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    Arturo Merzario

    Buon 73. compleanno... Arturio Francesco Merzario nasce a Civenna (Como) l'11 Marzo del 1943. È sposato dal 1964 e ha due figli. Mondialmente conosciuto come Arturo (frutto di una svista all'anagrafe) mantiene ancora oggi il nome originale sul suo casco. È diventato famoso in tutto il mondo per i suoi cappelli da cow-boy, dopo che convinse, nel 1974, alla Philip Morris International a sponsorizzarlo con il marchio della Marlboro. Il debutto vero e proprio nelle corse avvenne con una Alfa Romeo Giulietta Spider, sulla pista di Monza il 14 ottobre del 1962 giungendo ottavo. Dopo una stagione con l’Alfa Romeo Giulitta SZ, acquista con l’aiuto del papà Giorgio, una Fiat Abarth 1000 e ne affida la preparazione a Samuele Baggioli di Milano. Nel 1964, con questa vettura, sfiora il titolo di Campione Italiano per vetture turismo. Dopo aver adempiuto al servizio militare, nel 1967, a bordo di una Fiat Abarth 1000 semi-ufficiale, si classifica terzo nel Campionato Europeo Turismo difendendo i colori della Scuderia del Lario. Viene quindi ingaggiato dall'Abarth prima come collaudatore e poi come pilota ufficiale. Nel 1968 vince il Campionato Italiano della Montagna grazie ai risultati ottenuti alla guida dalla barchetta 1000SP. La svolta della carriera giunse con la vittoria del Circuito del Mugello 1969, in una corsa stradale molto impegnativa, con una Abarth 2000 che non era la più potente fra le vetture schierate (presero parte numerose Porsche e Alfa Romeo di 3000 cc, incluse alcune vetture schierate ufficialmente dalle due Case). In quella stagione disputa anche il Campionato Europeo della Montagna dove si classifica secondo assoluto e primo nella categoria Sport. Questi successi aprirono a Merzario le porte di Maranello e della Ferrari. Nel 1970 partecipa al Campionato del Mondo Marche con una Ferrari 512S ufficiale e vince per la seconda volta consecutiva il GP del Mugello, sempre con Abarth. Nel 1971, continua alternadosi alla guida delle Abarth 2000 e delle Ferrari 512M private, vincendo la Coppa Shell Interserie di Imola e, a fine stagione, il Trofeo Ignazio Giunti a Vallelunga. Sempre nel 1971 incomincia a correre in F2 con una Tecno del Team Iris ceramiche ma senza troppo fortuna. Debuttò nella massima serie della F1 con la Ferrari nel 1972 con un sesto posto al Gran Premio d'Inghilterra sulla pista di Brands Hatch, vincendo anche il premio della combattività assegnato dai giornalisti specializzati del settore corse. Nello stesso anno ottenne, con la Ferrari 312P, un'eccezionale vittoria alla Targa Florio in coppia con Sandro Munari e s'impose anche nella 1000 km di Spa con Brian Redman. Seguirono altri brillanti piazzamenti che consentirono alla Ferrari di vincere il titolo Mondiale Marche. A fine anno vince la 500 km di Imola e la 9 ore di Kylami (in coppia con Regazzoni), prove non valide per il Mondiale. La stagione 1972 era quella del lancio definitivo: come pilota ufficiale Osella-Abarth, vinse il Campionato Europeo Sport 2000. Il 1973 fu purtroppo un anno di crisi per la Ferrari, nonostante l'impegno di Merzario: i risultati arrivavano con il contagocce nei prototipi (2º alla 1000 km del Nurburgring ed alla 24 ore di Le Mans) ed anche in F1 (4º in Brasile e Sud Africa). La Ferrari offrì a Merzario un ingaggio per il 1974, limitato alle sole corse dei prototipi ed eventualmente a qualche gara in Formula 1. In realtà il nuovo corso imposto dal direttore sportivo Montezemolo non contava con il pilota-fantino. Il comasco rifiutò l’ingaggio e venne preso dall'Alfa Romeo e dalla Iso-Williams. Il miglior risultato stagionale fu la vittoria alla 1000 km di Monza, il terzo posto al GP Presidente Medici di Brasilia ed un quarto posto al Gran Premio d'Italia. Nel 1975 alla guida di un'Alfa Romeo Tipo 33 ritornò ad imporsi nel Campionato Mondiale Marche vincendo le gare di Digione, Monza, Enna e Nurburgring. Vinse per la seconda volta la Targa Florio in coppia con Nino Vaccarella. In Formula 1, dopo molte delusioni, abbandonò il Team Williams a causa di gravi divergenze con il manager della squadra. Nel 1976 disputò il Campionato del Mondo di F1 alla guida di una March 761 e della Wolf Williams, così come qualche gara con l'Alfa Romeo 33SC12. Assieme a Guy Edwards, Brett Lunger ed Harald Ertl, partecipò al salvataggio di Niki Lauda dalla sua Ferrari in fiamme al Nürburgring nel 1976, essendo lui che lo estrasse dalla macchina salvandogli la vita. Un curioso intreccio del destino, visto che alla fine del 1973 Lauda era stato il giovane pilota scelto da Enzo Ferrari proprio per rimpiazzare il comasco. Fu l'episodio di maggior rilievo di quella stagione per il fantino lombardo: gli appassionati gradirono molto sia il 9º posto a pieni giri con una vettura privata, la March dotata di un motore non freschissimo, in Francia; e la rimonta realizzata al Gran Premio di Svezia, interrotta da un problema nel finale. Nel 1977, a causa di una caduta sui campi di sci, dovette disertare le prime gare del Mondiale di F1; decise così rientrare da privato con una sua squadra, alla guida di una March 761B, ma con poca fortuna. Per il 1978 tentò la strada del costruttore in Formula 1, ma dati i pochi mezzi economici a disposizione, la Merzario A1 lottò solamente per qualificarsi in ogni gara... Nel 1979, con i modelli A2 e A3, Merzario continuò la sua avventura nella massima formula ma i risultati stentavano ad arrivare. A metà stagione rilevò tutto il materiale della scuderia Kauhsen in un ultimo tentativo di riscossa; la nuova A4, che utilizzava alcune parti della Kauhsen, era spesso la più lenta del plotone. Per il 1980 Merzario aveva in progetto un nuovo modello per rientrare nel giro mondialista dal GP del Belgio ma fu soltanto una pre-iscrizione. La A4 venne adattata ai più piccoli motori BMW di Formula 2 e con questa macchina, chiamata M1, Arturo disputò tutto il Campionato Europeo della specialità. Nel 1981 e 1982 il Team Merzario decise di far correre in Formula 2 numerose March-Bmw, ottenendo buoni piazzamenti con Necchi e Gartner. Nel 1983, in collaborazione con l'Ing. Degan, ex Autodelta, veniva costruita una Merzario con telaio in carbonio che, affidato al francese Dallest, riusciva a dare finalmente qualche soddisfazione al pilota costruttore. Purtroppo ancora una volta i pochi mezzi a disposizione resero impossibile lo sviluppo della monosposto tanto che, a metà stagione 1984, Merzario ed il suo Team dovettero issare la bandiera bianca, ritirandosi dalle competizioni. Le disavventure non abbattono il fantino: chiusa definitivamente l´esperienza come costruttore nelle massime formule, Merzario si ripresentava vincendo nel 1985 il neonato Campionato Italiano Prototipi con una Lucchini-Alfa Romeo. Nel 1986 costruisce la Symbol, biposto corsa dotata anch´essa di un motore Alfa Romeo V6 3000. Con la Symbol disputava numerose edizioni del Campionato italiano fino al 1990, togliendosi ancora belle soddisfazioni di fronte a piloti molto più giovani e fabbricanti famosi. All'inizio della stagione 1991 soffre l'incidente più grave della sua carrirera automobilistica: esce di pista a Magione a bordo di una vettura prototipo riportando numerose fratture agli arti inferiori. Fedele al suo carattere combattivo e spregiudicato, nel mese di ottobre ritorna alle corse del Campionato Italiano Prototipi e pochi giorni dopo firma il 2º posto assoluto alla 6 ore di Vallelunga. Nel 1995 e con 53 anni, Merzario rientrava nel giro internazionale a richiesta della Maserati disputando il Trofeo Ghibli Open Cup nel quale contendeva fino all´ultimo momento la vittoria assoluta a Denny Zardo. Nel 1996 e 1997 metteva a punto la Centenari-Alfa Romeo nella neonata ISRS (International Sport Racing Series) vincendo la propria categoria e spesso minacciando alle vetture più potenti. Nel 1999 Tampolli gli affidava una delle sue macchine ancora per la ISRS, vincendo a Monza e Spa. Dall'anno 2000 in poi si concentra nuovamente nelle gare GT in Italia e all'estero con Ferrari e Porsche aggiudicandosi numerosissime vittorie di classe. Richiestissimo da numrosi trofei monomarca come Mazda, Mini Cooper, Nissan e Lotus, mantiene intatta la passione degli anni giovanili e da sempre filo da torcere ai piloti delle nuove generazioni verso le quali, comunque, è sempre prodigo di consigli. Nell'ambito extra deportivo, Merzario collabora da molti anni con il programma televisivo Griglia di partenza. Nel 2010 viene eletto come Presidente onorario della Scuderia del Portello che si dedica alla conservazione e preparazione dei modelli sportivi e storici dell'Alfa Romeo. Anche la nuova Abarth si avvale della sua enorme esperienza nel campo delle corse: nel 2011 porta al debutto in pista l’Abarth 500 Assetto Corse al Giro d’Italia automobilistico, classificandosi al quinto posto assoluto e 2º di classe dietro a una ben più potente Seat leon. Nel 2012 Arturo Merzario entra di diritto nella leggenda del motorsport, se ancora ce ne fosse bisogno. Infatti, salvo qualche breve interruzzione, è di gran lunga il pilota italiano con la carriera sportiva più dilatata: il 14 ottobre celebra le Nozze d'oro con le corse.
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