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  1. v6dino

    Ligier JS11 '79

    DATI GENERALI Scuderia: Equipe Ligier Gitanes Anno di produzione: 1979 Motore: Ford Cosworth DFV V8 2993cc. Telaio: Monoscocca in lega metallica leggera Carburante e lubrificanti: Elf Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Vichy (FRA) Progettista: Gérard Ducarouge, Michel Beaujon, Robert Choulet Impiegata nel: 1979 Piloti: Patrick Dépailler, Jaques Laffite, Jacky Ickx STATISTICHE GP Disputati: 15 Vittorie: 3 Podi: 5 Pole Position: 4 Giri Più Veloci: 3 Miglior risultato: Ligier, 3° posto nel Campionato Costruttori 1979 JS11 La migliore Ligier di sempre, quella che più da vicino ha potuto lottare veramente per il titolo mondiale. La "JS11" era vettura riuscita, veloce ed affidabile, finalmente efficace anche per quanto riguarda l'effetto suolo. L'affidabile eclettismo dell'ormai iconico motore Ford Cosworth al posto del vetusto Matra, fece il resto. Purtroppo però la "magia" durò solo per la prima metà della stagione dove Jacques Laffite e Patrick Depailler – Guy Ligier aveva infatti deciso per la prima volta di schierare in pista due vetture – sembravano i più seri candidati per il Mondiale. Lo sciagurato incidente in deltaplano di Depailler che ne chiuse la stagione in anticipo ed un inatteso peggioramento delle prestazioni della vettura – o forse un mancato progresso a fronte della crescita costante sia della Ferrari 312 T4 che della Williams FW07 – nella seconda metà del Campionato hanno invece costretto la scuderia francese ad accontentarsi di un terzo posto nella Classifica Costruttori. Con tre successi la JS11 resta comunque la Ligier più vincente in assoluto. ( Massimo Piciotti )
  2. v6dino

    Ligier JS9 '78

    DATI GENERALI Scuderia: Equipe Ligier Gitanes Anno di produzione: 1978 Motore: Matra MS78 V12 2993cc Telaio: Monoscocca in lega metallica leggera Carburante e lubrificanti: Shell Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Vichy (FRA) Progettista: Gérard Ducarouge, Michel Beaujon, Robert Choulet Impiegata nel: 1978 Piloti: Jaques Laffite STATISTICHE GP Disputati: 10 Vittorie: 0 Podi: 2 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Ligier, 6° posto nel Campionato Costruttori 1978 JS9 La "JS9" ebbe una gestazione piuttosto lunga, spesa fondamentalmente nel tentativo di messa a punto d'una vettura che si rivelò più difficile del previsto. Il motore Matra, ultima evoluzione del glorioso V12 francese sulle scena da una decina di anni, era sicuramente potente ma figlio di un progetto vecchio di diverse stagioni ed ormai non più al passo con i tempi. Così, quando la nuova Ligier comparve sulla scena nel Gran premio di Monaco, era già una vettura obsoleta rispetto alle migliori del lotto, anche perché non sfruttava al massimo i dettami dell'effetto suolo introdotti dalla Lotus e diventati rapidamente riferimento per tutti. Guy Ligier, verso la fine della stagione, decise di abbandonare l'affascinante ma ormai al capolinea progettoall-France con la Matra, annunciando il passaggio per il 1979 al Ford Cosworth. Lo sviluppo della vettura fu abbandonato, per dedicare gli sforzi alla nuova "JS11". ( Massimo Piciotti )
  3. v6dino

    Ligier JS7/9 '78

    DATI GENERALI Scuderia: Equipe Ligier Gitanes Anno di produzione: 1977 Motore: Matra MS76 e MS78 V12 2993cc Telaio: Monoscocca in lega metallica leggera Carburante e lubrificanti: Shell Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Vichy (FRA) Progettista: Gérard Ducarouge, Michel Beaujon, Robert Choulet Impiegata nel: 1978 Piloti: Jaques Laffite STATISTICHE GP Disputati: 3 Vittorie: 0 Miglior risultato: J.Laffite, 5° posto nei GP di Sudafrica e Belgio 1978 JS7/9 Versione modificata dello chassis JS7/1 allestito nei primi mesi del 1978 in attesa che la nuova JS9 fosse definitivamente messa a punto. La JS7/9 è di fatto la vettura dell'anno precedente con l'utilizzo del nuovo motore Matra MS78 da 520 cavalli accoppiato con un cambio Hewland FGA al posto del precedente TL ( Massimo Piciotti )
  4. v6dino

    Ligier JS7 '77

    DATI GENERALI Scuderia: Equipe Ligier Gitanes Anno di produzione: 1977 Motore: Matra MS76 V12 2993cc Telaio: Monoscocca in lega metallica leggera Carburante e lubrificanti: Shell Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Vichy (FRA) Progettista: Gérard Ducarouge, Michel Beaujon, Robert Choulet Impiegata nel: 1977-1978 Piloti: Jaques Laffite, Jean-Pierre Jarier STATISTICHE GP Disputati: 20 Vittorie: 1 Podi: 1 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 1 Miglior risultato: Ligier, 8° posto nel Campionato Costruttori 1977 JS7 La storica vittoria di Jacques Laffite nel Gran Premio di Svezia sul circuito di Anderstorp nel giugno del 1977 segnò per Ligier e per la nuova "JS7" un momento storico. Si trattava infatti della prima vittoria tutta francese – motore, telaio, pilota – nella storia della Formula Uno. La JS7 era una evoluzione "logica" della precedente JS5 a la sua principale innovazione era l'utilizzo della lega leggera rivettata al posto dell'alluminio per la costruzione del telaio monoscocca. Montava una versione aggiornata del classico 12 cilindri Matra con una potenza che arrivava a 520 cavalli e rispetto alla precedente aveva un disegno completamente rinnovato del muso anteriore che ricordava quello della Ferrari 312 T. ( Massimo Piciotti )
  5. leopnd

    Ligier JS39B

    Michael Schumacher durante i test a Estoril nel dicembre del 1994...
  6. irron3

    Anteprima stagione 1979

    Visto che nessuno ci ha pensato, creo questo topic per inserire le foto che non rientrano negli altri, come le presentazioni delle squadre a inizio stagione. Si potrebbe fare per tutte le altre stagioni....
  7. leopnd

    René Arnoux

    René Arnoux nasce il 4 luglio 1948 a Pontcharra (Francia). La passione per i motori lo porta in Italia, più precisamente a Moncalieri (Torino): nel nostro Paese inizia a correre con i kart e per guadagnare soldi lavora come meccanico presso il preparatore Conrero. René inizia a farsi notare tardi nel mondo del motorsport: a 25 anni conquista il campionato francese di Formula Renault e tre anni più tardi debutta in F2. Nel 1976 perde il titolo europeo contro Jean-Pierre Jabouille ma l’anno seguente trionfa in una delle edizioni più ricche di talento di sempre (Eddie Cheever, Didier Pironi, Riccardo Patrese, Bruno Giacomelli e Keke Rosberg finiscono alle sue spalle). René Arnoux esordisce in F1 nel GP del Sudafrica al volante della Martini ma non riesce a qualificarsi: nel corso della stagione, nonostante una monoposto tutt’altro che competitiva, porta a casa due noni posti in Belgio e in Austria. Il team transalpino - in crisi economica - si ritira prima del termine della stagione e René trova un posto alla Surtees: disputa le ultime due corse dell’anno risultando migliore del compagno Beppe Gabbiani e ottiene un altro nono posto (negli USA). Nel 1979 Arnoux viene chiamato dalla Renault per affiancare il pilota francese Jabouille: durante il GP di Francia a Digione ottiene i primi punti e il primo podio in carriera (3°) dopo un incredibile duello con Gilles Villeneuve entrato nella storia di questo sport. Conclude la stagione davanti al compagno di scuderia e ottiene due secondi posti in Gran Bretagna e negli USA. La prima vittoria in F1 per René Arnoux arriva nel 1980 in Brasile. La seconda stagione al volante della monoposto francese si rivela ancora più ricca di soddisfazioni: oltre a risultare nuovamente più rapido di Jabouille ottiene un’altra vittoria in Sudafrica e un secondo posto in Olanda. Nel 1981 inizia una rivalità con il nuovo coéquipier, un certo Alain Prost: René soffre la presenza di un connazionale più talentuoso e come miglior risultato ottiene un secondo posto in Austria. L’anno seguente, grazie ad una monoposto più competitiva, arrivano risultati migliori ma peggiora la convivenza con il compagno di squadra: vince in Francia contravvenendo agli ordini di scuderia e sale sul gradino più alto del podio in Italia. René Arnoux disputa la sua migliore stagione in F1 nel 1983 quando viene chiamato dalla Ferrari: sfiora il titolo Mondiale (3° in classifica generale), si rivela più rapido del compagno transalpino Patrick Tambay e porta a casa tre successi (Canada, Germania e Olanda), due secondi posti (Austria e Italia) e due terzi posti (USA Ovest e San Marino). L’anno successivo la situazione peggiora: il nuovo compagno Michele Alboreto è più veloce e il driver transalpino si deve accontentare di salire sul podio in quattro occasioni (secondo a San Marino e a Dallas, terzo in Belgio e a Monte Carlo). Nel 1985, dopo solo un GP - quello del Brasile - disputato al volante della Rossa (quarto, peggio di Alboreto che arriva secondo) René Arnoux viene licenziato dalla Ferrari. La carriera in F1 di Arnoux si conclude con la Ligier, scuderia nella quale il pilota transalpino corre per quattro anni senza brillare particolarmente. Nel 1986 (anno in cui è più lento di Jacques Laffite ma più rapido di Philippe Alliot, entrambi connazionali) ottiene tre quarti posti (Brasile, Gran Bretagna e Germania). L’anno successivo René Arnoux va a punti (6° in Belgio) in una sola occasione, a differenza del coéquipier Piercarlo Ghinzani, mentre nel 1988 (10° posto in Portogallo come miglior piazzamento) deve fare i conti con uno Stefan Johansson più in forma. Nell’ultima stagione nel Circus (1989) termina al quinto posto in Canada e surclassa il nuovo compagno di scuderia: il transalpino Olivier Grouillard. Nel 1997 Arnoux viene chiamato dalla Rai a commentare i GP di F1 e l’anno seguente fonda la Kart’in, società specializzata nella realizzazione di piste di kart indoor. Uomo immagine Renault, prende parte nel 2005 e nel 2006 al Grand Prix Masters, categoria rivolta ad ex piloti del Circus.
  8. leopnd

    Jacques Laffite

    Buon 72. compleanno... Se si parla di francesi in Formula 1 si pensa: al bello e impossibile Cèvert, al professore trionfatore in ogni dove Prost, al mitico Jean Pierre Jabouille o all’amante del contatto carbonio contro carbonio ma ora rinato Grosjean. Ci si dimentica spesso di un francese che ha unito la sua carriera a lungo ad un’uomo autocrate come Guy Ligier, scrivendo per lui pagine e pagine di storia ricambiando tale stima con risultati di rilievo netto: Jacques Laffite. Jacques Laffite, detto “Jacquot”, nasce il 21 Novembre del 1943 a Parigi. Figlio di un principe del foro parigino avrebbe di fronte una carriera fatta di difese e arringhe in uno degli studi forensi più importanti di tutta Parigi. L’abbiamo ripetuto migliaia di volte, chi nasce con l’anima racing deve correre in auto. End. Jacques Laffite non fa eccezione. Molla tutto e va a fare il meccanico preferendo le mani intrise di olio e grasso a mani pulite volteggianti nell’aria di qualche camera di tribunale in cerca di difese per questo o quel cliente pieno di franchi da rimpinzare le casse dello studio paterno. Qui conosce un’altra icona del periodo d’oro della Formula 1 francese: Jean Pierre Jabouille. Lo assiste come meccanico e inizia con lui un rapporto profondo, che gli porterà a diventare cognati più avanti (hanno sposato due sorelle). Magari in questo periodo Laffite manco ci pensa a fare il pilota, ma l’anima non si può comandare. E’ come avere una polveriera pronta ad esplodere che attende solo la scintilla giusta. Tale scintilla porta il nome di un’azienda petrolifera mentore della maggior parte dei piloti francesi dell’epoca: la Elf. Dopo 2 stagioni passate a dominare in un lungo e in largo in F2 ,F3 e una partecipazione alla 24 ore di Le Mans; Laffite debutta nel 1974 al volante di una Iso Marlboro dell’ancora non Sir (ma non per questo meno straordinaria personalità) Frank Williams. Dopo 2 anni con la Williams e uno strepitoso secondo posto nel terribile Nurburgring, Laffite viene ingaggiato da Guy Ligier che già lo aveva comandato a Le Mans. Inizia un binomio tutto francese destinato a scrivere tonnellate di pagine di storia. Il 1976 è un anno di transizione dove lo scanzonato e simpatico come pochi Laffite deve abituarsi al clima in Ligier. Nel 1977 il primo hurrà della carriera in Svezia dove compie una rimonta da cineteca e regala alla Formula 1 la prima vittoria tutta francese. Pilota, team e motore parlavano e rombavano con l’accento francese. Dopo un 1978 avaro di emozioni il 1979 sembra l’anno della consacrazione per Jacquot. L’avvio è devastante come una bomba a mano con due vittorie e due pole consecutive, sembra non ce ne sia per nessuno. Peccato, però, che Laffite si perda nei meandri di una non sempre competitiva Ligier JS11 e incamera nel corso della stagione 3 podi e 2 pole. Rimane in lizza fino alla fine per l’iride prima di trovare di fronte a se un gigantesco Gilles Villeneuve nella Monza ’79 che nessuno potrà mai dimenticare. Nelle stagioni successive la Ligier è una buona vettura e nulla di più e Laffite non riesce andare oltre due quarti posti a fine anno conditi però con tre vittorie e due pole. Nel 1982 il rapporto con Guy Ligier è ormai logoro e certe sirene distraggono “Jacquot”. Nel periodo in cui a Maranello si parlava più il francese che il dialetto modenese, più di una voce dava Laffite vicino a salire sulla 126\C3. Non se ne fece nulla. Così Laffite branca per la mentoniera il suo monocromatico, ma del quale era gelosissimo, casco verdone e torna sui suoi passi. I rapporti con la Williams non si sono mai logorati e tornerà a guidare per il team di Grove per 2 stagioni. In questo periodo va più ricordato per come si prendeva gioco degli ansiosi ingegneri giapponesi al lavoro sulla Williams FW09: “Ho chiesto a loro se mi hanno montato il motore di una F2. Sono andati a controllare davvero!!”. Laffite è Laffite. Non si smentisce. In un periodo dove tutti i piloti della Formula 1 cominciavano a prendersi sul serio, il suo essere smaliziato con tutti lo rendeva una mosca bianca. Può sembrare che il ritorno in Williams sia stato come “mettere il coperchio” alla sua carriera ovvero tornare dove aveva cominciato. Invece, all’età di 42 anni, Laffite firma di nuovo per Guy Ligier, spinto dalla voglia di saggiare i poderosi turbo Renault. Nel Gran Premio di Gran Bretagna 1986, dove avrebbe eguagliato in numero record di presenze di Graham Hill, Laffite è coinvolto in un crash al via dalla quale ne esce con le gambe massacrate e il bacino rotto. Il “coperchio” alla sua carriera sembra essere messo dall’infame destino. Macchè! Laffite non demorde e dopo essersi ripreso riprende a ravvivare la sua anima racing che brucia ancora. Già dall’anno dopo si butta nelle più tranquille, si fa per dire, vetture turismo correndo anche nel campionato del mondo. Non si risparmia neanche in: rally, raid, Parigi – Dakar, corse sul ghiaccio e per non farsi mancare nulla anche un test con la R27 da Formula 1 nel 2008. La rete ci regala i video dove Jacques Laffite mostra al mondo intero come bisogna maltrattare i dannatamente brutali e truci 720 Cv della Ferrari F40 LM. “Jacquot” dimostra di avere ben più che una vita; dal 1990 commenta la Formula 1 per il canale francese TF1, ma è di poche settimane fa il ritorno alle gare, in coppia con la figlia Margot, al Megane Trophy a Barcellona. In 70 anni, Jacque Laffite ha corso con qualunque cosa avesse 4 ruote e un motore. Anime racing come la sua le contiamo sulle dita di una mano e ci avanzano ancora. In una Formula 1 con personaggi fatti con il medesimo stampo e dipendenti del luogo comune, un fantino di 50 kg peso che di spalle sembra più il cugino trapiantato in Francia di Nino D’Angelo dal carattere disinvolto, spregiudicato e anticonformista come Laffite manca eccome. E’ bello, però, pensare che uno scricciolo di uomo dal casco monocromatico verde petrolio, buca generazioni ed ere tecnologiche nelle corse e continua bellamente a correre, dando sfogo a tutta la sua anima da racer.
  9. Wexx

    Gerard Ducarouge

    Apro un topic su questo leggendario ingegnere per un motivo molto banale: ho trovato una bellissima intervista del 2013 in cui ripercorre la sua intera carriera nelle corse e non sapevo in che topic postarla: http://classiccourses.hautetfort.com/archive/2013/03/07/gerard-ducarouge.html http://poeticsofspeed.files.wordpress.com/2014/01/ducarouge2mon85-sign.jpg?w=774
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