E' un dato di fatto anche che avesse subito 3 zeri in classifica uno dei quali lo ha privato di ben 25 punti, non pochissimi in un mondiale così serrato.
In ogni caso tornando al quesito principale del topic direi che per buona parte di questa stagione dopo tanto tempo il pilota ha potuto fareun pò di differenza differenza quando guida malgrado le f1 oggi abbiano raggiunto un grado di sofisticazione/aderenza sempre più elevato e un limite prevedbile. Questo perchè ?
La prevedibilità di cui parlo si riferisce al fatto che al giorno d'oggi una vettura, quando esprime una prestazione/un tempo, quel tempo è già stato stimato scientificamente mediante computers e sensori elettronici sia al box che in fabbrica. Simulazioni continue che portano a ridurre sempre di più l'approssimazione tra tempo reale e tempo stimato; ancora di più se si pensa che i circuiti sono più o meno invariati da 20 anni .
In questa prospettiva il lavoro del pilota è ovviamente ridimensionato rispetto al passato dove era egli stesso incaricato di "scoprire il limite della macchina " oltre al fatto che quel limite era molto più difficile da raggiungere.
Può talvolta capitare che questa funzione regolare venga alterata da fattori esterni di vario genere:
-La pioggia
-Una pista nuova con curve e asfalto non conosciuto.
-Gomme dal funzionamento diverso e così via................
Prorpio quest'anno è successo che le gomme fornite dalla Pirelli avessero valori di prestazione e durata "anomali / difficili da decifrare" , questo ha portato ad aumentare l'imprevedibilità e l'improvvisazione con conseguenti alti e bassi sia delle macchine che dei piloti, ma è stato di breve durata perchè con l'aumentare dei dati raccolti in pista (nonostante il blocco dei test) le squadre sono cmq riuscite a comprenderle fino in fondo.