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  1. v6dino

    Porsche 804 '62

    DATI GENERALI Scuderia: Porsche System Engineering Anno di produzione: 1962 Motore: Porsche 753 F8 1494cc Telaio: Traliccio in acciaio con rinforzi tubolari Carburante e lubrificanti: Benzina speciale Pneumatici: Dunlop Luogo di Produzione: Stoccarda (GER) Progettista: Ferdinand Porsche, Hans Honich Impiegata nel: 1962 Piloti: Dan Gurney, Joakim Bonnier, Edgar Barth STATISTICHE GP Disputati: 7 (+ 2 extra Campionato) Vittorie: 1 (+ 1 extra Campionato) Podi: 1 (+ 2 extra Campionato) Pole Position: 1 Giri Più Veloci: 0 (+ 1 extra Campionato) Miglior risultato: 5° posto nel Campionato Costruttori 1962 Note: Gurney riportò in Francia l'unica vittoria alla Porsche come costruttore (telaio-motore-cambio) 804 La Porsche si era trovata in F.1 quasi per caso con la "718", derivata dalla omonima spider, nonostante lo scetticismo di Ferry Porsche che prediligeva per motivi commerciali e di immagine le competizioni sportcar. Ma quando nel 1962 Hans Honich progettò il nuovo motore Boxer 8 cilindri destinato ad equipaggiare la 904 sport, Ferry decise di utilizzato anche per la F.1 nella “804”, continuando "a sorpresa" l'avventura anche nelle ruote scoperte. Il risultato fu un successo: la vettura nelle mani di Dan Gurney regalò alla casa di Stoccarda l’unica vittoria da costruttore in F.1 della sua storia, al Gran premio di Francia del 1962.Tutto lasciava presagire ad una ulteriore ascesa della casa tedesca anche in F.1, ma l'ennesimo cambio di regolamenti annunciato dalla Federazione per il 1963, portò Ferry Porsche ad una repentina decisione di ritiro dalla F.1, per concentrarsi sulle competizioni sport. La “804” rimase così l’ultima F.1 mai costruita in casa Porsche. Nel 1981 la casa di Stoccarda rientrò nel circus come fornitore di motori sfruttando la propria antica conoscenza della tecnologia turbo e, in connubio con la McLaren, conquistò 25 vittorie, due titoli Mondiali Costruttori e tre Titoli piloti fino al nuovo ritiro nel 1987. Massimo Piciotti
  2. v6dino

    Fiat 804 '22

    Pietro Bordino e la Fiat 804 Era soprannominato il "Diavolo Rosso" per via del colore del maglione che indossava, invariabilmente, mentre era alla guida. Lo chiamò così un giornalista americano quando, da perfetto sconosciuto, Pietro Bordino vinse la 250 Miglia di Los Angeles del 1921, prima di una serie di gare oltreoceano cui partecipò invitato dal famoso pilota italo-americano Ralph De Palma e che gli diede una notevole notorietà. La vettura sulla quale colse quella imprevedibile vittoria? Una FIAT, naturalmente. Per un osservatore di oggi potrebbe risultare sorprendente vedere accostato il nome FIAT ad una corsa automobilistica su pista, ma in realtà fino al 1927 la cosa non era assolutamente anormale. La FIAT rimase per lungo tempo all'avanguardia del nascente movimento autosportivo mondiale e ben prima che la Maserati o l'Alfa Romeo salissero alla ribalta, aveva colto straordinari successi: la sua "804" fu l'emblema delle straordinarie vetture da corsa costruite in quel periodo negli stabilimenti torinesi della "Fabbrica Italiana Automobili". Pietro Bordino è un personaggio straordinario e dimenticato, con Antonio Ascari e Felice Nazzaro senza dubbio il più grande pilota italiano degli anni '20: nato a Torino nel 1887 era figlio di un custode degli stabilimenti Fiat. Naturale per lui legare a quel marchio la sua intera carriera. Iniziò a correre da giovanissimo come copilota di Vincenzo Lancia, ma fu solo nel 1921 quando la Fiat decise di dedicarsi in pianta stabile alle grandi corse internazionali, che Bordino diventò pilota a tempo pieno, smaltita la "pausa bellica" ed un fugace innamoramento per le due ruote che lo aveva portato a vincere diverse gare motociclistiche. Nel 1922 la Fiat mise a punto la 804, una vettura potente ed innovativa. La Federazione Internazionale aveva per quella stagione fissato dei nuovi regolamenti per la categoria Gand Prix, portando a 2 litri il limite massimo di cilindrata e fu per questo che Giulio Cesare Cappa, progettista principe della Fiat al tempo, ed il suo "braccio destro" Vittorio Jano, decisero di rimodellare la vecchia 803 adattandola ad un nuovo motore da 1991 cm3, dotato di sei cilindri in linea. Il risultato fu un propulsore capace di sviluppare una potenza non comune per l'epoca, che permetteva alla vettura di raggiungere una velocità prossima ai 170 Km/h. Il 1922 fu un anno chiave per l'automobilismo italiano: a Monza venne inaugurato l'Autodromo Nazionale. Era il 3 settembre e la gara, riservata alle voiturette – qualcosa di simile alle moderne F.2 – fu dominata da Pietro Bordino. Una settimana dopo, il 10 settembre, Monza ospitava per la prima volta il Gran Premio d'Italia, giunto alla sua seconda edizione. La Fiat 804 era la macchina da battere, ma anche una "bestia" irruenta e pericolosa, la cui potenza non era commisurata alla ancora acerba tecnica dell'epoca: con essa Felice Nazzaro aveva appena vinto il GP di Francia ma suo nipote Biagio, recordman mondiale di velocità su strada in carica, era morto in un tragico incidente in quella stessa corsa. A Monza Bordino condusse una straordinaria gara – 800 chilometri di fatica in quasi 6 estenuanti ore alla strabiliante media di 139 Km/h – battendo proprio Nazzaro e la Bugatti di Pierre de Vizcaya. La carriera sportiva della 804 fu purtroppo breve: nel 1923 la AIACR, ovvero la FIA di oggi, cambiò ancora i regolamenti introducendo l'uso del compressore. La Fiat mise così a punto la potentissima 805, ovvero una 804 ulteriormente modificata da un motore adattato alle nuove norme. Con quella vettura Carlo Salamano vinse il Gran Premio d'Italia battendo ancora Nazzaro, mentre Bordino si ritirò a metà corsa mentre era in testa davanti a 400.000 (quattrocentomila!!) spettatori. Era ancora dolorante per il terribile incidente occorsogli con la 805 pochi giorni prima durante una sessione di prova sempre a Monza, incidente che era costato la vita al compagno di squadra Enrico Giaccone. La 806 del 1927 segnò un altro passo storico: fu infatti la prima monoposto concepita espressamente per la categoria Grand Prix. Le altre vetture erano infatti tutte biposto che, con pochi accorgimenti, potevano essere utilizzate in diverse tipologie di gare. La vettura debuttò al Gran Premio di Milano con il solito Bordino che vinse dominando la corsa. Ma al termine della stagione la FIAT annunciò il suo ritiro dalle competizioni. Per Bordino fu un vero colpo: passò alla Bugatti ma mentre provava la sua vettura nei pressi di Alessandria scontento del suo quattordicesimo posto colto alla Mille Miglia vinta dall'astro nascente Tazio Nuvolari, si trovò davanti un cane che attraversava la strada, perse il controllo del mezzo e finì nel fiume Tanaro, annegando. Aveva quarant'anni. Massimo Piciotti
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