Trentacinque anni...sembra ieri, che stavo per uscire con la bicicletta per andare al mercatino dei libri di via Marino a Milano, e nel mentre sentii alla radio una notizia che mi gelò il sangue, e che parlava della morte di uno dei due piloti coinvolti nel tragico start del GP al quale assistetti, proprio dalla variante, il giorno prima.
Ma sapendo che quello in condizioni critiche era Brambilla pensai che fosse lui lo sfortunato, Peterson era cosciente.
Invece si trattava di Ronnie....
Nel (per me) bellissimo libro di Peter Warr Ronnie viene descritto così:
"Ronnie Peterson è stato il più lontano dai giochi politici e il meno complicato di tutti i grandi piloti che guidarono con il Team Lotus. Lui viveva, mangiava,respirava, dormiva e sognava corse in auto. Non c'era niente che sapesse fare meglio, e null'altro nella sua lista di priorità .Tutto ciò che voleva era un'auto da corsa da guidare e un calendario di corse pieno a cui partecipare. Conosceva una sola maniera di guidare, e questa era giù tutto!
Ed era uno di quei piloti la cui immediata velocità era così impressionante che, come Clark, Rindt prima di lui e Senna dopo di lui, il Team sapeva immediatamente che se non era in Pole, di sicuro c'era qualcosa nella macchina che non funzionava a dovere."