondo anche gli psicologi devono lavorare, se gli rovini il gioco fanno la fame). Tutta la conoscenza in sé è per forza ancorata alla mediazione linguistica, alla mera nominazione priva di oggetto e soggetto. Lo aveva capito Einstein, e anche Nietzsche: "Se cerchiamo di considerare lo specchio in sé, finiamo per scoprire su di esso nient'altro che le cose. Se vogliamo cogliere le cose, ritorniamo in definitiva a nient'altro che lo specchio. Questa è la più universale storia della conoscenza". Una contraffazione ottica da cui si è arrivati frettolosamente al famigerato "guardarsi dentro" e definito altrettanto frettolosamente come "coscienza". Qui nasce la cancellazione del "cogito ergo sum" corretto nella filosofia moderna da Nietzsche in "cogito ergo est". Perché la questione ruota attorno a qualcosa di più grande, cioè "l'essere". Parmedine nella filosofia anitica diceva: "l'essere è e il non essere non è" e questa è la disciplina ancora esistene dell'ontologia. Premesso questo, possiamo iniziare a porci un primo quesito di fondamentale importanza.. perché farsi tante domande sull’essere? Una risposta l’ha fornita Aristotele dicendo che gli uomini se lo domandino perché ne sentono l’emergenza della meraviglia.. ma meraviglia si, ma di cosa? Forse del fatto che tutto esista? A tale proposito possiamo anche citare la famosa domanda di Heidegger che dice: perché l’essere e non piuttosto il nulla? Quando ci troviamo dinnanzi a questa verità , diventiamo consapevoli di non poter in alcun modo andare oltre l’essere, o più precisamente oltre il pensiero dell’essere. Pensiero che teoricamente dovrebbe essere posseduto dal soggetto pensante, per l’appunto. Ma è forse vera la celebre affermazione cartesiana che dice: "penso e dunque sono?" (appunto cogito ergo sum). Ma quando noi diciamo che il bicchiere “àˆâ€ sul tavolo, che cosa intendiamo? Fuori dalla nostra percezione, e dunque fuori dal nostro linguaggio, QUEL bicchiere àˆ realmente sul tavolo? Piuttosto l’oggetto del nostro interesse è forse quella cosa che noi chiamiamo bicchiere, oppure è la stessa parola che nominiamo? Ma ancora, è più scottante il fatto che quel bicchiere SIA, oppure che cos’altro? Qui determiniamo un punto di centrale importanza, ovvero non tanto quella dell’essere delle cose, ma piuttosto del verbo essere stesso. Fuori di esso, in effetti, di che cosa si può dire che esista? àˆ addirittura impensabile che qualcosa vada fuori dal verbo essere, poiché questo include tutto, o meglio tutto si include in esso. Ma dunque quella distinzione fra soggetto e oggetto, può essere ancora forte? Il soggetto in relazione all’oggetto, si ma l’essere stesso del soggetto pensante, è anch’esso un pensato, dunque è oggetto di pensiero. Tutto ciò che è pensato è oggetto. Tutto, anzi, è oggetto. Ogni qualvolta noi usiamo il linguaggio, diciamo qualcosa che non è quel che vorremmo dire, ma è quel che diciamo. Dunque il linguaggio, in un certo senso, ci precede. E considerando dunque il concetto di esserci (Da-sein), se si è compreso che quest’essere non va più inteso come semplice presenza, ma solo più come una "lampada", allora possiamo andare ben oltre il concetto di esserci. Difatti Heidegger sorpassò la sua analitica dell'esistenza e dell'esserci per giungere al concetto di Gelassenheit, ovvero di abbandono. Abbandonarsi all'essere e cioè imparare l'ascolto. Piuttosto che di Dasein, dunque, io credo che noi dobbiamo introdurre un altro termine di fondamentale importanza, ovvero quello di Sosein (essere così). Ovvero è centrale il fatto che le cose siano così, e con esse anche lâ€™àˆ delle cose. Cioè tutto ciò che è, àˆ così perché àˆ così. E quel che a noi deve interessare è che le cose siano come sono. Il fatto stesso che le cose siano dette tali, è perché noi le pensiamo in una sfera che è propria del verbo essere. Noi siamo abituati, ahimè, a sottovalutare fortemente la forza e il potere del pensiero. Poiché troppo spesso gli abbiamo assegnato un valore morale, un compito etico, assegnandoci quel Sartriano engangement, composto in realtà di soli riflessi su riflessi di riflessi di senso. Il linguaggio raffigura i concetti e gli oggetti e lo fa più o meno, pressoché, a grandi linee, giù per lì, su per giù. l mondo sta infatti, soprattutto nel linguaggio, e tutto ciò che accade lo fa nel mondo. Per questo bisogna usare piuttosto che cogito ergo sum, il detto cogito ergo est; e con esso non intendo dire “penso dunque quel qualcosa èâ€, ma piuttosto diciamo che penso dunque àˆ, o meglio se io penso è perché vi è quell’è. Penso dunque verbo essere, in caso contrario non vi sarebbe pensiero. E non si può pensare ad un principio di ragion sufficiente di quell’essere, perché esso mantiene in sé la sua Aseità . àˆ dunque il pensiero a donare l’essere alle cose. E l’essere a rendere possibile il pensiero stesso.
  5. Sono appunto dei social.. laddove Schopenhauer definiva il sociale "l'umano escremento". Come vedo non ci sono elementi per smentirlo. C'è solo da aspettare, in silenzio.
  6. Clarissa

    Kimi Raikkonen

    Per me Fernando è più forte sotto tutti i punti di vista e starà davanti più spesso di quanto si pensi così anche l'unico interesse per la F1 stagione 2014 svanirà
  7. Clarissa

    Kimi Raikkonen

    Se la rigiro può essere che se ne frega di fare il secondo.. almeno farà il secondo per i $$$
  8. Clarissa

    Kimi Raikkonen

    Tanto Montezemolo ha chiarito che Raikkonen sarà la seconda guida non vedo che battaglia ci potrà essere..
  9. Bisogno fisico di disonore. Mi sarebbe piaciuto essere figlio di boia. Emil Cioran
  10. Non si dà critico, diceva Oscar Wilde, fuori dall'artista. Ormai al mondo esiste solo il consumatore.. credo che parlare di "vita passara" o "vita futura" o "presente" ormai non cambi nulla. Si nasce consumatori e si muore da tale, perché così è stato imposto dall'alto. C'è chi si consola comprando questo o quello, chi nel romanticismo dell'amore (anche questo slancio romantico imposto.. perché la coppia cosa fa? si tiene per mano e va nei negozi, compra più di chiunque altro). Il germe della storia antica è andato perduto anche in quel dell'Africa. Quale consumatore che ormai vive nelle comodità (riscaldamento, automobile, cibi confezionati) e nella fogna culturale creata ad hoc, nella società e nelle scuole, accetterebbe mai di vivere con i prodotti che si coltiva lui stesso, vivendo con il baratto e tagliando la legna nel bosco per scaldarsi? Alla fine siamo tutti consumatori e quindi consumati, condannati al denaro e a far apparire di avere denaro. La vita non esiste più, esistono i prodotti e gli esseri umani sono anche loro dei prodotti. Ma sono discorsi inutili, inutili perché non c'è più speranza.. gli odiosi giovani di oggi poi.. mi fermo qui o vengo bannata dal pianeta
  11. "Che cos'è dunque la verità ? Un mobile esercizio di metafore, metonimie, antropomorfismi, in breve una somma di relazioni umane che sono state potenziate poeticamente e retoricamente, che sono state trasferite e abbellite, e che dopo un lungo uso sembrano a un popolo solide, canoniche e vincolanti: le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria, sono metafore che si sono logorate e hanno perduto ogni forza sensibile, sono monete la cui immagine si è consumata e che vengono prese in considerazione soltanto come metallo, non più come monete." Friedrich Wilhelm Nietzsche
  12. Che cos'è dunque la verità? Un mobile esercizio di metafore, metonimie, antropomorfismi, in breve una somma di relazioni umane che sono state potenziate poeticamente e retoricamente, che sono state trasferite e abbellite, e che dopo un lungo uso sembrano a un popolo solide, canoniche e vincolanti

    1. maurino21

      maurino21

      topa e è per di più colta e intrigante
  13. Metti un bel disco di Janis Joplin e la tv mettila nella spazzatura.. mangi molto meglio
  14. Per me è tutto cominciato dalle qualifiche di Jerez 1997. La più grande farsa di tutti i tempi. Poi si è proseguito con lo stesso andazzo
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