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Mark Donohue


leopnd

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Oggi sono 45 anni dalla scomparsa di Mark Donohue, vogliamo ricordarlo con un bel racconto di Giorgio Terruzzi di qualche anno fa...

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Mi è venuto in mente così: pa-pam. Una Ferrari 512M, direi. Daytona, scommetterei. Anno? 1971. Ventiquattro ore di gara. Campionato Mondiale Marche, con quelle carrozzerie da vento bucato, velocità e fari nella notte che volavano in pista e nella fantasia di noi, ragazzini di allora. La Ferrari, quella là, era blu cobalto con fregi gialli, i colori dello sponsor, Sunoco. Ricordo di aver atteso notiziari radiofonici nella notte e poi all’alba. Perché quella macchina nata rossa, eccezionalmente dipinta di blu e giallo, mi piaceva da matti. Così come il pilota che la guidava: Mark Donohue. Una faccia da pacioccone molto yankee, la faccia di un ragazzo che portava nelle nostre stanze le tracce ancora rare e curiose di quell’America là. Camicie con i nomi ricamati a svolazzo sul petto, giubbotto con le maniche di colore diverso dal resto, l’adesivo “STP” da appiccicare ovunque, elettrodomestici cromati, bowling e automobili sterminate.
 
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Mark Donohue viaggerebbe verso il suo compleanno numero 80 nel 2017. Nato a Haddon, New Jersey, il 18 marzo 1937. Morto all’ospedale di Graz, in Austria il 19 agosto 1975, dopo un incidente in prova, alla vigilia di quel Gran Premio. Incidente che aveva causato la morte anche di un commissario di pista, colpito da alcuni frammenti della vettura. Guidava una March del team Penske, la squadra del suo amico Roger, Roger Penske appunto, con la quale aveva viaggiato forte e vinto un po’ dappertutto, in America soprattutto, compresa una 500 Miglia di Indianapolis, anno 1972, per non parlare delle gare Can Am, dominate in lungo e in largo. Di questo pilota eclettico, laureato in ingegneria meccanica, straordinariamente abile nella messa a punto, poco sapemmo e pochissimo è rimasto. Così mi pare bello e persino giusto ricordarlo ora qui. La sua carriera in F.1 fu breve, tre anni scarsi (1971, 1974 e 1975), con un terzo posto al debutto in Canada sopra una Penske che utilizzava telaio McLaren, una quantità di piazzamenti non proprio eccellenti, una qualità sempre riconosciuta e apprezzata...
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