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  1. v6dino

    Bugatti T251 '56

    DATI GENERALI Scuderia: Automobiles Bugatti Anno di produzione: 1956 Motore: Bugatti L8 2486cc Telaio: Traliccio in tubi d'acciaio e alluminio Carburante: miscela di benzina e alcool Pneumatici :Englebert Luogo di Produzione: Molsheim (FRA) Progettista: Gioacchino Colombo Impiegata nel: 1956 Piloti: Maurice Trintignant STATISTICHE GP Disputati: 1 Miglior risultato: Qualificato 18°, ritirato per rottura acceleratore. La brevissima e sfortunata storia della Bugatti nel Mondiale di F.1 non rende giustizia alla gloriosa storia di questa marca, per anni considerata la principale portabandiera dell'automobilismo francese. Ettore Bugatti era un italiano emigrato in Francia che fondò la propria azienda nel 1909, cominciando da subito a costruire automobili. Il debutto nel mondo delle corse risale al 1912, quando Bugatti iscrisse, seppur con poca fortuna, una propria auto al GP di Francia a Reims. Dal 1920 al 1924 la Bugatti concorse stabilmente nelle "voiturette" – ovvero qualcosa di simile alla moderna F.2 - ottenendo cinque vittorie nelle solo otto corse disputate e preparandosi così al grande salto nella categoria Grand Prix per il 1925. Il 1926 si rivelò un anno trionfale in cui la Bugatti si laureò Campione Europeo Costruttori – qualcosa di simile all'attuale Mondiale Costruttori – e ingaggiò per gli anni successivi una lotta serrata con la connazionale Delage. In questo periodo l'alfiere principale della casa di Molsheim era il monegasco Louis Chiron, grandissimo protagonista della scena motoristica dell'epoca, presto raggiunto in squadra da altri grandi campioni quali Philippe Etancelin, "W. Williams" – al secolo William Grover-Williams – René Dreyfus ed Achille Varzi. Pur rimanendo sempre fra i top team per tutti gli anni '30, la Bugatti subì molto l'ascesa delle vetture italiane e tedesche che dominarono la scena dal 1932 fino al 1939, anno in cui lo scoppio della Guerra interruppe bruscamente le attività sportive. La pausa bellica fiaccò la solidità della compagnia e alla ripresa delle competizioni nel '46 le Bugatti che saltuariamente continuavano a comparire in pista erano vetture risalenti all'anteguerra e presentate da piloti privati. Quando in vista del GP di Francia 1956 la grande scuderia, già entrata in crisi dopo la morte del figlio del fondatore Jean Bugatti, tentò un clamoroso rientro in F.1, le aspettative erano altissime. Il progetto fu portato avanti in grande stile: venne ingaggiato il celebre designer Gioacchino Colombo, padre della Alfetta 158 passato dalla Ferrari e progettato un motore innovativo molto leggero alloggiato in una carrozzeria "streamlined" secondo i canoni più avanzati dell'epoca. Inoltre si scelse il miglior pilota francese del tempo: Maurice Trintignant, vincitore l'anno precedente a Monaco con la Ferrari e ingaggiato con un permesso speciale dalla Vanwall. Il risultato fu però assai deludente e forse contribuì a dare il "colpo di grazia" alla Bugatti che infatti chiuse i battenti poco dopo, per essere "ricostituita" solo nel 1987 ad opera dell'imprenditore Italiano Romano Artioli. Massimo Piciotti
  2. anorak

    Bugatti

    Bugatti T251
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