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speedmad

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  1. Live update da St.Pete 10.19am Tempo coperto, nuvole basse - siamo letteralmente in mezzo alle nuvole!!! Alta umidita', 22 gradi, 30% prob. pioggia nel pomeriggio
  2. speedmad

    Nyck de Vries

    ciao, ve ne racconto una, anzi, due Tre anni fa sono passato a Padova a trovare il mio caro amico Dino - Chiesa - in officina ed ho portato il mio stroppoletto che al tempo aveva 5 anni, Matteo. Per chi non lo sapesse, Dino ha tirato su Nyck nel kart e lo segue ancora da vicino nel suo cammino, e quel giorno Nyck era in officina a smontarsi e pulirsi il Kart come suo consueto. Ricordo la faccia che ha fatto quando Dino ha messo Matteo sul kart di Nyck, che stava sul cavalletto...Il kart per lui era una cosa viva, sacra e preziosa. L'ho incontrato gia' molte volte, anche in mcLaren, ed e' sempre stato un ragazzino piu' avanti del suo tempo, una sensibilita' particolare, una passione infinita, una umilta' rara. Dino mi ha raccontato che una sera ha visto Nyck togliersi le lenti a contatto, e prima di gettarle le ha baciate; Dino allora incuriosito gli ha domandato di spiegargli il gesto. Nyck ha risposto che le ringraziava per avergli permesso di vedere quel giorno. Ragazzi...
  3. occhio, perche' stanno usando ancora molto della 2012...
  4. ciao Luca Ok, devo dirti una cosa: ho avuto occasione di avere di fronte a me tutte le McLaren da quelle dei tempi di Prost a quella attuale, una di fianco all'altra, e personalmente, da vicino, quelle del 2007 e 2008 sono incredibili, disegnate dal vento, e secondo me le piu' belle. Anche quella della tua foto e' bellissima, ma per me e' un apprezzamento nostalgico, si vede che, nella sua indubbia bellezza, e' passata nel tempo
  5. Mha, e' discutibile anche questo, sotto un certo punto di vista. Guarda, un cambiamento radicale invece e' stato il fattore principale nel lancio del dominio Red Bull degli ultimi 4 anni quando nel 2009 si e' chiusa l'era delle Batmobiles disegnate dal vento che avevano portato Ferrari e McLaren ad un vantaggio aerodinamico tale che facevano quasi campionato a se'. Partendo da zero Newey ha fatto la differenza, per cui non sarei cosi sicuro del fatto che quella odierna sia una regola voluta e fatta per la RB
  6. L'unica ragione per la quale in Indycar ci sarebbero piu' sorpassi e' perche' hanno tutti la stessa macchina. In verita' la serie e' talmente non paragonabile alla F1 che il discorso non regge proprio, a nessun livello
  7. ciao Ale, dove l'hai trovata la foto?
  8. speedmad

    Lewis Hamilton

    Lewis e Nico erano compagni di squadra gia' al tempo del Kart, correvano con Chiesa e Dino mi dice che si pestavano sempre...
  9. Davvero??? Vedi, io non ne ho idea, non lo seguivo molto quando era in GP2. Dici che e' un cafone? L'ho seguito in 2-3 interviste in Francia e a dirti il vero mi e' sempre sembrato molto modesto, mai straffottente, e sempre molto pacato, sorridente. Senza frequentarli di persona in molti casi e' difficile dire
  10. sicuro e' che se lo hanno riconfermato hanno tutti gli elementi per giustificare la scelta; non penso che per loro sia una questione di soldi nel senso che molto probabilmente ci sarebbero piloti che potrebbero portare piu' soldi di quelli che porta G in Lotus. Io faccio il tifo per lui quest'anno, perche' e' un ragazzo anche umile, intelligente, ed ha tanta fame. Hey, Buon anno a tutti!!!
  11. vero, vedi il punto di Nivola sotto pero' e' anche vero che la F1 e' la F1. Poi c'e' anche carattere e carattere, Kimi e' stato battezzato iceman non per niente; anche Mika aveva una maniera di gestire le sue emozioni differente da personalita' piu' mediterranee o sudamericane
  12. assolutamente d'accordo, su tutto mio padre e' convinto che sia stato gestito male psicologicamente e molto probabilmente ha ragione. Ha fatto la prima parte di carriera sotto Flavio, il che' ha probabilmente contribuito ad impostare il suo approccio alla F1 in maniera da tagliagola, e la presenza di Kimi certo fa soggezione. Il tuo punto sul fatto che in GP2 facesse meno errori in partenza - ti prendo in parola perche' non l'ho seguito - confermerebbe il suo stato psicologico "on the edge". Alla fine dei conti un campione vero deve saper gestire anche quello. Sono curioso di vedere quest'anno
  13. Vero e giusto quello che dici, ma continuiamo a discuterne un po'...allora, due altri fattori sulle partenze - e non per darti torto, perche' sono d'accordo con te sul fatto che Romain abbia fatto errori, quelli che citi sopra, ma quello che contesto e' il peso che viene dato a questi errori, che secondo me deve essere messo nella giusta prospettiva. Innanzi tutto si pesa l'errore per le sue conseguenze e non per cio' che e' realmente - nel senso che l'errore di Spa, e lo chiamo come tale, ha avuto delle conseguenze spettacolari e pesanti per aver coinvolto Alonso ed Hamilton in lizza x il mondiale; se avesse preso su solo il Koba e magari Kimi e Webber sarebbe molto probabilmente passato alla liscia. Tornando alla partenza, in se stessa e' una manovra che al 50% delle volte magari ti va anche bene, e' un rischio che prendi ma non una cosa completamente senza testa come ci vogliono far credere sia quelli della fia che i media, come se questo non avesse proprio il minimo senso di essere in macchina, o come si farebbe per una manovra in centro citta' con l'utilitaria di turno. Secondo me non bisogna dimenticare che siamo in F1, ragazzi, si e' sempre sul filo, o come dicono in America, "it's racing!!!", non scuolaguida. Tornando a noi, sei stato in pista anche tu, allora sai che normalmente chi e' davanti fa l'andatura, e chi e' dietro "si adatta" di conseguenza e come puo'; questo sempre nel contesto di una condotta non deliberatamente pericolosa da parte di chi precede. Come poi dici giustamente ci sono gli specchietti giusto? Ma allora ti domando, quando parti in kart, dove gli specchietti non li hai, avresti tempo per guardarli in partenza? Buonanotte! La realta' della cosa e' che in partenza hai l'attenzione davanti al 90%, in periferica al 9 e su quello che accade dietro non te ne puoi occupare piu' di tanto. Allora si dice Romain non guarda gli specchietti, no, non e' solo lui, Nando se li avesse guardati a Suzuka sarebbe stato dentro - infatti e' lo stesso errore che ha fatto Romain a Montecarlo. Di nuovo, sono d'accordo con voi ragazzi, anch'io li chiamo errori, ma dobbiamo sempre tenere a mente che sono umanamente accettabili - secondo me - in un contesto di corsa dove si arriva a 100 in 1.5 secondi, e dove tutto succede troppo maledettamente veloce, dove non ci sono replay, dove fisicamente sei incollato al sedile, insomma, siamo anche fatti di carne ed ossa. Poi il fattore psicologico: i piloti di oggi sono sempre sul filo di perdere il sedile; facile dire bisogna che Romain sia piu' ragionevole e conservativo; la calma giusta viene con l'esperienza, lui adesso ha fame di risultati, e tanta. Zanardi in cart ha fatto il record per le pole consecutive tra il primo ed il secondo anno, senza vincere il campionato; negli anni successivi ha fatto la pole molto raramente ma ha vinto i campionati. Ci vuole tempo, e adesso per i giovani piloti piu' di prima.
  14. Sono assolutamente d'accordo, e tu hai messo il dito nella piaga, perfetto: video giochi. I piloti giovani di adesso hanno molto meno la cognizione del rischio, perche' sono cresciuti in un ambiente motoristico dove farsi male e' davvero difficile oggi; una volta anche in Kart ci si poteva lasciare la pelle, allora quando si guidava si era in pieno contatto con la realta', non era un video gioco. Ora si, per cui anche i rischi si prendono senza troppo pensarci su.
  15. Perdonami, non voglio fare il sapientone dicendo che solo chi ha fatto pista certe cose puo' capirle, perche' ti do' ragione sul fatto che c'e' un buon senso unito ad una logica piu' o meno universale. Pero' resta di fatto che se si ha fatto pista si entra in una dimensione di giudizio piu' profonda. E' come quando io mando a quel paese un'ala destra per aver sbagliato un cross al centro in corsa con un avversario accanto, quando di calcio vero non ne ho mai fatto. Dal salotto e' altra cosa e si perdono moltissimi elementi determinanti per capire cosa stia davvero succedendo dentro. Poi non dico che Grosjean non abbia fatto errori o non cerco di giustificarli come non tali, ma hanno certo un altro peso dal peso dato loro dai media in generale. Perche' nella maggior parte dei casi i media in macchina non ci sono mai stati. Poi, se hai l'eta', ti ricorderai dei primi anni di Senna e delle cappelle che faceva anche lui, per non parlare di Villeneuve - Gilles - entrambi due molto probabilmente tra i top ten nei talenti della Formula 1. Di nuovo, io trovo che i piloti che approdano in F1 dalla GP2 si trovino male perche' non hanno avuto un'educazione adeguata, come detto sopra. Il fattore emotivo poi e' importantissimo, ed un pilota mal gestito non funziona - vedi i calciatori, stessa cosa. Poi ragazzi, non scherziamo, una partenza in F1 non e' uno scherzo, e forse dalla TV non si capisce quanto fino sia il filo in cui si marcia. Come non si capisce quanto difficile - ad esempio - sia tenere una F1 in pista sotto l'acqua. Sembra sempre un mezzo scherzo quando lo si guarda da casa.
  16. Ho pensato di prendere spunto dall'ultimo articolo del nostro Alessandro Magno riguardo Grojean per cominciare una discussione sui nuovi piloti che avevo iniziato con lui e che voglio condividere con voi tutti. Ecco la pappardella, scritta qualche tempo fa prima della conferma di Romain in Lotus. E’ palese a tutti il numero di incidenti causati dai ragazzi nei loro primi due anni di F1. Se vogliamo, l’irruenza del giovane pilota non e’ cosa nuova, e’ sempre successo, ma mai ai livelli di oggi. Io sono sicuro che se facessimo una statistica, contando anche sul fatto che le piste di oggi sono molto piu’ sicure dedurremmo che il numero di incidenti causati da giovani piloti oggi e’ di gran lunga piu’ alto di quello di vent’anni fa. Allora ho pensato un po’ alla cosa e mi e’ venuta in mente una discussione che ho avuto a Zuera qualche mese fa con Luca Baldisserri in occasione del campionato del mondo di Kart. Si diceva infatti che oggi il kart e’ diventato un vero e proprio autoscontro; l’introduzione delle pance, del muso e rear bumper fanno si che uno si possa tranquillamente appoggiare all’avversario in pressoche’ qualsiasi punto del kart, e questo produce le immancabili spintonate in partenza dove se parti secondo - per cui in prima fila all’esterno - ti trovi alla seconda curva decimo – se non impalato nella rete – perche’ quelli dietro sono a manetta, paraurti su paraurti e alla prima curva non frenano ma lasciano frenare le prime tre file davanti. Stessa cosa per i sorpassi, uno entra e si appoggia tranquillamente, lasciando fare alla forza centrifuga il lavoro di spostare l’avversario del quale si usa il grip per proprio tornaconto. Dicevo appunto a Luca che i ragazzini ora imparano meno di quanto facessimo noi al tempo; anche allora c'erano malizia e gran voglia di vincere, ma bisognava avere la tecnica ed il pelo per farle certe cose, altrimenti si volava, letteralmente. E ti posso assicurare che quando voli la prima volta, la seconda ci pensi su ben bene prima di passare azzardato. Questo, oltretutto, sviluppa una cosa molto importante per i piloti gia’ da giovani: un codice di condotta. Una volta si sapeva con chi si aveva a che fare in pista, e si sapeva che questo codice, pur rimanendo un codice di spirito al di la’ di ogni regolamento, era seguito indistintamente da tutti, e chi si azzardava a romperlo veniva preso di mira e poi in pista erano cazzi…Questo codice stabiliva che la botta messa giusta per passare ci poteva anche stare, sapevi che ti sarebbe tornata, ma nessuno avrebbe mai fatto niente che potesse essere davvero pericoloso per l’avversario. A prova che diventasse una vera e propria questione di tecnica e controllo era il fatto che i gran voli, o i gran BUSSI come li chiamava Zanardi al tempo – fatta eccezione per le partenze – si vedevano quasi escusivamente in fondo al gruppo, dove trovavi i piloti meno bravi ed esperti. Si imparava cosi un vero e proprio comportamento, che faceva in un certo senso capo ad un gentlemen agreement mai citato ma sottoscritto da tutti. E cosi si imparava la finezza nel guidare, finezza che ti dava la misura chiara tra quello che potevi fare e quello che non era ne’ lecito ne’ opportuno. Poi dal kart questo lo si portava in macchina come istinto acquisito. Un altro fattore che secondo me ha cambiato molte cose – guardacaso – sono i soldi. Con mio padre – anche lui fanatico da sempre – ho guardato in TV qualche mese fa la gara di GP2 di Monza – mio padre le guarda tutte, io a dire il vero mai, o molto raramente. Dopo due giri ero inorridito, mani sui capelli. Era palese che la maggior parte – e dico la maggior parte, non qualcuno – tra i piloti erano li solo perche’ pagano il sedile, dato che non avevano la minima concezione di cosa poteva fare la macchina in curva, quanto potevano allungare la staccata, andavano completamente a caso. Pazzesco. E pericoloso! In un sistema che ti alleva cosi anche uno che ha talento cresce con dei paradigmi completamente sfasati. Poi quando si trova in F1 deve imparare praticamente da zero; e’ solo in F1 che il giovane pilota capisce che ogni errore lo si paga molto caro; fino alla GP2 l’incidente e’ normale routine. Adesso, a differenza del passato, e’ difficile farsi davvero male, per cui si perde anche la misura di quello che puoi fare senza rischio. E chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Sono andato ad Austin in occasione del GP e sono rimasto impressionato da come guida Grosjean; ero alle “S†e come entrava lui era da paura: un piede, una decisione, uno stile pazzesco. Secondo me e’ un grande talento. In TV non ce se ne rende conto, non si ha – purtroppo – lo stesso metro. Adesso Romain rischia il sedile per tutte le macchine che ha distrutto quest’anno. Maldonado e Senna sono un po’ la stessa cosa, ne hanno combinate di cotte e di crude – secondo me senza lontanamente il talento di Grosjean, e comunque questa rimane un’opinione personale. E’ doppiamente difficile per un giovane integrarsi in F1, e’ quasi come dover imparare a correre da zero. Poi c’e’ anche un elemento di sfiga e si tende a fare di tutte le erbe un fascio: l’incidente di Spa, ad esempio, per uno che non e’ un profano non e’ molto differente da quello di Suzuka che ha coinvolto Alonso. E’ facile giudicare stando in salotto davanti alla TV, specie se non si e’ mai stati in macchina; se invece lo guardi con l’occhio fino, capisci subito che Grosjean, come Alonso a Suzuka, aveva Hamilton nell’angolo cieco a destra – Nando aveva Kimi sull’erba a sinistra – e li’ e’ questione di centimetri che sono inversamente proporzionali alla sfiga, ti puo’ andare bene come ti puo’ andare male; molte volte si confida sull’esperienza dell’avversario, che sa che in quel momento non lo vedi, per darti un po’ di spazio in piu’, sempre che ci sia. Nel caso di Romain e Nando lo spazio non c’era e allora ciao. Voglio dire, quando si corre per vincere si e’ sempre sul filo. I giovani il filo adesso lo conoscono molto meno dei giovani di una volta, e continuano a romperlo. Ma non e’ segno che manchino di talento rispetto ad una volta, mancano di educazione, perche’ crescono appunto in un ambiente ed un modo di correre che non li prepara a cio’ che trovano poi quando approdano in F1. Bisogna avere piu’ pazienza.
  17. ciao Gio, come faccio a spedirti una foto?

    1. 61066

      61066

      super.tallo@libero.it

    2. 61066

      61066

      Non conoscevo questo lato del forum :asd:

  18. Esatto, e ti ribadisco, le altre sono paragonabili a SF, adesso anche Detroit, che era quella meno raccomandabile fino a 5-6 anni fa, dove il centro era "duro", ma anche Dallas nella stessa maniera. Si ha ancora in mente probabilmente gli stereotipi provenienti dagli anni fine 70-80 dove New York era brutta e non ci si poteva andare. Io ho piu' stizza a Napoli...
  19. Concordo. Come ti ripeto, conosco molte citta' calde degli States, e le conosco non perche' ci sono passato due volte: da Detroit a Miami, Chicago, SF, Seattle, Philly e DC. Non bisogna andare a cercarsi guai, pero' non e' un problema girare.
  20. Ciao ragazzi. La realta' della cosa nella sua assurdita' e' evidente. In tutti i casi voglio contribuire con quella che e' la mia esperienza, per quanto soggettiva naturalmente. Io vivo negli States dal 1992, e con il mio lavoro li ho girati in lungo ed in largo in tutti i modi, e posso dire di aver vissuto, non solo visitato le varie regioni. Ho avuto proprio l'altro giorno una discussione su quanto pericolosa sia - presuntamente - Los Angeles. Io ho vissuto 12 anni a New York, e poi tra Los Angeles New York e la Florida. In vent'anni non ho MAI visto un'arma da fuoco in una situazione di confronto, e posso dirvi che negli anni 90 lavoravo nei club di notte a New York, e tornavo a casa a piedi o in bici ogni notte dalle 2 alle 4 del mattino. Nessuno tra le persone che ho conosciuto ha mai avuto a che fare con una persona che lo minacciasse con arma da fuoco. Con questo voglio dire che bisogna conoscere la realta' vivendone e facendone parte per capirne i risvolti. Bisogna anche conoscere le culture che popolano un paese vasto come gli USA, tra stato e stato, e interne alle citta'. Le statistiche con i numeri voltastomaco devono essere anche messe nel loro contesto. La maggior parte delle vittime sono da attribuirsi ad attivita' di gangs che rimangono per lo piu' circoscritte. Al confine con il Messico c'e' una vera e propria guerra. In ogni citta' le gangs gestiscono le attivita' illecite, lo spaccio, e la supremazia viene stabilita come ai tempi del far west, ma ripeto, rimane in seno a quegli ambienti. Poi non si puo' negare il fatto che la cultura dell'arma da fuoco negli USA sia profondamente differente da quella Europea, ma come questa tante altre cose, come l'alcool ad esempio. Il problema costituzionale e' un problema grande. Secondo me il problema piu' grande e' culturale e non solo in seno agli USA, anche se questi ultimi ne sono il fulcro e l'origine. Ai tempi d'oggi viviamo in una realta' mentale/emotiva e non piu' fisica come era per i nostri nonni. Lo stress della vita odierna non si scarica facilmente e in soggetti deboli/sensibili puo' creare delle bombe ad orologeria. La cultura della violenza nei films e video games poi fa il resto, e queste persone non riescono piu' a fare la differenza tra il reale ed il virtuale. E comunque non e' un problema solo degli USA. Per rassicurarvi, io non mi sentirei piu' al sicuro in citta' europee, e questo ve lo posso garantire.
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