Jean-Pierre Jabouille, Tyrrell 007/5 - Ford.
Dopo due tentativi falliti nel 1974, il parigino riesce a debuttare in F1 a 32 anni suonati.
Figlio dell'architetto Robert Jabouille, appassionato di meccanica e laureato in ingegneria, Jean-Pierre comincia a correre nei primi anni '60, preparandosi la macchina da solo o con l'aiuto dell'amico Jacques Laffite (in qualità di meccanico) con il quale condivide la seconda passione (la meccanica ).
Nel 1967 corre con una Matra F3 privata e si mette in luce tra i talenti transalpini del momento come Cevert, Pescarolo, Jaussaud e Depailler. Le sue doti gli aprono le porte della Alpine-Renault che lo ingaggia per pilotare e sviluppare monoposto di F3 (Alpine A360), di F2 (Alpine A367) e anche biposto per il mondiale marche (Matra-Simca MS670B e Alpine A441).
In questo 1975, dopo l'abbandono della Matra alle corse, lo spilungone biondo è impegnato su più fronti: lo sviluppo di un motore Alpine V6 turbo da 1500 cc e l'Euro F2 con una vecchia Alpine A367 rifatta da lui in collaborazione con Jean-Claude Guenard, un altro "matto dalle gare" (già pilota di moto e auto) che perirà nel disastro del Colibrì di Pironi nel 1987.
La monoposto viene ribatezzata Elf 2J, dove la J indica l'iniziale del suo cognome ed è proprio la Elf a pagare per il suo debutto in F1 con la terza Tyrrell ufficiale, nuova di fabbrica.
La qualifica non è esaltante: 21° posto in griglia.
Dopo aver battagliato per gran parte della gara con Watson, chiude al 12° posto (ultimo a pieni giri) a soli 0.4" da Laffite, suo cognato dal 1973 (hanno sposato le sorelle Cottin).