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  1. emulman

    Prima Guerra Mondiale

    Ora che siamo al centenario di quello che fu la più grande carnefiicina della storia mai avuta fino a quel momento e che cambiò la storia del mondo per sempre, mi sembra giusto parlarne e ricordare tutte le sofferenze patite da milioni di soldati in Europa...partendo dal quando in effetti scoppiò. 3 agosto 1914. La Germania imperiale degli Hohenzollern, l'Inghilterra edwardiana che aveva il più vasto impero del mondo "su cui non tramontava mai il sole", la Francia repubblicana assetata di vendetta dopo l'umiliante sconfitta del 1870, l'Austria del dominio secolare asburgico e la Russia degli Zar Romanov che governavano incontrastati da 3 secoli erano entrate in guerra fra di loro. Una follia di ebbrezza colpì chiunque in europa: si diceva che quella sarebbe stata l'ultima guerra, che i soldati sarebbero ritornati a casa prima di natale e che avrebbero poi vissuto tutti in pace per sempre. Come in Germania nella foto seguente, dove si vede fra la marea di folla che invase la Odeon Platz di Monaco di Baviera quel giorno un piccolo giovane ometto baffuto, un austriaco di nome Adolf Hitler che fino ad un anno prima era un vagabondo, un barbone che viveva a Vienna vendendo quadri di scarso valore... ma come mai tutta quella follia collettiva di suicidio? le ragioni sono più profonde di quel che sembra e devono forse essere cercate addirittura un secolo prima alla fine delle guerre napoleoniche. Ma di questo parlerò nei prossimi post...se a qualcuno interesserà!!!
  2. Mi aggancio al topic iniziato da @emulman sulla Prima Guerra Mondiale per proporvi la storia di Francesco Baracca, pilota dell'aviazione che abbattè 34 aerei nemici e il cui simbolo è tuttora uno dei loghi più importanti al mondo, sicuramente il più famoso tra quelli italiani. Gli scritti sono tratti dal sito e dai cartelloni informativi del Museo Baracca che invito a visitare se capitate da queste parti. Parte delle foto sono state scattate da me (sono quelle di qualità peggiore). Francesco Baracca nasce il 9 maggio 1888 da Paolina Biancoli e da Enrico. Da giovane segue dapprima la scuola dei Padri Salesiani di Lugo, poi gli studi presso gli Scolopi della Badia Fiesolana, per terminarli al Liceo Dante di Firenze. Dopo la maturità si iscrive alla Scuola Militare di Modena, dove rimane per un paio di anni. Nel 1909 frequenta la Scuola di Cavalleria a Pinerolo, dove viene promosso al grado di sottotenente nel luglio 1910 e assegnato al 1° Squadrone del Reggimento Piemonte Reale di stanza a Roma. Nel 1912 segue i corsi di pilotaggio civile a Reims, dove consegue il brevetto di pilota, attività verso cui avverte una naturale propensione ed un grande entusiasmo, testimoniati dalla lettera al padre del 5 maggio 1912 nella quale afferma: “ora mi accorgo di avere avuto un’idea meravigliosa, perché l’aviazione ha progredito immensamente ed avrà un avvenire strepitoso”. Dopo il brevetto civile di pilota d’aeroplano consegue quello di pilota militare e fino al 1915 si dedica al perfezionamento del suo addestramento. Alla vigilia della guerra, Baracca giunge a Parigi dove si specializza sui nuovi biplani da caccia Nieuport all’aeroporto di Le Bourget. Rientrato in Italia nel luglio del 1915, esegue voli di pattugliamento ed ottiene la prima vittoria il 7 aprile 1916 ai comandi di un Nieuport con il quale abbatte un Aviatik austriaco. Per le sue azioni di guerra, riceve una medaglia di bronzo, tre d’argento, la croce di cavaliere dell’ordine militare di Savoia, la croce di cavaliere ufficiale della Corona Belga, ed infine la medaglia d’oro, con la quale viene premiato per l’abbattimento del trentesimo aereo nemico sul monte Kaberlaba, nell’altopiano di Asiago. Nella primavera del 1917 comanda la 91^ Squadriglia, unità che, per la capacità dei suoi piloti e gli abbattimenti effettuati, viene definita la Squadriglia degli Assi. Il 15 giugno 1918, in una spedizione a San Biagio di Collalta, in provincia di Treviso, ottiene la 34a ed ultima vittoria ed il 19 giugno, uscito per un'azione di mitragliamento a volo radente sul Montello, il suo Spad XIII viene colpito dagli austriaci presso l’Abbazia di Nervesa. Il 23 giugno il suo corpo, accanto ai resti del velivolo, viene scoperto nel Montello quasi per caso dall'ufficiale di artiglieria Ambrogio Gobbi. Questi informa Osnago, compagno di Baracca dell’ultimo volo, col quale raggiunge le pendici del Montello assieme al tenente Ranza ed al giornalista Garinei del Secolo di Milano. La salma del maggiore Baracca, ustionata in più punti, presenta una ferita penetrante sulla tempia destra. Le ali e la carlinga dello Spad sono carbonizzati, il motore e la mitragliatrice infissi nel suolo, il serbatoio della benzina presenta due fori da pallottole incendiarie. Le esequie di Baracca si svolgono il 26 giugno a Quinto di Treviso: l’elogio funebre è pronunciato da Gabriele D’Annunzio . Il 28 il feretro giunge a Lugo nella tarda serata ed il 30 hanno luogo i funerali davanti ad una folla imponente.
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