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Enrico88

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Contenuti inviati da Enrico88

  1. LA RIVINCITA DI TAKUMA E dire che quando debuttò in F1, Takuma Sato dovette convivere con la nomea di raccomandato. Che, peraltro, aveva meritato ampiamente: la Jordan aveva appiedato un signor pilota come Jean Alesi per dargli un sedile, assecondando le esigenze del proprio motorista (Honda), che pressava per una rappresentanza del Sol Levante sulle vetture spinte dal proprio propulsore. Quando i giapponesi concentrarono le proprie risorse sulla sola B.A.R., portarono lì il loro pupillo, defenestrando un campione del mondo come Jacques Villeneuve. Cotanta fiducia non fu ripagata: Sato fu surclassato da compagni più esperti e talentuosi come Fisichella e Button e in più di un'occasione si fece notare con svarioni da sfasciacarrozze. Eppure qualche isolato lampo dimostrava che la stoffa non mancava, persino alla guida di una meno competitiva Super Aguri; ma la mancanza di continuità e la perdita dei propri santi in paradiso fecero sì che il buon Takuma uscisse fuori dal giro con l'ingenerosa fama di bidone della massima serie automobilistica. Come alcuni colleghi caduti in disgrazia in F1, Sato ha cercato il proprio rilancio in quella che possiamo definire come la Serie B delle monoposto a ruote scoperte, ovvero l'Indycar, sempre sotto l'egida di mamma Honda. In tale campionato il nipponico ha confermato le proprie premesse e promesse, cogliendo sporadici buoni risultati, alternati ad incidenti e prestazioni anonime. Nel 2017, a 40 anni, l'imprevisto successo alla 500 miglia di Indianapolis, apparso come il classico exploit della vita, favorito dall'evoluzione di una gara che aveva visto sparire dalla scena i protagonisti più attesi (anche se il giapponese nel finale aveva regolato l'esperto Castroneves, già tre volte vincitore nel catino dell'Indiana). Stasera, però, Takuma ha messo il sigillo su una carriera sottovalutata, concedendosi il bis in quella che è riconosciuta come una delle corse più antiche e affascinanti del mondo, stavolta combattendo ad armi pari con Scott Dixon, colui che sta agli ovali e all'Indycar come Michael Schumacher stava alla Formula 1. La seconda vittoria a Indianapolis è un privilegio che hanno conosciuto in pochi: altri "eroi dei due mondi" come Emerson Fittipaldi e Juan Pablo Montoya, o specialisti quali Al Unser Jr. ed il compianto Dan Wheldon. A 43 anni, Takuma Sato può sorridere, con un palmarès e un conto in banca di gran lunga superiori a quelli di tanti ex colleghi dei tempi della F1, magari più stimati da tifosi e addetti ai lavori, ma privi del suo "killer instinct" e del coraggio di rimettersi in gioco in altre latitudini.
  2. Non più di quanto accaduto qualche minuto prima con l'incidente Lehto-Lamy. Mi ha sorpreso questa "disparità".
  3. Rivedendo le immagini del GP ho notato che la bandiera rossa fu esposta poche decine di secondi dopo l'incidente, quando ancora nessuno era intervenuto sul pilota. Tra l'altro la vettura si era arrestata sulla ghiaia e non era in traiettoria. Come mai secondo voi diedero bandiera rossa (piuttosto che la safety car, come avvenuto con l'incidente Lehto-Lamy) con questa celerità?
  4. Enrico88

    Ayrton Senna

    Rileggendo questo mio scritto a distanza di 7 anni mi rendo conto di alcune cose che non vanno, dovute al fatto che adattai l'ipotetico proseguo di carriera di Ayrton agli eventi storici realmente accaduti, quando sarebbe stato opportuno fare il contrario, cioè adattare la storia ad un'ipotetica permanenza del campione brasiliano. Quindi escluderei l'approdo di Brawn e Byrne - legati a doppio filo a Schumy - in Ferrari, così come l'ingaggio di Irvine come secondo pilota nel 1998, visti i precedenti burrascosi tra i due. Ma di molte altre "previsioni" resto convinto: - Nel 1994 e 1995 Ayrton e Schumy si sarebbero spartiti i mondiali (io ho previsto 1994 Senna e 1995 Schumacher, ma sarebbe stato verosimile anche il contrario). - Il 1996 sarebbe stato l'anno buono per l'approdo di Senna in Ferrari: con Ayrton vivo Maranello non avrebbe cercato altri piloti per il rilancio. E Berger sarebbe stato il profilo adatto per affiancarlo, almeno inizialmente. - Schumacher, in quel contesto, avrebbe prolungato il suo binomio con la Benetton, ma dopo un paio d'anni il suo sbocco naturale sarebbe stato la McLaren Mercedes. Ed è molto probabile che la Ferrari avrebbe fatto carte false per prenderlo una volta ritiratosi Ayrton. Così com'è verosimile che Schumy avrebbe ceduto alle sirene di Maranello. Questi invece i nodi da sciogliere che restano: - Quale sarebbe stato il destino di Alesi? Io ipotizzavo un suo passaggio alla Williams, ma non è da escludere del tutto che sir Frank avrebbe tentato comunque l'azzardo di affidarsi ad un outsider (quale sarebbe rimasto Hill con Ayrton compagno di squadra nel biennio precedente) ed una promessa (Villeneuve, oppure ancora quel Coulthard che non avrebbe avuto modo di esordire in precedenza). In quel caso Jean avrebbe potuto formare un dream team alla Benetton con Michael, visti i buoni rapporti, anche se il tedesco ha sempre imposto compagni di squadra di più basso lignaggio. - A chi sarebbe andato dunque, il mondiale 1996? Schumy rimasto in Benetton, a mio parere, avrebbe dato più di un grattacapo alla Williams. - Senna avrebbe potuto lottare per il mondiale in Ferrari? Non nel 1996, ma nel 1997 sì. La Rossa aveva intrapreso un percorso con Barnard, che si interruppe solo quell'anno (anche in virtù dell'intenzione di ricreare il cerchio magico della Benetton), e non c'è motivo di ritenere che col brasiliano i programmi sarebbero cambiati. La F310B, progettata da Barnard, consentì a Schumacher di giocarsela fino in fondo, per cui ritengo che anche Ayrton avrebbe potuto farlo. - Chi avrebbe affiancato Senna dopo il ritiro di Berger? Un candidato forte sarebbe stato Barrichello, che sarebbe quindi arrivato a Maranello con un paio d'anni d'anticipo. - Fino a quando Senna sarebbe rimasto competitivo? Prost lo è stato fino a 38 anni, certo ha avuto bisogno di un missile per vincere il mondiale, ma anche Ayrton avrebbe guidato se non la vettura più competitiva, una delle più veloci. Vista la sua professionalità e le motivazioni che (a mio parere) gli avrebbe dato la sfida con il fenomeno emergente Schumacher (un po' come successo ad Alonso con i vari Hamilton e Vettel), avrebbe lottato per vincere fino alla fine, fino a quasi 40 anni. - Ma quando avrebbe appeso il casco al chiodo, allora? Io ipotizzavo soltanto dopo l'aver raggiunto e superato Fangio. Ma probabilmente si sarebbe potuto anche "accontentare" di riportare l'iride a Maranello e, se non avesse avuto le opportune garanzie tecniche, avrebbe potuto anche mollare, a un certo punto (anche nel 1998 di fronte al dominio McLaren). Mi piace romanticamente pensare che avrebbe comunque mantenuto quella segreta promessa nei confronti della Minardi. - Tirando le somme noto come, senza la tragedia del 1° maggio, molte carriere sarebbero cambiate. Di Alesi abbiamo già detto, ma ancor più rilevante quanto sarebbe potuto accadere a Hill, Villeneuve e Hakkinen, che avrebbero seriamente rischiato di ritrovarsi senza quei titoli mondiali di cui invece possono fregiarsi. Oppure Coulthard, che avrebbe potuto non avere quelle possibilità in team di prima fascia. - Ma il tema più importante è quello della sicurezza. Senza la tragedia di Ayrton è verosimile che non si sarebbero fatti gli stessi passi da gigante in modo altrettanto rapido ed avremmo potuto assistere ad altri incidenti dalle gravi conseguenze. Ma come testimoniato dal comportamento di Senna nelle ore successive alla tragedia di Ratzenberger (con annessa riunione con Schumacher e altri piloti per approfondire il tema), sicuramente il brasiliano si sarebbe fatto portavoce di una campagna nei confronti della Federazione ed avrebbe contribuito ad un miglioramento generale.
  5. Sostituisco Dixon con Castrovenes e mi prendo la penalità. Coppia per il gran finale: Castroneves - Kimball
  6. Comunque vada a finire, sono impressionato dalla capacità di adattamento di Fernando
  7. Enrico88

    Nicky Hayden

    Gazzenda 2006/07, diario di bordo del mio ultimo anno scolastico. Nella pagina di lunedì 16 ottobre 2006 riporto una frase pronunciata il giorno prima da Nicky Hayden al compagno di squadra Pedrosa, dopo che quest'ultimo lo aveva steso durante il Gp del Portogallo. Facciamo un passo indietro. Da cinque anni Valentino Rossi domina incontrastato la classe regina. Ci provano tutti, con la stessa Honda guidata da Hayden: piloti molto più quotati e affermati come Biaggi, Gibernau, Barros, Melandri. Ci prova anche la Ducati con Capirossi, ma nessuno di loro può niente. La Honda, disperata, ingaggia il dominatore della 250, Pedrosa, che sembra un predestinato e invece non riuscirà mai a vincere un titolo in MotoGp. Nel 2006, improvvisamente, la situazione si equilibra e a due gare dal termine in testa al campionato - contrariamente ad ogni aspettativa - c'è lui, il ragazzo che viene dal Kentucky. Ma Pedrosa, con quella manovra azzardata, rischia di mandare in fumo il sogno di una vita. Due settimane dopo, a Valencia, Nicky deve recuperare 8 punti all'extraterrestre. Ma il destino, stavolta, è dalla sua parte: Valentino commette un errore impensabile per uno del suo calibro e finisce nelle retrovie. Le Ducati volano via, ma ad Hayden basta un quarto posto. Arriverà terzo ed entrerà nella storia come colui che ha interrotto la striscia del Dottore. Oggi lascia a questa Terra il ricordo di quell'epica impresa e a me una pagina di un vecchio diario. Buon viaggio Kentucky Kid <3
  8. Avevo rimosso, la matematica non fa per me Visto che di punti ne ho pochi evito la penalità e rimando il discorso Juan Pablo alla 500 miglia
  9. Attualmente ho due piloti in squadra. Posso prenderlo come terzo o solo al posto di uno degli altri due?
  10. Per Indianapolis Road non dovrebbe essere quotato anche Montoya?
  11. $1.200.000 Will Power$700.000 Takuma Sato
  12. E anche questa l'abbiamo portata a casa Aumenta il rammarico per l'anno semi-sabbatico che lo aspetta
  13. Enrico88

    Mercato F1 2017

    Meglio un come back di Montoya, a questo punto
  14. Enrico88

    Formula 2 2017

    Questa reunion Marciello-Trident mi lascia molto, molto perplesso...
  15. Di scelta sbagliata ne ha già fatta una...adesso non ha più l'età
  16. Se così fosse la categoria rischia di trasformarsi in un Penske Challenge...il vecchio Roger, dopo essersi assicurato Pagenaud che era il miglior under 30 sulla piazza quando è stato ingaggiato, adesso si garantirebbe ulteriormente (e alla grande) il ricambio generazionale con la migliore promessa del lotto. In tutto ciò non capisco che programmi abbia Ganassi.
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