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  1. R18

    Kimi Raikkonen

    Che dire? Tutti si aspettavano che questo fosse l'ultimo anno, invece Kimi sarà in barca anche nel 2021 ad anni 42. Non è poco per un pilota che si è sempre portato dietro una nomea di svogliato, pressapochista e compagnia cantante. La cosa importante è che nonostante abbia perso di misura il confronto in qualifica, spesso e volentieri sia ancora più forte del compagno di squadra. L'anno prossimo forse arriverà il sorpasso (dopo ben tre stagioni...), ma sto apprezzando molto il Kimi volenteroso di questi anni in Sauber. Lo slalom fatto durante il primo giro in Portogallo è stato eccezionale. Alla faccia del vecchio.
  2. R18

    Daniil Kvyat

    Non mi resta che confermare quanto detto l'anno scorso. Il tempo per Daniil in Formula 1 è finito e direi che ha fatto di tutto per pregiudicarsi la carriera. Nei primi due anni ha mostrato ottime cose, poi è calato molto a livello mentale (diciamo che aveva molte distrazioni...) e la retrocessione in favore di Verstappen gli ha dato il colpo di grazia. Mi sentirei di dire, molto onestamente, che tra il ruolo di tester Ferrari e il ritorno in Toro Rosso ha perso tre anni di carriera in cui invece avrebbe potuto rilanciarsi altrove. Certo è ancora giovane, ha solo 26 anni, di tempo a disposizione ne ha ancora molto, tuttavia durante gli ultimi mesi non si è sentita mezza parola sui suoi progetti futuri. Spero per lui che possa trovare un posto competitivo ma più tranquillo della Formula 1, in modo da ridare davvero vigore alla sua carriera. I risultati ottenuti (molto) a sprazzi in questi ultimi due anni, a mio parere, non lo hanno mai veramente riabilitato.
  3. R18

    Sebastian Vettel

    Come prevedibile, con questa stagione è svanito definitivamente il sogno Ferrari di Sebastian. Parlo a livello personale, ma sono state sei stagioni complessivamente deludenti. Ferrari doveva lanciare definitivamente Vettel nell'olimpo delle leggende della Formula 1 (e viceversa, oserei pure dire) e invece ha fatto emergere tutti i suoi limiti, che già in Red Bull si erano parzialmente visti ma che sono stati coperti da una situazione alquanto "semplice". Certamente in Ferrari non ha trovato l'ambiente più sereno del mondo, specie dopo la morte di Marchionne, ma Maranello è una polveriera da almeno un decennio e non ci è passato solo lui in mezzo. E a dirla tutta la situazione di Vettel ha iniziato a scricchiolare ben prima della morte del presidente, che già nel 2017 (in quel momento abbastanza a torto, visto che il 2017 di Sebastian non è stato così negativo) ne evidenziava il carattere troppo "focoso". Non è mai riuscito davvero a mettere una pezza ai limiti delle Ferrari che ha guidato e anzi ha spesso e volentieri peggiorato la situazione con errori assortiti, penso soprattutto al 2016 e al 2019, ma anche su una vettura competitiva come nel 2018 è riuscito a perdere occasioni importanti. Continuo a pensare che il palmarès di Sebastian sia troppo "gonfio" per quanto ha in realtà dimostrato. Parliamo di un grande pilota, ma avendolo visto correre in questi anni non gli assocerei mai quattro mondiali. Sarò un po' troppo duro, ma tant'è.
  4. R18

    Esteban Ocon

    Delusione dell'anno insieme a Bottas, a mio parere. Renault ha conosciuto un buon miglioramento prestazionale come vettura ma Ocon è sempre rimasto nel limbo, battuto abbastanza sonoramente da Ricciardo e senza lampi a parte il secondo posto di Sakhir in una gara che definire strana è un eufemismo. Mi aspettavo molto di più da un pilota che si è sempre portato dietro una reputazione molto alta, come pilota. Credo che Mercedes, preferendogli Russell, non abbia perso molto. Il prossimo sarà il secondo anno del suo "prestito" in Renault-Alpine e di fronte si ritroverà Alonso, ancora affamato nonostante i quasi 40 anni. Rischia di essere la bocciatura definitiva e a quel punto anche in caso di effettivo ritorno in Mercedes potrebbe mettersi abbastanza male.
  5. R18

    Lance Stroll

    Un'altra stagione passata tra alti e bassi per Lance. Risultati complessivamente migliorati perché si è ritrovato sulla vettura che ha vinto il mondiale 2019, in buona sostanza, se non ce l'avesse fatta nemmeno così sarebbe stato un problema grosso. Fa impressione notare quanto sia competitivo in condizioni difficili e quanto invece sia un pilota normalissimo (anche al disotto della media, direi) in condizioni normali. Una simile differenza prestazionale a quattro ruote, onestamente, non la ricordo. Detto ciò rimarrà sempre al suo posto, dall'anno prossimo la sua squadra avrà anche un nome importante (solo quello però, perché per il resto Aston Martin non fa nulla di concreto nonostante per il progetto Formula 1 stia mandando al macero un intero reparto corse) e come è risultato nettamente inferiore a Pérez lo sarà anche con Vettel.
  6. R18

    Pierre Gasly

    Credo che nel 2020 Gasly abbia trovato la sua dimensione. Il pilota è veloce, ma non credo sia materiale da top team. Un'ottima guida per una squadra come AlphaTauri, dove in effetti ha ritrovato lo smalto perduto l'anno scorso e anche un po' di stabilità. La vittoria di Monza è arrivata con una discreta zampa da parte della buona sorte, poi è stato bravo a tenersi dietro Sainz nelle battute finali, senza dubbio. Un risultato che ha avuto il sapore della rivincita in un certo senso, ma che (personalmente parlando) non lo ha riabilitato come potenziale top driver. Dopo questa stagione penso, comunque, che possa essere considerato superiore ad Albon. L'anno prossimo guiderà ancora la squadra di Faenza, avrà un buon pilota come Tsunoda al suo fianco, penso che il 2021 possa svolgersi più o meno sulla scia di questa stagione anche se Honda tirerà i remi in barca.
  7. R18

    Sci Alpino

    Che emozione oggi. Peccato per entrambe le italiane, ma ho sempre avuto un'adorazione per Mikaela e vederla vincere di nuovo mi ha commosso. Non so se sia davvero tornata al suo livello, onestamente non credo, però è già un primo passo.
  8. R18

    Lando Norris

    Quest'anno, come prevedibile, è stato più costante e ha mostrato la sua competitività praticamente sempre. Io credo che per il 2021 e per le stagioni future sia nel posto giusto. Il talento ce l'ha e secondo me non è neanche poco, in una condizione tecnica sempre crescente potrà avere le sue chance e sfruttarle, come ha già fatto nel 2020. Ecco, viste le stagioni pre-Formula 1 me lo aspettavo più "spettacolare", qualcosa di più simile ad un Verstappen. Questi sprazzi ancora gli mancano, ma credo che gli manchi anche una macchina per mostrarsi in questo modo.
  9. Stagione eccezionale fino a Imola. Nelle ultime quattro gare davvero poca roba. Certo, bisogna fare la tara con una macchina pesantemente insufficiente, ma come dicevo l'anno scorso in certe situazioni pecca di lucidità e se sono qui a ribadirlo vuol dire che di miglioramenti non ce ne sono stati. Spielberg #2, Istanbul e Sakhir #2 sono stati errori parecchio pesanti. In una stagione difficile, in cui bisogna capitalizzare ogni occasione, buttare punti per strada in questo modo è penalizzante e improprio per un futuro campione come Charles. D'altra parte però ci sono gare eccezionali come Spielberg #1, quelle di Silverstone o quella del Portogallo. Da qui Leclerc e la Ferrari dovranno ripartire, penso proprio che il 2021 vedrà la Rossa tornare al top e che Charles debba riguadagnare un po' di serenità. Di sicuro questa stagione lo ha messo alla prova e da questa esperienza avrà imparato tanto. Bisogna tenere un po' a freno la grande voglia di vincere tutto e subito che dimostra ad ogni gara, perché la Formula 1 richiede sempre tempo e pazienza.
  10. R18

    Alexander Albon

    Ecco, diciamo che le mie perplessità del 2019 sono state ampiamente confermate. Alex può essere un buon secondo pilota ma nulla di più, soprattutto non in una squadra che punta tutto su una "stella". Non ha aggiunto molto al 2020 della Red Bull ma non è neanche detto che questo possa costargli il posto. Di sicuro Horner, Marko e compagnia preferiscono un pilota che non dia molto fastidio a Verstappen, ma almeno ci vuole qualcuno che possa garantire alla squadra un secondo posto nel costruttori. Quest'anno è arrivato ma più che altro perché la Ferrari è scomparsa, non tanto per merito di Albon. Vedremo quale sarà la decisione di Red Bull, se non dovesse venire confermato credo che nessuno griderebbe allo scandalo.
  11. R18

    Carlos Sainz jr

    Lo attendevo al varco per una riconferma quest'anno, dopo la sorpresa del 2019, e direi che non mi ha deluso. Carlos è un pilota molto concreto, sbaglia pochissimo e ricava quasi sempre il meglio da quello che la macchina gli offre. Credo che per una Ferrari in ricostruzione sia un po' quello che ci vuole, considerando che il top driver ce l'hanno già. Non farà molto rumore contro Leclerc e credo che questo a Maranello possa portare un po' di serenità, dopo il fallimento totale del biennio a due punte. Per due anni su due ha prevalso in classifica su Norris e per me non è un fatto scontato, perché Lando a mio parere è uno dei più grossi talenti in griglia. Spero abbia pazienza perché in Ferrari ce ne sarà bisogno, ma credo che non deluderà.
  12. R18

    Daniel Ricciardo

    Direi che tutto sommato Daniel ha "attutito" bene la retrocessione da un top team come Red Bull ad uno mediocre come Renault, in questi due anni. Ha riportato i francesi sul podio in Germania e si è ripetuto a Imola, direi che per le premesse è andata decisamente meglio del previsto. Il passaggio in McLaren si preannuncia molto interessante. Se a Woking dovessero trovare un buon compromesso tra la base attuale e il motore Mercedes dovrebbe uscire una macchina competitiva e, ovviamente, in questo caso Daniel si farà trovare pronto. La sua storia da top driver si è interrotta un po' bruscamente in Red Bull, spero che la crescita di McLaren possa coincidere con il suo ritorno nelle primissime posizioni della classifica. Notevole il confronto con Ocon, tra l'altro. Credevo sarebbe stato più equilibrato.
  13. R18

    Sergio Perez

    Per quanto continui a non farmi impazzire, ma sarebbe così anche se dovesse vincere 100 gare, sarebbe un peccato non rivederlo nel 2021. Sicuramente la sua miglior stagione in Formula 1, grazie anche ad una vettura ottima, vista la base (e anche qualcosa in più) di partenza. Riesce sempre a trovarsi nella posizione giusta e anche in una gara iniziata con un incidente alla quarta curva non puoi mai tagliarlo fuori perché in qualche modo risalirà, vuoi per episodi fortunati o per strategie particolarmente azzeccate. Non so quanto possa reggere un confronto con Verstappen in Red Bull, per me poco poco, però obiettivamente è un pilota che la Formula 1 (questa Formula 1 soprattutto) la merita eccome.
  14. R18

    Max Verstappen

    Peccato per questa stagione. Tanta sfortuna, lui come sempre dà il 110% ma il mezzo meccanico non è sempre "sul pezzo". Nove punti di distacco da Bottas con quattro zeri per colpe esterne. Forse quest'anno non ha avuto "lampi" fenomenali come nelle scorse stagioni, probabilmente anche il weekend dominato di Abu Dhabi è frutto di un passo indietro da parte di Mercedes, ma è stato decisamente concreto. Ormai è una realtà. Rivedibile quanto fatto in Turchia, si è preso un rischio forse evitabile con Pérez. Poco ha inciso nella sua stagione comunque. Sono poco fiducioso per il 2021 onestamente, la già povera power unit Honda verrà sviluppata poco e nulla probabilmente... con una Mercedes così avanti di certo le distanze non andranno accorciandosi. Per Max sarà una stagione importante perché Red Bull dovrà muoversi in un certo modo per il 2022 ma anche lui dovrà stare a guardare come si evolverà il mercato piloti, perché se dovesse verificarsi qualche sorpresa in Mercedes, chissà...
  15. Ecco, io ho sempre difeso Valtteri quando possibile e il giorno del suo annuncio in Mercedes ho sostenuto (non me ne vergogno) che avrebbe potuto fare anche meglio di Rosberg. Ora direi che c'è poco da fare. Bottas, attualmente, occupa il sedile di quella Mercedes senza merito alcuno. Credo che questa sia stata la sua peggior stagione dal 2017, livello di competitività quasi sottozero, aggressività in pista men che meno. Il nulla cosmico. Il Gran Premio di Sakhir è stato la pietra tombale sulla sua esperienza in Mercedes. Dopo la pole è stato sbranato in gara da un pilota che aveva guidato quella Mercedes per la prima volta due giorni prima. Non c'è molto da aggiungere onestamente. Un'altra nota alquanto triste che ho notato in questo 2020 è che, persino in condizioni di enorme vantaggio, fatica anche a compiere un "semplice" sorpasso. Anche nel 2021 sarà il primo avversario per il titolo, mentre Russell guiderà ancora una Williams. La morte della Formula 1.
  16. R18

    Lewis Hamilton

    Quella di Lewis è stata la stagione dei record. Pilota con più titoli mondiali (a pari merito, per ora), pilota con il maggior numero di vittorie. Ormai è rimasto poco da dire. A me sarebbe piaciuto quantomeno vederlo giocarsi un mondiale contro un avversario di livello, o comunque con una vettura non così superiore, purtroppo questo mio desiderio non verrà realizzato. Ancora non è chiaro se proseguirà o meno. Io questo dubbio ce l'ho ancora dall'anno scorso, se dovesse decidere di smettere non sarei così sorpreso. Potrebbe continuare per un altro anno e vincersi l'ottavo, penso che nessuno possa impensierirlo, ma lo deciderà lui. Quest'anno è stato a tratti davvero straripante. Ma bisogna dire che l'unico avversario credibile a livello tecnico non lo è a livello prestazionale e viceversa. Onore a Lewis comunque, una leggenda di questo sport.
  17. Questo è vero, sono d'accordo. Il segreto del successo di tanti regolamenti turismo o rally ha avuto sede proprio nella somiglianza con le vetture stradali, proprio perché l'appassionato si identificava con la macchina che vedeva in pista. Ma del resto le vetture utilizzate come base per le WRC Plus sono delle utilitarie o poco più...
  18. A Carlos sfuggì una vittoria praticamente in cassa nell'ultima prova speciale dell'Acropoli. Stava recuperando su McRae e aveva vantaggio di terreno, poi il motore lo ha abbandonato. Stesso identico problema patito poi in Kenya, possibile podio sfumato. In Portogallo invece venne battuto da Mäkinen in volata. Sesto a 11 punti da un titolo che avrebbe potuto vincere, con un pizzico di fortuna in più. La vittoria di Didier l'ho raccontata anche sul nostro sito. Fu probabilmente il vero protagonista mancato di quel mondiale ma penso che anche Peugeot non abbia creduto molto in lui, lasciandolo talvolta anche fuori dalle vetture eleggibili per il costruttori. Ah, ovviamente fu anche l'anno del primo podio iridato di Loeb, secondo a Sanremo. Nel 2001 vinse il mondiale junior.
  19. Sui rally ancora più brevi non so chi lo abbia detto, ma non mi pare che sia così. Spero che non si vada oltre, ma io stesso sono il primo a dire che bisognerebbe metterne almeno 500 di chilometri, queste vetture potrebbero reggerli. Il format attuale non mi dispiace ma qualche chilometro in più non farebbe male e non costerebbe tutto questo sforzo, ci mancherebbe altro. Non lo vedo come un dramma, ecco, mi piacciono i rally attuali come mi sarebbero piaciuti quelli di 30 anni fa se ci fossi stato. Non bisogna per forza tirare in ballo rally locali. Basta parlare semplicemente dell'europeo (che ha una copertura televisiva ma non prova per prova come il mondiale) o anche dello stesso Safari, che da quando ha perso il mondiale (non dall'altroieri, quindi) ha cominciato a svilupparsi su una lunghezza perfettamente paragonabile ai 300 chilometri e spicci di cui si parla oggi. Ok, ora un pilota non può rimontare ma non bisogna basarsi solo sul chilometraggio secondo me. 40 anni fa c'era pure molta più discrepanza prestazionale, anche tra i piloti che occupavano la top ten di un rally. Oggi, per tante ragioni, non è più così. I piloti sono più allenati e quindi livellati, c'è meno differenza anche tra le vetture. Che poi, soprattutto nei rally fuori dall'Europa con un livello di piloti più basso e magari meno WRC Plus in gara (dunque una differenza prestazionale tra vetture che c'è sempre stata, tra categorie differenti), è frequente vedere pure piloti che ripartono con il Super Rally e arrivano in top ten. Il concetto è cambiato, ma io non sarei tanto drastico da cambiare anche il nome alla disciplina. I rally si sono evoluti, per alcuni in meglio, per altri in peggio mentre ad altri ancora piace sia la concezione dei rally "antichi" che quella dei rally attuali. Il paragone che fai tu con altri sport, almeno in questi termini, secondo me non ha gran senso. Il calcio si è sempre giocato su 90 minuti ma questo non significa che un rally debba misurare sempre 5000 chilometri di base e nemmeno che il calcio attuale sia identico a quello del 1900. Alle origini non c'erano le sostituzioni e men che meno il VAR, per fare i primi due esempi che mi vengono in mente, anche qui c'è stata un'evoluzione dovuta alla sicurezza e alla tecnologia, esattamente come nel motorsport dove queste due cose hanno ovviamente un'influenza e una rilevanza maggiori. Capirei il tuo paragone se bandissero totalmente, chessò, le ricognizioni sulle prove speciali o addirittura la presenza dei copiloti. Così sarebbe già diverso.
  20. Il problema è che non credo possano permettersi tre allenatori a libro paga, perché c'è pure Spalletti ancora, dei quali uno a 12 milioni annui.
  21. E i quattro punti di Marcus nei primi otto rally. Qualche errorino lo fece anche lui, ma la 206 #1 non finiva una gara tutta intera. Poi c'erano le colorite presenze della Octavia e della Accent. Programmi raffazzonati da parte di una Casa che ha vinto gli ultimi due mondiali costruttori e di un'altra che se ora si impegnasse ufficialmente otterrebbe ben altri risultati rispetto a quelli del 2001 e dintorni. In quell'anno poi andò in scena uno dei rally più meteorologicamente folli e disumani che il WRC abbia mai visto, in Portogallo.
  22. Ne parlammo tempo fa nel topic della storia. Un mondiale incredibile. Sbagliarono tutti e in maniera variegata. McRae che fece praticamente tutti i suoi punti nei sei rally tra Argentina e Nuova Zelanda e perse il titolo con il clamoroso incidente del RAC, Burns che sembrava perduto dopo essersi infossato a Sanremo, Sainz che ruppe in Grecia a pochi chilometri da una vittoria certa, Rovanperä che si ritrovò in lotta per il mondiale con un impegno part-time costringendo Peugeot a dargli una macchina per gli ultimi rally su asfalto (nei quali era praticamente fermo), Mäkinen che fece 40 punti nei primi otto rally e uno solo nei successivi sei con il passaggio a quel cassone della Lancer WRC. Ci fu davvero di tutto.
  23. Le R5 non sono molto appetibili come categoria principale, anche se era circolata pure l'idea delle R5 Plus che comunque a loro volta non entusiasmavano le Case. Sarebbe una categoria molto più accessibile, su questo non ci sono dubbi, penso soprattutto ad un marchio come Škoda che in questa classe ha vinto tutto e sarebbe ora che tornasse all'attacco anche nella categoria principale. L'idea delle Rally1 comunque è piuttosto semplice, per l'ibrido ci sarà un monofornitore e i costi non dovrebbero diventare così terrificanti. Certo è che già ora gestire una WRC Plus non è facile, dal punto di vista economico, con l'ibrido la situazione peggiorerà per forza. Ed è una cosa che è stata detta da subito: al massimo si può lavorare per mantenere intatti i costi, ma di certo non possono diminuire. Il discorso che facevo su Neuville è proprio quello: ha sempre sbagliato tanto e tutte le volte che ha corso in maniera più prudente ha avuto una marcia in meno. Il problema è che fino al 2018 a capo del progetto Hyundai c'era Nandan, che lo portava in palmo di mano, ora c'è Adamo che non mi sembra esattamente la persona più caritatevole del mondo. Per il 2021 è confermato, ma a mio parere rischia molto in questo momento. La Francia in generale ha una selva di piloti molto competitivi, è una scuola molto florida. Peccato che stiano tutti nei posti sbagliati, tra Fourmaux in Ford e tutti quelli che corrono con Citroën, che non ha più un impegno ufficiale nella top class. L'unico piuttosto ben messo è Loubet.
  24. R18

    Sci Alpino

    Grazie, quest'inverno spero di avere un po' più tempo per scrivere qualcosa anche qui
  25. R18

    Sci Alpino

    Ha perso mezzo secondo buono, finiva pure secondo.
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