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  1. Ciao a tutti ragazzi, come anticipato nel mio primo post di presentazione ho uno spoiler posteriore da farvi vedere. Il signore che lo vende dice che appartiene ad una F310 del 1996, in particolare alla monoposto del Dottor Schumacher. ho guardato TUTTE e dico TUTTE le foto della F310 scoprendo che nel 96 hanno fatto 2 versioni, una con il muso basso e una con il muso alto che ha corso in giappone risolvendo qualche problema di aerodinamica. i miei dubbi sono molti se devo essere sincero. In nessuna foto ho riconosciuto questo alettone per 2 motivi: - nella prima foto potete vedere che la parte di "metallo" con la scritta ferrari parte si da una estremità ma non arriva all'altra estremità , cosa che ho notato esserci nelle foto della f310 - sempre nella prima foto noterete che la parte alta dello spoiler ha 2 protuberanze sporgenti verso la macchina (immaginando che fosse ancora montato sulla macchina) che non esistono sulla f310 - nella seconda foto noterete facilmente quella banda di carbonio curva e indovinate...ebbene si...manco quella c'è nella f310 ora a me il pezzo piace ma dubito sia di una f310 a questo punto. Qualcuno più esperto di me magari sa dove cercare oppure riconosce questo alettone e spero possa darmi una mano a collocarlo su una macchina dicendomi se è originale oppure no. lascio a voi la parola sperando che qualcuno mi possa aiutare. vi ringrazio in anticipo
  2. iniziata da Francisco tempo fà ..... progetto in collaborazione con il "Maurillo" è per un mio amico appassionato di Ferrari & Gilles thread in corso quì: http://www.modellismo.net/forum/statico-work-progress/108570-auto-ferrari-126ck-monaco-81-fujimi-1-20-a.html
  3. KL643

    Didier Pironi

    Nella settimana del Gp di Germania vorrei fare una riflessione sulla figura di Didier Pironi. Periodicamente saltano fuori fantomatiche classifiche sui migliori 50-100-500 migliori piloti della storia, e puntualmente Didier è totalmente ignorato. Eppure quel sabato piovoso a Hockenheim non solo deteneva la pole position,ma era saldamente in testa allaclassifica del mondiale. Insomma, ha finito la carriera essendo al comando. Tutti elementi perfetti per rimpiangere un pilota e maledire un episodio. Però... Però nella primavera precedente c'era stata Imola, e subito dopo Zolder! Ed ecco che Hochenheim diventa una 'sliding-door' molto importante per Didier , e non solo per la carriera interrotta, ma anche per la sua reputazione. Non ci fosse stato un lento Prost davanti a sè, probabilmente l'indomani non ci sarebbe stata la prima vittoria di Tambay (e magari Salazar non sarebbe stato menato da Nelson), e nemmeno Rosberg sarebbe diventato campione,ma Pironi. E allora immagino che nessuno si sarebbe dimenticato di Zolder, ovvio, ma Imola sarebbe stata archiviata come una incomprensione e poca chiarezza da parte del box. Pironi sarebbe stato un eroe, un fenomeno, sicuramente ai piani nobili delle fantomatiche classifiche. Lo 'slidind -door' è a 360 gradi: -La Ferrari non avrebbe aspettato 21 anni per un titolo piloti,anzi è ragionevole pensare ad una doppietta di Pironi 82-83 (entrambi i costruttori a maranello). -Pironi sarebbe stato il primo francese campione, e magari a tutt'oggi il piu vincente, con buona pace di Prost -La Ferrari non sarebbe precipitata negli anni bui dei 3 lustri successivi -forse il mito stesso di Gilles sarebbe ridimensionato -La storia intera della F1 anni 80 sarebbe stata diversa
  4. Eccolo all'apice della carriera così, per ridere
  5. leopnd

    Michele Alboreto

    Sono passati 12 anni dalla scomparsa di Michele Alboreto. Tutto cominciò nel 1976, sulla pista Junior di Monza. Pochi soldi, tanta passione, talento da vendere. Gli amici della scuderia Salvati seppero subito vedere in Michele Alboreto un potenziale campione. Forse senza di loro, è giusto dirlo, Michele Alboreto non sarebbe arrivato dove tutti sappiamo. Nato a Milano il 23 dicembre 1956, a quel tempo Michele era un ragazzo coi capelli neri e riccioluti, molto più lunghi di come li avrebbe avuti in seguito. Su una monoposto che si doveva rivelare storta, dopo accurate verifiche eseguite in seguito, si distingueva per il coraggio e la determinazione in staccata. Riservato, quasi timido, mostrava una decisione eccezionale. All'interno della scuderia lo adoravano e ci fu chi mise mano al portafogli per permettergli di andare avanti a correre in F.Italia. "Devo approfittare di ogni occasione, perchè non so se ci sarà una seconda possibilità ", diceva spesso. Prima ancora che gli altri se ne rendessero conto, Alboreto era già in Formula 3, a sfidare "quelli grandi", spiati spesso da dietro le reti. E a vincere subito, al primo anno. Nemmeno cinque anni dopo i primi giri di ruota con la F. Monza, Michele Alboreto era già in Formula 1. Quando le cose giravano per il verso sbagliato, Alboreto poteva diventare furibondo. Ma aveva la grande capacità di incanalare, in modo positivo, tutta la sua aggressività per andare più forte, per non cedere, per non arrendersi mai. Si poteva scommettere che, qualche ora o il giorno dopo, la tanta rabbia si sarebbe trasformata in decimi in meno nei tempi sul giro. Nadia, la fedele e tranquilla compagna sin dai giorni della scuola, lo accompagnava sempre. Michele era inarrestabile. L'occasione con la Tyrrell arriva a Imola, nel 1981. Un'altra chance da prendere al volo e che non gli sfugge, complice l'aiuto di un mecenate che già aveva aiutato, tra gli altri, Ronnie Peterson e che si aggiunse all'elenco degli amici. Di ciascuno di loro, Alboreto si è sempre ricordato fino agli ultimi giorni. Sapeva bene dove voleva arrivare: "Non voglio sembrare presuntuoso, ma ho programmato il mio arrivo in Formula 1. Potevo riuscirci o meno, ma quelle erano le tappe da percorrere." Le vittorie con la Tyrrell colgono di sorpresa molti, ma non chi lo conosceva bene. Poi, tra le proposte di McLaren e Ferrari, Michele sceglie il fascino del cavallino rampante e la grande sfida di Maranello. Diviene più riservato e diffidente, complici anche alcuni malintesi con la stampa. Il 1985 è il suo anno migliore, ma il grande sogno di diventare campione del mondo sfuma insieme ai turbo Garrett scelti dalla Ferrari per il finale di stagione. Alboreto è furioso in quelle settimane. Forse presagiva che non avrebbe avuto più occasioni simili. Invece di andare alla Williams (al posto di Nigel Mansell) vuole rimanere a Maranello anche per non abbandonare la squadra. L'avvento del suo più grande nemico, John Barnard, pone fine alla lunga parentesi ferrarista. Il sabato pomeriggio del Gran Premio di Germania 1988, in una camera dell'Holiday Inn di Walldorf si accorda per correre, finalmente, con la Williams. Un'unione siglata a parole che però non avrà seguito. Rimane molto male, anche se della cosa non si saprà molto. Il ritorno alla Tyrrell è ancora più amaro e concluso anzitempo a causa di un cambio di sponsor dei tabacchi. Seguono begli sprazzi, soprattutto con la Footwork e l'Arrows. Il sedile per vincere in F1 non tornerà mai più. L'incidente di Ayrton Senna lo scuote, soprattutto perchè Michele aveva visto il brasiliano il sabato della morte di Ratzenberger, turbato e quasi cosciente della fine in arrivo. In tribunale, da vero uomo, lo difende sino in fondo dalle menzogne di chi avrebbe detto qualunque cosa, pur di avere una monoposto vincente. Ma Michele Alboreto non abbandona la corse. Dal campionato turismo tedesco alla Irl e Indianapolis, finisce con l'approdare alle Sport. Delle corse sugli ovali dice che "gareggiare là è come andare in guerra in Vietnam", cosciente che ormai ha rischiato abbastanza per non andare oltre. Nadia lo implora, mese dopo mese, di smettere. Negli ultimi anni gli affari lo assorbono quasi a tempo pieno. Il resto è dedicato alla famiglia e all'Harley Davidson, con un occhio di riguardo agli aerei, altra sua grande passione. La vittoria a Le Mans è il coronamento di un sogno, cullato sin dai tempi in cui aveva visto Steve McQueen al cinema su una Porsche nel celebre lungometraggio sulla 24 ore. Si sentiva sicuro sulle Sport, così sicuro che il pensiero di smettere non lo sfiorava nemmeno. Il 25 aprile 2001 sul circuito tedesco di Lausitzring arriva il tragico incidente che strappa la vita a Michele Alboreto. Si ipotizza che un componente della vettura abbia improvvisamente ceduto e che sia decollata scavalcando il guard-rail e distruggendosi a lato della pista.
  6. Albi66

    Giulio Borsari

    Un vero mito dell'automobilismo ci ha appena salutato
  7. Silo

    FERRARI PRIMAVERA.

    Posto qua questo interessantissimo monologo di Marco Paolini trovato ieri sera sul tubo. A me piace tantissimo questo attore, e spero che questa sua ricostruzione dedicata ai 5 piloti Ferrari che si alternarono sulle rosse tra il 1958 ed il 1959 possa essere un ottimo spunto di discussione. Questo è il link:
  8. Cominciamo con la prima gara, vinta da Eddie Irvine, davanti a Frentzen e Ralf Schumacher.Melbourne. Il team Pros Peugeot al completo. La triade.. La Arrows del debutto di De la Rosa a punti al traguardo.. Tora Takagi... La ditta Stewart ....
  9. Come pubblicizzato sul sito, a questo indirizzo trovate le risposte ad alcune domande che sono state poste per nostro conto da Antonio Ghini, ex Responsabile Comunicazione Ferrari. Le domande sono state preparate qualche giorno fa e questa sera ho pubblicato le risposte. Un grazie sia al Dott. Ghini che a Claudio (mammamia) per l'intermediazione
  10. Cominciamo con la gara, come si svolge, dall'inizio del weekend fino alla fine. I camion delle squadre raggiungono il circuito. http://i.imgur.com/mFThy.jpghttp://i.imgur.com/bM4Di.jpg I meccanici cominciano a scaricare il materiale… http://i.imgur.com/15ub1.jpghttp://i.imgur.com/BsoY5.jpg …e approntano i garage http://i.imgur.com/kUFJV.jpghttp://i.imgur.com/yTTaV.jpg Il loro lavoro a volte richiede doti acrobatiche… http://i.imgur.com/J9Z5K.jpghttp://i.imgur.com/d7QXM.jpg …ma ci si concede comunque qualche momento di relax. http://i.imgur.com/4xUIk.jpghttp://i.imgur.com/acoXh.jpg I fotografi si piazzano per le pose migliori… http://i.imgur.com/oWuME.jpghttp://i.imgur.com/7SYeX.jpg …così come i cameraman cercano le inquadrature più interessanti. http://i.imgur.com/FhrxS.jpghttp://i.imgur.com/4DtNO.jpg I cronometristi svolgono un lavoro di grande responsabilità … http://i.imgur.com/E6lBn.jpg http://i.imgur.com/oSA1B.jpghttp://i.imgur.com/J6aII.jpg …e i tempi sono disponibili a tutti in tempo reale. http://i.imgur.com/ALuNz.jpghttp://i.imgur.com/DY7IS.jpg
  11. Ieri a Vallelunga i primi tre piloti classificati del campionato italiano di F3 hanno fatto l'ormai consueto "test" sulla Ferrari F1, un regalo che l'accordo tra CSAI e Ferrari fanno ogni anno a fine stagione. Tra loro c'era anche Eddie Cheever jr., il cui padre omonimo aveva effettuato un vero test 35 anni fa al volante della 312T2. Non c'è paragone tra i due eventi, in quanto nel 1977 Eddie sr. (all'epoca velocissimo diciannovenne, già ingaggiato da Ron Dennis in F2) aveva una concreta possibilità di correre per il Cavallino ma qualcosa andò storto nelle trattative e la Ferrari confermò Gilles Villeneuve per il 1978. Papà Eddie corse comunque in F1 l'anno seguente, seppur con squadre a livello della odierna HRT, ma poi ha avuto una carriera piena di soddisfazioni sia nel mondiale che nella sua seconda carriera in CART e F.Indy, coronata con il trionfo a Indianapolis nel 1998 Quella di ieri invece è solo una vetrina, un premio che darà a Cheever jr, Agostini e Juncadella (altro cognome blasonato per l'automobilismo) solo un po' di visibilità e qualche pacca sulle spalle. Per loro la F1 è lontana anni luce, purtroppo.
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